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Autore: Mahlerlucia    16/09/2019    1 recensioni
[Yarichin Bitch Club]
{Questa mini-long partecipa alla challenge “Goodbye Summer”, ideata dal gruppo Facebook “Boys Love – Fanfic & Fanart's World”}
Spesso s’incontra il proprio destino nella via che s’era presa per evitarlo.
(Jean de La Fontaine)
Genere: Commedia, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Questa mini-long partecipa alla challenge "Goodbye Summer" ideata dal gruppo Facebook

Boys Love - Fanart & Fanfic's World

 

Fandom: Altri manga/anime yaoi
Manga: Yarichin Bitch Club
Autore: Tanaka Ogeretsu
Genere: Commedia, Introspettivo, Slice of life
Personaggi: Yui Tamura, Kyousuke Yaguchi (Yacchan)
Tipo di coppia: Yaoi



Pacchetto utilizzato: 'Back to school'

Parole - prompt da inserire: laboratorio, compiti, raduni, dormitori, lavori di gruppo
Canzone: Snoop Dogg & Wiz Khalifa ft Bruno Mars - 'Young, Wild and Free'



 

Science research


 

We're just having fun
We don't care who sees
So what we go out
That's how it's supposed to be
Living young and wild and free...

 
 

La prima campanella di settembre risuona nella tua testa assonnata come un tarlo pronto a ricordarti chi sei e perché ti trovi in un posto tanto isolato dal mondo. Fortunatamente, non tutti i mali vengono per nuocere, dato che nel pomeriggio ti riunirai agli altri membri del famoso ‘club di fotografia’. La posta in gioco è diventata decisamente più interessante ora che sei ufficialmente uno studente del secondo anno: la caccia alle ignare matricole torna ad essere aperta!
Dopo aver assistito alla cerimonia allestita per il rientro di fine estate, decidi di fare una passeggiata nel cortile, giusto per perlustrare alcuni tra i territori maggiormente frequentati dalle le tue vecchie conoscenze. E magari anche da quelle nuove.
Non rilevi nulla per cui valga la pena affannarsi troppo, solo qualche viso già sperimentato che ti scruta in maniera guardinga ed evitante. Neanche avessi la peste bubbonica! Qualcuno, fra loro, avrebbe persino da ridere sul colore scelto per il tuo golfino: nulla a che vedere con la triste divisa ufficiale dell’istituto.
Che vadano tutti a farsi fottere!

Senti un piccolo oggetto sbattere violentemente contro la tua fronte. Imprechi guardando il pavimento, cercando di comprendere chi possa essere stato tanto stupido da prenderti di mira con una gomma da cancellare. Sulla sua parte superiore noti immediatamente un disegno osceno fatto a penna.
Yuri, non può essere altrimenti.

Sollevi lo sguardo in cerca della sua espressione derisoria. Non ha avuto nemmeno la decenza di nascondersi per evitare di farsi scoprire. Continua a fissarti sorridendo e leccando avidamente un oggetto sottile ed allungato che si ritrova tra le mani.
Preferisci non approfondire la questione, visto e considerato che conosci piuttosto bene il livello di maturità del soggetto in esame: non arriva oltre la scuola dell’infanzia.

“Stupido Yuri! Cosa ti salta in mente?”

La sua risposta è una sonora linguaccia con tanto di dita arricciate sulle guance. In ultimo ti saluta, per poi scappare a gambe levate in cerca di qualche personale gratificazione fisica. Quando si tratta dei compiti dettati da Akemi, Yuri risulta essere sempre il primo della lista sia per quanto riguarda la rapidità che la quantità. Non si può di certo dire lo stesso per ciò che concerne la qualità, ma sorvoliamo sui dettagli di poco conto. Almeno per lui.
Ti sei sempre chiesto come faccia a non porsi mai dei limiti morali; eppure, riesci sicuramente a comprenderlo meglio rispetto ad una anno fa, quando non ti saresti nemmeno avvicinato ad un ragazzo con meri scopi lussuriosi.
Che ingenuo che ero... Rischiavo seriamente di perdermi tutta questa gran goduria!

