Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: Dreamer47    24/09/2019    0 recensioni
Seguito di Heartbeat: ambientato all'inizio della sesta stagione.
Dal testo:
"Un po’ stordito aprì gli occhi trovandosi disteso su di un divano a lui sconosciuto: mise a fuoco la stanza intorno a se, non riconoscendola, finché una figura comparve e si diresse nella sua direzione.
“Sei sveglio finalmente, raggio di sole!” Scherzò una voce femminile a lui davvero familiare, sedendosi.
“Hailey?” Biascicò il ragazzo ancora molto confuso, passandosi una mano sul viso e sedendosi. “Dove mi trovo?”.
“Al sicuro” disse una voce ancora più familiare di quella della ragazza davanti a se. “Ciao Dean”.
Il ragazzo alzò lo sguardo, chiedendosi se fosse solo un sogno o se fosse la realtà, ma quando incrociò il suo sguardo, si riprese del tutto e sgranò gli occhi.
“Sam..?!” Chiese scosso, alternando lo sguardo incredulo fra i due.
[...]
Dean sentí gli occhi pizzicare ed il suo cuore esplodere di felicità.
Fece un balzo in avanti e si avvicinò velocemente al fratello, stringendolo tra le braccia. Come poteva essere tornato? Quando era uscito dalla gabbia?
Lasciò le domande per dopo, si strinse al suo fratellino godendosi il momento, mentre la felicità si impossessò di lui e si lasciò invadere da un senso di pace.
Genere: Drammatico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bobby, Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sesta stagione, Più stagioni
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Family don't end with blood'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Capitolo 17.
Would you rescue me while I'm by myself?
When I need your love, if I need you help
Would you rescue me?



Il sole splendeva nel cielo, i raggi passavano attraverso le grandi finestre e le sfioravano la pelle scaldandola, e lasciando i grossi temporali che non avevano dato scampo ad Osborne alle spalle. 
Katherine stava tenendo la prima delle tante lezioni che avrebbe tenuto il martedì da quel momento in poi alla classe di secondo anno, esponendo loro come sarebbe dovuto andare l'esame e tante altre banalità che l'annoiavano a morte; parlava meccanicamente, ma la sua testa andava oltre, scavando nei suoi pensieri e ricordando quanto le cose andassero male in quell'ultimo periodo. Le mancava la caccia giornaliera, l'adrenalina ed il brivido. Ma sopratutto le mancava passare del tempo con la sua famiglia, seppur il loro rapporto si stesse lentamente sgretolando. 
Talmente presa dai suoi pensieri non si accorse neanche delle domande dei suoi studenti, continuando a parlare con aria stanca e per niente soddisfatta. 
Iniziò con l'esposizione della prima parte del programma, alzandosi ed appoggiandosi sulla cattedra, cercando di ristabilire un contatto con i suoi nuovi studenti; le due ore passarono veloci, il sorriso le spuntò nuovamente sulle labbra e scacciò via dalla sua mente tutti i pensieri negativi. 
Vide gli occhi attenti di tutti i suoi studenti puntati su di lei e sorrise soddisfatta, notando quanto fosse aumentato il loro tasso di interesse. 
Cominciò a rispondere alle loro domande, facendo vagare lo sguardo fra di loro ed ascoltandoli attentamente, quando poi una figura attirò la sua attenzione e sgranò gli occhi con sorpresa: un uomo stava seduto in maniera elegante e con il suo miglior completo all'estremità della fila centrale, proprio fra i banchi più alti. Non poteva di certo passare inosservato qualcuno come lui, con quell'espressione serena ma beffarda sul volto. 
Katherine fece silenzio per qualche secondo e sospirò rumorosamente, mentre i suoi studenti seguirono il suo sguardo, portando l'attenzione su di lui. 
"La lezione finisce qui" disse la donna voltandosi improvvisamente e sistemando i fogli sulla sua cattedra con aria amareggiata. 
Dean sorrise appena agli sguardi languidi delle studentesse, che lo guardarono con estrema malizia e si ritrovò a pensare che in altri tempi li avrebbe ricambiati e ne sarebbe stato lusingato, ma da quand'era tornato nulla di tutto ciò aveva più importanza per lui. 
Si mise in piedi e si sistemò la giacca del suo completo nero, scendendo le scale e passando accanto alla folla dei ragazzi che si era venuta a creare, arrivando a fianco della donna che aveva tutta l'aria di voler scappare: non si erano lasciati bene l'ultima volta che lui l'avesse accompagnata a casa, ma il motivo per cui era lì era più importante di qualsiasi lite. 
Dean aveva appena mollato uno dei casi che stava seguendo con il fratello e con Haiely per tenersi occupato mentre aspettavano di trovare Kevin, quando Judith lo aveva chiamato in lacrime. 
La ragazza era uscita prima da scuola e quando era arrivata a casa aveva intravisto i furgoni dei pompieri sfrecciare a velocità sulla strada, mentre un grosso incendio divora senza scampo casa sua. Jud aveva avuto paura, credeva che sua madre fosse ancora dentro e che stesse lentamente bruciando, così lo chiamò, chiedendogli disperatamente aiuto. 
Ma il maggiore dei Winchester sfrecciò verso l'università credendo che Katherine non fosse in casa al momento dello scoppio delle fiamme, sentiva dentro di sé che fosse ancora viva. Lo percepiva
E infatti aveva avuto ragione e tornò finalmente a respirare quando entrò dentro quell'aula ad anfiteatro e sentí la sua voce squillante: stava parlando di qualcosa di incomprensibile per lui, credeva di aver sentito qualcosa riguardante la glottologia, ma poco gli importava. Lei era viva. Stava bene. E adesso era proprio accanto a lui, ma non lo guardava mentre sistemava le sue cose dentro la borsa.
"Che ci fai qui?". 
La sua voce era fredda, distante e quasi infastidita e qualcosa gli suggeriva che non avesse ancora dimenticato il piccolo battibecco che avevano avuto qualche sera prima, così prese un lungo respiro e Katherine fece scontrare l'azzurro dei suoi occhi arrabbiati contro il verde degli occhi del cacciatore, che era dannatamente felice di vederla.
 
