Anime & Manga > Battle Spirits
Segui la storia  |       
Autore: HikariMoon    12/09/2019    0 recensioni
Sono stati eroi per la Terra, per Gran RoRo e per il futuro. Ma che cosa sarebbero potuti essere in un'altra vita? Scoprite una versione dei personaggi di Battle Spirits come non l'avete mai vista prima.
Genere: Avventura, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Curry, tavoli e rivalità

Il Gurii’s Bistro era il punto di ritrovo per i molti studenti dell’università vicina o gli impiegati dei vicini uffici. Il luogo era piccolo e confortevole, i gestori gioviali e rumorosi erano una famiglia che gestiva il locale da tre generazioni.

Dan ci era arrivato per caso, mentre si dirigeva verso la fermata della metropolitana, dopo essere passato in università per informarsi sui corsi che offriva.

Il locale, quel pomeriggio, era ancora pressoché deserto. Ai tavoli c’erano solo un paio di studenti, impegnati su libri o computer. Dan si infilò in uno dei tavoli contro la finestra e si mise a sfogliare i dépliant dell’università.

“Vuoi ordinare qualcosa?”

Dan si voltò senza vedere nessuno. Sbatté gli occhi e si guardò in giro.

“Qui sotto,” aggiunse timidamente la stessa voce.

Solo allora Dan si accorse che a parlare era un bambino che arrivava appena all’altezza del tavolo, con folti capelli marroni e un enorme sorriso.

“Non sei un po’ piccolo per fare il cameriere?”

Il bambino gonfiò le guance e puntò i pugni sui fianchi. “Ho già quasi sei anni. Nella mia famiglia cresciamo tutti dopo!”

Dan alzò le mani davanti a sé, arretrando un po’ sul divanetto.

“Scusa, non volevo fare insinuazioni. Ma non dovrebbe esserci qualcun altro a servire ai tavoli?”

Il bambino saltò sul divanetto di fronte al suo, sospirando.

“Nonbirii è di là in cucina. Di solito c’è anche mamma a quest’ora, ma è dovuta andare a casa perché i gemelli piccoli stavano male. E papà doveva andare a prendere mio fratello e mia sorella. Volevo rendermi utile. Io mi chiamo Zungurii!”

E gli rivolse un altro enorme sorriso.

Dan aggrottò la fronte e sbatté le palpebre un paio di volte. “Ma quanti siete?”

Zungurii abbassò lo sguardo, sollevando la mano davanti a sé. “Donburii, Nonborii, Yukurii…”

Continuò a sciorinare un nome dopo l’altro, sollevando per ognuno un dito.

Dan si sporse in avanti e spalancò gli occhi. “Ma quanti siete?”

“Venti?”

“Zungurii, quante volte ti ho detto di non disturbare i clienti?”

I due si voltarono verso il nuovo arrivato, un ragazzo alto e corpulento con tratti sorprendentemente simili a Zungurii.

“Non stavo disturbando! Volevo prendere il suo ordine!”

“Va tutto bene” si intromise Dan con tono allegro. “Stavamo facendo amicizia.”

Nonbirii non sembrò del tutto convinto, ma si limitò a scuotere la testa. “Cosa posso portarti?”

“Ordina il nostro riso al curry!”

Dan tornò a guardare verso Zungurii, che si era sporto in avanti. “È il piatto della casa!”

Guardò l’ora e mandò con la mente un breve pensiero di scuse a sua madre. Quella sera a cena non sarebbe stata contenta.

“Va bene!”

“Non te ne pentirai! Uh, com’è che ti chiami?”

Dan scoppiò a ridere, mentre Nonbirii si allontanava, e porse la mano. “Dan. Mi chiamo Dan.”

Dan aveva scoperto per caso il Gurii’s Bistro ma, pian piano, si era sempre più affezionato al piccolo Zungurii. E tornò così tante volte in quel posto, dove a suo dire facevano un riso al curry buono quanto quello di sua madre, che finì per essere assunto come cameriere.

