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Autore: Altair13Sirio    20/09/2019    1 recensioni
Non è mai stato facile vivere la vita dell'eroe per Robin, così come per Cyborg, Stella, Corvina e BB. Nonostante tutto, i Teen Titans sono riusciti a superare quel senso di "strano" che li circondava ovunque andassero e hanno deciso di andare avanti; sono diventati una famiglia, le loro amicizie e i loro amori si sono intrecciati e dopo tanto tempo finalmente i cinque eroi hanno capito cosa dovevano fare.
Tutto questo può sembrare normale agli occhi di un adulto, capace di comprendere quali siano i doveri di un supereroe e le difficoltà che porta questo tipo di vita, ma agli occhi di una bambina? Una piccola bambina eccentrica e piena di vitalità, incapace di vedere il male nella gente, come può vivere una situazione simile e in che modo potrà mai crescere se non riesce a distinguere il bene dal male?
Luna è una bambina cresciuta sotto una campana di vetro e che è sempre stata a contatto con questo mondo, vivendolo in prima persona; il suo amore per la sua famiglia è eguagliato solo dal suo desiderio di vivere la vita liberamente, incontrando tante persone e amici nuovi. Ma sarà difficile attuare questo sogno, essendo lei la figlia di un supereroe.
Genere: Azione, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Titans Legacy'
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<< Okay, lo ammetto: potrei abituarmi a queste serate senza Robin, Stella e Luna! >> Disse Corvina ingoiando la pizza e reggendo quel che rimaneva del suo trancio in una mano. Il trio era seduto a tavola tra cartoni di pizza e lattine di birra ordinate in fretta e furia poco dopo l’uscita della famiglia.
<< Ho avuto una buona idea o no? >> Fece BB alzando la voce. Voleva che la maga gli desse un po’ di soddisfazione. << Andiamo, non ci siamo divertiti questa sera? >>
Corvina alzò gli occhi al cielo, fingendosi esasperata. << E va bene, sei stato bravo per una volta! >>
BB ghignò compiaciuto. << Scommetto che una serata passata così è meglio delle tue sedute di meditazione e… Ehi! Che cosa vorresti dire “per una volta”? >>
Corvina imboccò l’ultimo pezzo di pizza e nascose le labbra, soffocando a stento un risolino che non avrebbe mai mostrato se non fosse stato per l’atmosfera di allegria che si era creata – e per l’intervento della birra, che non sembrava reggere molto bene.
<< Calmatevi, voi due. >> Disse tranquillo Cyborg alzando la sua quarta birra. Lui era l’unico del trio che sembrava ancora perfettamente fresco alla fine della serata, mentre BB e Corvina avevano a malapena finito una lattina a testa. << E’ stato divertente, ma ricordatevi che dobbiamo rimettere a posto tutto quanto prima che Robin torni, o saranno guai. >>
<< Bé, che problema c’è se passiamo una serata in modo diverso, per una volta? >> Chiese BB seccato, distogliendo lo sguardo. << In fondo loro sono andati a divertirsi, e noi lo facciamo a modo nostro! >>
<< Non mi aspettavo che Stella potesse cambiare idea così, da un giorno all’altro, però… >> Disse Corvina pensierosa, facendo ciondolare una lattina vuota tenendola con la punta delle dita da un lato. << Le persone possono davvero cambiare tanto in pochissimo tempo. >>
<< E non solo quelle. >> Disse BB. Fece una pausa, confuso. Poi sospirò. << Accidenti, quelle cambiano più di tutti invece! >>
<< Parli tu, che hai conosciuto davvero tanta gente! >> Lo prese in giro Cyborg.
<< Io ho conosciuto della gente! >> Ribatté scontroso quello. << C’è stato anche qualcuno a cui piacevo, ma per qualche motivo adesso sembra che io sia diventato un mostro repellente! >>
<< Di che parli? >> Chiese Corvina confusa e divertita allo stesso tempo per via del tono dell’omino verde.
