Non chiudere gli occhi
Personaggi: Retasu Midorikawa/Pai Ikisatashi
Generi: introspettivo, sentimentale
La neve mutila le strade e s'infiltra molesta sottopelle. Pai si stringe addosso il colletto della divisa militare. La sua mente è lontana. Immersa in sentieri sempreverdi e distese di un azzurro tenue.
Aveva i colori della vita, di quella madre terra mai dimenticata. Ed era irraggiungibile.
Le voci dei commilitoni sono un groviglio confuso, lui le sente a malapena.
Distratto. Non è una parola che è abituato a conoscere.
"La tormenta non si placa."
Il tormento. Pai leva lo sguardo al cielo. Una cortina di ferro invalicabile gli restituisce uno sguardo muto. Non si riesce a vedere, oltre quelle nubi.
Allora chiude gli occhi. La sua mente insegue ricordi di pace, dove lei gli sorride. Non serve altro.
"Finirà, invece."
Un mese dopo il cielo si stempera in un giallo smorto che si dirige battagliero verso il verde. Il clima sta cambiando, il suo popolo può smettere di pregare in ginocchio.
Pai continua a combattere. Lei gli ha insegnato che non è l'unico modo per sopravvivere, ma lui non ne conosce altri.
Non ne conosceva altri.
La notte non smette di fargli visita e Pai si chiede come sarebbe fare l'amore con un sogno. Forse allora potrebbe conoscerla.
I giorni passano e il pianeta rinasce. Ha i colori di Retasu.
Non deve più chiudere gli occhi.
"Perché sei tornato?"
"Per la speranza."
Mostro. Così l'aveva chiamato una volta una bambina che l'aveva visto durante una battaglia. Ma Retasu fa scorrere le dita sul suo volto senza ribrezzo, lo scruta curiosa, quieta. Insegue la linea del mento pronunciato, delle guance, della fronte alta, in cerca di una traccia. Non ha paura. Le sue mani sono acqua tiepida contro il vento freddo dell'inverno in arrivo.
"Per la speranza" ripete. "E l'hai trovata?"
Pai fa un passo verso di lei.
"Ce l'ho davanti."
La bacia senza chiedere, un bacio ruvido di sale e di freddo che scioglie la neve, l'orizzonte, il sole. Lei gli permette di stringerla a sé, non scappa, e non è un sogno. Vera, vera tra le sue mani.
"Grazie" le dice a mezze labbra, le parole che si perdono tra i suoi capelli.
"Per cosa?"
"Mi hai insegnato che la guerra non è l'unica risposta."
Retasu alza il viso per guardarlo. Le cicatrici di mille battaglie, quelle interiori, sono nascoste tra le sue ciglia. Pai sembra stanco, eppure è sereno. Retasu non sa cosa aspettarsi dal futuro, s'immerge nei suoi occhi e vive il momento senza rimpianti.
"Tu mi hai insegnato a non avere paura."
L'inverno è vicino, ma loro due sentono soltanto il profumo di casa.
Rieccomi, stavolta con kogarashi, che indica "il primo soffio di vento che annuncia l'inverno", sempre tratto dalla challenge di Soly Dea sulle parole quasi intraducibili. Grazie per aver letto e alla prossima!