La prima volta era successo per caso, un altro pomeriggio in cui impegni improvvisi avevano tenuto lontano i membri della famiglia Gurii. Ma, poi c’era stata una seconda e una terza. Dopo la quarta volta, Nonbirii gli aveva offerto un posto part-time come cameriere. E Dan aveva accettato.

Tutto andò bene nei primi tempi: Dan si divertiva a chiacchierare e servire le persone, sempre con un sorriso e una battuta pronta. Ogni volta che c’era un momento di pausa, aiutava Zungurii con i compiti o giocavano insieme ai videogame.

Le cose cambiarono quando, un paio di mesi dopo, la famiglia Gurii decise di assumere un secondo cameriere.

“Sono arrivato!”

Dan spalancò la porta e, come ogni pomeriggio, entrò nel caldo e famigliare interno del bistro. Ormai, lo conosceva come le sue tasche e li considerava un po’ parte della sua famiglia.

Quel pomeriggio, però, c’era qualcosa di diverso.

Di solito, quando arrivava, molti dei tavoli dovevano ancora essere puliti, con piatti da sparecchiare e tovaglie da cambiare. Quel giorno, invece, tutti i tavoli erano tirati a lucido e i cuscini sui divani posizionati alla perfezione.

Dan si avvicinò al tavolo dove era seduto Zungurii, chinò su un quaderno, e lo colpì su una spalla lasciando cadere la borsa accanto a lui.

“Ma che è successo qui? Non sono in ritardo vero?”

Zungurii scosse la testa e gli rivolse un sorriso incerto. “Più puntuale del solito, ma non è colpa tua. Mamma e papà hanno assunto un nuovo cameriere.”

“Tu devi essere Bashin Dan.”

Dan ruotò e vide a due passi da lui un ragazzo dai capelli biondi stretti in una coda, una mano posata sul fianco. Il ragazzo lo guardò dall’alto in basso, con uno sguardo di sufficienza, quasi lo stesse squadrando.

“Visto che non arrivavi, mi sono permesso di occuparmi di tutti i tavoli. Spero non sia un problema.”

“Nessun problema,” disse Dan porgendo la mano e cercando di mostrarsi amichevole. “Ora siamo una squadra!”

Il ragazzo si limitò ad annuire, girare sui tacchi e dirigersi verso una coppia di clienti appena entrata nel locale.

Dan rimase imbambolato a fissarlo, la mano ancora tesa. Poi, lanciò uno sguardo a Zungurii.

“Ma che ho detto?”

Zungurii alzò le spalle. “Si chiama Chiarodiluna Barone. Credo sia uno studente di scienze politiche.”

Magisa era una cliente abitudinaria del Gurii’s Bistro, che sceglieva sempre per il buon cibo, i prezzi modici e l’ambiente famigliare. Da un paio di settimane, però, c’era un motivo in più per cui visitava il locale.

“Il solito Nonbirii!”

Era diventata una routine. Magisa entrava, si sedeva al bancone e Nonbirii le serviva una fetta di torta al cioccolato e il suo solito cocktail all’arancia. E si sistemava per assistere allo spettacolo.

“Fra quanto pensi che arriveranno?”

Nonbirii guardò appena l’orologio appeso al muro e, sospirando, continuò ad asciugare i bicchieri.

“Presto.”

La porta si spalancò con forza, ribalzando contro al muro. Dan si appoggiò un attimo allo stipite, l’altra mano posata sulle ginocchia piegate. Prese un respiro e si rimise in piedi rivolgendo loro un enorme sorriso.

“Primo!”

Magisa mise in bocca un pezzetto di torta ridacchiando.

“Bravissimo Dan!” esultò Zungurii, saltando giù dal solito tavolo e correndogli incontro.

“Glielo fatta vedere a Barone oggi! Dov’è mister puntualità?”

“Proprio dietro di te.”

Dan fece un balzo in avanti, quasi ribaltando Zungurii che arretrò goffamente, e si voltò ritrovandosi un impassibile Barone a un passo da lui.

