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Autore: Khailea    19/09/2019    0 recensioni
La fiction si basa sul gioco Pokémon Ranger Ombre su Almia, riguarderà una mia partita nel gioco ed io descriverò ogni battuta, ogni passaggio e descriverò tutto ciò che vedrò. Potranno venir aggiunte alcune battute o addirittura alcune scene e tutta la serie racconterà anche delle sensazioni dei personaggi.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: N, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Superata l’arcata la ragazza percorse un breve corridoio, che la condusse in una zona simile alla precedente, solamente più piccola.
Dai muri scendeva ancora della sabbia tramite dei tubi, che veniva bloccata grazie a dei muretti, ed un piccolo corso d’acqua aveva permesso a dell’erba di crescere lì vicino.
C’era poi un piccolo piano rialzato in cemento raggiungibile tramite delle scale, sopra al quale era in bella vista la Gemma Gialla, dal colore talmente lucente da farle quasi chiudere gli occhi e dalla forma simile ad una mezzaluna.
Però di Alex…nessuna traccia.
-Dove sarà…-
La preoccupazione non faceva altro che crescere, era certa d’aver controllato ovunque.
Voleva tornare subito indietro, ma prima doveva recuperare la gemma, come si avvicinò però questa produsse una luce ancor più forte di prima, che l’accecò per qualche secondo.
Non appena la vista tornò la ragazza vide scendere dal soffitto un Pokémon dal sottile corpo blu che fluttuava tramite quelle che forse erano delle ali viola, avente però delle forme arrotondate.
Era aggraziato e maestoso, e proprio questa sua caratteristica portò Sara a rimanere immobile mentre si avvicinava, lasciando così iniziare la cattura.
Durante questa la luce della gemma era ancora ben presente, ma il Pokémon non sembrava esserne disturbato quanto lei.
Si muoveva lentamente volteggiando nell’aria, attaccandola inizialmente solo con un raggio di fuoco viola.
Successivamente però il Pokémon creò attorno a sé una sfera violacea che gli volteggiò attorno, e nonostante fin qui non ci fosse nulla di anormale ne creò una seconda che ruotò lungo il bordo del perimetro di cattura.
La ragazza non poteva quindi né far cerchi troppo grandi né troppo piccoli, e far attenzione quando l’altro si muoveva. La sfera più vicina però svanì molto rapidamente, al contrario dell’altra che rimase perfino dopo ben due attacchi del Pokémon, che utilizzò nuovamente la fiammata viola contro di lei.
Sara riuscì ad abbassarsi appena in tempo per evitarla, ed in quel momento l’altro creò una nuova sfera viola vicino a sé.
Ormai l’energia raffigurante il sentimento d’amicizia trasmetto era a più di metà, ma il Pokémon fece qualcosa di inaspettato, creò altre due sfere che però non gli rimasero vicino, ma si unirono all’altra con qualche centimetro di distanza dal bordo.
La stava mettendo alle corde, ogni movimento poteva essere altamente rischioso ora.
Per un secondo il panico arrivò nel cuore della ragazza, che sentì come una morsa al petto iniziando a sudare freddo, ma nonostante questo continuò a disegnare dei cerchi cercando il momento perfetto per farlo.
Come unico altro attacco c’erano solo le fiamme viola, e non era difficile capire quando le avrebbe prodotte.
Doveva solo evitare le tre sfere, quando però il Pokémon si fermò creandone perfino una quarta attorno a sé le sembrò di non vederci più.
Se questo era ciò a cui i Top Ranger erano abituati lei era all’altezza?
Al pensiero di dover affrontare altri Pokémon simili o ancora più forti avrebbe continuato a lottare?
In quel momento la risposta era molto incerta, ma improvvisamente il viso di Alex le balenò davanti agli occhi, e si rese conto che non poteva perdere, c’era qualcosa di troppo importante in ballo.
Quasi trattenendo il respiro fece maggior attenzione alla sfera più vicina delle tre ai bordi, e non appena la vide distante dal Pokémon disegnò quanti più cerchi possibili con la maggior rapidità attorno a lui, evitando quella che gli volteggiava attorno.
Finalmente, con il polso che quasi le faceva male per lo sforzo, la bolla rosa che compariva al termine d’ogni cattura avvolse il Pokémon, e le sue informazioni vennero aggiornate.
Il suo nome era Cresselia, “Gruppo: Psico- Poké Tattica: Psico- Mossa: /-”, “Attacca sputando sfere psichiche e sfere misteriose.”.

Finalmente Sara poté tornare a respirare, e con il fiato corto vide il Pokémon chinare il capo davanti a lei, segno che le affidava la Gemma Gialla.
Avvicinandosi ad essa emise un ultimo verso, ed un altro raggio di luce riempì la stanza per un secondo. In seguito il Pokémon scomparve e la luce attorno alla gemma era diminuita, così che lei potesse prenderla.
