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Autore: Anonima Italiana    26/09/2019    2 recensioni
Conclusa la Battaglia delle Acque Nere, Sansa Stark viene costretta al matrimonio con Sandor Clegane da Re Joffrey, il quale subito dopo li condanna all'esilio. La coppia decide così di intraprendere il viaggio verso Grande Inverno per riportare Sansa a casa dai suoi familiari. Nonostante l'attrazione da sempre evidente fra loro, i due pensano di poter annullare il matrimonio; non sanno invece che questo sarà solo il primo passo che li vedrà protagonisti di una bellissima canzone d'amore, migliore delle ballate da lei tanto amate e da lui tanto odiate perchè, stavolta, è la storia di un amore vero.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jon Snow, Nuovo personaggio, Robb Stark, Sandor Clegane, Sansa Stark
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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La mattina dopo Sansa si svegliò nel letto, sola: Sandor non era rientrato e chissà dove aveva dormito.
Per la prima volta dopo molti giorni provò una sensazione di freddezza e di disagio che non si aspettava.
Scesa a fare colazione, da una delle finestre della locanda vide il suo irascibile marito che preparava il cavallo per la partenza, e quindi si affrettò a uscire per andargli incontro. Dentro di è era un po’ agitata perché non sapeva come avrebbe affrontato l’argomento della sera precedente, ma era ben decisa non solo ad affrontarlo (sapendo che molto probabilmente lui invece avrebbe fatto finta di nulla) ma anche a non lasciare trapelare nulla di quanto lei stessa provava.


- Buongiorno- disse cautamente. 

- Buongiorno un cazzo, tanto quello che ha dormito nella stalla sono io vero?-

- Mi spiace molto, ma non sono stata io a dirti di farlo-

Lui non replicò, e poco dopo quando ebbe finito le disse, brusco e quasi senza guardarla:
_ Sei pronta?-


- Sì- disse Sansa che aveva già pagato e portato le loro sacche da viaggio da basso.

- E allora muoviti a salire- le rispose sgarbato. Sansa obbedì in silenzio, con il cuore che, nonostante tutto, le pesava per quell’atteggiamento. Non pensava fosse successo nulla di così grave la notte precedente, e quindi sapeva di non meritare quel trattamento.

Come ormai abitudine, dopo qualche ora di cavalcata ci fu la consueta sosta, e la giovane decise di approfittarne per affrontare lo spinoso argomento. Non si sarebbe fatta smontare dal sarcasmo e dalla chiusura del suo compagno,  voleva riuscire ad aprire almeno una breccia in quella corazza di granito che presentava abitualmente al mondo intero. Così vedendo che si allontanava cominciò a seguirlo.


- Che vuoi? Mi lasci pisciare in pace?-

Sansa arrossì e distolse lo sguardo, ma non era assolutamente disposta a lasciare perdere il discorso non ancora cominciato.
 

- Sandor…dobbiamo parlare- 

- Di cosa? Di qualche altra fottuta storiella di quelle che studiavi a casa tua, o dei tuoi fottuti fratelli?- 

- Di quello che è successo ieri…lo sai cosa intendo…- 

- Ahhhhh “quello che è successo ieri”- rispose lui rifacendole il verso.- Bene, parliamone allora. Comincio io: ieri non è successo proprio nulla, se non che una ragazzina che puzza ancora di latte ha voluto giocare a fare la donna di mondo, rischiando di farsi moooooolto male. Per fortuna il sottoscritto ha evitato tutto andando a dormire con i cavalli. Ecco tutto. Ti dico solo che da ora in poi, se avrai bisogno di lavarti la schiena, dovrai imparare a fartelo da sola come tutte le comune mortali che non hanno mai avuto decine di septe attaccate al culo- 

- Mi spiace che tu te ne sia andato ma…io davvero non pensavo di fare nulla di sbagliato- 

- Ecco, forse è proprio questo il problema: Tu non pensi! Oppure pensi sbagliato, da tipica ragazzina cresciuta nella bambagia, con la testa piena di storie deficienti- le ringhiò Sandor per tutta risposta. 

Nonostante razionalmente sapesse che doveva aspettarsi anche di peggio come risposta, Sansa ci rimase male ugualmente.
 

- Perché sei sempre così odioso? Mi stavo solo scusando!-

Al Mastino non importava nulla delle sue fottute scuse.
 