I tuoi pensieri vengono bruscamente interrotti da un paio di mani che ti afferrano saldamente per le spalle, fino a scaraventarti contro il muro esterno della palestra adibita agli allenamenti e alle partite dei membri del club di basket. Non fai in tempo a lamentarti per il dolore accorso alla schiena che qualcuno ti solleva tirandoti per il bavero. Apri appena gli occhi prima di sentire un colpo diretto a lato del naso, seguito dal rumore sinistro di una lacerazione interna. Tenti di reagire come meglio ti riesce, ma la vista si annebbia e il dolore ti rende ben presto troppo fiacco per poter quantomeno mandare al diavolo chi si sta prendendo gioco di te in quel modo tanto vile.

“Così impari a scoparti chiunque ti capiti a tiro, schifoso pervertito che non sei altro!”

Cos’hai detto?!
Ti passi una mano sul viso per levarti il sangue che ha iniziato a colare dalle narici, ma finisci solamente per impiastricciarti ulteriormente la faccia e la manica del maglione. Sollevi il viso per inquadrare lo stronzo che ti ha ridotto in quello stato, per poi scoprire che in realtà sono in tre. Un codardo e due complici che si lasciano comandare a bacchetta allo scopo di mantenere un certo status sociale.
Certo, altrimenti non ce l’avresti fatta a menarmi, idiota! Poi chiediti perché quello che vorresti scoparti non ti fila neanche da sbronzo!

Senti la testa pulsare in maniera incontrollata. Tenti di alzarti per andare in infermeria, ma senza prima fare i conti con la tua completa incapacità di mantenere un equilibrio minimamente stabile. Ti accasci al suolo con il capo tra le mani, aggrappato alla speranza di poterti liberare presto da quella spiacevole sensazione di dolore mista a confusione e annichilimento mentale.

“Scusami... Ti senti bene?”

Sollevi appena la testa per capire chi stia cercando di rivolgerti la parola con una soavità ed una calma a cui non sei mai stato abituato. Un ragazzo dai capelli ramati e gli occhi color ambra si sta avvicinando con aria sinceramente preoccupata. Si accuccia al tuo fianco mentre allunga un braccio verso il tuo viso.
In un primo momento pensi che possa trattarsi di un altro scagnozzo dell’idiota che aveva deciso di vendicare la sua inutile gelosia. Ma qualcosa nel suo sorriso riesce a distogliere la tua convinzione da questo pensiero senza fondamenta. Per non parlare della delicatezza mostrata nel gesto di ripulire il sangue dal tuo viso con la manica del suo stesso golfino.

“Finché non smetterà di sanguinare resterò qui.”

Nessuno mai si è premurato tanto per te. Nessuno mai si è avvicinato per chiederti come stai con sincero interesse, specie in una situazione del genere. E nessuno mai ti aveva guardato con quegli immensi occhi innocenti di cui ti sei perdutamente innamorato. E all’istante.
Un angelo apparso in un attimo di scarsa lucidità mentale appositamente per sincerarsi delle tue condizioni. Un ragazzo dall’avvenenza indescrivibile. Il primo essere umano capace di portare il tuo cuore dove non era mai stato in grado di arrivare prima, e senza alcun biglietto di ritorno.
Un angelo che non mi lascerò sfuggire per nulla al mondo!
 

***

 
Yaguchi Kyousuke.
Non ci hai messo poi molto a scoprire le generalità di quel ragazzo venuto in tuo soccorso in quello sfortunato frangente. Frequenta la sezione D del primo anno, la stessa di quel Toono che si è unito al vostro club pur essendo ancora vergine. D’altronde, era convinto di essere capitato nel club di fotografia... poverino!
Tornando alle cose serie, Yaguchi gioca a calcio ed è iscritto al relativo club della scuola. È un attaccante e il suo allenatore lo reputa uno dei migliori elementi del suo team ancora in erba.
Resta solo da scoprire quale sia il numero del suo dormitorio! Devo saperlo assolu- Eh?