Non era stato semplice, ma come si avvicinò Sara provò una forte sensazione d’orgoglio per ciò che aveva fatto, anche se presto la consapevolezza di qualcosa d’importante che mancava tornò a galla.
-Ma dov’è Alex?-
Un’immagine le arrivò agli occhi, come fosse sovrapposta alla realtà; nell’angolo della stanza precedente era comparsa una luce misteriosa che l’avrebbe riportata all’inizio del tempio.
Ora che sapeva non c’erano pericoli poteva uscire per chiamare aiuto e cercare il suo amico.
Immediatamente corse dall’altra parte dell’arcata, ma come scese la breve scalinata del pavimento rialzato avvertì uno strano suono sopra di sé, quello delle pale di un elicottero.
Subito dopo un’esplosione fece crollare buona parte del soffitto, e lo stesso elicottero che aveva visto alla piattaforma Altru scese verso di lei.
-Ehi, Sara! Nell’ottenere la Gemma Gialla, un ottimo lavoro hai fatto! Davvero ben fatto!-
Una voce a lei sconosciuta arrivò dall’elicottero, tuttavia aveva un non so che di familiare…poco dopo la porta si aprì, rivelando un uomo dalla corporatura robusta, vestito con dei pantaloni neri e delle spalliere di metallo,  dai biondi capelli spazzolati verso l’alto ed i piccoli occhietti neri.
-Anche se…non è stato molto furbo da parte tua…venire fin quaggù…in questo Deserto Carruba, seguendo quegli stupidi messaggini vocali.-
Spalancando gli occhi Sara si rese conto che ogni messaggio era stato mandato da lui, non solo come prova aveva i suoi errori nel parlare, ma anche il fatto aveva appena imitato la voce del suo amico!
-Sapevo che c’era qualcosa che non andava…-
-Alex imito bene, non è vero? Roba da non riuscire a distinguere me da lui! Beh, mi spiace per te! Io al Team Pesto Buio appartengo! E non solo! Uno dei favoriti del capo, sono io! Del Sinis Trio faccio parte!-
Con un salto scese dall’elicottero ancora in funzione, putando l’indice al proprio petto.
-Aride mi chiamo! Non Alex! Capito adesso?!-
L’uomo si esibì in una specie di posa da Ranger in cui fletté i muscoli, ma la pancia era l’unica cosa messa in risalto.
-Dov’è Alex!?-
Urlò Sara furibonda pronta a lottare.
-Prima penso: “La Gemma Gialla da solo, mi prendo!” Ma poi c’è un Pokémon, Cresselia, che fa il Guardiano della pietra. E dopo, arriva un Ranger. Un tipo allegro e baldanzoso. Sorpresa, sorpresa! Lui prova a catturare Cresselia! Penso: “Buona chance per me! Lui cattura il Pokémon, io mi prendo la pietra!” Ma quel Ranger, Alex, tanto bravo non è! A catturare Cresselia non riesce affatto!-
Oh no…ecco perché non aveva più comunicato con loro…doveva aver probabilmente subito delle gravi ferite in seguito alla sconfitta.
-Vederlo così, diventar nervoso mi fa, poi…pam! Una grande idea mi viene. Avevo sentito voci di un Ranger molto abile chiamato Sara. Penso: “Una trappola per Sara tendo con l’amicone Alex come esca!” Allora! Falsi pestaggi vocali ti mando! Bwahahahah!-
Sia la ragazza che Pachirisu lo guardarono pieni di rabbia, feriti nell’orgoglio per essersi lasciati ingannare.
-Quindi, capisci adesso? La Gemma Gialla, tu adesso mi dai.-
-Credi veramente farò una cosa simile?-
Chiese lei con aria di sfida, ma Aride sembrava essere molto sereno.
-Naturalmente, io sono onesto. Scambio qualcosa per la pietra. Ti ridò il tuo amico, parecchio importante, e io prendo la Gemma Gialla. Scambio equo!-
Non appena l’uomo schioccò le dita un dirigente del Team Pesto Buio comparve dai vetri oscurati dell’elicottero, e vicino a sé teneva Alex legato come un salame, pieno di lividi sul viso e con del sangue rappreso sul vestito.
Vedendolo in quel modo fu come se tutto si fermasse per la ragazza.
Le orecchie fischiarono ed il petto provò una fitta di dolore e colpa.
Se non l’avesse lasciato solo…non sarebbe accaduto nulla.
-Sara, non farlo! Non dargliela!-
-Stupido Alex. Forse coraggioso, ma furbo, mica tanto.-
-Stai zitto!-
Furibonda la ragazza azionò il proprio Styler, ma Aride fece solo qualche passo avanti tendendo la mano.