- Lo vedi? Pensi che bastino due paroline mielose per rimettere tutto a posto. E sarei io quello odioso? Ti sei mai preoccupata dei sentimenti altrui prima di fare qualcosa? Ah già, io sono un cane, mica ho dei sentimenti, giusto?- 
 
A questo punto, livida di rabbia, Sansa si girò e fece per andarsene. Non le importava nulla di quello che le sarebbe potuto accadere,voleva solo allontanarsi di lì e non sentire più la prese in giro del Mastino, le sue parole crudeli e sarcastiche; soprattutto non voleva più sentire il modo in cui la respingeva puntualmente, perché di questo era sicura: ogni volta che lei tentava di avvicinarsi in qualche modo, veniva respinta.

Con il cuore che le batteva dall’agitazione della rabbia si incamminò senza nemmeno badare a dove andava, soprattutto senza badare a Sandor che, perplesso da quella reazione, cercava di richiamarla:
-Ehi uccelletto, guarda che quella che non è capace di cavarsela da sola senza di me sei tu, non il contrario!-

E vedendosi ignorato, con tono scimmiottante:

- Ohi Ohi…e sarebbe questa la lupa Stark? A me sembra solo un uccelletto capriccioso con le penne arruffate!-

Era troppo, veramente troppo. Arrabbiatissima, Sansa si fermò e voltandosi  esplose in un grido di rabbia:

- MA VAFFANCULO! E MI CHIAMO SANSA, NON UCCELLETTO, CAZZO!-

A questo punto perfino il temibile Mastino rimase a bocca aperta, incredulo di quanto le sue orecchie avevano appena udito. Nonostante fosse un uomo rotto a esperienze di vita tra le più violente e drammatiche, l’animo di una giovane donna
Anche colei che le aveva pronunciate appariva ora sconvolta da quanto aveva fatto; sconvolta dalla rabbia, ansimante, rossa in viso stava prendendo coscienza del proprio comportamento. Dei, che aveva fatto?! Lei non era così, lei era una lady, sapeva essere buona e comprensiva con gli altri, era gentile e non si arrabbiava mai…
Sconvolta si girò e ricominciò a camminare in maniera spedita verso la direzione presa prima, sentendosi veramente male: le orecchie che fischiavano, gli occhi pieni di lacrime, il cuore che le sembrava scoppiare nel petto…e improvvisamente, inciampò in una radice che sporgeva dal terreno, cadendo malamente a terra.

Basta, pensò, non ce la faccio più: sono stanca, voglio tornare a casa mia, voglio rivedere mia madre e i miei fratelli, sopporto tutto, sopporto il Mastino, sopporto la mancanza di comodità, sopporto di dover fare i bisogni all’aperto, sopporto di lavarmi alla buona, sopporto locande non sempre gradevoli….e non ottengo nulla. Basta, Basta!
E, stesa a terra dolorante, chinò il capo e scoppiò in un pianto irrefrenabile.

Sandor era stato tentato di girarsi e fare finta di nulla, lasciandola per un po’ nel suo brodo: ma quei singhiozzi, quella disperazione gli toccarono l’animo, visto anche che venivano da colei che aveva giurato di proteggere.
Così la raggiunse, sollevandola di peso nonostante le sue proteste; fu così che si accorse che inciampando nella radice la punta logora dello stivaletto di Sansa si era rotta e aprendosi aveva rotto anche la calza causando al pollice del piede  una grossa ferita che stava sanguinando copiosamente.

Incurante dei piccoli pugni di lei che battevano contro la sua armatura e dei suoi tentativi di protesta la prese tra le braccia dirigendosi in una grotta lì vicino; dopo averla deposta a terra era tornato indietro a prendere il cavallo guidando anch’esso all’interno della caverna. Dalla borsa estrasse una piccola scatola contenente un unguento e alcune bende, e  dopo avere intinto il fazzoletto nella fredda acqua di un rigagnolo cavernoso si chinò verso di lei e cominciò e medicarla con cura e attenzione, cosa che stupì Sansa al punto di calmarla.


- Sai- disse mentre nel mentre- anche Alina una volta si fece una ferita del genere. Eravamo andati in un posto non proprio vicino a casa, che ci era stato proibito; mentre correvamo lei cadde proprio come te prima, e si fece la stessa ferita. Volevo tornare a chiedere aiuto, ma sapendo che saremmo stati scoperti lei si ostinò a rifiutare, e soffrendo come un cane per la ferita riuscimmo a tornare indietro-

A Sansa sembrò divedere un piccolo sorriso a quel ricordo.