<< Di Terra, maledizione! >> Sbottò BB. << Eravamo così vicini, eppure tutto a un tratto è andato tutto in frantumi! Quando l’ho rivista nessuno mi ha voluto credere e lei non ha fatto altro che scappare, e anche adesso non fa che fuggire nonostante io l’abbia riconosciuta! >>
Corvina e Cyborg squadrarono BB con perplessità. Sembrava che avesse bevuto troppo; cominciava a dire cose senza senso e ad aggrapparsi ai ricordi del passato come se fossero avvenuti pochi giorni prima.
<< Okay, credo che sia arrivato il momento di toglierti questa dalle mani… >> Mormorò l’omone allungando il braccio verso la lattina di Beast Boy, che gliela lasciò senza problemi.
<< Prenditela, tanto è finita! >> Rispose lui.
Corvina seguì con lo sguardo la lattina che si passarono BB e Cyborg e vide il secondo sbatterla un po’ rivolta verso il basso per vedere se fosse rimasto ancora qualcosa dentro. Poi tornò da BB e gli chiese:<< Che vuol dire “l’hai rivista adesso”? >>
BB si abbassò sul tavolo e cominciò a graffiare leggermente la superficie con l’unghia dell’indice, mentre nel frattempo borbottava qualcosa con aria seccata. << Vuol dire quel che vuol dire. Se ti dico una cosa, che cosa pensi che ti abbia detto mentre te lo dicevo? Credi che possa dire qualcosa che dica il contrario di ciò che dica? >>
<< Smettila! >> Rispose irritata la maga, sentendo il sarcasmo nella voce dell’omino verde che sembrava star dicendo tutte quelle scemenze di proposito.
Cyborg si abbandonò allo schiena della propria sedia. << Lascia perdere… Sono sicuro che BB sia solo stanco. >> Disse cominciando a giocherellare con la linguetta della lattina che aveva appena ricevuto da BB. Alla fine la staccò. << Forse è frustrato da qualcosa, ma non vuole dirci esattamente cosa… Oppure la birra lo sta confondendo. E’ impossibile che Terra sia tornata… >>
<< Voi non avete mai visitato la sua statua dopo che abbiamo sconfitto la Fratellanza del Male! >> Ribatté alzando la voce BB. << Come fai a dire queste cose? >>
Cyborg rimase in silenzio e lasciò cadere la linguetta all’interno della lattina. Per un attimo sembrò pensare a come rispondere, ma una spia gialla accompagnata da un segnale acustico vicino al computer della sala attirò l’attenzione dei tre. Sul computer comparvero le immagini delle telecamere poste nel garage, mostrando la T-Mobile camuffata da auto ordinaria che rientrava dal tunnel subacqueo con Luna Bianca, Stella Rubia e Robin a bordo.
Prima ancora che BB potesse capire cosa fosse successo, Cyborg e Corvina cominciarono a raccogliere i cartoni di pizza lasciati sul tavolo e a gettare le lattine di birra in modo che nessuno potesse accorgersi che erano state là; se Robin li avesse trovati lì, brilli e in mezzo al disordine avrebbe cominciato a sbraitare come un matto.
Cyborg incenerì i cartoni della pizza sporchi mentre Corvina compresse le lattine a una minuscola, compatta sfera scintillante. BB rimase inebetito per qualche istante ancora mentre attorno a sé si consumava il caos dei suoi amici che cercavano di rimettere la sala in ordine, poi si accorse di quello che stava accadendo e cominciò a spazzare via le briciole sul tavolo in modo molto goffo.
Il trio riuscì a fare ordine poco prima che la famigliola rientrasse nella sala comune. Li accolsero tutti con ampi sorrisi e saluti aperti, ma era evidente il loro nervosismo in quella situazione. Eppure, Robin – così come Stella e Luna – era proprio rilassato quando entrò in sala.