Sapeva bene che lei non poteva attaccarlo per prima, era contro il codice…
-Gemma Gialla in cambio di Alex rosso di rabbia. Fai lo scambio, sì?-
Come poteva accettare?
Quella gemma serviva per il destino di Almia, per i Pokémon e le persone che vi vivevano.
Avevano lottato per arrivare fino a quel punto, mancava così poco per sconfiggere la minaccia del Team Pesto Buio e tutto era riposto in quelle gemme che tanto cercavano.
La rossa, la blu, e la gialla.
Però…che razza di Ranger sarebbe stato se avesse abbandonato non solo il suo migliore amico, ma soprattutto una persona ferita ed in difficoltà, che aveva bisogno d’aiuto.
Era stato proprio per questo che aveva scelto quella strada, non importava quanto fosse difficile e dolorosa, anche se in quel momento non c’era altra emozione per lei.
Con quale coraggio si sarebbe definita ancora un Ranger?
In ogni caso, aveva fallito.
-Io…accetto…-
-No!-
Nonostante l’urlo di Alex Sara non poté far altro, non se la sentiva.
-Ah, molto bene! Saggia la tua decisione!-
Dopo averle strappato la gemma dalle mani, con un salto Aride tornò sull’elicottero, afferrando Alex per i capelli e portandolo sul bordo mentre l’elicottero riprendeva quota.
-Ok, tu prendi Alex indietro. Cadere non farlo. Prendi.-
-Fermo!-
Lanciandosi la ragazza agì d’istinto, afferrando al volo l’amico e rotolando assieme a lui sul duro cemento, cercando d’attutirgli la caduta, in parte riuscendoci, ma sbucciandosi anche gomiti e ginocchia.
-Un bonus anche, ti do. Generoso sono, sì? Prendi!-
Aride purtroppo non aveva ancora finito con loro, a sorpresa attivò una Miniremo ed un grosso Pokémon simile ad una navicella grigia con dei magneti ai lati comparve davanti a loro, mentre l’elicottero chiudendosi prese il volo allontanandosi.
-Sara!-
Alex preoccupato per l’amica ancora sdraiata a terra con lui tentò di spronarla spingendola con la testa, ed in parte ci riuscì visto lei si alzò aiutandolo a sua volta.
Guardando il Pokémon però non poté non provare una certa agitazione.
Aveva appena affrontato il Pokémon guardiano del tempio, era stremata e con le ferite delle precedenti lotte.
Alex era con lei, ma non erano ancora salvi.
Per il bene di entrambi doveva lottare con tutto ciò che le restava, e certo il Pokémon non attese a raggiungerla iniziando la cattura.
Il Pokémon produsse nel primo secondo dell’elettricità lungo il suo corpo, che fece intuire alla ragazza a cosa andava incontro, e creò così tre grosse sfere d’energia elettrica poste a triangolo vicino a lui, che diedero pochissimo spazio di manovra alla Linea di cattura della ragazza.
Lei tentò comunque di far almeno qualche cerchio, fermandosi quando l’altro creò una sfera di pura energia elettrica attorno a sé che iniziò a girargli attorno.
Fortunatamente le tre nel terreno svanirono, ma come anche questa fece lo stesso senza preavviso il Pokémon creò una nube elettrica attorno a sé, e lei v’era proprio in mezzo.
-Gha!-
Un rivolo di bava uscì dalla sua bocca quando rimase paralizzata per qualche secondo; fu come se i polmoni non volessero più funzionare e sentiva la testa bruciare.
Le bruciature alle braccia ed alle gambe in qualche modo si riaprirono tornando a pizzicare ed a nuocere, con oltretutto ben sei punti d’energia in meno.
Rialzandosi a fatica la ragazza disegnò con la mano tremante altri cerchi, ma quando il Pokémon creò un’altra sfera attorno a sé la sua mancanza di fermezza la portò a farla scontrare con la Linea di cattura, bloccata al bordo.
La mano fu il punto più colpito, tanto che per almeno una decina di secondi non la riuscì a muovere, con le dita completamente dritte.
Altri sei punti erano stati persi ed il dolore aumentava.
In tutto questo sapeva che Alex era dall’altra parte del perimetro di cattura che la guardava, ma sperava che qualcuno arrivasse o che riuscisse a liberarsi per scappare.
Aspettando che la sfera svanisse ricominciò a disegnare i cerchi solo quando questa svanì e vennero ricreate le tre nel suolo, molto più facili da evitare.
Stava anche iniziando a capire come evitare la nube, ma quella maledetta sfera fluttuante era il problema maggiore.
Ogni volta che si avvicinava troppo al perimetro di cattura si fermava, ma in questo modo i risultati erano scarsi.
Il livello rappresentante il sentimento d’amicizia raggiunto iniziò a svanire, e Sara presa dal panico in quanto stava per superare la metà tentò di continuare a disegnare qualche cerchio, con il risultato però che finì nuovamente contro la nube elettrica con altri sei punti in meno, arrivando a 63/81.