 
 
Le mani le tremavano ancora nonostante avesse ingurgitato una cospicua quantità di whisky, tenendo stretta sua figlia fra le sue braccia che ormai dormiva profondamente. 
La paura di perderla di nuovo l'aveva straziata a tal punto da non lasciarla dormire da sola nella camera di quel bunker che avrebbe sicuramente tenuto fuori tutti i mostri dell'intero pianeta. 
I ragazzi le avevano raccontato cosa fosse successo e se non l'avesse visto con i suoi occhi avrebbe faticato a crederci: la sua meravigliosa casa di Osborne era completamente bruciata e i vigili del fuoco avevano impiegato tutta la giornata per spegnere l'incendio. 
Lei e Judith avevano perso tutto: vestiti, ricordi, fotografie. Ma almeno erano lì per poterlo raccontare e questo era abbastanza. 
Qualcuno aveva appiccato il fuoco, probabilmente demoni e nessuno riuscì a spiegarsi il perché, ma dentro di lei Katherine sapeva quale fosse il vero motivo e non si sarebbe mai perdonata per aver messo in pericolo la vita di sua figlia. Sapeva di non aver tenuto fede ad un patto e sapeva che l'incendio sarebbe stato solamente la punta dell'iceberg. Doveva aspettarselo.
Schioccò un bacio sulla testa delle piccola Jud e la coprí per bene, prima di sgattaiolare via dalla stanza; sapeva che sarebbe stata al sicuro con i Winchester e sua sorella, quindi adesso poteva andare a sistemare le cose una volta per tutte. 
Mentre vagava per i corridoi in piena notte pensava alla vendetta che avrebbe attuato, distruggendo i responsabili e facendone un esempio. Controllò il cellulare ma non trovò alcuna notifica e questo l'allarmò: lo aveva chiamato così tante volte in quella giornata ma lui non aveva mai risposto. 
Non poteva più aspettare, doveva andarlo a cercare e sappere la verità. 
Arrivò alla sala principale che trovò completamente buia ed indossò il suo giubbotto in pelle, ma non appena fece per salire le scale una voce la richiamò, facendola voltare. 
"Vai da qualche parte?". 
Merda
Katherine si girò lentamente e vide una sagoma avanzare, e poi lo vide chiaramente in volto quando Dean accese la luce e si avvicinò con un bicchiere vuoto in una mano e la bottiglia quasi finita nell'altra. 
"Ho bisogno di aria". 
L'uomo sorrise appena e posò entrambi gli oggetti sul tavolo, avanzando con la convinzione che Katherine nascondesse qualcosa. 
"I demoni ti cercano e tu vai a fare una passeggiata?" chiese sarcastico avvicinandosi di più ed incastrandola con i suoi occhi. "Non penso proprio". 
"Sei ubriaco?" chiese la donna aggrottando le sopracciglia ed indietreggiando di qualche passo, sentendo il suo alito pesante e vedendo i suoi occhi appena arrossati. 
"Si, ma tu non vai ugualmente da nessuna parte!". 
Katherine sentí le mani prudere, perché sapeva che prima o poi quel momento sarebbe arrivato e che il bunker si sarebbe trasformato in una prigione nella quale sarebbe stata controllata a vista da delle guardie troppo sospettose. 
"Devi fidarti di me, devo andare". 
"Fidarmi di te?" chiese Dean retoricamente e la ragazza vide una scintilla di violenza passare nei suoi occhi, ma non si spaventò. 
"Conosci il termine fiducia? É personale, devo fare una cosa e poi tornerò!" esclamò Katherine scuotendo la testa, voltandosi e facendo per salire le scale, ma un braccio possente la bloccò dal polso tirandola indietro di qualche passo. 
"Perché i demoni ti cercano?". 
La donna deglutí a fatica e sospirò, liberandosi della presa e guardandolo in cagnesco; sapeva che non erano degli sprovveduti e che ben presto avrebbero fatto due più due, capendo che l'incendio fosse qualcosa di personale. Katherine inclinò la testa per osservarlo meglio: gli occhi verdi erano di qualche tono più scuri per la rabbia che sentiva bruciare dentro di sè perchè si sentiva preso in giro ed in quel momento si accorse del suo abbigliamento, di quei pantalani neri che adorava e di quella camicia bordeaux che gli conferiva un tratto melodrammatico ma dannatamente sexy. 
"Non te ne posso parlare". 
"Chi stai cercando di proteggere?". 
"Dean, non posso" rispose la ragazza scuotendo la testa ed indietreggiando. 
"Come posso fidarmi di te se tu non ti fidi di me?" chiese il ragazzo allargando le braccia ed alzando il tono di voce, non curandosi che fossero le tre e mezza di mattina. 
Katherine si guardò attorno, preoccupata che da un momento all'altro qualcuno uscisse dalla propria stanza per capire cosa stesse succedendo, ma nessuno fece capolinea e la ragazza ringraziò la sua buona stella. 
Lo guardò negli occhi e vide così tanta sofferenza che il fiato le si bloccò per un istante. Sarebbe voluta rimanere, avrebbe voluto spiegargli tutto e rassicurarlo, chiarire qualunque equivoco ci fosse stato fra loro due, ma rimase in silenzio e vide la sua espressione cambiare, osservandolo mettere su quell'espressione da stronzo menefreghista che lei aveva sempre odiato. 
"Guardami!" esclamò Katherine avvicinandosi di qualche passo e cercò di afferrare il suo viso fra le mani, ma poi ci ripensò e lasciò che le sue braccia ricadessero lungo i fianchi. "Non vi tradirei mai, né vi metterei in pericolo! Devo solo sapere se.. Se una persona sta bene". 
Dean obbedí e la guardò negli occhi, sentendo il cuore battere un po' più forte e poi lo sentí perdere qualche battito quando la ragazza completò la frase. 
"Un uomo?". 
"Si te l'ho già detto, fa parte della mia famiglia" spiegò la ragazza distogliendo lo sguardo e prendendo nuovamente in mano il suo cellulare con un gesto meccanico, notando ancora nessuna chiamata. 
"Un tuo parente sparisce proprio quando i demoni ti cercano?" chiese l'uomo retoricamente, allargando le braccia in un gesto di nervosismo. "Non ti sembra un po' strano?".
Katherine roteò gli occhi, aveva già perso troppo tempo e non voleva perderne altro, così sbuffò profondamente con la consapevolezza che lui non l'avrebbe lasciata andare con tanta facilità. Forse il momento di dire la verità era davvero arrivato, forse si sarebbe tolto quel peso dal cuore una volta per tutte. 
"Ok, allora andiamo insieme e ti spiegherò tutto, ma tu devi promettere che terrai questa cosa per te e non lo dirai a nessuno!". 
"Quando dici nessuno, intendi..".
"Mia sorella!".
Dean contrasse la mandibola e la guardò per dei lunghi momenti: mai avrebbe tradito Hailey, né l'avrebbe ingannata. Era più della ragazza di suo fratello per lui, era così simile ma diversa da lui allo stesso tempo e le voleva bene come fosse sua sorella. 
Il piano non gli piaceva, ma accettò quella condizione e sospirò afferrando la sua giacca e le chiavi della sua macchina, prima di salire le scale insieme alla donna e seguirla ovunque sarebbe voluta andare. 
 