<< Bentornati! >> Disse Corvina con un sorriso accogliente, nella sua solita posa rilassata. Sia lei che Cyborg sembravano impeccabili, mentre BB restava sull’attenti con un po’ di difficoltà e si guardava bene dal parlare di fronte al leader della squadra, come gli avevano consigliato gli altri due.
<< Salve, ragazzi! >> Rispose Robin con un sorriso. Faceva ancora una strano effetto vederlo senza la sua maschera, ma gli altri pensavano che quella vista non sarebbe durata molto ancora.
<< Ci siamo divertiti un sacco! >> Esclamò Luna correndo a salutare i suoi zii. << C’erano i pesci, e le patatine, e il ristorante era una barca nel mare e c’erano tanti pesci in un grosso acquario! >> Disse tutta eccitata.
Cyborg rise. << Bé, sono contento che tu ti sia divertita! E i grandi? >> Alzò lo sguardo con fare incuriosito verso i genitori della bambina.
Diversamente da quello che si aspettava, sia Robin che Stella si mostrarono molto soddisfatti da quella cena con due loro vecchi nemici. Era incredibile come le cose potessero cambiare, anche grazie a qualche coincidenza come il fatto che il figlio di Kitty e Fang fosse amico di Luna Bianca…
<< Non abbiamo fatto niente di straordinario, abbiamo cenato e chiacchierato, brindando a noi nel corso della serata. >> Spiegò il padre sorridendo tranquillo.
<< Anche voi…? >> La voce di BB fu interrotta da una gomitata ricevuta dalla maga che aveva accanto, quindi si ricompose per riformulare meglio la domanda:<< Cioè… Avete brindato? Non sapevo che bevessi, Robin! >>
La voce di Beast Boy sembrò strana alle orecchie di Robin, come se molto più nasale del solito, ma non ci diede molto peso. << Bé, non lo faccio molto spesso, ma per questa sera ho pensato che non ci fosse alcun problema… >>
Cyborg, Corvina e BB rimasero a sorridere inebetiti di fronte alla famigliola appena di ritorno da una cena di lusso che normalmente si sarebbero sognati. Se avessero saputo che anche loro avevano bevuto mentre erano “in servizio”, sapendo che Robin e Stella non sarebbero potuti essere disponibili in caso di emergenza, Robin si sarebbe infuriato come un toro. Meglio tenere la bocca chiusa fino a che non sarebbero andati a letto.
Stella andò da Luna e le prese la mano, facendola girare un po’ per la stanza. << Tesoro, che ne dici di andare a cambiarti e mettere il pigiama? Non stai scomoda vestita così?>>
Luna sembrò un po’ sorpresa, ma data la sua natura vivace non vedeva l’ora di togliersi le scarpe e mettere su qualcosa che le permettesse di correre a destra e a manca con più mobilità di quel vestitino che aveva messo per la cena. Quindi si mise a correre verso la porta in fondo alla sala, lanciando gridolini di eccitazione.
I Titans rimasero a guardarla finché non fu sparita da lì, poi la sala comune rimase in silenzio per qualche istante. Nessuno voleva veramente prendere la parola per primo, ma una persona sapeva di doverlo fare in quel preciso istante, unica occasione buona per parlare di quello che aveva scoperto.
<< Amici, devo dirvi una cosa. >> Esordì Stella con tono addolorato, attirando su di sé tutti gli sguardi e soffocando sul nascere un timido tentativo di BB di ritirarsi nella propria stanza, con la scusa dell’orario.
Gli sguardi dei Titans si fecero seri. Tutti intuirono che ci fosse un problema di cui voleva parlare la loro compagna, ma Robin fu sorpreso di quell’improvviso cambio di umore. Stella guardò tutti con sguardo apprensivo, come se le dispiacesse interrompere l’atmosfera festiva di quella sera, prima di parlare.
