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Autore: sonia1977    17/09/2019    2 recensioni
Obi-Wan cresce Luke al posto di Owan e Beru Lars.
Una semplice passeggiata al mercato, con un bimbo sensibile alla Forza e un Maestro Jedi con gli scudi un po' traballanti.
Accenni di Obi-Wan/Anakin.
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Anakin Skywalker/Darth Vader, Bail Organa, Luke Skywalker, Obi-Wan Kenobi
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Buon pomeriggio a tutti :) vi lascio questa shot con Obi-Wan e Luke bambino.

Buona lettura, Sonia.


Rainbow

Sono passati tre anni da quando Obi-Wan aveva lasciato Mustafar e l’uomo che amava intrappolato in una stanza di acciaio che stava affondando nel fiume di lava, non era rimasto a guardarla sciogliersi, non voleva udire le grida di dolore di Anakin mentre la lava lo accoglieva nei suoi fuochi, non ne aveva avuto il coraggio.
 
Padmé Amidala, aveva dato alla luce Luke Skywalker e Leia Organa, avevano deciso, con il Maestro Yoda, di affidare la piccola a Bail, amico fedele sia degli Jedi sia della Senatrice di Naboo, lui avrebbe protetto Leia da Darth Sidious.
Il piccolo Luke sarebbe dovuto andare in affido a casa Lars, ma quando Owan aveva dichiarato a Obi-Wan il suo pieno disprezzo per gli Jedi, per lui e anche per Anakin, definendoli due sciocchi idealisti illusi, proibendogli categoricamente di avvicinarsi a Luke, anche solo come amico del padre, Kenobi aveva cambiato i piani, preso il bambino e abbandonato Tatooine, dove Lars gli avrebbe fatto una guerra spietata per ottenere Luke, così si diceva, in realtà non voleva stare su quel pianeta.
 
Aveva inviato un messaggio in codice a Bail con la frase: Lui è con me. Torno a casa. – OWK
 
Organa, che nonostante le apparenze, aveva una mente sveglia e ricettiva, aveva capito e da allora si vedevano sporadicamente, solo per urgenze o quando gli portava qualcosa di tipico di Aldeeran, un paio di volte l’anno, come il liquore che gli piaceva bere durante le sere di calma al Senato con lo stesso Senatore o con Anakin al Tempio dopo una sessione di duelli feroci cercando di contenere l’ego di Anakin in caso di vittoria e tirarlo su di morale in caso di sconfitta.
I due uomini, condividevano poi un bicchiere, quelle due volte l’anno, seduti sul patio guardando Luke e Leia giocare insieme.
 
Allevare Luke come genitore, ha fatto correre Obi-Wan tanto quanto con Anakin, dal padre aveva preso gli stessi occhi azzurri e luminosi, il sorriso dolcissimo e al contempo discolo, l’utilizzo dello sguardo da cucciolo bastonato mentre era rimproverato, per sperare di cavarsela e lo stesso colore di capelli, tanto simili che Obi-Wan era certo che crescendo sarebbero diventati castano chiaro come quelli di Anakin e l'atteggiamento da prima donna, era divertente da vedere, se non facesse così male. Il suo atteggiamento però era mitigato dalla madre, da Padmé aveva acquisito la grazia e la bontà, che era propria anche di Anakin, finché non si era inginocchiato a Palpatine, e una buona dose di pazienza di cui il padre era totalmente sfornito.

Due piccoli pugnetti chiusi intorno al bordo del suo mantello blu, gli dicevano che Luke era ancora lì, anche se probabilmente il suo naso e la sua concentrazione stavano seguendo l’odore di dolcetti fritti, proveniente da una via traversa, ma oggi non era giorno di dolcetti e Luke lo sapeva
"Dai piccoletto, zio Ben ti porta a casa, che ne dici?" non si è mai azzardato a farsi chiamare papà, anche se a volte, soprattutto di notte, se si svegliava di colpo, lo chiamava così, spedendo il cuore di Obi-Wan in gola
 
Luke alzò lo sguardo limpido, e osserva qualcosa che poteva vedere solo lui sul volto del Maestro Jedi, e per un attimo spera che Luke faccia i capricci come Anakin, invece, dopo aver guardato lo zio, annuisce, cosa avrà percepito il bimbo guardandolo?
Obi-Wan lo solleva facilmente sulle spalle e sorride, sentendo Luke brontolare qualcosa nel suo linguaggio stentato e allegro mentre, chiude i pugni contro il colletto della sua inner tunic.