 
 
Cenere. Detriti ancora caldi. 
I suoi ricordi erano sparsi in un letto di detriti e cenere, bruciati insieme alla casa che aveva comprato proprio per non farsi trovare dai mostri. L'aveva protetta con sigilli enocchiani, simboli contro i demoni e qualsiasi tipo di essere avessero mai affrontato nella sua lunga vita, ma non era bastato.
L'assicurazione l'avrebbe coperta e avrebbe potuto comprarne una nuova in cui trasferirsi e lasciare il bunker molto presto, ma in quel momento non le importava. 
La struttura era ancora in piedi e nonostante fosse vietato l'ingresso ai non autorizzati, i due entrarono ugualmente. Oltre all'odore pungente del legno bruciato e della plastica, qualcosa arrivò dritto al loro naso: zolfo
Avevano ragione, erano stati proprio i demoni a cercare di uccidere lei e sua figlia. 
"Che stiamo cercando?" chiese Dean avanzando e pulendosi le dita sporche di zolfo sui suoi pantaloni, spostando lo sguardo su quello provato e vitreo della donna. 
"Quando lo vedrò lo capirò" tagliò corto Katherine che si diresse al piano di sopra lasciandolo giù ad aspettare. 
La stanza padronale era stata messa a soqquadro prima che l'incendio venisse appiccato, i demoni stavano cercando qualcosa e la cacciatrice riuscì ad intuire che cosa fosse. 
Un rituale che aveva rubato da una strega del Marocco, molto simile a quello usato da Castiel per aprire il portale per il Purgatorio, ma centomila volte più potente. 
La donna sorrise, perché sapeva che qualcuno sarebbe venuto a cercarlo prima o poi, ma lei lo aveva già nascosto per bene, rendendolo introvabile e non localizzabile.
I suoi pensieri vennero interrotti da un dolore acuto alla testa che la costrinse a piegarsi su sé stessa, sentendo il sangue caldo colarle sulla tempia; qualcuno l'aveva colpita e stordita, e quando fece per girarsi e difendersi un secondo colpo la costrinse ad accasciarsi a terra, perdendo i sensi e lasciando che tutto attorno a sé diventasse nero. 
 
 
Il freddo gli penetrò nelle ossa e lo costrinse ad aprire gli occhi e a mettere a fuoco la stanza circostante: sembrava uno scantinato o un magazzino freddo ed umido, le sue braccia e le gambe erano legate ad una sedia. 
Gli occhi si abituarono al buio della stanza ben presto e Dean non riuscì a credere di essersi fatto prendere alla sprovvista in quella maniera: ricordava di trovarsi nella casa bruciata di Katherine e di aver trovato una foto ancora integra e sopravvissuta alle fiamme. Era quella che ritraeva la donna da piccola insieme a suo padre e a Bela. Sapeva che le avrebbe fatto piacere rivederla, così la mise in tasca per mostrargliela in un secondo momento, quando un forte colpo alla nuca lo stordí e lo fece cadere con forza per terra. 
Il ragazzo si guardò attorno e vide Katherine legata ed imbavagliata proprio davanti a sé e la chiamò tante volte, notando il sangue sul suo volto che si era ormai seccato. 
Quando la cacciatrice finalmente aprì gli occhi non fu facile capire dove si trovasse e cosa ci facesse lì, ma quando si trovò completamente legata capì di essere stata rapita e portata via da casa sua insieme a Dean. 
"Stai bene?" chiese cercando di metterlo a fuoco, strizzando gli occhi e sentendo una dolorosa fitta alla testa. 
Dei passi catturarono la loro attenzione e videro una sagoma avvicinarsi a loro dall'ombra; pochi secondi ed udirono un fastidioso click proprio quando una luce soffusa permise loro di guardarsi meglio, notando le ferite che entrambi riportavano alla testa. 
"Chi diavolo sei tu?!" esclamò Katherine facendo forza con le braccia e cercando invano di liberarsi da quelle corde troppo strette.
"Ciao piccola spina nel fianco..". 
Ora che si era avvicinato alla luce, i due cacciatori riuscirono a scrutare per bene il loro rapirore: un uomo sulla trentina, con il corpo interamente ricoperto di tatuaggi e gli occhi scuri. 
"Che cosa vuoi?" chiese Dean con tono rabbioso e adirato, riservando all'uomo uno di quei sguardi che avrebbero fatto tremare chiunque. 
L'uomo tatuato rise beffardamente e guardò per qualche secondo il cacciatore, sostenendo lo sguardo di sfida e trattenendosi dall'affondare il suo pugnale nel suo petto. 
"Da te? Niente" rispose sorridendo e voltandosi verso la donna, avvicinandosi e afferrandole i capelli con la mano sinistra, costringendola a piegare la testa all'indietro e facendola appena gemere. "Da lei? Qualcosa la vorrei da lei". 
"Se la tocchi giuro che..".
"Rilassati, va contro gli ordini farle del male fisico!" esclamò l'uomo ridendo ancora, lasciando la presa sulla cacciatrice con troppa forza, facendo spostare di qualche centimetro la sedia a cui era legata. "Ma potrei farti qualcos'altro". 
"Cos'è che vuoi, bastardo eh?" chiese Katherine muovendo appena il collo e fissando il suo sguardo contro il suo interlocutore. "Sei stato tu ad incendiare casa mia?". 
"Si, era un avvertimento che stavamo arrivando! Dopo quello che hai fatto è un miracolo che tu sia ancora viva, credo che tu debba ringraziare paparino". 
La donna sospirò e sentiva lo sguardo confuso del maggiore dei Winchester su di lei, non avendo la minima idea di ciò che stesse succedendo e perché li avessero presi, ma la cacciatrice non rispose al suo sguardo e continuò a guardare l'uomo con astio.
"Vedo solo due possibilità: mi uccidi e non saprai mai niente, o mi torturi e io non parlarò comunque" rispose Katherine ridendo, tenendo testa all'uomo che però la schiaffeggiò con il dorso della mano costringendola a voltare il viso. 
"Piccola insolente, qualcuno avrebbe dovuto insegnarti le buone maniere!" esclamò l'uomo mostrandole i suoi occhi luccicanti e afferrandole ancora la testa dai capelli, avvicinando pericolosamente i loro volti. "Te le insegnerò io!". 
Condusse la mano libera verso il suo volto, mentre i suoi tatuaggi presero a brillare e la mano emise un calore particolare quando entrò a contatto con la guancia della donna, che capí immediatamente in che guaio si fosse cacciata. 
Katherine si dimenò dalla presa, ma in pochi secondi si rilassò contro quel tocco e il suo sguardo divenne vitreo, vedendo qualcosa che i due uomini non potevano vedere. 
Il Djinn rise di gusto e Dean continuò a dimenarsi, urlandogli che lo avrebbe ammazzato da lì a poco se Katherine ne fosse uscita ferita. 
 