- Quando ci si metteva era proprio come te: ostinata e rompipalle-

Stupita da questo aprirsi di sua spontanea volontà sull’argomento di Alina, Sansa decise di mettere tutto da parte e non lasciare cadere questo timido segnale di apertura.

-Cosa le è successo?- 

Dopo qualche minuto di silenzio e voltandosi a guardare verso la porta della caverna il tempo che si stava mettendo al peggio visto che cominciava a piovere, rispose senza guardarla:


- La trovarono morta in fondo alle scale che portavano a una vecchia torre da tempo chiusa. Ho sempre pensato che non ci fosse arrivata lì da sola….-
 
Alzandosi, Sansa gli arrivò alle spalle e sentendo questo racconto gli mise gentilmente una mano sulla spalla:


- Mi sarebbe molto piaciuto conoscerla-

In modo del tutto fulmineo, senza che se ne rendesse quasi conto, Sandor si girò e la prese tra le braccia, stirngendola forte e posando la sua bocca deturpata su quella morbida e calda di Sansa. Dei, com’era dolce, come sapeva di sole, miele, fragole e di tutte le cose buone che esistevano in questo schifo di mondo!
Senza troppa grazia le infilò la lingua in bocca, esplorandola piano e accorgendosi con sua grande sorpresa, che anche la linguetta dell’uccelletto cercava la sua, inesperta e timida….ma premeva le labbra contro le sue, e forte anche, come volesse..morderlo? Assaggiarlo?
E mentre lui la stringeva divorandola, con un desiderio che lungi dal placarsi aumentava, sentì la sua piccola mano posarsi sulla parte devastata del volto…proprio come quella notte. Suo malgrado fu percorso da un brivido di piacere misto a gioia
Si staccò guardandola in viso…e trovò due fieri occhioni azzurri che facevano lo stesso piantandosi nei suoi, senza paura, nei quali incredibilmente riconobbe il desiderio. Il suo stesso desiderio.

A questo punto fu lei che,incredibilmente  intrepida, prese l’iniziativa: gettandogli le braccia al collo lo baciò di nuovo, con l’irruenza  della giovane inesperta che ancora non sa gestire il proprio desiderio.
Staccandosene a fatica Sandor la prese in braccio e la riportò in una parte più riparata della grotta, visto che fuori aveva cominciato a diluviare. La posò a terra e dopo essersi tolto l’armatura la raggiunse prendendola di nuovo tra le braccia. Sansa gli sorrise e posò una mano sul suo petto, in prossimità del cuore.

-Lo senti? E’ qui che batte il cuore. Te lo ricordi?- gli disse premendo la mano.

Sandor la baciò di nuovo,stavolta più profondamente.


- Come sei bella, uccelletto….Sansa…la mia Sansa- mormorò strusciandosi contro di lei, beandosi della sua morbidezza e del suo calore, e infilandole la mano sotto la tunica cominciò a palparle un seno, sfregando il capezzolo tra le due dita. Quel contatto così ruvido e allo stesso tempo dolce e piacevole strappò alla giovane un piccolo gemito, mentre la mano del suo compagno non si fermava e scendeva, accarezzando la pelle morbida, mentre lui gemendo a sua volta baciava l’incavo tra il collo e la spalla, affondando il viso nel suo profumo : odore di pulito misto a uno di sudore dovuto alla cavalcata, pelle morbida e bianca leggermente sudata. Cominciò  leccarla piano mentre Sansa d’istinto gli accarezzava il torace e  fianchi massicci, sfregando una gamba contro una di quelle forti e possenti di lui.

Continuarono così per un bel po’, mentre fuori diluviava e faceva freddo nella grotta la temperatura si stava decisamente scaldando…anche se quella notte alla fine non successe nulla.  Dopo aver abbattuto le prime difese tra di loro,  e nonostante l’innocente curiosità di Sansa  nel toccare il suo corpo gli avrebbe consentito di approfittarsene senza troppi sensi di colpa…non voleva.
Non voleva che succedesse così, in una grotta fredda e scomoda, e soprattutto…non voleva succedesse. Altrimenti addio annullamento e il povero uccelletto sarebbe rimasta incastrata per sempre assieme a lui.

Dopo un tempo così piacevole Sandor si impose di fermarsi, e passarono la notte dormendo abbracciati nella grotta, aspettando di poter riprendere il viaggio.
Ma indubbiamente da quel momento le cose tra loro non saranno più le stesse..

(continua)

Note dell'autrice: l'immagine che apre il capitolo è dell'artista "Hedge hog" e l'ho presa dal web.




 
   
 
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