“Se ti metti a perdere tempo sulla porta, come pensi che i clienti possano entrare?”

Dan aprì la bocca per ribattere, ma Barone lo ignorò, entrando dentro il locale e dirigendosi dietro al bancone.

“Ma chi si crede di essere?” borbottò correndogli dietro dopo aver lanciato il proprio zaino a Zungurii.

Pochi minuti dopo, entrambi erano già nella sala, senza quasi guardarsi mentre pulivano un tavolo dietro l’altro. Magisa scolò l’ultimo sorso del bicchiere e lo porse, senza staccare gli occhi dai due, a Nonbirii che, come al solito, tornò a riempirglielo. Da un angolo della sala, Zungurii faceva il tifo per Dan.

Entrambi i due ragazzi pulivano i tavoli a tempo da record, con la maggior foga da parte di Dan e con i precisi e mirati movimenti di Barone.

“Laggiù c’è ancora una macchia!”

“Magisa, ti prego, non istigarli. Ci pensano da soli.” Nonbirii la supplicò porgendo il bicchiere di nuovo pieno. Magisa lo afferrò alzando le spalle.

“Dove sarebbe il divertimento altrimenti?”

Barone e Dan, quest’ultimo quasi inciampando su una sedia, si fiondarono al tavolo indicato dalla donna.

“Cercati un altro tavolo, Bashin. Sono arrivato prima io.”

“Bugiardo! Ho posato la mano ben prima di te!”

Barone ghignò.

“Può essere, ma io non ho lasciato il mio straccio sull’altro tavolo.”

Dan si guardò le mani, per poi voltarsi verso il tavolo che aveva appena lasciato. Lo straccio sembrava deriderlo dalla superficie lucida su cui era posato.

“Accidenti!”

“Siete sicuri di cavarvela da soli?”

Dan annuì e allargò le braccia, indicando tutto il locale, con entusiasmo. “Non ti preoccupare, Nonbirii. Il Gurii’s Bistro non potrebbe essere in mani migliori!”

Nonbirii ridacchiò nervosamente, continuando a lanciare occhiate preoccupate ai due anche quando aiutò Zungurii a indossare il capotto.

“Cercherò di portarti una fetta di torta, Dan!”

Dan si chinò in avanti e gli arruffò i capelli. “Divertiti e fai gli auguri a Yukurii!”

“Contaci!”

Una volta che i due Gurii uscirono dalla porta, Dan controllò che il cartello con scritto aperto fosse appeso e si diresse verso Barone.

“Come vuoi che-”

“Io servo i tavoli, tu resta dietro il bancone.”

E il ragazzo lo superò dirigendosi verso l’armadio delle tovaglie. Dan sospirò e andò ad aprire la cassa.

Man mano i clienti riempirono il locale e i due riuscirono a gestire tutto senza troppi problemi, anche se Dan confuse un paio di bevande e Barone sembrò sul punto di graffiare la faccia di un paio di clienti che avevano deciso di dover criticare anche la posizione dei chicchi di riso nel piatto.

L’autocontrollo di Barone, però, ricevette il colpo di grazia quando un gruppo di bambini accompagnati da un paio di genitori arrivò per festeggiare un compleanno. Barone si avvicinò con un sorriso tirato, lanciando occhiatacce a ogni bambino che faceva volare un tovagliolo dal tavolo.

“Cosa vi posso portare?”

I bambini cominciarono a urlare uno sopra all’altro, nonostante i due genitori che cercavano invano di far loro abbassare la voce. Alcuni clienti dei tavoli vicini cominciarono a guardarsi attorno, infastiditi. Barone riprovò un paio di volte a segnare gli ordini, che puntualmente doveva cambiare perché cambiavano idea non appena un altro dei bambini gridava quello che voleva mangiare. Quando l’ennesima forchetta cadde per terra, Barone si chinò fulmineo ad afferrarla.