 
 
Lo sfrigolio delle uova sulla padella arrivò alle sue orecchie non appena varcò la soglia della cucina, così entrò con un sorriso e si avvicinò ad abbracciare da dietro la donna che era presa dai fornelli e dal preparare la colazione prima di correre a lavoro. 
"Buongiorno tesoro.." sussurrò l'uomo baciandole il collo ed inalando il suo profumo. 
Katherine sorrise a quella stretta e spense la fiamma, prima di voltarsi e approfondire il contatto con la pelle del cacciatore davanti a sé. 
Cristian la baciò con passione e fece scendere le sue mani verso i fianchi della donna, fino ad arrivare alle natiche e la tirò su con uno scatto, voltandosi e facendola sedere sul tavolo della colazione. 
"Ehi, Samuel ci ha chiamati, abbiamo del lavoro da fare.." sussurrò la ragazza cercando invano di spingere via l'uomo, che però per tutta risposta non si allontanò e tornò a baciarle il collo. 
"Cris.." ansimò la ragazza stringendo le sue mani fra i capelli dell'uomo ed inclinando la testa all'indietro, sorridendo e stringendolo più vicino. 
Sarebbe andato tutto perfettamente quella mattina se il campanello non avesse suonato proprio in quel momento, riportandoli alla realtà e facendoli appena sbuffare; si staccarono di controvoglia e Cristian imprecò ad alta voce, mentre la donna si diresse alla porta. 
Pochi secondi e si ritrovò davanti l'ultima persona che aveva voglia di vedere in quel momento, con il suo sorriso beffardo ma con un'espressione perennemente arrabbiata. 
Dean la fissò di rimando dall'alto del suo metro e ottantacinque, piegando le labbra in un sorriso e sentendosi contento di aver appena interrotto qualcosa. 
"Ciao Kath". 
"Dean.." sussurrò la ragazza sospirando e divenendo seria. "Che ci fai qui?". 
"Il vecchio ha chiamato anche me" rispose sollevando un sopracciglio e facendo spallucce. "Interrompo qualcosa?". 
Katherine si spostò e lo fece entrare in casa dopo aver sospirato, chiedendosi quando gli sarebbe mai passata quella gelosia verso il suo stesso cugino. In fondo era stato proprio Dean a lasciarla per condurre una vita normale con Lisa e Ben qualche anno prima, perché mai avrebbe dovuto continuare quell'assurda faida? 
"Se voi due piccioncini avete finito di baciarvi possiamo raggiungere Samuel!" esclamò Dean seguendo la donna in cucina e riservando uno sguardo di astio al cugino. "Ha trovato un caso di streghe". 
Cristian roteò gli occhi e si avvicinò alla donna, stringendola dalla vita e baciandole una tempia, marchiando il territorio.
"Quando vuoi cuginetto!" esclamò l'uomo schiacciandogli l'occhio e sorridendogli infastidito. 
Cristian uscì di casa con la giacca fra le mani e Katherine e Dean fecero per seguirlo, quando inavvertitamente si sfiorarono, e il loro sguardo rimbalzò l'uno sull'altro. 
Una sensazione si insinuò nel petto della ragazza, una sensazione che conosceva bene e che aveva provato già in passato, ma che in quel momento non capiva. Non sentiva di appartenere a quel luogo, non più ormai. E per un solo secondo, delle immagini scorsero nei suoi occhi, immagini di tortura, immagini buie e poco nitide. 
Delle corde che le bloccavano i polsi, una risata fastidiosa ma che conosceva bene. 
Scosse la testa e distolse lo sguardo, uscendo di casa e seguendo Cristian, volendo assolutamente far uscire quelle immagini dalla sua mente. 
 

 
 
Un grugniro compiaciuto uscì dalle labbra del Djinn, che sorrise osservando il viso preoccupato della ragazza appena avvelenata divenire sempre più serio. 
"Se le fai del male.." iniziò il cacciatore guardandolo in cagnesco, andando alla ricerca del suo coltellino che teneva sempre legato alla manica delle giacche. 
"Si, mi uccidi, l'hai già detto" rispose il Djinn ridendo di gusto, voltandosi verso di lui e guardandolo con ilarità. "Non torceremo un capello alla tua ragazza finché non ci dirà quello che vogliamo sapere". 
"E che cos'è che volete sapere esattamente?" chiese Dean sfiorando con le dita il suo coltellino, faticando per riuscire a prenderlo con i polpastrelli. 
"Il rituale" rispose il Djinn sorridendo beffardamente, voltandosi verso la donna e toccandole di nuovo il capo. "Vogliamo il rituale". 
Dean vide nuovamente la strana luce bluastra fuoriuscire dalla sua mano e si accorse della strana espressione che Katherine aveva messo su subito dopo: ancora più triste, ancora più addolorata e al cacciatore venne voglia di urlare, perché tutto poteva sopportare tranne la sofferenza della ragazza. 
"Che le stai facendo, figlio di puttana?" urlò Dean continuando a dimenarsi, fino a fare allentare la stretta delle funi che lo tenevano prigioniero. 
"Vedrai che le piacerà!" esclamò il djinn sorridendo e continuando a premere le dita sulla testa della ragazza, trasmettendole un'altra dose del suo veleno. 
"Ti distruggerò pezzo dopo pezzo e fidati quando ti dico che di te non rimarrà nulla!" urlò il cacciatore a pieni polmoni e la sua voce rimbombò dentro quel magazzino sgombero e buio. 
Dean si pietrificò mentre i ricordi dell'ultima volta che avevano affrontato uno di quegli esseri insieme si facevano largo nella sua mente: Katherine aveva perso la memoria, dimenticando completamente la sua vita precedente. 
La rabbia crebbe dentro di lui e approfittò della distrazione del genio, sporgendosi leggermente sul lato destro fino a toccare il coltellino e sorrise beffardamente: pochi minuti e si sarebbe liberato, e quella sarebbe stata la fine per il Djinn. 
 