<< Sarò chiara. Ho parlato con Kitty questa sera, e mi ha svelato alcune cose che non piaceranno sicuramente a voi, così come non sono piaciute a me… >>
Stella non voleva provocare il panico con quelle parole, ma sicuramente riuscì a sollevare apprensione nei suoi compagni, che subito cominciarono ad ascoltare attentamente. Robin, tra tutti, sembrava il più spaventato da quella situazione.
<< In verità Kitty lavora per Sladow. Lei è Chat Noir, e mi ha confidato di non avere cattive intenzioni nei nostri confronti. Il suo gruppo si è adoperato sin dall’inizio di tutto questo per proteggere la città… E Luna Bianca. >>
Sotto gli sguardi stupefatti dei suoi compagni, Stella raccontò ciò che Kitty le aveva confidato. La testimonianza che quel grande pericolo che Sladow aveva presagito al loro incontro era più che un semplice tentativo di farli cadere in trappola. I Titans ascoltarono con pazienza, con orrore quando Stella menzionò il nome di sua sorella, con disperazione quando capirono che, per qualche motivo, la aliena malvagia era all’inseguimento della piccola Luna. Dopo che Stella ebbe finito di parlare, senza dimenticare di menzionare l’invito di Kitty a incontrare lei e il suo gruppo per unirsi e combattere contro Stella Nera, il gruppo rimase in silenzio. Un silenzio inquietante, innaturale, figlio del desiderio di ignorare in qualche modo la verità che era stata loro rivelata. Ma non era possibile.
Stella, divorata dalla tensione, aveva preso a tormentarsi i polsi e pregava che dicessero qualcosa. Prima che esplodesse per l’ansia, Beast Boy si mise ad alzare la voce con aria esterrefatta.
<< Ehi, ehi! Non scherziamo! Come diavolo avrebbe fatto a tornare qui, quella lì? >>
Corvina si voltò verso di lui e lo fissò come se avesse detto qualcosa di inopportuno, ma poi ci ripensò. La confusione di BB era più che giustificata: i Titans avevano lasciato Stella Nera dopo che questa era stata sconfitta ed esiliata su qualche lontano pianeta; come aveva fatto a radunare le risorse per fare un viaggio così lungo fino alla terra? E come aveva fatto a sapere di Luna Bianca, soprattutto? E poi, ancora, chi sarebbe stato tanto folle da lavorare per una persona come lei?
A dire il vero, la risposta all’ultima domanda ce l’avevano già.
<< Sono passati più di dieci anni dall’ultima volta che l’abbiamo vista. Direi che una persona come lei è capace di fare qualsiasi cosa in quel lasso di tempo… >> Suggerì Cyborg cupo, incerto se essere contento di quella sua affermazione o no.
<< Ma Sladow come fa ad essere così sicuro delle sue intenzioni? L’ha incontrata? >> Chiese Corvina, speranzosa di poter irradiare con un po’ di luce l’animo della sua amica.
Il cuore di Stella Rubia, però, era già stato ottenebrato dalla paura. Scosse la testa. << Kitty ha detto che il loro primo scontro è stato terribile… >>
Tornò il silenzio nella sala, questa volta causato dallo sgomento dei Titans che si guardarono tra loro in cerca di qualche segnale che gli permettesse di non perdere la speranza. Doveva esserci qualcosa che potessero fare, qualche scappatoia che gli permettesse di ottenere un esito sicuro a quella faccenda. Inevitabilmente, gli sguardi si fermarono tutti su Robin, che era rimasto in silenzio per tutto il tempo.
<< Robin… >> Mormorò Stella volendogli chiedere cosa intendesse fare. Si fermò. Il suo sguardo deluso sembrava già lasciar capire quanto lo avesse scosso quel racconto.
