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Autore: deadmoonofantar    20/09/2019    2 recensioni
Questa fic è una rivisitazione del primo capitolo di "V per Vendetta", i cui avvenimenti sono stati trasposti nell'universo di Star Wars. L'intera storia è narrata in flashback come se fosse un ricordo di Qi'ra.
Genere: Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Darth Maul
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Tematiche delicate
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"Remember, remember
The fifth of November
The gunpowder treason and plot.
I know of no reason
Why the gunpowder treason
Should ever be forgot."

But what of the man?
 
Erano trascorsi già tre anni da quando lui se n'era andato, da quando l'attacco che aveva pianificato alla Death Star era fallito, e a lei non era rimasto più nulla.
Non era di un'idea che sentiva la mancanza, ma dell'uomo che si trovava dietro di essa.

Tutta la sua vita passata, i suoi vizi, le sue passioni le sembravano ora ricordi vacui e distanti; i soldi facili, il lusso sfrenato e gli abiti sontuosi avevano perso per lei ogni attrattiva.

Anni addietro, quando ancora era una giovane ambiziosa desiderosa di trovare il proprio posto nella criminalità organizzata, erano state queste le sue priorità, la sua aspirazione. La dura adolescenza per le strade di Corellia, dove solo i più forti e i più furbi potevano sopravvivere, mentre gli altri erano destinati alla miseria e alla fame, aveva fatto nascere in lei un desiderio di rivalsa ed emancipazione.

 Il tempo speso al servizio di Lady Proxima aveva forgiato il suo temperamento, rendendola una donna più forte e sicura di sé, ma le aveva anche fatto comprendere quali fossero i suoi limiti, istillandole la consapevolezza che alla fine tutti servono tutti  e che la libertà era destinata a rimanere un sogno remoto e inarrivabile.

L'Impero e i sindacati controllavano persone, pianeti, interi sistemi di galassie; avevano instaurato un ferreo regime dittatoriale dal quale era impossibile fuggire e rafforzato la vigilanza in tutte le città. La censura si era inasprita, la libertà d'espressione era stata soppressa, la corruzione dilagava ovunque e le persone continuavano a morire a causa della povertà.

A Qi'ra non restava che lavorare sodo e sopravvivere come meglio poteva se non voleva andare incontro a morte certa.

Ma un giorno aveva conosciuto lui, e da qual momento tutto era cambiato.

Era una fredda sera di novembre, lo ricordava chiaramente, che non si prospettava molto diversa dalle altre se non fosse per il fatto che aveva deciso di violare deliberatamente il coprifuoco uscendo dal suo appartamento. La Voce del Fato annunciava agli altoparlanti che il razionamento della carne sarebbe finito presto e che nel contempo la polizia aveva arrestato un gruppo di dissidenti, provvedendo a mettere in quarantena la zona del Silo.
Qi'ra aveva un lavoro sottopagato, i prezzi del cibo e degli altri beni primari non erano mai stati così alti; perciò aveva deciso che quella notte si sarebbe procacciata dei soldi in maniera alternativa.

Si infilò un volgare abito color celadon che aveva rubato quella mattina in un negozio dell'usato, si passò il rossetto sulle labbra e scese in strada.

La città era quasi deserta, tetra e squallida esattamente come gli altri giorni, il silenzio mortale era spezzato solo da strani e inquietanti rumori. In lontananza si udivano le grida confuse di alcuni uomini, probabilmente catturati e torturati dall'Impero, e colpi di blaster riecheggiare minacciosamente tra le vie desolate.

Tuttavia Qi'ra non si scoraggiò, e non dovette camminare a lungo prima di incontrare un umanoide di una specie che le era ignota.

L'uomo la notò e si avvicinò a lei.

Il biondo opaco dei suoi capelli e l'incarnato spento del viso, ravvivato solo da pungenti occhi azzurri, si accordavano curiosamente al grigio cadetto del lungo cappotto che indossava.

Qi'ra tentò di accennare un sorriso.

"Buonasera signorina, mi dica pure" la incoraggiò lui con fare affabile.

Lei lo guardò confusa e rifletté un momento su cosa avrebbe dovuto dire.

"Buonasera", esordì titubante, " le andrebbe di... dormire con me?"
Forse era stata troppo diretta nella richiesta ma aveva udito le donne lavorare in strada esprimersi pressappoco alla stessa maniera.

"Per soldi, s'intende", le parve opportuno puntualizzare.

La risposta di lui tardò ad arrivare.

"Non fai questo mestiere da molto, o sbaglio?"
Una nota sprezzante si insinuò nel tono garbato di lui e Qi'ra pensò per un istante di aver commesso un grave errore. Ma fu solo una sensazione fugace.

"Esatto", disse imbarazzata, "lei è il mio primo...cliente"
Era la prima volta che faceva una cosa del genere e non sapeva come dirlo, ma realizzò che avrebbe perso il cliente - e i soldi- se la conversazione fosse continuata in quel modo.

L'uomo la osservò torvamente.

