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Autore: Smeralda Elesar    06/10/2019    1 recensioni
L'Aether, la gemma della realtà, è stata ritrovata da una ragazza di Midgard dopo cinquemila anni di oblio, ed il suo ritrovamento porta al risveglio degli Elfi Oscuri.
Tra la Convergenza dei mondi che si approssima, il fatto che gli esseri umani non hanno abbastanza forza per resistere al potere di una gemma dell'infinito, e Malekith deciso a riappropriarsi di ciò che gli appartiene, l'unico modo per evitare il disastro potrebbe essere quello di patteggiare con il maestro di magia più abile dei nove regni.
Peccato che Loki sia anche l'essere meno incline a collaborare con Asgard di tutti i nove regni.
Insomma, i problemi sono appena iniziati per Thor, Odino, Asgard... e soprattutto per Darcy Lewis.
Perché è lei la custode dell'Aether, adesso.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Darcy Lewis, Loki, Malekith, Thor
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Un mondo oscuro

5

Il giuramento del principe

*

Essere svegliato prima dell'alba era normale amministrazione per Thor. Essere convocato nella sala del trono anche. E tuttosommato lo era anche che suo padre sembrasse furioso con lui, ma di solito almeno Thor conosceva i motivi della sua rabbia.

Stavolta poteva solo sospettare che Odino avesse scoperto della sua chiacchierata con Loki nelle prigioni.

-Thor. Ti ho mandato a chiamare perché voglio sapere da te tutta la verità: hai trasgredito il mio ordine e sei andato a parlare con Loki?-

Ah, ecco. Ovvio che sarebbe stato quello il motivo.

Thor non aveva voglia di tentare di negare l'evidenza, e non ne aveva nemmeno ragione.

-Sì, Padre, l'ho fatto-

-Per il momento non discuteremo del fatto che hai disobbedito ad un mio ordine diretto. Adesso voglio sapere tutto quello che vi siete detti-

Thor non gli chiese subito come lo avesse saputo, prima raccontò la sua versione.

-Gli ho detto che una forza minacciava Asgard, ma senza dirgli quale nemmeno quando mi ha chiesto il nome. Non volevo rivelargli troppo. Gli ho solo chiesto se sarebbe stato disposto ad aiutarci se la situazione fosse diventata troppo pericolosa-

-Gli hai già detto troppo. E lui cosa ti ha risposto?-

-Cose che nemmeno con il suo odio e la sua follia mi sarei aspettato. Ha detto che non gli importava nulla di Asgard, che venissero pure i nemici a raderla al suolo così avrebbero aperto le porte della sua cella, e che non avrebbe mai aiutato noi che avevamo disprezzato le sue capacità-

A ripeterlo faceva ancora più male, ma non aveva senso nasconderlo.

Thor non sapeva che reazione aspettarsi da suo padre. Sembrava sconfitto. Come se gli fosse caduto addosso un peso troppo grande quella volta.

-Quando sei andato da lui?-

-Ieri nel pomeriggio-

-Cioè poche ore dopo che io lo avevo proibito. E quando tu gli hai parlato non voleva aiutarci?-

-No. Per come mi ha risposto è stato meglio per lui che fosse in cella-

-Allora chissà cosa è cambiato durante la notte. Potrebbe davvero aver avuto una visione. Sei sicuro di non esserti fatto sfuggire nulla a proposito degli Elfi oscuri?-

-Ne sono sicuro. Padre, cosa vuoi dire? Una visione?-

-Sì-

Allora fu il turno di Odino di raccontargli come erano andate le cose: gli raccontò di essere stato chiamato nel bel mezzo della notte, e del trucco che Loki aveva utilizzato per terrorizzare le guardie.

Quando Thor sentì della minaccia di trasformarsi in draugr la sua prima reazione fu una risata, immediatamente troncata dall'occhiataccia di Padretutto.

Ma insomma, come poteva non ridere? Una cosa del genere era talmente... talmente da Loki! Avrebbe potuto essere uno degli scherzi che architettava una volta, quando erano ancora uniti. Quando erano ancora fratelli.

