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Autore: Will Darklighter    19/09/2019    14 recensioni
"Unisciti a me, e insieme potremo governare la galassia, come padre e figlio!". Questa celeberrima frase racchiude in se tutto il desidero di un padre di ricongiungersi alla propria discendenza e al contempo la volontà di un apprendista di voler mettere fine una volta per tutte al legame che lo vincola al proprio Maestro. E se questa duplice intenzione avesse avuto una possibilità di realizzarsi? E se al padre fosse riuscito quantomeno di porre il seme del dubbio nel cuore del proprio emotivo figlio? A questo e ad altri interrogativi, come un possibile approfondirsi della relazione sentimentale tra gli inconsapevoli gemelli Skywalker e un miglior trattamento di alcuni comprimari sin troppo maltrattati nei film, provo a rispondere in questa storia.
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Anakin Skywalker/Darth Vader, Luke Skywalker, Nuovo personaggio, Principessa Leia Organa
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest
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Capitolo 19 – Un comune destino



LEIA
 
 

“Mi dispiace disturbarvi, Vostra Grazia, ma stiamo per uscire dall’iperspazio”

Leia sentì la familiare voce di C-3 P-O parlargli attraverso l’interfono della nave; si era concessa qualche ora di sonno molto agitato all’interno di una delle cuccette del Falcon, giacché non le era stato possibile chiudere occhio su Ord Mantell.
Sebbene lo spirito dell’anziano Jedi non lo avesse detto troppo esplicitamente, la ragazza aveva percepito una certa urgenza nelle sue parole e quello era un altro motivo che l’aveva spinta a recarsi il più velocemente possibile li dove le era stato detto di dirigersi.

Era emozionata e spaventata allo stesso tempo: emozionata perché avrebbe potuto parlare non solo con Obi-Wan Kenobi, il leggendario Jedi e generale della Guerra dei Cloni, conosciuto anche come il negoziatore ma anche con un altro Jedi, di cui era ansiosa di conoscere l’identità. Il suo padre adottivo, Bail Organa, le aveva parlato spesso delle gesta degli esponenti dell’estinto ordine che Palpatine aveva bandito e smantellato in maniera sanguinaria con l’accusa di tradimento. E per bocca di suo padre, nel quale riponeva come era ovvio la massima fiducia, aveva saputo che quell’accusa era soltanto l’ennesima menzogna della propaganda imperiale.

Ma era anche spaventata perché era sicura che Luke si stesse addestrando in loro compagnia e non che si fosse recato chissà dove. E per fare cosa poi? Aveva chiesto di essere congedato dal servizio attivo con la motivazione di proseguire con il suo addestramento e a quanto pare, non era così. Stava rischiando e non poco nei confronti dei suoi doveri di ufficiale dell’Alleanza. Per cose del genere ci poteva anche essere l’accusa di diserzione se non peggio. Certo, lei era l’unica a saperlo e avrebbe fatto del suo meglio per farlo tornare sui suoi passi senza riferire nulla a chicchessia ma se lui si fosse rifiutato di seguirlo? Scosse la testa, scacciando quel pensiero assurdo.

“No, non è possibile. Luke mi ascolterà, lo ha sempre fatto.”

Era vero che il loro rapporto si era incrinato ma i loro problemi personali non avrebbero certamente inficiato il grande senso del dovere che il giovane comandante aveva sin dal primo momento manifestato per la causa della restaurazione della Repubblica. Sì, lo avrebbe persuaso a tornare su Dagobah e poi avrebbero potuto chiarirsi. Ci teneva moltissimo a farlo ma richiamare Luke ai suoi compiti primari doveva avere la precedenza su tutto.
Leia si sistemò come meglio potette i vestiti e mentre si aggiustava i capelli senti un lieve ma deciso sussulto: la nave era uscita dall’Iperspazio.
Rapidamente, si diresse in cabina di comando, dove trovò il droide protocollare in piedi e in sua attesa.
“Ben ritrovata, Vostra Grazia. Spero abbiate dormito bene.”
La ragazza sorrise all’androide.
“Abbastanza bene, 3-PO. Dirigi il Falcon verso il terzo pianeta del sistema, per favore.”
L’umanoide metallico fece come gli era stato ordinato e fece muovere il mezzo alla volta di un pianeta dall’atmosfera piuttosto nuvolosa e li dove le nubi non nascondevano i colori della superficie, scorse una uniforme tinta verde scuro.
Non appena si trovarono a navigare nei cieli di quella immensa e sconfinata palude, Leia udì una voce nella sua testa.

“Siamo qui, figliola. Concentrati sulle mie parole e riuscirai a trovarci con facilità.”