"Signore, suvvia, ho bisogno di soldi. So quello che sto facendo" aggiunse mordendosi il labbro, nella speranza di risultare desiderabile o quantomeno appena passabile.

Ma con sua grande sorpresa, ottenne la reazione opposta.

"No, non lo sai"

L'espressione dell'umanoide si fece ancora più cupa frattanto che si avvicinava ulteriormente a lei.

La strada era buia, illuminata saltuariamente solo da qualche lampione e non c'era assolutamente nessuno nelle vicinanze.

"Se lo avessi saputo, non avresti certo cercato di abbordare il capo della Crimson Dawn!", sbottò lui con irruenza.

Immediatamente Qi'ra capì che l'uomo che aveva davanti era il Castigatore Dryden Vos, la cui reputazione era nota in tutta Corellia. Si era immischiata in un terribile guaio e iniziò a supplicarlo sperando che avrebbe mostrato almeno un po' di pietà.

 "Oh, no! La prego, era la mia prima volta, mi dispiace!"

"No, ancora non lo sei. Ma lo sarai presto". Improvvisamente tre Mon Calamari si materializzarono alle spalle di Dryden Vos e afferrarono Qi'ra per le braccia, sbattendola con forza contro la parete di un palazzo.

L'urto la fece gridare dal dolore, ma apparentemente non vi era anima viva nei paraggi che potesse accorrere in suo aiuto. Era spacciata.

"Per favore, la supplico! Non lo farò più!"

Sapeva perfettamente cosa gli uomini della  Crimson Dawn fossero capaci di fare, aveva sentito storie orribili su loro conto, ed era consapevole che probabilmente non sarebbe mai più tornata a casa.
 
"No signorina, adesso tu farai tutto quello che vogliamo noi"
 
Lo spregevole umanoide si liberò dal cappotto ed afferrò un lembo del vestito di Qi'ra, passandole una mano su verso l'interno coscia mentre con l'altra tentava graffiandola di scoprirle il seno.
Era già in procinto di togliersi i pantaloni quando qualcuno parlò.
 
"Moltiplicandosi le malvagità della natura sciamavano su di lui..."
 
Un'ambigua figura ammantata di nero apparve dinanzi agli occhi increduli degli uomini della Crimson Dawn.
 
"Ma che diavolo...", esclamò uno dei Mon Calamari.
 
"Chi è?", chiese un altro.
 
Seguì un attimo di silenzio, poi l'enigmatico personaggio uscì dall'ombra andando a posizionarsi esattamente sotto la luce fioca di un lampione.
 
"... e la Fortuna tanto arrise alla sua dannata contestazione che pareva la sgualdrina di un ribelle"
 
Così dicendo, l'uomo in nero si tolse il mantello, rivelando due occhi dardeggianti che si stagliavano su un volto fiero e rosso come il sangue, adornato di antiche pitture tribali riconducibili a chissà quale setta estinta.
 
Il terrore aveva sopraffatto Qi'ra, e non riusciva né a muoversi né a pensare nulla.
 
"Vattene via, pazzo Zabrak!" ingiunse Dryden Vos tenendo Qi'ra stretta alla gola.
 
Mentre la strana creatura avanzava lentamente, sostenuta da una calma glaciale e con un passo deciso e pericoloso come quello di un predatore, i Mon Calamari impugnarono le loro armi.
 
"Ma a nulla servì questo, ché il prode Macbeth, di tal titolo degno..."
 
"Non hai sentito? Vuoi forse morire?" minacciò l'umanoide, questa volta andando incontro al suo avversario.
 
"Disgustoso Dathomiriano!", gridò un Mon Calamaro avvicinandosi verso la misteriosa figura per affrontarlo.
 
Niente pareva intimorirlo.
 
"...sdegnò la sorte, e brandì  il suo acciaio di cruenti massacri ancor fumante "
 
Lo Zabrak estrasse e attivò la sua temibile spada laser rossa a doppia lama, atterrando e uccidendo facilmente subito la prima vittima capitatagli a tiro.
 
"Eliminatelo!", ordinò con veemenza Dryden Vos, e i due Mon Calamari rimasti ancora in vita si lanciarono all'attacco.
 
Lui evitò facilmente i loro colpi, disarmando il primo e gettandolo a terra gravemente ferito.
 
Il sangue spillava veloce dal braccio della creatura mentre la vita lentamente lo abbandonava consegnandolo tra le fredde braccia della morte, e sotto lo sguardo sgomento di Qi'ra una macchia scura si allargava vertiginosamente ricoprendo la strada.
 
Non aveva il coraggio di scappare, tutta la scena cui stava assistendo le sembrava surreale.
 
Il forte Zabrak era animato da una rabbia sovrumana, e con mano decisa infliggeva un colpo dopo l'altro al suo avversario, mostrando un'ineccepibile precisione e bravura nel combattimento.
 
Non passarono molti minuti che anche l'ultimo Mon Calamaro cadde sotto la lama fatale del Dathomiriano, costringendo il capo della Crimson Dawn a farsi avanti.
 