<< Alla fine mi ha messo con le spalle al muro ancora una volta… >> Mormorò l’uomo senza preoccuparsi che gli altri lo sentissero. Quelle parole causarono la confusione dei presenti, che però non gli chiesero di ripetersi.
Robin si lasciò sfuggire un sorriso nervoso. << Me l’ha fatta, sapeva sin dall’inizio che non avrei potuto fare altro. E così dovrò unire le forze con Sladow ancora una volta… >>
<< Hai qualcosa in mente? >> Chiese Cyborg.
Robin scosse la testa. << Qualsiasi cosa sarebbe inutile a questo punto. Abbiamo troppe poche informazioni sul nemico, sarà molto meglio fare come ci è stato detto e combattere assieme a loro. >> Poi alzò lo sguardo verso sua moglie e qui sorrise delicatamente. << In fondo, se Stella ha creduto alle parole di Kitty, perché dovrei dubitarne io? >>
Stella sorrise a sua volta, ma quelle parole non la fecero sentire meglio; il fatto che nessuno dubitasse di quella cosa aiutava solamente a rendere il pericolo più reale.
<< Domani faremo come ci è stato detto e andremo finalmente a incontrare Sladow e i suoi, ma prima ci occuperemo di lasciare Luna in custodia a qualcuno che possa proteggerla. >>
<< E chi pensi che potremmo chiamare? >> Chiese Corvina.
Robin guardò fuori dalla grande finestra della sala comune. << I Titans Est. >>
Erano passati parecchi anni dall’ultima volta che i Titans avevano collaborato con i loro compagni dell’est; dopo della battaglia con la Fratellanza del Male, entrambe le squadre erano rimaste in contatto, ma non era stato più necessario unire le forze un’altra volta e ognuno si era occupato del proprio territorio. Questa volta, però, le circostanze richiedevano che i Titans chiedessero aiuto a qualcuno; perché se era vero che l’obiettivo di Stella Nera fosse Luna Bianca, non avrebbero mai potuto lasciarla da sola mentre loro andavano a combatterla, e per la battaglia sarebbe stata necessaria la forza di tutti.
<< Credi che possano andare bene per l’incarico? >> Chiese di nuovo la maga, senza mostrare alcuna reazione alla risposta del leader.
Robin si voltò verso di lei, guardandola negli occhi con quel suo sguardo di ghiaccio. << Non avrei pensato a loro se non fossero stati adeguati. >>
I due si fissarono per un po’. La tensione era salita improvvisamente; era stato così da un po’, subito dopo che Stella aveva cominciato a raccontare ciò che era successo quella sera, ma adesso sembrava che i Titans fossero a un passo dal perdere tutti le staffe. Alla fine Corvina distolse lo sguardo e cominciò a camminare verso l’uscita.
<< Bene, allora. >> Disse con calma.
Dalla porta della sala venne fuori Luna Bianca, con indosso il suo pigiama, che salutò energicamente la K’Norfka. Lei le sorrise e le accarezzò la testa, prima di augurarle la buonanotte, poi uscì senza aggiungere altro. Per un momento i Titans rimasero a fissare la porta senza dire niente, poi BB sembrò uscire da una sorta di trance e andò a inseguire la sua amica nei corridoi della torre.
<< Cyborg, tu ti occuperai di contattare i Titans Est. >> Disse Robin rivolgendosi all’omone, che si voltò a guardarlo con serietà. << Dovranno essere qua entro le due di domani. >>
Cyborg annuì. Aveva capito: era importante che la cosa si svolgesse nel modo più naturale possibile. Luna Bianca sarebbe stata a scuola durante la mattina, e questo avrebbe permesso ai Titans Est di arrivare senza sollevare troppe domande da parte della bambina; una volta messa di fronte ai fatti, i Titans la avrebbero lasciata con loro con una scusa, e poi sarebbero andati a combattere. Non potevano lasciare che Luna capisse cosa stesse succedendo.