 
 
 
 
Samuel aveva chiesto loro di dirigersi insieme a lui in un vecchio magazzino malmesso poiché si era sparsa la voce che fosse il nido di un gruppo di vampiri e avevano impiegato l'intera giornata per arrivare dalla parte opposta del paese; adesso era notte fonda e i quattro cacciatori si divisero per perlustrare l'intero perimetro di quel luogo immenso. 
Il vecchio richiamò a sé Cristian che imbracciò le armi e lo seguì senza battere ciglio, rivolgendo un'occhiata alla ragazza e fulminando il cugino che sorrise compiaciuto. 
Katherine li ignorò e prese a camminare brandendo il suo machete, sforzandosi di non notare gli sguardi che Dean le riservava da tutta la giornata.
Con il passare dei minuti quelle occhiate divennero insopportabili e la donna si sentì addirittura perforare la schiena con lo sguardo, così rallentò il passo e lo raggiunse, lasciando che prendesse posto accanto a sè. 
"Che vuoi?".
"Sei molto strana oggi" rispose il cacciatore facendo spallucce, camminando attorno a quell'edificio che aveva tutta l'aria di essere completamente vuoto, mentre la leggera brezza della sera gli colpiva il viso. 
Katherine lo guardò per qualche secondo e sospirò, perché non riusciva a contraddirlo e a zittirlo com'era solita fare da quando avevano smesso di stare insieme. Fece spallucce e tornò a guardare davanti a sé. 
"Ho una strana sensazione che mi stringe lo stomaco.." sussurrò la donna mordendosi il labbro e scuotendo appena la testa. 
"Riguardo la caccia?". 
La donna si fermò per la seconda volta e si girò a guardarlo negli occhi come probabilmente non faceva da tempo, sentendosi quasi a disagio per la distanza che c'era fra loro.
"Credo di conoscere questo posto, ma non riesco a ricordare perché". 
Dean si voltò a guardare meglio quelle mura alte con sguardo critico, poi tornò sui suoi occhi e fece spallucce. 
"Assomiglia a quello in cui ci teneva il Djinn quando ci siamo conosciuti otto anni fa". 
La cacciatrice sorrise a quel ricordo, sapendo di non poter dimenticare quanto l'avesse legata a Sam e Dean, e riprese a camminare insieme al maggiore nel buio della notte. 
"Allora, tu e Phil avete scoperto qualcosa di più sul Purgatorio?" chiese Dean sospirando, avanzando nell'ombra e guardandola appena. 
"Come sai di Phil?" chiese Katherine aggrottando le sopracciglia e facendo fatica a non spalancare la bocca per la sorpresa. 
"Me l'hai detto tu" rispose Dean facendo spallucce e ridendo nervosamente, facendo di tutto pur di non guardarla negli occhi. 
"Sono abbastanza sicura di non averlo fatto" rispose la cacciatrice assottigliando gli occhi e studiando la sua espressione. 
C'era qualcosa che non andava in lui, lo aveva capito dal primo momento in cui lo aveva guardato negli occhi quella mattina, ma non riusciva davvero a capire di cosa si trattasse. 
Poi sentí un forte dolore alla tempia e successivamente il sangue colarle sul viso a fiotti, mentre una sensazione di stordimento la invase; provò a chiamare aiuto, ma era sicura che nessun voce fosse uscita dalla sua bocca. 
"Ne ho abbastanza, stupida piccola ingrata!" esclamò l'uomo colpendole il ginocchio e facendola cadere sulle ginocchia. 
"Tu non sei Dean!" rispose la ragazza riprendendosi in tempo e schivando un altro colpo alla testa, facendolo cadere a terra e mettendosi a cavalcioni su di lui prima di puntargli il machete alla gola. 
"Già, ragazza intelligente, ma non uscirai di qui prima di avermi detto tutto quello che voglio sapere!" esclamò il ragazzo sorridendo beffardamente, avvicinando sempre di più la lama alla sua gola. 
La donna si guardò attorno in preda alla confusione per quelle parole, mentre delle immagini apparvero nella sua mente: gemiti e dolore, l'odore metallico del sangue e la sensazione  di sentirlo scendere caldo e denso sulla sua tempia. 
Si tenne la testa e strizzò gli occhi, sentendosi sempre più stordita e Dean, o chi per lui, né approfittò per ribaltare le posizioni, bloccandola sotto il suo peso. 
"Sei un po' confusa tesoro, ti spiegherò io: siamo nella tua testa e qui non puoi morire!" esclamò il Djinn sopra di lei cambiando aspetto ed assumendo quello del ragazzo che li aveva colpiti nel magazzino nella realtà. "Questo vuol dire che potrò torturati all'infinito se non mi dirai dov'è il maledetto rituale!". 
 