 Dryden Vos, in un ultimo ma vano tentativo, si scagliò contro di lui brandendo la sua spada, ma lo Zabrak rispose prontamente al suo attacco.
 
Una furia selvaggia guidava i movimenti dell'indomito Zabrak che non sembrava sbagliare una mossa, mentre la luce rossa della sua tremenda spada laser saettava nell'aria riflettendosi negli occhi spaventati di Qi'ra e colpiva imperterrita l'umanoide.
 
Dryden Vos venne disarmato e cadde a terra con un tonfo, sbattendo la testa sull'asfalto.
 
Lo  Zabrak gli posò un piede sullo stomaco per tenerlo fermo e si preparò ad assestare l'ultimo colpo mortale.
 
"Pietà! Pietà!", implorò il leader sconfitto sperando di convincere il suo temibile avversario.
 
"Non questa volta"
 
E senza esitazione, uccise Dryden Vos trafiggendogli il cuore.
 
Intanto, Qi'ra era rimasta per tutto il tempo con la schiena al muro, assistendo attonita all'esecuzione del suo aguzzino.
 
"Sei ferita?", domandò lo Zabrak deattivando la sua spada laser e recuperando il mantello nero.
 
Ancora in stato confusionale, ci pensò per un momento.
 
"No, sto bene... Credo di stare bene. Grazie a te", rispose con un filo di voce. Tremava, e le gambe erano sul punto di abbandonarla.
 
"Dobbiamo andarcene da questo posto, presto gli altri uomini del sindacato saranno qui"
 
Lo Zabrak protese la propria mano verso Qi'ra, invitandola a seguirlo, e lei esitante la afferrò.
 
Non sapeva precisamente perché avesse accettato il suo invito, ma sentì che con quella strana creatura sarebbe stata al sicuro.
 
Si lasciarono alle spalle i corpi morti degli uomini della Crimson Dawn e velocemente imboccarono un'altra strada buia. La misteriosa figura non parlava e Qi'ra si faceva guidare da lui, sebbene ignorasse dove lui la stesse conducendo.
 
Ad un tratto decise di porre fine a quel silenzio.
 
"Sei un dissidente? Un terrorista?", esordì balbettando, mal celando la propria insicurezza.

 Lui si voltò verso di lei, rivolgendole un sorriso appena accennato.

"Sono quasi sicuro che loro mi definirebbero così. Ma con chi, se posso chiedere, ho il piacere di conversare?"

Quella domanda la spiazzò. Non era ancora sicura di potersi fidare di lui, ma rispose ugualmente.
 
"Mi chiamo Qi'ra..."
 
Fu costretta ad interrompersi.
 
Improvvisamente l'aria fu attraversata da un rumore che si fece sempre più vicino, finché sopra il cielo petrolio di Corellia non apparvero alcuni TIE fighters. Lo Zabrak si spinse contro un muro e prontamente avvicinò Qi'ra stringendola a sé per nasconderla.
 
I TIE fighters volarono oltre senza notarli e lentamente il rumore delle navi andò scomparendo, così ripresero a camminare.
 
Sopra di loro il cielo era nuovamente sgombro, e un sottile strato di fuliggine nera adombrava palazzi, fabbriche e case.
 
Vinta dalla curiosità, Qi'ra decise di riprendere il discorso.
 
"E tu chi sei?"
 
Lui la guardò con espressione quasi divertita, reputandola forse una domanda buffa.
 
"Io sono Maul. Precedentemente Darth, ora solo Maul"
 
Non appena pronunciò quel nome, lei capì.
 
"Ma certo che lo sei...", disse quasi in un sussurro, pensierosa.
 
Aveva sentito tante storie su di lui nel corso degli anni, il suo nome era conosciuto in tutta la galassia. Alcuni lo reputavano un eroe, altri un Sith caduto in rovina, e altri ancora un semplice fuorilegge. Si narrava che fosse morto, ucciso da un Jedi, o che forse fosse riuscito a sopravvivere rifugiandosi su un pianeta ignoto dell'Orlo Esterno.
 
Per Qi'ra Darth Maul era sempre stato solo una leggenda. Ma ora lui era lì, veramente lì.
 
"Dimmi, sai che giorno è oggi, Qi'ra?"

La calda e seducente voce di lui la fece ridestare, pur sembrandole quella domanda abbastanza insolita.

"Il 4 novembre?", azzardò.

Lui fece una risata sommessa.

"Ormai non più..."

 
Ho deciso di ripescare questa one-shot, già pubblicata in inglese altrove, perché da qualche giorno si è fatta più insistente la voce che vorrebbe un ritorno di Maul e Qi'ra in una serie tv su Disney+, e onestamente spero sia vero!
Come al solito, trovate tutte le info su Corellia, il Silo, Dathomir, Lady Proxima, ecc. sul databank del sito ufficiale di Star Wars o su Wookiepedia.
Commenti, critiche e suggerimenti sono sempre ben accetti!

 
   
 
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