<< Va bene. Allora ci vediamo domani, ragazzi! >> Disse Cyborg fingendo un tono solare, sapendo che Luna Bianca si stesse avvicinando alle sue spalle. Quando la incrociò lungo la sua strada verso la porta, la salutò:<< Ciao, piccola gorka! >> Quindi anche lui lasciò la sala.
Robin e Stella mantennero delle maschere inespressive per tutto il tempo che Luna rimase lì. << E’ già ora di andare a dormire? >> Chiese lei quando si fu resa conto che tutti quanti avevano lasciato la sala. << Aspettiamo ancora un po’! Andiamo a guardare le stelle! >>
La proposta di Luna era così pura che in qualsiasi altra circostanza Stella avrebbe accettato prendendosela in braccio e aspettando che si fosse addormentata tra le sue braccia, prima di portarla a letto e lasciarla al suo dolce riposo. Ma quella sera era diversa; Stella non poteva mantenere quella freddezza dopo tutto quello che aveva sentito da Kitty, non riusciva a sorridere a sua figlia e dirle che tutto andava bene perché sapeva che i pericoli erano molto vicini. Dall’altra parte, Stella capiva quanto Luna volesse che quella serata non finisse mai: aveva passato un sacco di tempo con i suoi genitori e un amico di scuola, si era divertita un mondo e adesso assaporava l’idea di passare ancora un po’ di tempo con loro a guardare il cielo notturno; sarebbe stata veramente la conclusione perfetta a quella serata.
Ma non si poteva fare.
<< E’ troppo tardi per quello, tesoro. >> Disse Stella con la voce roca. << Andremo a guardare il cielo domani. Adesso vai nella tua stanza, io e papà ti raggiungiamo tra un attimo. >>
Luna non cercò nemmeno di nascondere il proprio disappunto. << Va bene. >> Si limitò a dire prima di voltarsi e dirigersi di corsa verso l’uscita, lasciando i suoi genitori da soli.
Stella non aveva alcuna idea di come fosse riuscita a mantenere il sangue freddo per dire quelle cose; sapeva solo che da un momento all’altro le sue gambe avrebbero ceduto per la tensione. Poi sentì qualcosa dietro di sé cingerle le spalle, e dopo un piccolo spavento iniziale Stella capì che si trattava di un abbraccio incoraggiante da parte di Robin.
<< Ho tanta paura, Dick… >> Mormorò lei toccandogli una mano con delicatezza.
<< Anche io. >> Rispose lui. << Ma dobbiamo essere forti. Va bene avere paura, ma non possiamo lasciare che questa ci paralizzi. >>
<< E’ stata colpa mia, sai… Tutto questo, l’ho causato io con la mia sconsideratezza. >>
<< Non pensarci nemmeno per un momento! >> Robin la fece voltare e la guardò duramente dritto negli occhi. << Tu non hai mai sbagliato niente con tua sorella. E’ stata lei a scegliere la strada sbagliata. Adesso è tornata per prendersi la sua vendetta, perché non vuole accettare di aver sbagliato. Non si fermerà perché non ha alcun intenzione di farlo; così come la prima volta, sta cercando solo un altro modo per farti soffrire e ci riuscirà se non rimaniamo concentrati. >>
Stella ascoltò le sue parole senza concentrarsi realmente. Alla fine l’unica cosa che riuscì a dire fu:<< Dimmi che andrà tutto bene. >>
E Robin rispose senza alcuna esitazione. << Andrà tutto bene, Stella! L’abbiamo sconfitta una volta, possiamo farlo ancora! >>
La Tamaraniana sorrise e abbracciò il marito. Era bello che ci fosse qualcuno che sapesse sempre quale fosse la cosa giusta, tra loro. Era felice di che Robin non avesse mostrato esitazione nel decidere cosa fare, perché significava che lei non aveva sbagliato nel credere alle parole di Kitty.