Proprio come già aveva fatto, senza sapere come, con Luke su Bespin anche questa volta Leia riuscì a sapere istintivamente la direzione da seguire e diede indicazioni al droide a tal riguardo.
“Devo proprio farmi spiegare come e perché riesco a fare questa … cosa”
Avrebbe voluto chiederlo a Luke ma non ce ne era stato il tempo, purtroppo.
Il Falcon giunse in vista di una vecchia casupola costruita nei pressi di un grande acquitrino ricoperto di nebbia. Con grande calma, la nave si adagiò su di una zona di terriccio abbastanza grande e resistente da sopportare il peso della nave mercantile.
La ragazza tirò un respiro.
“Eccomi qui.”
“3 P-O – disse al droide – tu resta di guardia alla nave.”
“Si Altezza, vi ringrazio per non avermi chiesto di scendere con voi su questo … posto desolato.”
La giovane donna gli sorrise ancora una volta.
“A presto.”
Leia scese dalla nave, dirigendosi alla volta della casupola. E lì vicino scorse la sagoma azzurrognola del deceduto Generale Jedi e poco vicino a lui …


“Maestro Yoda! – disse la ragazza con grande entusiasmo, dimenticandosi per un istante anni e anni di educazione alla diplomazia – è un grande piacere incontrarvi. Mio padre mi ha parlato molto di voi!”
Le storie che riguardavano il piccolo Jedi dalla pelle verde e dalle orecchie a punta erano quelle che ascoltava più volentieri quando era soltanto una giovane e ribelle adolescente sul placido e meraviglioso pianeta di Alderaan. Certo, aveva l’ordine tassativa di tenersele per sé ma ogniqualvolta suo padre cominciava ad affrontare l’argomento, lo tempestava di domande, curiosa di saperne sempre di più
Lo Jedi di cui finalmente aveva saputo l’identità, ridacchiò.
“Hmmm, l’erede di Bail Organa, più diretta di suo padre è!”
La ragazza vide anche lo spirito sorridere e non poté che arrossire leggermente per la sua forse eccessiva spontaneità.
“Benvenuta su Dagobah, Leia – Kenobi le disse cordialmente ma non senza una certa seriosità nelle parole - e grazie per averci raggiunto con tanta solerzia. Non avremmo mai voluto disturbarti dai tuoi tanti doveri ma la situazione lo ha reso necessario.”
Il defunto generale andò subito al sodo senza giri di parole, una cosa che la principessa apprezzò notevolmente, data la preoccupazione che riprese ad attanagliarla, passato l’entusiasmo iniziale.
“Non ditelo nemmeno, venerabili maestri. Vi prego, ditemi, come posso aiutarvi? E come mai Luke non è qui con voi?”

Fu sempre l’uomo anziano a parlare.
“Ci sono state alcune incomprensioni tra noi e lui, piuttosto gravi aggiungerei. E questo ha creato una situazione insostenibile per Luke il quale ha preferito lasciarci.”
Leia ascoltava in silenzio; ora il tono dello Jedi si era fatto molto più diplomatico, come se, stesse provando a nascondere qualcosa. La diplomazia era il campo di battaglia preferito di Leia e tutta la sua educazione al riguardo le stava dicendo che il suo interlocutore non le stesse dicendo dettagli importanti. Ma suo padre si fidava ciecamente del vecchio generale e anche lei desiderava fare lo stesso.
“Di questa situazione il tuo giovane amico non è responsabile. Siamo stati io e il maestro Yoda a tenergli volutamente celati alcuni dettagli del suo passato. Dettagli che, dal nostro punto di vista, avrebbero solo reso più complicata e difficile la missione che si accingeva a compiere: diventare uno Jedi ben addestrato che potesse affrontare Darth Vader e il suo Imperatore.”
Ancora una volta il suo addestramento di ambasciatrice la mise in guardia; il pentimento dell’anziano era sincero eppure c’era qualcos’altro che per qualche motivo continuava a tenerle nascosto. Continuò però a tacere per educazione e rispetto verso l’interlocutore.
“Il nostro errore più grave è stato quello di voler porre sulle sue giovani spalle un fardello tanto pesante. Luke è forte e coraggioso ma siamo arrivati alla conclusione che potrebbe avere bisogno di aiuto nel suo difficilissimo compito.”
Questa volta Leia percepì una completa sincerità; ed arrivò alla conclusione, sempre in base a ciò che le era stato insegnato, che tutto quel discorso fosse stato in un certo senso preparato prima del suo arrivo. Non era un caso che Kenobi venisse chiamato il Negoziatore ai suoi tempi, a quanto pare. Ma perché lo Jedi le riservava tutte queste cautele? Non si fidava veramente di lei? O c’era qualche altra recondita motivazione?
“E questo è uno dei due motivi per il quale ti abbiamo invitato a raggiungerci – lo spirito la scrutò con grande attenzione e la ragazza si sentì come osservata in profondità, non fu una sensazione piacevole – raggiungere Luke e riportarlo qui è solo una parte del compito che desidereremmo assegnarti.”
Leia sgranò gli occhi, sbigottita. Aveva davvero compreso bene? La risposta a quella domanda non tardò ad arrivare.