Kenobi cammina tranquillamente con Luke sulle spalle, nonostante cominci a pesare un pochino, ma finché riesce e lui si fa mettere sulle spalle, continuerà a farlo, sorrise avvertendo l’agitazione di Luke che si sente un gigante, mentre guarda il mercato dall’alto. Lo Jedi finisce di fare la spesa, quando avverte il commento di due donne
“Guarda che bello quell’uomo con suo figlio”
“Già, dicono sia scapolo”
“Ma come?”
“Già e non gradisce neanche che qualcuno si avvicini”
Obi-Wan si gira lentamente, per vedere se sono quelle due pettegole del panificio, e sfortunatamente non si sbaglia. Non è che non gradisce che la gente si avvicini, non gradisce che lo faccia per curiosità, non avrebbe niente in contrario se qualcuno lo venisse a trovare, ad esempio dei genitori con degli amici dell’asilo di Luke, ma date le bugie che circolano, nessuno dei genitori gli lascerebbe in custodia i figli.
Obi-Wan pensa anche di dirgliene quattro, lasciando da parte il contegno per una volta, poi l’educazione che sempre l’ha contraddistinto vince e tace, sfortunatamente Luke non possiede tale tratto e quindi pur non avendo capito cosa hanno detto le due donne, fa loro una sonora pernacchia guardandole male.
Dovrebbe rimproverarlo, invece di ridacchiare, pensa mentre cammina.
La consapevolezza, di non essere il padre di Luke, non è dolorosa, ma sapere che al suo posto ci doveva essere Anakin sì fa male, perché potevano stare con Luke e Leia entrambi, in questo momento.

Luke deve aver percepito il cambiamento nell’umore dello zio, nonostante l’età è molto sensibile alla Forza e i suoi scudi non sono mai stati ermeticamente chiusi con Anakin, cosa che gli ha permesso di fare breccia nel suo cuore con semplicità, e Luke a quanto pare riesce con la stessa facilità.

A Luke non piace quando lo zio diventa triste e ha sempre una o due idee per farlo tornare allegro, oggi deve dargli un bacio sulla guancia, per cui Kenobi l’ha sentito contorcersi sulle sue spalle, fino a raggiungere la sua guancia e lasciarle un sonoro bacio che l’ha fatto sorridere ancora una volta, quella piccola peste è assolutamente adorabile.
 
Kenobi stringe la piccola caviglia dolcemente e Luke si mette a canticchiare un motivetto infantile appoggiando il mento sulla sommità della testa, soffiando tra i capelli e ridendo quando riesce far cadere dei fili, ancora rossi, sugli occhi. Quando Obi-Wan lì soffia indietro con un aiutino inappropriato, avverte l’irritazione di Luke nella Forza e questo lo diverte più di quanto sia lecito. Il bimbo aumenta allora la sua concentrazione nel battagliare con i capelli dello Jedi, come se da questa battaglia dipendessero le sorti della galassia.
 
Da lontano Obi-Wan vede il profilo della casetta con giardino che ha scelto per vivere con Luke e che Bail gli ha comprato, perché voleva fare qualcosa di utile per entrambi
 
“Insomma, Obi-Wan sto aiutando la galassia, posso aiutare un amico in difficoltà!”

Obi-Wan ricorda distintamente di aver balbettato qualcosa, ma con una sonora pacca sulla spalla Organa gli ha detto di tacere, che erano amici e gli amici si aiutano.
Kenobi aveva un neonato tra le braccia, pochi crediti e nessun lavoro, era una situazione difficile, se ci aggiungeva la necessità di possedere una casa dove vivere, ecco che serviva un amico che potesse risolvere questo problema, e lui era disponibile.
 
“Non balbettare, sei il Negoziatore!”
Kenobi ha taciuto sorridendo grato. Mai una volta gli ha fatto pesare la situazione attuale, una volta cadendo sull’argomento Organa disse

“Tutti fanno delle scelte e se queste portano danni, non è colpa degli amici. Tutti abbiamo colpa della situazione attuale, ma nessuno più di Palpatine e Darth Vader”
“Anakin…”
“Non è Anakin che uccide popoli. Non è Anakin che ha distrutto il Tempio. Darth Vader non è Anakin Skywalker, Obi-Wan! Non è lui, mettitelo in quella testaccia dura. Sul serio Anakin aveva deciso di tenerti testa?”
“Non sai quanto è testardo”
“Se lo è più di te, felice di non saperlo. Ehi guarda quei due… quel povero cespuglio di fiori”
“Lo sistemerò più tardi. Luke si crede un grande botanico, che la Forza aiuti quella pianta. A Qui-Gon piacevano le piante e i bambini, con Luke si sarebbero divertiti da matti”
“Che tipo era il tuo Maestro, Obi-Wan?”

E il Senatore, aveva sviato il discorso
 
Luke adora la loro casetta con giardino, specialmente se può mettere le mani della terra o raccogliere i fiori che lo Jedi aveva piantato il giorno prima. Il disgraziato, poi glieli regala e niente Obi-Wan sorride e annuisce, dannati Skywalker e la loro espressione da cuccioli indifesi!