-A te, nel pomeriggio, ha detto che Asgard avrebbe potuto bruciare, e poi qualche ora dopo mi ha chiamato disperato perché doveva a tutti i costi aiutarci. È molto strano-

-Tutto ciò che ha a che fare con Loki è strano. È complicato e contorto in modi che noi non possiamo nemmeno immaginare-

-Questo è vero. Tuttavia io credo che non mentisse quando ha parlato con me. Credo che sia andata così: quando ha parlato con te non si rendeva realmente conto della minaccia, ma poi, quando la visione gli ha mostrato la realtà, si è reso conto del pericolo ed ha deciso di collaborare-

-E tu Padre? Tu cosa decidi? Non volevi l'aiuto di Loki per nulla al mondo. Che farai adesso?-

-Ho avuto modo e tempo di riflettere. Credo davvero che Loki sia la risorsa migliore che abbiamo, e sarei uno sciocco a non sfruttarla-

-E lui sa che parli di lui come di una pedina da gioco?-

-Non mi riguarda. Il punto è che sì, io acconsentirò a trattare con lui pur di avere le sue conoscenze, ma non gli concederò fiducia. Né lo farai tu o nessun altro, e questo, Thor, è un ordine che non deve essere messo in discussione-

**

-Andrà tutto bene- le ripeteva Frigg.

La regina era stata molto gentile: le aveva spiegato tutto quello che doveva fare, le aveva portato di persona tutto ciò che potesse servirle, ed era rimasta a farle compagnia ed a consolarla.

Eppure lei non riusciva a smettere di piangere, e non riusciva a smettere di sentirsi una completa idiota perché stava piangendo.

Ma insomma, erano troppe cose tutte in una volta! E la gemma dell'infinito, ed il viaggio ad Asgard, e non poter fare sapere a nessuno sulla Terra che lei stava bene... ed in più quella notte le era venuto il ciclo!

***

-Mia signora, il principe Thor chiede di vedervi-

-Grazie, Fulla. Fallo accomodare e riferisci di aspettarmi-

Certo che suo figlio aveva scelto proprio il momento adatto per presentarsi!

Probabilmente era una questione importante se aveva chiesto espressamente di lei, ma la regina non se la sentiva proprio di lasciare sola Jane Foster in quel momento.

Aveva smesso di singhiozzare, ma era ridotta lo stesso ad un fantasma di sé stessa.

-Ascolta, Jane, devo andare a vedere cosa è successo. Mi sembra di capire che non vuoi che dica a Thor che sei nei giorni del sanguinamento, giusto?-

Lei scosse la testa inorridita.

Per le Norne, ma cosa insegnavano alle ragazze su Midgard?!

-Va bene, va bene, non gli dirò nulla. Posso lasciare Gnà a farti compagnia? O vuoi che le dica di chiamare Darcy-

-Io... può chiamare Darcy?-

-Certo. Aspetta qui, ci vorrà solo qualche minuto-

Appena fuori dalla stanza, Frigg chiamò l'ancella, le disse di accompagnare Lady Darcy nella stanza di Lady Jane, e di restare a loro disposizione.

Era indecisa se dire o no alla ragazza quale fosse la ragione del malessere di Jane, ma non sapeva se la sua ospite se ne sarebbe vergognata e dunque alla fine decise di restare in silenzio.

Raggiunse Thor nel salottino, ed a giudicare dalla sua espressione nemmeno lui aveva passato una nottata tranquilla.

-Buongiorno, Madre-

-I segni sul tuo viso mi dicono altro. Vieni, siediti con me raccontami cosa è successo-

****

-Sia ben chiaro- la voce di Odino risuonava autoritaria come solo il padre di tutti gli dei avrebbe potuto essere, nonostante nella sala del trono ci fossero solo lui, sua moglie e suo figlio.

-Loki è un criminale con cui stiamo scendendo a patti. Non c'è spazio né tempo per tentare di redimerlo, ed a mio parere anche se ci fossero non ci sarebbe la possibilità-

-Sei troppo rapido a condannare- obbiettò Frigg.