“Vorremmo che fossi tu quell’aiuto, Leia. Vorremmo che condividessi con Luke il suo pesantissimo fardello.”
E a quel punto la giovane donna fece istintivamente un passo indietro. Come potevano dirle una cosa del genere? Non aveva in sé la Forza a meno che … e le tornò in mente con quanta facilità aveva saputo seguire prima la voce di Luke e poi quella di Kenobi per capire dove si trovassero. Ma quel pensiero non solo non la rassicurò ma anzi la spinse a fare un altro passo indietro.
“Leia – l’ex generale la chiamò ancora una volta per nome – sai che il Viceré di Alderaan non era il tuo vero genitore, vero?”
“S-si – quasi balbettò la risposta – ma questo vuol dire che…”
“Tuo padre, un potente Jedi era – questa volta fu Yoda a parlare – ed è per celarti all’Imperatore e a Vader, che Bail Organa adottato ti ha.”
Il piccolo alieno parlò con una semplicità disarmante. E lei lo sentì, sentì che era tutto vero. Istintivamente, chinò lo sguardo, fissando a terra.
La sua mente andò a diversi frammenti del suo passato: gli anni di felicità e relativa spensieratezza passati su Alderaan, l’inizio della clandestinità quando il Senato Imperiale venne ridotto al silenzio, l’esplosione del suo amato pianeta avvenuto proprio davanti ai suoi occhi, distrutto per strapparle l’informazione relativa all’ubicazione della base dell’Alleanza su Yavin e vari altri momenti di quei oramai quattro anni di guerra tra i quali il più recente e uno dei più importanti in assoluto, la tragica morte di Chewie.
Una vita dedicata alla causa dell’Alleanza che era anche la SUA di causa visto che aveva contribuito attivamente a crearla praticamente dal nulla.
E capì: ogni istante della sua vita conduceva a quel singolo momento. Ora sì, aveva la possibilità di fare veramente la differenza in quella guerra, proprio come aveva sempre desiderato: di ambasciatori, di leader competenti e di combattenti la Ribellione ne aveva tanti ma aveva soltanto uno Jedi, che fino a quel momento aveva dovuto sopportare tutto da solo.
Di scatto e con una nuova luce dipinta sul volto, alzo il capo guardare prima Kenobi e poi Yoda.

“Luke non sarà più da solo – disse con convinzione – lo aiuterò come meglio potrò, venerabili maestri.”

Se ancora dei dubbi esistevano nella sua mente, erano relativi a quella sensazione che l’anziano generale le avesse celato qualcosa. E Kenobi dovette accorgersene poiché riprese subito la parola.
“Ti ringraziamo per la tua volontà, Leia. Il sentiero degli Jedi in questi tempi nefasti e bui è il più difficile che si possa seguire. E ci da conforto sapere che tu abbia deciso d’intraprenderlo. So che hai compreso che non abbiamo potuto dirti ogni cosa, dopotutto sei la degna allieva di Bail.”
La principessa fece un serio cenno di assenso.
“Ti facciamo una promessa: non appena avrai riportato Luke qui, ti diremo ogni cosa. VI diremo ogni cosa. Per il momento sappi questo, un comune destino vi unisce.”

“Un comune destino.”

La ragazza rifletté per un istante sul significato di quelle parole: lo Jedi continuava a trattarla con cautela e prudenza. Ma poteva comprenderlo, dietro le parole che lo spirito aveva appena pronunciato c’era sicuramente una verità così pesante che sarebbe stato prematuro conoscere in quel momento. Lo sentiva con chiarezza.
“Credo di dover fare delle comunicazioni dalla nave, maestri. L’Alleanza per qualche tempo dovrà rinunciare a me, presumo.”
Si sarebbe dovuto procedere alla nomina di un nuovo Ministro di Stato ad interim che assistesse il Cancelliere Mon Mothma, leader indiscusso di tutta l’Alleanza, nelle sue decisioni e che fosse la sua voce e i suoi occhi sul campo di battaglia. E Leia aveva già un nominativo in mente.
Avrebbe voluto salutare anche Han ma sarebbe stato possibile? Sarebbe stato sicuro fare una comunicazione anche su Ord Mantell senza che gli Imperiali provassero ad intercettarla, come già avevano fatto con quelle ben più protette partite dalla base Bothan? No, il rischio era troppo grande. Si sarebbe limitata all’essenziale. Han avrebbe compreso o almeno così sperava.
“Vai pure, Leia – Kenobi parlò nuovamente - cominceremo con il tuo addestramento oggi stesso. Frattanto continueremo a cercare Luke, è da quando se ne è andato che è sparito alla nostra vista.”
“Lo troveremo! – disse la ragazza fiduciosa, facendo un lieve inchino.

Si diresse a bordo del Falcon da dove fece partire la sua comunicazione, naturalmente criptata grazie all’assistenza di C-3P-O e alla strumentazione pesantemente modificata della nave. Era pur sempre il mezzo di un contrabbandiere, il più amabile e affascinante che ci fosse, c’era da aggiungere. Una canaglia, dalla testa ai piedi. E che lei amava.

“Aspettami, Han…”
   
 
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