 
*
 
<< Certo che non mi sarei mai aspettato che Kitty fosse Chat Noir… >>
BB aveva raggiunto Corvina in breve dopo essere uscito dalla sala, ma quando lui aveva cominciato a parlarle lei non aveva mostrato alcun segno di voler comunicare. C’era qualcosa che la turbava, e l’omino verde avrebbe voluto provare ad aiutarla ad alleggerire il peso che portava nel suo cuore.
<< E dire che quasi tutti i nostri nemici si sono rivelati nostri alleati! E’ davvero strano il mondo. >>
Lui continuava a parlare, tirando fuori argomenti a caso dalla propria mente, ma niente sembrava scalfire la corazza che la maga si era costruita attorno. Quando furono sulla porta della stanza di lei, BB si era ormai arreso.
<< Allora, buonanotte… >> Mormorò lui con aria triste. Ma questa volta fu lei a non volerlo lasciare andare.
<< Hai parlato di Terra, questa sera a tavola. >> Disse tutto a un tratto la maga con voce roca. << L’hai incontrata davvero? >>
BB rimase in silenzio per un po’, sorpreso dal fatto che lei avesse tirato fuori quell’argomento tra tutti. << Ehm… Sì, aveva accompagnato Luna lungo la strada di casa qualche giorno fa… >>
Corvina annuì con calma. << Mi dispiace di non averti creduto. Deve essere stato doloroso rivederla dopo tutto questo tempo… >>
BB si grattò la nuca. << Penso… >> Borbottò non sapevo come rispondere. << Ma adesso non è il momento di pensare a queste cose! Abbiamo una missione da compiere, dobbiamo rimanere concentrati! >> Disse con tono deciso.
Corvina abbassò lo sguardo e mormorò qualcosa di impercettibile. << Ma puoi davvero…? >>
<< Eh? >> Fece lui. Piegò un po’ in avanti la schiena e la guardò perplesso. Le avrebbe chiesto che cosa avesse detto, se Corvina non avesse improvvisamente alzato la testa e lo avesse baciato sulle labbra, cogliendolo completamente alla sprovvista.
I due rimasero fermi per alcuni istanti, forse minuti interi. Corvina, inesperta in quel campo, non sembrava voler lasciare andare le labbra del ragazzo e BB, completamente stupefatto, non fu in grado di rispondere in nessun modo e se ne rimase fermo a sentire le morbide labbra della donna premere sulle sue. Ci fu un timido tentativo da parte di Rachel di muoversi, aggiungere a quel bacio troppo innocente qualcosa che lasciasse intendere di volere di più, ma poi si ritirò improvvisamente come se si fosse resa conto di aver fatto qualcosa di sbagliato.
BB rimase a fissarla esterrefatto, mentre sul viso di lei si poteva vedere comparire un colore più vivido del solito, nato da un imbarazzo che BB credeva che non avrebbe mai visto nella sua amica.
<< Non pensare più a Terra… >> Mormorò cercando di distogliere lo sguardo. << Non voglio che tu soffra ancora per causa sua. >>
<< Okay…? >> Disse quasi automaticamente BB.
<< Domani sarà un giorno importante. Non voglio che tu sia distratto da altre cose… >> Continuò la maga, ma nella sua mente stava pensando a qualcos’altro.
Voglio che pensi solo a me.
Con un po’ di risentimento per non aver detto quelle parole, Corvina fece un passo indietro verso la porta della sua stanza, che era già aperta. << Allora buonanotte, Garfield. >> Disse con un sorriso imbarazzato.
Domani, quando tutto sarà finito.
<< Buonanotte… >> Mormorò lui continuando a guardarla con occhi abbagliati. La porta si chiuse, lasciando BB da solo nel buio del corridoio. Solo qualche piccola luce posta alla base delle pareti permetteva di capire come fosse organizzato il corridoio in quell’oscurità.