-Sono troppo realista per rischiare ancora con lui. Io gli proporrò delle condizioni e sarà solo questo: uno scambio di servizi. Non dimenticate mai, nemmeno per un momento, che per lui l'affetto che ancora nutrite nei suoi confronti è una debolezza da sfruttare. Non incoraggiatelo. Ne va della salvezza di tutti noi-

*****

Odiava piangere!

La sensazione degli occhi che bruciavano e della gola chiusa era orribile, ed in più il pianto era una reazione patetica, buona per gli incapaci ed i deboli.

Prima c'era stata l'offesa, poi lo scagliarsi contro le pareti della cella solo per scorticarsi le mani, poi la cieca furia distruttiva, poi ancora il senso di impotenza ed infine il lasciarsi andare con le spalle contro il muro e la fronte sulle ginocchia e piangere.

Ed in un momento imprecisato c'era stato il sentirsi soffocare dai propri vestiti, di cui gli restava addosso solo la maglia di tela strappata nei punti in cui aveva affondato le dita.

Loki non sapeva nemmeno quanto tempo fosse passato da quando Odino se ne era andato.

Aveva in mente sprazzi confusi di piani su come uscire dalla cella, per fare di persona quello che quegli idioti guerrafondai urlanti non sarebbero stati capaci di fare, ma in quel momento era ancora troppo scosso per riuscire a pensare lucidamente.

Non si accorse nemmeno della breccia nel muro di energia in tempo, altrimenti...

Scattò in piedi per pura memoria muscolare, ma tempo che riuscisse ad evocare qualche runa il varco si era già richiuso.

Lo sforzo improvviso gli aveva fatto venire le vertigini, ed a Loki non restò altro da fare che trovare a tentoni il muro alle sue spalle e scivolare di nuovo a terra.

Che. Vergogna.

E che irritazione la voce di Odino che aveva la pretesa che lui comprendesse più di due parole alla volta!

-Loki. Asgard ha bisogno del tuo aiuto ed io sono disposto a concederti una sospensione della pena. Accetti un accordo?-

Doveva pensare in fretta. Sospensione della pena. Accordo. Dannazione, la testa gli pulsava come se si stesse spaccando!

-Accetto, accetto!- disse in fretta.

-Bene. Ti saranno portati cibo, vino, ed acqua per lavarti. Renditi presentabile e poi manda una guardia a chiamarci-

Lui ebbe solo la forza di annuire. Per pensare come fregarli avrebbe avuto tempo più tardi.

******

-Jane, come stai?! Anche tu hai trovato qualcosa di strano?-

Jane ebbe solo la forza di guardare per un attimo Darcy, poi l'ancella che l'aveva accompagnata ed era ancora accanto a lei... e poi scoppiò a piangere di nuovo.

Oltretutto aveva mal di pancia, ed era lontanissima da casa, e Darcy era in pericolo, e tutto le stava capitando troppo all'improvviso.

-Mia signora, posso fare qualcosa?-

L'ancella (Gnà, se lei non ricordava male) era gentile, ma Jane voleva solo che se ne andasse.

Fece solo segno di no con la testa.

*******

Un giuramento. Certo. Era il minimo che Loki dovesse aspettarsi come richiesta.

Odino e Thor erano tornati nella sua cella, e lui si era davvero reso presentabile ed aveva sistemato un po' del casino che aveva combinato in giro prima di mandarli a chiamare.

Non voleva che capissero quanto era sconvolto.

Thor era rigido, pronto ad uno scontro anche se non aveva con sé quel suo ridicolo martello. Non lo guardava, forse ancora offeso dale parole che erano volate tra loro solo poche ore prima.

Odino aveva in mano una pergamenta arrotolata dentro cui Loki non riusciva a sbirciare nemmeno con il seidr.

-Che dovrei fare?- chiese seccato -Leggere?-

-Giurare sul tuo sangue e leggere a voce alta subito, senza prima sapere cosa c'è scritto. E bada che l'ho scritto io, dunque mi accorgerò se salterai anche solo una sillaba. Se lo farai, o se non leggerai fino alla fine, riterrò il giuramento non valido ed il nostro accordo nullo. Mi hai capito, Loki?-

Le provocazioni stavano riuscendo benissimo, ma Loki aveva più di tutto fretta di uscire e di mettersi al lavoro, e dunque si ripromise di non raccoglierne.