Yaguchi si trova proprio lì, a meno di una decina di metri dal tuo naso. Sta interloquendo con alcuni ragazzini che in quel contesto ti risultano essere solamente d’intralcio. Ride e gesticola in maniera vistosa, come se stesse spiegando qualcosa d’importante a quel raduno di gente utile solo a deturpare la tua visuale. C’è da dire che il buon Yacchan – come lo avevi più volte sentito soprannominare dai suoi coetanei – non è particolarmente alto e questo gioca a suo svantaggio. O forse no. Già, probabilmente questo particolare potrebbe farlo apparire ancora più innocente ed angelico di quanto già non lo sia. Anzi, è sicuramente così.
Poco importa ora. Le tue intenzioni sono ben altre, anche se il movente ti appare fin da subito estremamente ‘inconsueto’. Non ti sei ancora fermato un istante a chiederti la ragione di questo, non hai mai avuto pazienza a sufficienza per poterlo fare. O magari arrossire come un pomodoro e andare in iperventilazione ogni volta che appare all’interno del tuo campo visivo – anche solo in lontananza – sono reazioni che contempli come ‘normali’ e umanamente sostenibili?
Nah, non è affatto da te! Inutile scappare o nascondersi dietro a nomenclature apparentemente dispregiative. Suvvia!

Il diretto interessato sembra essersi accorto della tua presenza, anche se insiste nel vano sforzo di fingere indifferenza. Decidi di attendere la dipartita dei suoi amici per provare un nuovo approccio, sperando che sia migliore dei precedenti.

“Ehi, brutta donna!”

No, non ci siamo proprio!

“Non mi chiamo ‘brutta donna’. Sono Kyousuke!”

Maledizione, l’ho fatto di nuovo!

“Ah, davvero?! Beh... Cosa c’era di tanto interessante da raccontare a quei... a quei...”

“Sono i miei compagni di squadra. Parlavamo delle prossime partite che dovremo affrontare durante il torneo. Cose che di sicuro non ti riguardano.”

“Tu credi?”

“Io credo. Anzi, ne sono convinto al cento per cento. E ora scusami, ma... devo andare a prepararmi.”

No, non esiste!
Ti piazzi davanti a lui con un balzo, bloccandogli il passaggio. Arrivi persino ad allargare le mani per imprimergli al meglio la tua volontà. È già una fatica non di poco conto doverlo cercare per i corridoi della scuola, figurarsi se una volta che hai la possibilità di scambiarci due parole in maniera diretta, te lo lasci scappare con tanta leggerezza.
Dal canto suo, Yaguchi reagisce in modo contrariato, storcendo la bocca e portando le braccia al petto in segno di completa chiusura nei tuoi riguardi. L’impresa pare diventare sempre più ardua ma...
… È il momento giusto!

Muovi qualche passo nella sua direzione, costringendolo ad indietreggiare fino a quando non si ritrova a diretto contatto con la superficie fredda e liscia degli armadietti posti all’ingresso della scuola. Blocchi ogni sua possibilità di fuga con le mani, mostrandogli uno sguardo denso di soddisfazione e desiderio. Non conta se stai diventando rosso dalla punta dei capelli a quelle degli alluci. L’occasione è troppo ghiotta per perdersi dietro ad ogni inevitabile sintomo di questa nuova ‘malattia’ che pare averti colpito senza alcun preavviso. Men che meno ti pare opportuno perdere tempo dietro ad inutili chiacchiere che potrebbero rendere superfluo ogni sforzo perseguito. Se di sforzi possiamo parlare.

“Toglimi le tue luride mani di dosso!”

“Luride?”

“Sì, caro il mio Inodoro-senpai!”

Caro il mio Inodoro-senpai. Caro il mio Inodoro-senpai. Caro il mio Inodoro-senpai.
Ho capito bene? Mi ha definito ‘suo’. Suo e suo soltanto? Io? Caro? Io? Siamo sicuri?
Ti fissa con aria di sfida, come a volerti dimostrare di non temere la tua reazione e di aver comunque la situazione sotto controllo nonostante la tua ostinazione. La sua faccia tosta non ti è mai dispiaciuta e dovrai pur ammetterlo in sua presenza, prima o poi. In fondo, che ti costa?

“Queste sono le stesse mani che metti chissà dove a innumerevoli persone che girano per questa sperduta scuola di montagna.”

“Ah, interessante! Sei geloso per caso, Brutto?”

“Geloso di te?! Ma fammi il favore! Piuttosto che concedermi a te come uno di quei poveracci che frequentano il vostro insulso club preferisco rimanere vergine a vita!”

