Film > The Avengers
Segui la storia  |       
Autore: Cossiopea    13/09/2019    1 recensioni
Strinsi le chiavi nella mano e l'emozione che provai fu più che soddisfacente.
Alzai gli occhi su Tony, che mi squadrava attraverso gli occhiali da sole con il tipico fare sospettoso e per niente convinto.
-Ti sto affidando una grossa responsabilità, Parker- mi fece, gli occhi che sembravano volermi scavare nell'animo per farne emergere i segreti più cupi della mia vita -Non mi deludere.
Deglutii.
-Tenterò di non farlo, signore- gli dissi mentre le chiavi che stringevo nel pugno sembravano diventare incredibilmente roventi.
Il signor Stark alzò un dito.
-È qui che sbagli, ragazzo- mi disse, serio -Non devi TENTARE di non farlo, tu devi proprio NON FARLO.
Genere: Avventura, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Morgan Stark, Peter Parker/Spider-Man, Tony Stark/Iron Man
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
10. Semplice disperazione
 
 

-Stai scherzando, spero- dissi lanciando a Happy un'occhiataccia che sentivo avrebbe fatto impallidire anche Tony Stark.

L'uomo fissò sconsolato il proprio veicolo, fermo in mezzo alla strada. Poi rivolse lo sguardo a me e si morse un labbro, pensoso.

-Avevo detto a Fury di lasciarmi un'auto con il serbatoio pieno...- borbottò fra sé posizionando le mani sui fianchi.

Sentivo che da un momento all'altro sarei potuto scoppiare a piangere.

Sembrava davvero che il fato avesse deciso di punirmi, che quell'unico giorno mi avrebbe rovinato la vita... che ogni mio squallido tentativo di aggiustare le cose si ritorcesse contro di me senza la minima pietà.

Era come se per ogni mia azione qualche essere superiore mi frustasse con forza e si divertisse a guardarmi soffrire.

Già sentivo nelle orecchie le parole che mi avrebbe rivolto Tony una volta scoperto quel macello. Mi sembrava di udire la sua voce profonda e severa che con una freddezza innaturale mi avrebbe fatto congelare sul posto nonché distrutto ogni mia remota speranza.

"Parker, mi hai deluso."

Un brivido mi attraversò rapido la spina dorsale, ma non c'entrava niente con l'aria ghiacciata.

Levai lo sguardo provato verso il paesaggio che ci circondava...

Il Vermont è famoso per i boschi fitti e la flora rigogliosa... e in una qualsiasi altra occasione avrei davvero apprezzato quell'aria così fresca a pulita, in confronto al denso smog che si respirava a New York. Ma quella non era un situazione normale, e gli alberi alti e frondosi che popolavano quell'angolo di mondo mi apparivano di più come una gabbia la cui chiave era stata gettata. Quei magnifici tronchi divenivano, ai miei occhi, sbarre rigide e inviolabili... una prigione senza via di fuga.

-Peter, ho fame.

La voce di Morgan mi riscosse dai miei pensieri. I suoi occhi non accettavano scuse, continuando a brillare di argento vivo.

Scossi la testa, rassegnato.

-Ti sei mangiata tutti i panini- le feci, senza evitare di mettere una nota acida in quelle parole -E poi sono ancora arrabbiato con te.

Happy sospirò.

-Newport non è distante da qui...- commentò storcendo la bocca -Potrei provare ad arrivarci a piedi...

Lo fissai e battei le palpebre.

-Sei matto?- esclamai -Sono almeno venti chilometri!

-E che altro proponi?- senza un motivo preciso iniziò a fare avanti e indietro da un lato all'altro della piccola strada immersa nel verde -Qui sognarsi di chiamare qualcuno è inaudito: non c'è campo... l'unica è camminare.

Alzai gli occhi al cielo.

-Mi vuoi dire che non abbiamo scelta? Siamo bloccati?

Fermò la sua strana marcia e mi fissò accigliato.

-Ti ricordo che non saremmo finiti in questo casino se tu fossi stato un minimo più responsabile- mi apostrofò Hogan con un tono che non ammetteva repliche.

Strinsi i pugni, fumante di rabbia.

-Se devi andare vai!- urlai, in un bizzarro miscuglio tra esasperazione e sconforto. Gli indicai la direzione della città con un gesto distaccato e carico di disperazione.