-Ben architettato, senza dubbio. Va bene, sono disposto a giurare-

Nessuno sottolineò che non era “disposto”, era “obbligato”.

Odino abbassò Grungnir in modo che la punta fosse a portata di Loki.

-Quando sei pronto- gli disse solo. E no, non gli avrebbe dato quella pergamena nemmeno un secondo prima del sangue.

-Molto astuto da parte tua: la lancia dei re di Asgard annulla la magia. Così dovrò ferirmi davvero, non è così?-

-Non hai mai mancato di intelligenza-

Lui annuì a quel riconoscimento inaspettato ed amaro.

Non aveva voglia di perdere altro tempo, dunque premette il palmo della mano aperta dove la lama era più affilata.

Subito sentì il bruciore della ferita, ma sapeva che per un giuramento del genere non sarebbe bastato un graffio. Strinse i denti e premette più forte per fare in modo che il suo sangue macchiasse la lama e restasse visibile, a scanso di equivoci.

Odino lo osservò solo un attimo dopo che ebbe alzato la mano ferita, e gli porse la pergamena.

Loki sapeva che non aveva scelta, e dunque iniziò a leggere con la sua voce migliore. Quella che avrebbe usato un giorno per fare un discorso a dei sudditi che lo apprezzassero.

-Io, Loki di Asgard, figlio di...- si dovette interrompere, perché, davvero, Odino non poteva davvero essere stato così... così stronzo, ecco! Bè, che importanza aveva? Tanto lui non aveva ascelta se non pronunciare ogni singola parola. Si schiarì la voce e continuò -... figlio di Laufey degli Jotnar, giuro sul mio sangue che non tenterò di impossessarmi della gemma dell'infinito, e non tenterò di usarne il potere in nessun modo. Giuro di proteggere Asgard e tutti i suoi abitanti, e di non nuocere con intenzione a niente e nessuno né con azioni né con omissione di agire o di consiglio, fino a quando la minaccia rappresentata dagli elfi oscuri non sarà cessata e fino a quando il sovrano di Asgard non mi libererà dal giuramento-

Restituì la pergamena in punta di dita, come avrebbe restituito un pezzo di carne marcio.

-Bene, ho giurato. Adesso?-

Persino Thor sembrava imbarazzato ed aveva gettato ad Odino un'occhiata come a dire “era davvero necessario?” quando aveva sentito il riferimento a Laufey.

-Adesso il tuo custode. Dammi il braccio-

-Non ho almeno il diritto di sapere chi sarà a controllarmi? O come?-

-No-

-Bada a te! Ora stai esagerando!- e subito dopo la rabbia gli venne un atroce sospetto -Aspetta... non vorrai dire... Thor?! No, seriamente... Thor?!!-

Certo, chi altri gli avrebbe potuto essere affibbiato come... custode?

Anche se il diretto interessato sembrava sconvolto almeno quanto lui. Padretutto non doveva averlo informato del suo ruolo in tutta la vicenda, e lui era stato ovviamente troppo stupido per farsi due domande prima di essere colto alla sprovvista.

-Sì: sarà Thor. Adesso dammi il braccio se vuoi uscire da questa cella-

Lui lo fissò con uno sguardo che avrebbe potuto incenerirlo. Peccato che aveva appena giurato con il sangue di non attaccare nessun asgardiano, altrimenti Odino avrebbe già salutato di persona i suoi antenati deceduti nei secoli precedenti.

-Stai attento, Padretutto. Dovresti sapere che umiliare il nemico senza avere la certezza di riuscire a schiacciarlo è molto pericoloso-

Però alla fine stese il braccio sinistro. Non aveva ascelta.

Odino gli chiuse attorno al polso un pesante bracciale di bronzo, intarsiato con giri e giri di rune. Un incantesimo molto complicato, in cui sarebbe stato difficile trovare un punto debole; difficile ma non impossibile.