 

 
 
Lentamente iniziò a tagliare la corda che legava il suo braccio destro al bracciolo della sedia, mentre il Djinn gli dava le spalle e rideva di gusto nel torturare la mente della ragazza vedendo attraverso la sua mente; la rabbia del cacciatore raggiunse il culmine quando vide il viso di Katherine bagnarsi con delle calde lacrime e mischiarsi al sangue che ancora le rigava la guancia. 
Pezzo dopo pezzo cercava di tagliare quella corda e liberarsi, sentendosi sempre più nervoso ed agitato. 
Poi sentí la ragazza singhiozzare, mentre altre lacrime le rigarono il viso e Dean aumentò la pressione e la velocità con cui recideva le corde; quando il pianto della ragazza crebbe incontrollato, il cacciatore non ne capí neanche il motivo, dato che Katherine vedeva qualcosa nella sua mente di cui lui era all'oscuro. 
"Lasciala stare, stronzo!" urlò Dean cercando di attirare l'attenzione su di lui per lasciare un po di tregua alla donna, ma il Djinn si girò appena. 
Sorrise soddisfatto e fece spallucce. 
"Oh non ancora, rilassati cowboy e goditi lo spettacolo".
 
 
Il Djinn approfittò di essere nella mente della ragazza e l'avvelenò sempre di più con l'intento di annullare le sue barriere mentali e scavare più in profondità dentro di lei, riuscendo a scrutare i suoi sentimenti e i suoi affetti più cari, scoprendo innumerolevoli informazioni su di lei.
Poi passò al livello pratico, usando il coltello su di lei ed incidendola pesantemente, facendola sanguinare dal fianco, lo zigomo e la coscia, ma Katherine non si spezzò, né emise un lamento per non dargli alcuna soddisfaziibe ma sorrise fiera. 
Dopo averle dato un ulteriore schiaffo sul viso facendole sanguinare anche il labbro, il genio capí di non avere alcuna chance e che non l'avrebbe piegata in quella maniera, così sorrise e le strinse forte le guance con una mano, mentre se ne stava inerme, legata a quella maledetta sedia.
"La grande cacciatrice non si spezza, eh? Che diresti se torturassi qualcun altro?". 
L'attenzione del Djinn si spostò da un'altra parte mollando la presa sulla ragazza e spostandosi verso il lato opposto: fu in quel momento che Katherine vide Dean legato ed imbavagliato davanti a lei e non riuscì a non domandarsi se fosse sempre stato lì ad osservarla sanguinare oppure fosse tutto frutto dei poteri del genio. 
Fece il giro attorno al cacciatore e gli si posizionò alle spalle brandendo lo stesso pugnale che aveva usato sulla donna, puntandoglielo alla gola ed inclinandogli la testa all'indietro. 
"Ultima chance: dov'è il rituale?". 
"Questo non è reale, sei nella mia testa.." sussurrò Katherine strizzando gli occhi un paio di volte e riaprendoli nella speranza di non trovare più Dean legato davanti a lei, ma così non fu ed il suo cuore si strinse in una morsa. 
"Si, hai ragione.. Oppure ti ho fatto vedere quello che volevo per ingannarti e adesso ti ho riportata alla realtà!" esclamò il genio ridendo di gusto, facendo spallucce e premendo sempre più forte il coltello contro la gola del cacciatore. "Vuoi davvero correre questo rischio?". 
Katherine deglutí a vuoto e sentí i battiti del suo cuore accelerare, posando i suoi occhi contro quelli dell'uomo davanti a sé, l'uomo che amava da tutta una vita e che aveva appena ritrovato. 
Non era sicura che fosse la realtà e non uno sporco gioco mentale del Djinn, come poteva decidere? 
"Kath, non dirgli niente!" esclamò Dean annuendo e sorridendole teneramente mentre la guardava negli occhi con aria tranquilla e serena. "Se è davvero importante, non dirglielo!". 
La donna annuì e sentí gli occhi divenire lucidi. Si che era importante, dannatamente. 
Non poteva permettere che i Djinn o chiunque altro venisse a sapere di ciò che lei e Phil stavano facendo ormai da più di un anno. 
Guardò per un ultimo lungo momento Dean negli occhi e vide qualche goccia di sangue prendere ad uscire dal suo collo, e capí che quell'essere stesse semplicemente giocando con loro. 
"Fottiti, schifoso genio!". 
Sul volto del Djinn si dipinse un ulteriore ghigno ed affondò il pugnale sempre più in profondità, recidendo l'arteria e lasciando fuoriuscire il sangue dalla gola di Dean; un fremito scosse la donna che osservò inerme la scena, mentre vedeva la vita scivolare via dagli occhi del cacciatore e la sua maglia tingersi di un rosso acceso. 
Finzione o no, vedere il suo uomo sgozzato in quella maniera per colpa sua la fece cedere e delle lacrime scesero incontrollate sul suo viso, rigandole le guance e scendendo sul collo, per terminare la loro corsa contro la maglia che indossava.
"No, no, Dean ti prego.." sussurrò la donna singhiozzando e respirando pesantemente, muovendosi irrequieta su quella sedia che cominciò a scricchiolare sotto il suo peso. 
"Adesso dimmi quello che voglio sapere prima che passi ad un altro membro della tua famiglia!" esclamò il Djinn pulendo la lama insanguinata contro la giacca di tessuto del cacciatore, che piegò la testa verso il corpo senza vita. 
"Sei uno schifoso figlio di puttana!" urlò Katherine continuando a piangere, scuotendo la testa ma non riuscendo a distogliere lo sguardo dal cacciatore che giaceva davanti a lei. Si mosse sempre più freneticamente, ruotando i polsi e le gambe sotto quelle pesanti corde che ancora non volevano cedere. "Hai stuzzicato la persona sbagliata!". 
La cacciatrice sentí il veleno del Djinn sgorgare via dal suo corpo insieme al sangue che fuoriusciva dalle sue ferite ancora aperte e i suoi occhi presero a brillare di uno strano colore, che al genio parse essere un giallo paglierino. 
Il pianto cessò lasciando il posto ad un'incontrollabile furia ceca che non provava da quando la Maledizione prese possesso di lei; urlò in preda alla collera e si mosse sempre più freneticamente, fin quando riuscì a strappare le corde dalla sedia che si distrusse sotto il suo peso, e si alzò di scatto afferrando uno dei pezzi di legno rotti sotto di sé. 
Lo lanciò contro il genio, stordendolo ed avvicinandosi pericolosamente, colpendolo in viso e sfogando la sua rabbia ed il suo dolore contro di lui. 
Lo disarmò, afferrando il pugnale con cui aveva brutalmente ucciso Dean sotto i suoi occhi e piuntandoglielo al collo, guardandolo negli occhi con tutto l'odio che provasse. 
"Non puoi fermarmi qui dentro!" esclamò il Djinn ridendo e colpendola in viso, facendola indietreggiare di qualche passo mentre si rialzava in piedi. 
Katherine sgranò gli occhi udendo quella frase e il dolore lasciò lo spazio al sollievo: qui dentro. Erano ancora nella sua testa. Nessuna realtà. 
Guardò il coltello che aveva fra le mani e ricordò cosa le avesse detto Dean quando era fuggito dal sogno in cui era stato indotto tanto tempo prima. Sorrise appena e guardò il genio un'ultima volta.  
"Già idiota, ma adesso posso svegliarmi!".
Senza esitazione si trafisse in pieno stomaco sotto gli occhi esterefatti del Djinn, che provò invano a fermarla. 