Bingo!
Voglio dire... fino ad un certo punto! Beh, almeno sono certo che sia ancora vergine. Sì, è ancora così puro e casto, in attesa della persona giusta. Ed eccomi qua, presente e pronto. Perché sono io. Devo essere per forza io! Giusto?
Sollevi il suo viso prendendolo per il mento. Osservi la sua fronte corrugarsi in una smorfia di disgusto piuttosto forzata, utile giusto a lasciarti intendere che non ci sarebbe stata la famosa trippa par gatti. Ma, a tal proposito, è davvero troppo presto per nascondere gli artigli e lasciarlo andare al suo noioso destino.
Quando si ripresenterà nuovamente l’occasione di una tale vicinanza tra voi? Probabilmente fra un milione di anni, o forse – nella peggiore delle ipotesi – mai più!

“Potresti fare un tentativo prima di giudicare, non credi?”

Scoppia a ridere dinnanzi alla tua repentina richiesta. Non una risata di quelle da considerarsi realmente sarcastiche, sia chiaro. Piuttosto, si potrebbe interpretare come un insieme di versi gutturali dal retrogusto tetro, quasi spaventoso. Yacchan è davvero un angelo capace di tramutarsi in un diavolo in cerca della sua personale vendetta.
Vendetta che non tarda ad arrivare, dritta e concisa su di un punto per te piuttosto delicato. E non solamente per te, ben inteso.
La sua ginocchiata imprime tutta la sua rabbia esattamente nel tuo bassoventre, costringendoti ad accasciarti e, di conseguenza, a mollare l’infausta presa su di lui. Yaguchi non si lascia di certo sfuggire l’opportunità di potersi divincolare dalle tue grinfie levandosi l’ingombro della tua presenza di torno. E perché non approfittarne per mandarti ancora una volta a quel paese? Oltre al danno la beffa, come tuo solito.
 

***

 
Lavoro di gruppo... in che senso? L’unico lavoro di gruppo che conosco si chiama ‘orgia’.
Fingi di prestare attenzione alle indicazioni del professore di scienze mentre stabilisce quali dovranno essere i temi centrali delle ricerche che ciascun gruppo dovrà affrontare. Quello al quale sei stato assegnato d’ufficio – ovvero, senza chiedere il tuo parere nemmeno per errore – tratterà l’apparato circolatorio. Cuore, sangue, palpitazioni, emorragie. Insomma, tutto ciò che riguarda quel mondo interiore capace di prendersi ogni tua certezza mandandola in frantumi al cospetto di un ragazzetto alto appena un metro e sessanta.
Ogni elemento del gruppo avrà dei compiti precisi e suddivisi tra recupero del materiale, stesura della ricerca, controllo finale ed esposizione. Giusto per non farti mancare nulla, a te spetterà la parte più infausta: racimolare le fonti su cui poter far lavorare tutti gli altri. E in soli due giorni di tempo.
Questo vorrà inevitabilmente dire che dovrai rinunciare alle tue attività pomeridiane predilette, oltre al fatto che sarai costretto a rintanarti in biblioteca o in uno dei laboratori informatici che solitamente preferisci frequentare per altre questioni decisamente più alla tua portata.

Avverti Akemi dei tuoi impegni cercando di non lasciarti coinvolgere troppo dai suoi sguardi e dalle sue battutine di rito. D’altronde, si è sempre divertito a prenderti in giro per ogni sciocchezza da quando hai avuto la sfortuna d’incontrarlo. Ma tu conosci bene il suo piccolo segreto. Piccolo, appunto. E chi vuol intendere, intenda!
Torni sui tuoi passi, riportando stranamente la mente a questioni ben più serie. Il laboratorio informatico è popolato da qualche nerd intento a fare approfondimenti di vario genere, non per forza inerenti a temi didattici. Fortuna che usano le cuffie per coprire i loro naturali peccati di lussuria.
Bloccato nelle tua postazione volutamente isolata, digiti tutto quello che ti sovviene alla mente riguardante il funzionamento del cuore e della circolazione sanguigna; rileggi frettolosamente i titoli dei paragrafi per essere certo di non andare fuori tema e mandi in stampa. Nell’attimo in cui sei obbligato ad alzarti per andare a recuperare i fogli all’interno del vano della stampante, riconosci qualcuno di molto familiare in una buffa sagoma contornata da un unico codino laterale. Ad ogni modo, è modo sempre piacevole da guardare.