L'altro bracciale, gemello, fu chiuso al polso destro di Thor, che guardava a terra e sembrava sinceramente in imbarazzo. Almeno aveva quella decenza.

-Tanto per curiosità- provò a domandare Loki mentre osservava il bracciale in controluce con aria critica -Che succederebbe se tentassi di liberarmi da questo?-

-Non farlo- lo ammonì Odino.

-Perché?-

-Tu non farlo e basta. Sarà meglio per te-

Non sarebbe stato possibile ottenere altra risposta da Odino, e Loki non voleva nemmeno perdere altro tempo.

Raddrizzò la schiena e fece un bel respiro -Complimenti. Pare che io sia incastrato per bene. E adesso portatemi dall'Aether-

********

Frigg aspettava. Che altro poteva fare?

Sapeva che Loki avrebbe giurato, ma finché non lo avesse visto con i suoi occhi nella stanza che aveva preparato per lui non si sarebbe sentita tranquilla.

Intanto ingannava l'attesa spiegando a Jane ed a Darcy tutto quello che su Midgard era andato perduto a proposito del ciclo femminile.

Ed erano veramente tante cose!

Non sapeva se erano più sorprese le due ragazze quando lei aveva detto che i giorni del sanguinamento sono preziosi perché aprono la porta verso altri mondi, oppure lei quando, dalle loro spiegazioni, aveva capito che su Midgard il ciclo era considerato niente più che una fastidiosa funzione fisiologica.

Frigg era allibita.

Jane e Darcy pure.

Ma almeno Jane aveva smesso di singhiozzare.

*********

-Madre ti ospiterà nei suoi appartamenti. Per ora è lì che si trova Darcy ed i pochi guaritori che sanno della presenza dell'Aether-

Loki non diede nemmeno segno di averlo sentito. Camminava al suo fianco rigido, altero, con la grazia del principe che era stato ma anche con qualcosa in più.

“Che cosa ti è successo, fratello?” Loki era cambiato. Era cresciuto, in un certo senso, ma portava troppe cicatrici come testimonianza del prezzo che aveva pagato.

-Ehi! Ti dispiace dare un segno di vita quando parlo con te?-

-Ho capito, Thor, non sono sordo-

-E allora perchè non rispondi?-

-Ho mai risposto alla banalità?-

-Sei insopportabile-

-Non parlarmi più del necessario e non avrai motivo di lamentarti di me-

-Loki, se ce l'hai con me per la storia del bracciale, ti giuro che non lo sapevo-

-Posso anche crederti. Ma non è per il bracciale che ce l'ho con te-

-Ed allora per cosa?-

-Io comincerei dal fatto che esisti e respiri ancora-

C'era un limite alla pazienza, specie a quella del dio del tuono.

Senza pensare Thor aveva agguantato suo fratello dal bavero e lo aveva sbattuto contro la colonna più vicina.

Era stato un gesto istintivo. Gli era mancato, in effetti.

-Non ti picchio adesso perché hai un compito da svolgere e perché non sarebbe corretto picchiare chi non può rispondere ai miei colpi. Metti tutto in conto per quando sarai libero dal giuramento-

Lo lasciò andare e Loki per pima cosa pensò a sistemarsi di nuovo la casacca.

-Mettilo in conto tu. Sarai tu a pagare il prezzo più alto- gli rispose secco.

Thor scosse la testa. E dire che quella avrebbe potuto essere un'ottima occasione per recuperare qualcosa di buono, se ancora c'era, da quel fratello che non aveva più... ma le premesse non avrebbero potuto essere peggiori!

Padre aveva fatto uno sbaglio imponendogli il bracciale e la sua custodia.

-Andiamo. Madre ci aspetta- gli disse prima che la situazione degenerasse in altro modo.

**********

-Loki!- la prima, vera reazione di Frigga nel trovarselo davanti sano, salvo e senza catene, sarebbe stata correre ad abbracciarlo, ma sapeva che Loki non l'avrebbe presa bene.