Katherine aprì finalmente gli occhi trovandosi ancora in quel maledetto magazzino e i suoi occhi vagarono alla ricerca del cacciatore, trovando davanti a sé la sedia su cui doveva essere posto Dean completamente vuota, mentre il genio le teneva ancora le mani sulle tempie. 
Si guardarono per qualche secondo e il Djinn caricò il pugno per colpirla dritta in faccia senza alcuna pietà, ma si bloccò a mezz'aria e la ragazza poté vedere una grossa lama trapassargli il petto mentre la vita abbandonava i suoi occhi. 
Per qualche secondo non riuscì a capire cosa l'avesse colpito, poi il genio si accasciò a terra senza forze lasciando il posto al cacciatore dietro di lui con un sorriso compiaciuto e un sopracciglio spaccato. 
Katherine si sentí intontita, ancora confusa dall'effetto del veleno del Djinn e guardò quasi con timore il ragazzo avvicinarsi in silenzio e tagliare via le corde che la bloccavano ancora alla sedia. 
"Ti prego dimmi che non hai perso di nuovo la memoria.." sussurrò il cacciatore liberandole le gambe ed inginocchiandosi davanti a lei, posizionandole le mani sui fianchi. "Sono Dean". 
I suoi occhi verdi non erano vitrei come quelli che aveva visto poco prima morire, il suo corpo era pieno di vita e fremeva nell'attesa che gli rispondesse, ma Katherine si limitò semplicemente a fissarlo di rimando mentre delle calde lacrime sgorgarono nuovamente dai suoi occhi, rigandole il viso.
Respirò con fatica nel tentativo di mettere a fuoco la stanza attorno a sé e cercando di capire se fosse davvero uscita da quel maledetto sogno o se fosse ancora opera del genio che provava a recuperare quante più informazioni, ma poi guardò ancora una volta il corpo del Djin che giaceva a terra senza vita e sentí il cuore meno pesante. 
"Ti prego dimmi perché stai piangendo.." sussurrò Dean deglutendo a vuoto e sfiorandole il viso, sentendo un peso stazionare sul suo peso come un macigno rendendogli impossibile anche respirare. 
Katherine continuò a non rispondere, sentendosi molto scombussolata da quanto avesse visto nella sua mente ed istintivamente gli buttò le braccia al collo, inarcando la schiena ed affondando il viso sul suo petto, lasciando il ragazzo sorpreso da quel gesto. 
Lo ricambiò immediatamente e la strinse con forza contro di lui, quando sentí il viso della ragazza muoversi sul suo corpo e risalire, fino a trovarlo a pochi centimetri dal suo. Fu solo un momento, perché Katherine non ci pensò due volte a colmare quella distanza e a baciarlo a fior di labbra, strisciando la sedia sul pavimento per avvicinarsi ed arrivare all'altezza del suo viso. 
Dean sorrise e ricambiò il suo bacio, conscio che qualsiasi cosa avesse visto la ragazza, doveva essere qualcosa di davvero spaventoso per ridurla in quello stato. 
"Portami a casa.." sussurrò la donna abbassando nuovamente il viso sul suo petto, desiderando di godere di quell'abbraccio per ancora qualche momento. 
 
 
 
