Ascolta la mia melodia
«Eravamo
come dei all'alba del mondo e la nostra felicità era
così abbagliante che non potevamo vedere altro che noi.»
Il
cocente sole di quella giornata costrinse l’esile corpo del
giovane Patroclo ad abbandonarsi sul duro materasso che risiedeva con
eleganza in quella spaziosa stanza. Con le secche labbra sorrideva alla
familiare vista dei lunghi riccioli biondi che ricadevano sparpagliati
sulle spalle di Achille, seduto sulla comoda poltrona a pochi passi da
lì. Le sue lunghe ciglia non facevano altro che addolcire
l’animo di Patroclo, così come la sua pelle color
miele che tanto amava sfiorare con i suoi polpastrelli. Se ne stava
lì, intento a eseguire con padronanza quella dolce melodia
con la sua amata lira, da cui mai e poi mai si sarebbe separato.
L’atmosfera creata dalle loro presenze e dal suono pitturava uno scenario che i due avrebbero voluto durasse per sempre, ma vivere il momento, in quell’istante, andava più che bene. Fu proprio tale pensiero quello che passò per la testa di Achille quando posò lo strumento musicale e si alzò, approfittando della pausa per improvvisare un adorabile codino che provocò immediatamente un luccichio negli occhi di Patroclo.
«Meraviglioso come sempre, rimango stupito ogni singola volta», ammise con un timido sorriso mentre l’altro sprofondava al suo fianco, posizionandosi come al suo solito: le mani sulla schiena dell’altro per accarezzarla con tutta la dolcezza possibile. Patroclo non poté fare a meno di ammirare l’angelico viso che gli si presentò davanti, sfiorandolo con cautela, come se non fosse degno di tutto ciò.
Achille strofinò il naso sulla guancia dell’altro e socchiuse gli occhi, godendo del dolce suono che i loro battiti provocavano all’unisono mentre i corpi aderivano alla perfezione.
«Grazie di avermi ascoltato», sussurrò egli percependo chiaramente le sue stesse parole provenire dal profondo del suo cuore, sentendosi vulnerabile per qualche istante. «Se solo tutti mi ascoltassero per davvero, proprio come fai tu; quanto sarebbe bello, mi chiedo. Al momento, però, non mi importa. Resta al mio fianco e ascolta ciò che ho da esprimere.»
L’atmosfera creata dalle loro presenze e dal suono pitturava uno scenario che i due avrebbero voluto durasse per sempre, ma vivere il momento, in quell’istante, andava più che bene. Fu proprio tale pensiero quello che passò per la testa di Achille quando posò lo strumento musicale e si alzò, approfittando della pausa per improvvisare un adorabile codino che provocò immediatamente un luccichio negli occhi di Patroclo.
«Meraviglioso come sempre, rimango stupito ogni singola volta», ammise con un timido sorriso mentre l’altro sprofondava al suo fianco, posizionandosi come al suo solito: le mani sulla schiena dell’altro per accarezzarla con tutta la dolcezza possibile. Patroclo non poté fare a meno di ammirare l’angelico viso che gli si presentò davanti, sfiorandolo con cautela, come se non fosse degno di tutto ciò.
Achille strofinò il naso sulla guancia dell’altro e socchiuse gli occhi, godendo del dolce suono che i loro battiti provocavano all’unisono mentre i corpi aderivano alla perfezione.
«Grazie di avermi ascoltato», sussurrò egli percependo chiaramente le sue stesse parole provenire dal profondo del suo cuore, sentendosi vulnerabile per qualche istante. «Se solo tutti mi ascoltassero per davvero, proprio come fai tu; quanto sarebbe bello, mi chiedo. Al momento, però, non mi importa. Resta al mio fianco e ascolta ciò che ho da esprimere.»
Note
di Morgana: Ho scritto questa piccola one-shot
in poco tempo perché sentivo il bisogno di scrivere (specialmente su
loro due, i miei preziosissimi figli). Perciò butto qui
queste parole sperando che qualcuno apprezzi. Scriverò altro
riguardo Achille e Patroclo perché sono due figure a me
troppo importanti, aspettatevi di tutto.