Beast Boy si guardò intorno e si rese conto di non riuscire a capire dove fosse, nonostante quelle piccole luci che avrebbero dovuto indicargli la via. Alla fine si mise a camminare senza meta, sicuro che prima o poi avrebbe trovato la propria stanza.
Non credeva che Corvina avrebbe fatto la prima mossa, dopo tutto quello che era passato; BB si era preparato mentalmente a fare qualcosa che potesse far capire alla maga del suo interessamento, ma non aveva mai pensato a niente di così ardito…
 
*
 
Cyborg avanzò nella confusione del suo studio. Cominciava veramente a dargli i nervi tutto quel disordine per terra, tanto che forse non pensava più che si trattasse di un metodo efficiente per trovare i propri strumenti. Un giorno avrebbe dovuto riordinare la stanza.
Prese posto al computer centrale e avviò le macchine. Doveva occuparsene il prima possibile; se avesse chiamato i Titans Est troppo tardi, non sarebbero arrivati a Jump City in tempo.
Dopo che il computer si fu acceso ed ebbe avviato tutti i procedimenti necessari all’avviamento, attivò il programma di comunicazione con l’estero e si mise sulla frequenza di emergenza.
<< Cyborg chiama Titans Est. Cyborg chiama Titans Est. Questa è una richiesta di intervento per i Titans Est. Rispondete Titans Est, passo. >>
Si mise a ripetere lo stesso ritornello per un po’, parlando con chiarezza nel microfono del computer, e attese che qualcuno rispondesse. Avrebbe potuto volerci un po’ più di quanto sperava, ma sapeva che avrebbero risposto come avrebbero fatto anche loro, perché nessun eroe avrebbe ignorato una chiamata di emergenza.
Dopo un po’ dalle cuffie arrivò un segnale acustico e sullo schermo del computer comparve un riquadro con su scritto: “Connessione in corso…”
<< Qui Bumblebee, ti ricevo Cyborg. >> Fece una voce femminile mentre sul monitor compariva il volto della sua amica e collega. Cyborg sorrise.
<< Sono contento che abbiate risposto. Ti ho svegliato? >>
La donna si guardò intorno un po’ seccata e poi tornò a guardare verso la telecamera. << Sì, ma non importa. Deve trattarsi di un’emergenza se hai cercato il collegamento a quest’ora della notte… >>
Cyborg si fece cupo. << Sì. >> Disse. << Ho bisogno di un favore. >>
 
*
 
Stella Rubia era seduta su un lato del letto di Luna. La guardava dormire dopo che si era assopita dolcemente pochi minuti dopo essersi infilata sotto le coperte.
Stava sorridendo, pensava a quanto fosse dolce e bella sua figlia. Se avesse potuto, sarebbe rimasta a guardarla dormire per tutta la notte, vegliando su di lei fino all’alba. Questo però non era possibile, c’era qualcos’altro da fare e non poteva perdere una notte di sonno; eppure non sembrava voler lasciare quella stanza.
Ogni desiderio, ogni pensiero nato in qualsiasi momento, adesso sembrava solo una cosa inutile rispetto alla necessità di stare con Luna. Le sembrava di non aver avuto abbastanza tempo, di aver sprecato ogni occasione per stare con lei e stringere un legame più forte tra loro.
Suo marito la aspettava sulla porta. Sapeva quanto volesse rimanere là, e per questo le faceva segno di lasciare la bambina a riposare mentre nello stesso momento le faceva intendere di prendersi il suo tempo.
Alla fine Stella si abbassò e diede un bacio sulla fronte a Luna, poi si alzò dal letto e lasciò la stanza, dando vita a una fiammella verde che avrebbe vegliato sulla bimba durante la notte rimanendo a fianco della porta.
Aveva un peso opprimente al cuore, si sentiva come se non dovesse rivederla mai più. Che ingenuo da parte sua; Robin in fondo, aveva detto che sarebbe andato tutto bene.
   
 
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