 
"Non posso credere che abbiate fatto una cosa così stupida!" esclamò Hailey ricucendo il fianco della sorella, mentre Katherine stava seduta sul primo tavolo accanto alle scale della sala lettura, dando le spalle al suo compagno di sventure. 
"Siete stati due idioti" continuò Sam dando manforte alla sua ragazza, sedendosi al tavolo e sorseggiando la birra, fulminando con lo sguardo la minore delle Collins e suo fratello, che sbuffò rumorosamente rimanendo seduto al tavolo dalla parte opposta rispetto alle sorelle, bevendo la sua birra e non incrociando lo sguardo dei tre neanche per sbaglio. 
"Judith è morta di paura quando si è svegliata senza di te, è venuta a cercarci con le lacrime agli occhi!" esclamò Haiely ricucendo la ferita della sorella e facendola appena gemere dal dolore.
Katherine roteò gli occhi e quasi sbuffò, ma la donna le pizzicò il fianco sano, facendola sussultare e guadagnandosi un'occhiataccia. 
"Ma che cazzo fai?!" esclamò allontanandosi di scatto, decretando la fine delle sue cure da parte della sorella e scendendo di scatto dal tavolo, abbassandosi di fretta la maglietta. "Ok, siamo stati avventati ma..". 
"No, ubriacarsi ad una festa piena di ragazzi malintenzionati è avventato; tatuarsi tutto il braccio a sedici anni è avventato! Voi siete stati sconsiderati, non avete pensato che chiunque avesse dato fuoco a casa tua fosse ancora in agguato a studiare ogni tua mossa?!" esclamò Hailey alzando il tono di voce e guardando in cagnesco i due ragazzi come farebbe una madre furiosa. 
Katherine cercò aiuto nello sguardo del minore dei Winchester, che però scosse la testa e sospirò giocherellando con l'etichetta della sua birra. 
"Non sono dalla tua parte questa volta Kath, non posso!" rispose Sam allo sguardo silenzioso della donna, facendo spallucce. "Ultimamente hai corso molti rischi e non capisco neanche perché! Cosa sta succedendo?". 
"Non sono affari che vi riguardano!" esclamò sbuffando, incrociando le braccia sotto il seno e scuotendo la testa. 
Stanca di quella situazione e cosciente che sua sorella si fosse implicata in qualche strana situazione con i demoni, Hailey sospirò rumorosamente ed uscì in fretta dalla sala lettura bofonchiando qualche imprecazione non adatta alle orecchie più fini, seguita da Sam che stava per compiere la sua stessa azione, lasciando i due da soli. 
Katherine indietreggiò di un passo fino a toccare il tavolo con i fianchi e con le mani, sentendo lo sguardo pungente di Dean sulla sua schiena. Sapeva che se si fosse girata avrebbe dovuto rispondere alle sue domande senza neanche avere una risposta valida, così sospirò rumorosamente e fece per andare via ma la voce del cacciatore la richiamò. 
Non si voltò ma sentí la bottiglia di birra ormai vuota sbattere con forza contro il tavolo e la sedia strisciare, permettendogli di alzarsi ed andandole incontro. 
"Mi hai chiesto di fidarmi e l'ho fatto, adesso però devi dirmi cosa sta succedendo!".
Katherine lentamente si voltò e sospirò, facendo scontrare i loro occhi e leggendo tutta la confusione e la rabbia che provava. 
"Perché? Perché ti ho baciato?". 
"No, perché stavi per morire oggi pomeriggio" rispose l'uomo riducendo gli occhi a due fessure e guardandola in cagnesco. "Devo sapere contro chi combattiamo e perché". 
"Nessuno ci attaccherà da oggi in poi!" esclamò la donna allargando le braccia, conscia che non sarebbe più riuscita a tenere su quel teatrino. "Sistemerò tutto". 
Dean contrasse la mascella e si passò pollice ed indice sulle labbra, cercando le parole adatte a quella situazione e provando a non farsela scappare dalle mani.
"Se al posto nostro ci fosse stata Judith come pensi che sarebbe andata a finire?". 
Katherine tremò a quel pensiero e scosse la testa come per allontanarlo, sospirando e passandoci una mano sul viso ancora incrostato dal sangue, ma non risponse e si voltò, facendo per andare via, ma stavolta Dean la riagganciò dal braccio, girandola verso di sé e costringendola a guardarlo negli occhi. 
"Non posso fidarmi di te se non mi dai una spiegazione!". 
"Beh, provaci perché da oggi in poi ti toccherà vedermi tutti i giorni!" rispose la donna allargando ancora una volta le braccia, guardandolo in maniera infastidita. 
Dean si avvicinò ancora e solo per un secondo permise a sé stesso di far oscillare il suo sguardo sulle sue labbra, ma subito lo rialzò puntandolo sui suoi occhi e nonostante tutto trovò il solito sguardo rassicurante di chi non li avrebbe mai messi in pericolo senza una buona motivazione. 
"Qualsiasi cosa sia, quando è grave? E non sminuire la cosa!".
"Ho qualcosa che potrebbe interessare ai demoni e alle altre creature.." sussurrò Katherine abbassando lo sguardo e sospirando. 
"Il rituale.." sussurrò Dean ricordando le parole del Djinn ed aggrottando le sopracciglia. "Chi è la persona che cercavi oggi?".
La donna lo guardò negli occhi e scosse la testa, mordendosi le labbra per il nervosismo.
Cosciente che non avrebbe saputo nient'altro, Dean sospirò e si portò una mano in tasca, estraendo la foto che aveva trovato a casa sua e porgendogliela. Gli occhi le si illuminarono immediatamente e la strinse forte con le dita, come se avesse appena ricevuto qualcosa di speciale e che non pensava di rivedere ancora.
Lo ringraziò felice, continuando a scrutare suo padre e la sua giovinezza nella foto, quando due forti braccia le cinsero la vita, stringendola forte; Dean appoggiò il mento sulla sua spalla e chiuse gli occhi, sentendo la mancanza del contatto fisico con lei, e Katherine ricambiò l'abbraccio senza esitazione come se non aspettasse altro. 
"Ti abbraccerei tutto il giorno, ma sono stanca e dolorante, e tutto ciò che voglio è un letto.." sussurrò la ragazza discostandosi appena ma sorridendogli teneramente. 
"Ti accompagno.." rispose Dean cingendole la vita, ma la donna bloccò quel contatto facendo qualche passo indietro e guardandolo con un'espressione seria. 
"Dopo oggi preferisco stare quanto più possibile lontana da te e dalle tue labbra.." sussurrò sorridendo imbarazzata, mentre gli angoli delle labbra del cacciatore si piegarono in un risolino sarcastico, prendendola quasi come una sfida. 
Le baciò una guancia e poi la fronte, prima di lasciarla andare ed osservandola sparire in quel corridoio buio, chiedendosi in che diavolo di casino si fosse cacciata in quell'anno e mezzo di lontananza.
Si diresse in cucina e prese un cartone da sei bottiglie di birra con tutta l'intenzione di scolarsele fino a dimenticare persino il suo stesso nome, ma rimase qualche secondo a fissarle: non aveva intenzione di passare quella notte da solo. 
Ancora dubbioso sulla sua decisione, si diresse verso la stanza della ragazza e colpí due volte la porta con le nocche: nessun rumore provení dall'interno, forse Katherine stava già dormendo o semplicemente non aveva voglia di parlare con lui, così Dean sospirò rumorosamente e fece per tornare sui suoi passi, quando un cigolio attirò la sua attenzione. 
La donna se ne stava appoggiata alla porta con un sorriso sulle labbra, capendo benissimo cosa il cacciatore fosse venuto a fare nella sua stanza. 
"Io.. So che sei stanca, ma mi chiedevo se ti andasse di bere una birra, parlare di questi due anni e.." iniziò il ragazzo ma la sua espressione era davvero troppo impacciata, e non riuscì a terminare la frase se non con un sorriso imbarazzato. 
Katherine ci pensò su qualche secondo continuando a guardarlo negli occhi, poi sorrise e si avvicinò con lentezza; Dean la vide annullare la distanza fra di loro, fino a quando le loro labbra si toccarono, facendolo appena irrigidire. 
Colse la palla al balzo e ricambiò il bacio lasciando cadere le birre sul pavimento con un tonfo, allungando le mani senza timore sulle sue cosce, permettendole di avvolgerle attorno al suo bacino e chiuse la porta con un braccio, prima di avanzare nella stanza ed adagaiarla con non troppa delicatezza sul grande letto con tutta l'intenzione di passare l'intera notte a viziarsi e ad amarsi come ormai non facevano da troppo tempo.
 
 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: Dreamer47