Decidi di cambiare scrivania, sedendoti – guarda caso – proprio di fianco a lui. In un primo momento finge palesemente di non averti riconosciuto, continuando a fissare lo schermo sul quale è stato avviato un noiosissimo video in cui viene spiegato come avvengono i movimenti di rotazione e di rivoluzione della Terra.

“Facile! Io sono il Sole e tu sei la Terra che gira intorno alla mia meravigliosa aura.”

“Continuo a far finta di non averti sentito, idiota!”

Eppure, ha ammesso che stava fingendo. Eppure, ti ha risposto. Eppure, continui a non perdere la speranza, nonostante la tracotanza delle tue affermazioni senza alcun senso. Chissà, forse lo assumerebbero se i vostri ruoli all’interno del tuo ipotetico Sistema Solare venissero drasticamente invertiti; ma non sarebbe proprio da te arrivare a tanto.
Yaguchi recupera gli auricolari del suo telefono e li posiziona in modo tale da concentrarsi sulla voce narrante del video e non sulle tue elucubrazioni dai toni alquanto spocchiosi.
Sicuramente il professor Hanata avrà stressato l’anima anche alle classi popolate da matricole sprovvedute. E guarda caso vi è capitato lo stesso ruolo, ovvero quello di chi si deve fare in quattro per racimolare il materiale su cui gli altri scriveranno, leggeranno ed esporranno.
Siete destinati a condividere persino la stessa sfortuna.
 

***

 
Qualcosa sarebbe andato storto, te lo sentivi. Non ti eri preso la briga di rileggere a dovere gli articoli che avevi scaricato da internet e siete finiti per andare ben oltre la consegna del professor Hanata. La cosa buffa è che nemmeno gli altri si sono premurati di farlo al posto tuo. Insomma, il lavoro era stato preso sottogamba da tutti e quattro i componenti del tuo gruppo, con il risultato finale di un fin troppo generoso cinquanta su cento. Voto ampiamente recuperabile entro e non oltre la lezione successiva, ovvero il prossimo lunedì.
Questo per te significa solo una cosa: week end mandato a ramengo!

Al termine della lezione decidi di andare a perlustrare i corridoi in cerca di qualcuno su cui poter sfogare il tuo nervosismo. Solamente una volta giunto al piano terra riesci a trovare quello che realmente stai cercando: Yacchan.
Si trova in compagnia di suo cugino Kashima e di Toono. I tre stanno discutendo a proposito di una ricerca che non sembra essere andata a buon fine. Che caso.
Non sarà che Hanata ha riservato lo stesso trattamento anche a te, mio caro Yaguchi?

“Ma allora lo vedi che abbiamo molte più cose in comune di quanto tu possa anche solo lontanamente immaginare, Brutto?”

I tre si girano all’unisono nella tua direzione. Ognuno reagisce in maniera differente e la cosa non ti stupisce poi molto: Kashima mette in mostra il suo tipico sorriso beota, Toono ti guarda con gli occhi fuori dalle orbite dallo stupore e, dulcis in fundo, Yaguchi non perde occasione per inscenare quell’aria scocciata che pare essere ancor più forzata rispetto ai vostri precedenti incontri. In presenza di quei due ingenui vuole mettere in funzione solamente la sua parte più magnanima, quella che ti ricorda inesorabilmente il giorno del vostro primo incontro.
Un angelo pronto a venire in mio soccorso... Un bellissimo angelo che si preoccupa per me... Yaguchi...

“Tamura-senpai! Sono contento di vederti. Ieri non c’eri al-”

“Kashima, per favore!”

Toono non ha mai sopportato l’idea di parlare della sua adesione allo Yarichin Club all’infuori delle quattro mura ad esso adibite. Ancora non ha superato il fatto di essere stato ingannato dagli addetti all’organizzazione delle attività dell’istituto quando ai suoi occhi lo avevano fatto passare per un innocuo ‘club di fotografia’.
Kashima si volta verso quel ragazzino – che tanto lo attraeva – sia con l’intento di scusarsi che di rincuorarlo. In fondo, ora che stanno fingendo di uscire insieme, non hanno davvero più nulla da temere. All’incirca.
L’unico che pare essere rimasto fuori da ogni forma di conversazione è proprio il tuo target, il piccolo calciatore dai capelli indomabili, il double face dalle innumerevoli doti nascoste. Anche troppe.