Mi guardò negli occhi e fece un sorriso storto.

-Peter...

Lo fulminai con lo sguardo.

-Non rifilarmi la storia che questo è solo un brutto momento, va bene? Non ti voglio ascoltare!

Morgan mi guardava. Ma questa volta i suoi occhi erano senza emozioni nascoste. Solo due voragini scure e vuote.

-Peter, ho fame- disse, in una leggera preghiera.

-Ho capito che hai fame!- urlai -Ma non posso farci niente!

-Senti, adesso calmati.

Scattai su Happy.

-Non dirmi di stare calmo!

Quello sospirò nuovamente e si fece passare stancamente una mano sulla faccia. Lanciò un'altra occhiata alla macchina, fissa in mezzo al nulla... la benzina esaurita, come la speranza.

-Tornerò tra un qualche ora se faccio in fretta- disse, ignorando le mie parole. Mi fissò -Bada a Morgan. Non ti allontanare dalla strada.

Rimasi in silenzio per un istante.

-Va bene- dissi dopo un attimo, senza però guardarlo -Ma non posso assicurarti niente.

-No- sorrise -Non è nella tua natura.

Ore: 14:47.

 

La pioggia arrivò lentamente, in un lento passaggio da ciel sereno a tormenta.

Il vento si alzò, spazzandoci i capelli e ferendoci gli occhi come una lama fredda e affilata. Poi il cielo sprofondò nel buio.

Nubi oscure quanto il mio umore ricoprirono il sole mentre Morgan, in un gesto forse derivato da puro istinto di sopravvivenza, si alzava rapida il cappuccio sulla testa.

La prima goccia mi colpì la guancia e nel giro di pochi minuti ero fradicio fino alle ossa. I vestiti impregnati d'acqua, l'anima di sconforto.

Happy, maledizione a lui, si era portato via le chiavi dell'auto senza neanche farcelo sapere... e ora la vettura calda e riparata era qualcosa che potevamo solo guardare.

Mi accoccolai sotto un albero la cui chioma speravo ci avrebbe protetto dalla tempesta.

Il freddo mi entrava dentro e la mia mente era ghiacciata dal medesimo gelo, tanto da impedire ai pensieri di scorrere come dovuto.

Sospirai, lo scroscio della pioggia che colpiva le fronde e le ginocchia tirate sotto il mento... Bene, rieccoci qui.

Presente. Ore: 15:02.

 

Morgan crolla sulla mia spalla e io mi volto a guardarla con un sorriso stanco e tirato.

Gli occhi della piccola sono chiusi, e i capelli inzuppati le coprono il visino pallido facendo scorrere delle piccole gocce giù per le guance.

Non riesco ancora a capacitarmi del fatto che quel piccolo tiranno sia riuscita a prendermi in giro per tutto questo tempo, che tutto ciò che ha fatto è stato solo per vivere qualcosa di livello Avengers...

Mi ritrovo a pensare che forse Tony non la tratta come dovrebbe, che lei è solo vittima di un padre troppo famoso... una bambina all'ombra dei propri genitori che vorrebbe soltanto vivere la propria vita come fanno loro... Ma non posso esserne certo e, in fondo, al momento i miei pensieri sono troppo confusi per capire quale sia davvero sensato e quale, invece, un frutto della stanchezza.

Ho le mani ghiacciate, e ormai nemmeno le tasche riescono a donarmi quel minimo di tepore che tanto bramo. Happy è via da soli pochi minuti ma mi pare che sia passata un'eternità, e l'acqua continua a cadere imperterrita da un cielo nero come pece.

Ho sonno.

Non so come diamine ho fatto ad arrivare qui, non ne ho idea. Non so quale scherzo del destino mi abbia portato a questo frangente, non ne ho idea... ma la stanchezza ricomincia ad assorbirmi e il respiro regolare di Morgan è l'unico suono davvero ritmico che valga la pena ascoltare in questa cacofonia di gocce e fiumi che si abbattono sugli alberi con violenza.

Il mio fiato caldo si condensa nell'aria gelida, e attraverso queste nuvole derivate dal mio respiro vedo il mondo farsi sempre più pallido e spento.

Ho sonno.

Adesso è l'unica cosa che conta...

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: Cossiopea