Questa volta il dolore la fece inginocchiare e le orecchie continuarono a fischiare per molto più tempo del solito. Non era certa di quanta energia elettrica poteva ancora sopportare il suo corpo, ma sapendo che non poteva ancora mollare ce la mise tutta per rialzarsi.
Ormai non sentiva altro che quel fischio, e dovette prendere lo Styler con entrambe le mani per disegnare delle linee decenti, riuscì però concentrandosi al massimo ad evitare altri danni, fino a quando non catturò il Pokémon.
Il suo nome era Magnezone, “Gruppo: Elettro- Poké Tattica: Elettro- Mossa: Elettricità 3”, “Usa il magnetismo del suo corpo. Si protegge con una barriera elettrica.”, fortunatamente la cattura, di grado A sorprendentemente, fece andare lo Styler al livello trentacinque, con cinque punti in più di potenza e due di energia, slittando a 83/83.

Un vero peccato che il suo corpo non poteva recuperare energia allo stesso modo.
Anche quando il perimetro svanì ed il Pokémon scappò dovette rimaner seduta a terra per qualche secondo, prima di riuscire a sentire Alex che la chiamava.
-Sara! Sara! Va tutto bene? Riesci a sentirmi?-
-Alex…-
Deglutendo rumorosamente la ragazza si alzò, avvicinando le mani alle corde che lo stringevano riuscendo a scioglierle.
-Sara…mi spiace.-
Con grande dolore negli occhi il ragazzo l’abbracciò con forza stringendola a sé, come a cercar di proteggerla o di curare almeno qualche piccola ferita.
Chiudendo gli occhi lei si lasciò andare a quel calore, sentendosi effettivamente più sicura e certamente più felice.
Era di nuovo con lei, salvo.
-Mi dispiace…non sai quanto mi dispiace.-
Disse lui nascondendo il viso sulla sua spalla, mentre lei gli accarezzava la schiena.
-Va tutto bene…-
-Sei ferita, non sono stato in grado di fare nulla…-
-Stiamo entrambi bene. Possiamo tornare alla Federazione assieme.-
Continuò lei cercando di evitare si buttasse giù.
Alex da sempre non l’aveva mai fatto, dimostrando sempre il suo valore.
Non avrebbe lasciato che uno sbaglio lo facesse sentire così.
-Io…no…non posso buttarmi giù. Anche se mi sento scoraggiato, devo rialzare subito la testa.-
Disse infatti lui alzandola e guardandola negli occhi con un sorriso, anche se in realtà…stava piangendo.
-Avanti, mi conosci, sono Alex. Sono sempre positivo e ottimista, giusto?-
Vedendolo così la ragazza poté solamente stringendo più forte a sé, sorridendo a sua volta per dargli volontà.
-Sì, sei fatto così. Non ti arrendi mai.-
Non l’aveva mai visto versare una sola lacrima, e questo diceva molto sulla gravità della situazione. Per qualcuno che non aveva mai perso, che si era mostrato come uno tra i migliori, un simile fallimento era più duro che per gli altri.
In un certo senso il mito che si era creato del ragazzo imbattibile che aveva dall’Accademia si era rotto, almeno in parte.
Sara però sapeva che questo lo avrebbe reso solo più forte.
-Sto bene, o almeno starò bene. Mi vergono un po’, perciò me ne tornerò alla Federazione da solo. Ma davvero, sto bene.-
-Alex ma che…-
Prima che Sara potesse protestare un verso a lei familiare li interruppe, e davanti ai due comparve il Pokémon compagno di Alex, che gli corse incontro saltandogli al collo.
-Buizel…scusa tanto, amico, ti ho causato un sacco di preoccupazioni.-
Il Pokémon per tutta risposta sfregò il muso sulla sua guancia, a fargli capire andava tutto bene.
-Sara…non so dirlo come si deve, ma…grazie per avermi salvato. Ricambierò, prometto!-
Già a quelle parole il tipico sorriso dell’amico, carico d’energia e tenacia, era tornato sul suo volto, e lei non riuscì a dirgli nulla mentre si allontanò per uscire dal tempio.
Era rimasta nuovamente sola, ma era felice.
Anzi no, non era sola, con lei c’era sempre Pachirisu.
-Pachi?-
-E’ tutto ok, adesso andiamo anche noi alla Federazione.-
Sorridendo la ragazza gli accarezzò la piccola testolina, senza pensare a tutto ciò che era appena successo, ignorando il dolore fisico e la spossatezza, concentrandosi solo su di lui, sul loro reciproco affetto, sul fatto che Alex stava bene e che era quasi in un posto sicuro.
Le cose non erano andate come sperava, ma un paio di minuti per sé poteva comunque concederseli.
   
 
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