“Ieri sono stato molto impegnato a terminare una stupida ricerca che mi tocca pure sistemare. Come se avessi tempo prezioso da perdere per queste cazzate...”

Yaguchi solleva il viso cambiando espressione: non più la solita maschera di disappunto dovuta ai troppi presenti incomodi, bensì una nuova parvenza di stupore denotabile anche dalla maniera in cui ha disteso le dita di entrambe le mani che poco prima teneva strette a pugno.

“Mi spiace. Corre voce che il professor Hanata sia molto esigente. Ha avuto da ridire anche sul lavoro svolto da Kyousuke. A me, onestamente, sembrava ben fatto.”

“Oh, grazie Yuu. Allora ci stai a darmi una mano questo week-end?”

Che cosa? No, assolutamente! Siamo sulla stessa barca e lo saremo anche questo fine settimana. Che tu lo voglia o no! Tutt’al più... so io come convincerti! Non mi sfuggirai, Yaguchi!

“Non se ne parla proprio. Dato che anche la mia ricerca faceva schifo secondo quel gran genio di Hanata, direi che possiamo lavorare insieme per sistemare quello che non va bene.”

“Certo! E io mi dovrei far aiutare da uno che avrà fatto un lavoro anche peggiore del mio? No, grazie!”

“Sabato, dopo pranzo sono da te. Tanto so qual è il numero del tuo dormitorio.”

Non è affatto vero, ma sei disposto a corrompere Kashima – o chiunque altro! – pur di fartelo dare. Ti saresti persino intrufolato tra gli archivi presenti in segreteria se fosse stato necessario. Nulla ti avrebbe impedito di sfruttare al meglio quella succulenta occasione arrivata come una manna dal cielo. O sarebbe meglio dire, arrivata grazie ad un professore esigente, ma giusto. Giustissimo! Che più giusto non si può!

“Ma come diavolo fai a-”

“A presto, verginelli!”

Scappi via senza lasciargli alcuna possibilità di replica. Non hai nessuna voglia di ascoltare le sue futili lamentele.
Sono i fatti che contano. E arriveranno presto. Prestissimo!











 



Angolo dell'Autrice


Ringrazio in anticipo tutti coloro che avranno voglia di leggere e recensire questa mia piccola flashfic! :)

Ecco mi di nuovo nel fandom di Yarichin Bich Club, ancora una volta con la mia coppia preferita: Kyousuke Yaguchi (Yacchan, per chi lo conosce nella sua versione buona e smielata) e l’amico – pazzo – tutto blu Yui Tamura.
Nell'opera originale Yaguchi si affeziona ad un altro ragazzo, suo coetaneo (Toono). Quest'ultimo però ha una tresca con suo cugino (Kashima) che lui ha sempre invidiato per i suoi modi di fare perennemente cordiali e gentili, arrivando persino ad imitarlo in tutto e per tutto. 
Poco prima di tutto ciò, Yaguchi incontra casualmente Tamura, coinvolto in una rissa al termine della quale è risultato 'sconfitto' e dolorante. Decide di soccorrerlo tamponandogli il naso sanguinante con la manica del suo maglione. Da lì in poi, Tamura-senpai perderà letteralmente la testa per lui sbagliando, ovviamente, nei modi.

In questo caso il Pov è quello di Tamura. La storia è scritta alla seconda persona e al tempo presente (salvo i flashback).
L’idea iniziale era quella d’impostare il tutto in un’unica OS, ma non ho potuto fare a meno di dilungarmi in alcuni dettagli che ho adorato riprendere dal canon. Nel prossimo capitolo (che dovrebbe concludere la storia) arriveranno i famosi ‘fatti’ di cui parla Tamura al termine di questo primo capitolo. ;)

Ringrazio di tutto cuore le mie compagne di avventura senza le quali non avrei mai potuto partecipare a questa meravigliosa challenge di fine estate ideata sul nostro gruppo, la nostra piccola creatura nata grazie alla nostra amicizia e che è già arrivata a spegnere la sua prima candelina.
* kiss kiss *

Grazie ancora a tutti coloro che passeranno di qua! **

A presto,

Mahlerlucia

 

   
 
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