Kenobi finalmente tira un sospiro di sollievo, finalmente è a casa, anche se in cuor suo sa che non ci tornerà più, casa era Anakin e lui oramai non è più.

“Zio?”
“Scusa Luke, mi sono perso nei ricordi di vecchi amici. Dimmi”
"Perché?"
 
Obi-Wan si chiede se non è troppo presto perché inizi con il gioco del perché, poi si ricorda che è Luke Skywalker ed è un bambino sveglio nonostante abbia solo tre anni, sfortunatamente ha preso la favella politica della madre, il perché, teme sia solo il primo dei suoi problemi, ma finché è perchè può rispondergli.

"Perché è quello che fanno i vecchi illusi"

Luke non è per nulla d’accordo e glielo fa capire con una generosa tirata di capelli

"No vecchio, zio Ben!" dice categoricamente e con il tono di un Maestro Jedi che rimprovera il Padawan indisciplinato, divertente sentirlo in un bambino

"Ne sei sicuro?"
 
“Sì” dice con fermezza, come se fosse una verità incisa su pietra e un grande sorriso sul suo volto

Kenobi, sa che non è vero, che è invecchiato, non tanto fuori quanto dentro, è come se avesse l’età di Yoda, da quando ha lasciato Anakin in quella tomba d’acciaio.

L'ultimo bacio che gli hai dato è ancora presente sulle sue labbra, ricordandogli costantemente cosa aveva e cosa ha perso, tutto chiuso in un bacio appassionato, dato davanti all’entrata della sua ammiraglia, quando è partito per dare la caccia Generale Grievous

“Obi-Wan tornerai da me?”
“Tornerò sempre da te, Anakin”

 
Obi-Wan era tornato, ma era Anakin a non averlo aspettato, aveva deciso che tornare da lui era uno spreco di tempo. Sa che Darth Vader lo voleva solo ferire, il problema è che ci è riuscito, a pensarci ancora sente la lama fatta parole che gli penetra il cuore.
Non può fare a meno di chiedersi se invece di partire da solo, avesse portato Anakin con lui, se avessero distrutto Grievous insieme, come gli aveva chiesto prima di partire, senza lasciarlo lì da solo, se solo lo avesse ascoltato, ma con i se non si risolve nulla, né si elimina la colpa.
 
Obi-Wan apre la porta di casa e vede Luke correre dentro con quel passetto traballante, che dice ancora che è un cucciolo da proteggere e Obi-Wan sa che lo farà, questa volta, proteggerà questo Skywalker come non è riuscito a fare con il padre, a costo di morire lui stesso, proteggerà il figlio di Anakin.

“Zio, acqua, favore! ”
 
Kenobi gli sfiora la testa in una carezza e annuisce

"Ci procuriamo un bicchiere con l’acqua e che ne dici di un biscotto?", chiede mentre continua ad arruffargli i capelli
 
“Sì”

Sorrise al suo entusiasmo infantile, anche Anakin a nove anni che si svegliava con gli incubi, se gli chiedeva lo vuoi un biscotto? Saltellava felice, se l’incubo non era tanto brutto ovviamente, esistevano incubi che i biscotti non potevano aggiustare.

Lo Jedi guarda fuori dalla finestra oltre le tendine bianche che l’adornano, quando inizia a piovere, sentì l’acqua che goccia, goccia crea un ritmo particolare sulle finestre, ogni temporale regala una sinfonia diversa
“Obi-Wan senti che concerto che fa la pioggia? Su Tatooine non si sente mai. È bello!”
“Sì, Anakin è bello”


Obi-Wan apre gli occhi, che non si era accorto di aver chiuso e vede il riflesso di Luke sulla finestra, sta guardando la speranza, che gli sorride felice con le briciole di biscotto sulla maglietta.

Kenobi sa che deve lasciare andare Anakin, lo sa, se lo dice quasi ogni giorno da tre anni, se solo fosse così facile lasciar andare l’amore…
 
“Dopo arcobaleno”
 
Obi-Wan si gira a guardare Luke e il suo visino serio
“Arcobaleno?”

“Sì, dopo brutto, arcobaleno”
 
Ancora una volta il piccolo, inconsciamente l’ha capito e gli ha dato una risposta a una domanda che non aveva posto, inconsciamente gli ha scaldato il cuore, sorrise al bambino, lo tirò in braccio e gli lasciò un bacio sulla guancia
 
“Arcobaleno” affermò e Luke annuì con un cipiglio serio, come se lui sapesse qualcosa che lo stesso Kenobi non sapeva, lasciato a terra, corse a prendere i suoi colori.
  
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