“Torno subito,” sibilò allontanandosi per recuperarne una nuova.

Dan si rese conto che l’altro stava raggiungendo il punto di rottura. Posò il bicchiere che aveva appena lavato, afferrò una forchetta pulita e corse incontro a Barone.

“Me ne occupo io. Tu vai al bancone. Tanto sei comunque più veloce di me come barista.”

Dan lo spinse avanti e si diresse con un sorriso verso il tavolo di bambini urlanti. Una battuta e una scenetta buffa dopo, Dan riuscì a conquistarli tutti e, trasformando tutto in un gioco, riuscì a prendere le ordinazioni.

“Visto, tutto sotto controllo!” esclamò entrando in cucina.

Barone scosse la testa e iniziò a preparare le bevande.

Il resto della serata passò senza intoppi, grazie al modo con cui Dan riusciva a vincere i clienti e alla precisione e velocità con cui Barone serviva al banco e faceva funzionare la cassa.

Nonostante questo, quando l’ultimo cliente uscì e venne appeso sulla porta il cartello di chiuso, Dan tirò un sospiro di sollievo.

“Wow, non pensavo che sarebbe stato così pesante. Ma abbiamo fatto un buon lavoro, che dici?”

Barone lo affiancò porgendoli una bottiglia ghiacciata appena tirata fuori dal frigo. Dan la afferrò con un sorriso.

I due si sedettero al bancone, bevendo in silenzio e osservando i tavoli ancora tutti da pulire. Dan posò la bottiglia sul tavolo e si voltò verso Barone.

“È un po’ che me lo chiedevo, com’è che sei arrivato a lavorare qui?”

Barone smise di bere e lanciò uno sguardo diffidente verso di lui.

“Perché questa domanda?”

Dan alzò le spalle e agitò le mani per poi tornare ad afferrare la propria bottiglia.

“Così, non mi sembri proprio il genere di persona che ha bisogno di soldi per pagarsi la retta. Sei così, così-” Dan si grattò la testa, sforandosi di trovare un termine che non suonasse offensivo. Barone lo fissò con un sopracciglio alzato. “Raffinato?”

Barone distolse lo sguardo, voltandosi verso i vetri su cui si vedevano i loro riflessi. Per alcuni istanti, i soli rumori furono il ticchettio dell’orologio e le automobili sulla strada.

“Hai ragione, non mi serve.”

Barone bevette un altro sorso.

“La mia famiglia è ricca e non ho mai dovuto fare sacrifici per ottenere nulla. Ma…”

“Ma?”

“Ma sentivo di voler sapere, di voler capire.” Barone si alzò, lasciando la bottiglia sul tavolo e rivolgendo le spalle a Dan. “Voglio entrare in politica e voglio farlo per aiutare le persone, per fare in modo che tutti ottengano lo stesso trattamento, soprattutto i più deboli. Ma come posso farlo, se non so niente di come sia davvero la loro vita?”

Tornò a voltarsi verso Dan, che ricambiò l’intenso e determinato sguardo con un’espressione sorpresa. Poi sorrise e gli porse nuovamente la bottiglia.

“Beh, sono felice che tu sia venuto a lavorare qui.”

Barone la afferrò e le fecero tintinnare.

 a

 a

 a

SPAZIO AUTRICE:

Penultimo giorno! Più passano i giorni, più mi sto rendendo conto di che assurde storie sto inventando. Però mi sto divertendo un mondo, dovrà pur contar qualcosa no?

Comunque, ve li sareste mai immaginati Dan e Barone in versione camerieri? A quanto pare, io sì. Tanto, la loro amicizia-rivalità rimarrebbe comunque la stessa. Come anche l'amicizia con Zungurii!

Domani è l’ultimo giorno e, nonostante sia stato divertente, credo di essere pronta per far finire questa BS Week. È stato veramente una corsa!

Grazie a quelli che leggeranno e/o recensiranno.

A domani, HikariMoon

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Battle Spirits / Vai alla pagina dell'autore: HikariMoon