Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Hikari_1997    21/09/2019    3 recensioni
Le quattro stagioni, caratterizzate dall'amore nel periodo Sengoku.
Post Final Act
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ayame, Inuyasha, Kagome, Koga | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Vento autunnale.

Miroku camminava tranquillo sistemando i vari futa sacri appena utilizzati nella missione.

Come di consueto, Kaede aveva chiesto a lui e ad Inuyasha di prestare i servigi di sterminatori ad un villaggio vicino in cambio di un cesto di riso.

Il monaco avanzò verso la sua capanna, i sandali calpestavano le foglie secche generando uno scricchiolio assordante.

Autunno.

Una nuova stagione piena di lavoro e aiuti spirituali.

Una folata improvvisa vece volare alcuni futa verso una vallata e, una volta lì, gli occhi di Miroku si rasserenarono nel vedere le sue bambine di 8 anni giocare col maschietto di casa.

-Miroku, sei tornato-

L’uomo volse lo sguardo verso la moglie, piena di panni bagnati pronti per essere asciugati dal forte vento autunnale.

Miroku sorrise.

In quegli anni aveva unicamente vissuto con lo scopo di vendicare la sua famiglia dall’ingiusto torto inflittagli da Naraku; aveva speso giorni e giorni alla ricerca di quell’immondo essere.

Anche la ricerca di una futura stirpe era dovuto a quello.

Fortunatamente in quel periodo buio, aveva incontrato la persona più importante della sua vita; Sango.

Lei era la fonte di tutto, era la madre dei suoi figli, era la donna che amava, era l’unica che avrebbe sostenuto per il resto della sua vita.

Si avvicinò con l’intento di aiutarla a stendere i panni.

Sentiva la brezza scorrergli sulla cute, ricordandosi le passate sensazioni provate col vortice del vento, il dolore che provava all’arto destro quando lo azionava, al sibilo senza sosta e i pericoli che aveva corso anche iniettandosi involontariamente del veleno.

Doveva ringraziare i suoi amici se ora era felicemente sposato con una grande famiglia, doveva ringraziare Sango per non essersi arreso.

Aveva rischiato la sua vita per metterla in salvo, e lei lo aveva fatto con la propria … e, questo era sicuro, non avrebbe esitato a ripeterlo in futuro.

-Sarai stanco dal viaggio-

La voce di Sango lo riportò con i piedi per terra.

-Non immagini quanto, c’era uno Tsukumogami che infestava l’antico palazzo del suo proprietario; per me e Inuyasha è stato difficile esorcizzarlo- spiegò l’uomo.

-Capisco-

-Per fortuna siamo stati pagati con tre sacche di riso, ci basteranno per giungere alla fine dell’autunno-

Sango annuì.

-In quanto padre di famiglia è mio dovere pensare al futuro dei miei figli, a costo di azzerare le mie energie spirituali-

-Tutto molto chiaro, e scommetto che per riottenere le tue energie spirituali così messe a dura prova da un Tsukumogami ti sia per forza necessario palparmi il sedere, vero? Caro maritino? –

Miroku sospirò percependo la ferrea morsa della mano di Sango sul suo polso, spingendolo ad allontanarsi dalla sua “Fonte di energia”.

-Papà sei tornato-

I bambini corsero verso Miroku allegri.

-Gioca con noi, gioca con noi- disse una delle due gemelle.

-Vostro padre è molto stanco piccoli, cercate di non fargli perdere altre energie- commentò Sango sogghignando.

-Non preoccuparti mamma- disse l’altra gemella –Vogliamo solo giocare alla pallacorda-

-Con moderazione- disse lei –Sapete, si affatica facilmente-

Miroku sospirò venendo trascinato dai figli a giocare nel mezzo dei cumuli di foglie secche; scorgendo la figura della moglie allontanarsi come una, a suo detto, dea cullata dal vento.

   
 
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