-Benvenuto. Sono contenta di avere il tuo aiuto-

-Ti ringrazio. Posso vedere l'Aether?-

Non si aspettava nessuna reazione calorosa, ma forse era perchè Thor era presente. O forse perché l'orgoglio di Loki era troppo ferito e lui si era troppo chiuso in sé stesso. Comunque fosse non era quello il momento di discuterne.

-Certo, vieni con me. Thor, tu puoi andare. Ti manderò a chiamare se avrò bisogno di te-

Per un lungo momento Thor scrutò prima lei e poi Loki. Sembrava che volesse chiedere qualcosa, ma alla fine non lo fece.

-Va bene. Ci vedremo dopo, Madre-

***********

Darcy era per l'ennesima volta distesa sul piano della fucina dell'anima.

Si era quasi abituata alle luci strane, ai guaritori, alle loro parole incomprensibili, e dunque era relativamente tranquilla.

Lasciava ciondolare la testa appena oltre il piano del tavolo, e stava giusto pensando di risistemarsi gli occhiali prima che cadessero definitivamente a terra, quando lo vide: dalla sua prospettiva Loki era a testa in giù, ma i capelli neri e l'aria torva da psicopatico erano identici alle foto che aveva visto lei di New York.

-Ma che ci fa lui qui?!-

Era scattata a sedere troppo in fretta ed aveva finito per cappottare giù dal tavolo.

Si rialzò meno peggio che poteva, massaggiandosi il ginocchio ammaccato.

I guaritori la osservavano confusi, ma evitavano accuratamente di girarsi verso Loki.

Per fortuna Frigg prese in mano la situazione.

-Signori, potete lasciarci soli per il momento? Vi ringrazio-

Più che uscire dalla stanza i tre seidmadr sgusciarono via con tutta la fretta che la dignità permetteva loro.

Una volta rimasti solo loro tre anche Frigg sembrò più rilassata.

Darcy invece non era rilassata per niente, e dal tavolo dietro di lei, dove si era appoggiata, prese una bottiglia di vetro da rompere ed usare come arma in caso di emergenza.

-Darcy, cara, puoi stare tranquilla. Lui è Loki...-

-Lo so chi è, per questo non sto tranquilla-

-Oh, bé, capisco che nel tuo mondo non abbia una buona reputazione, ma ti assicuro che è qui per aiutarci-

-Se lo dite voi...-

-Posso giurartelo. Loki, vieni avanti. Lei è Darcy Lewis, la fanciulla che è stata scelta dall'Aether come custode-

Qualcosa passò in un lampo negli occhi chiari di Loki, qualcosa che non le piacque affatto: la fissava come lei di solito fissava i pacchetti extralarge di M&M's.

Strinse più forte la bottiglia.

-Onorato di fare la tua conoscenza, Darcy Lewis-

La sua voce era fredda, incolore. Si vedeva che non gliene fregava nulla di tutte quelle formalità.

-Sì, ok, anche per me è un piacere. Ti avviso che nella mia mente non c'è nulla di interessante, quindi non entrarci-

Chissà se quel flettere le dita era espressione di un inconscio desiderio di strangolarla? Neanche troppo inconscio.

-Sappi che non ci sarebbe nulla che mi potrebbe interessare. Io mi occupo solo dell'Aether-

Lei lo scrutò sospettosa. Non era stupida. E per principio non si fidava delle persone con la fronte troppo alta.

-Sei sicuro?-

Lui fece un gesto di stizza come per scacciare un insetto particolarmente molesto.

-Ritengo che sia sciocco e superstizioso da parte tua avere paura di me solo per quello che hai sentito dire sul mio conto. Non vuoi concedermi una possibilità? Potresti raccontare di essere uscita indenne da un confronto con il dio degli inganni, e non sarebbe cosa da poco-

Darcy era ancora sospettosa. Negli occhi verdi di Loki c'era qualcosa di irrequieto che la faceva stare in guardia.

-Solo una possibilità. E non fare mosse false-

Lentamente, posò la bottiglia di nuovo sul tavolo ma sempre a portata di mano.

-Come dici tu. Adesso posso vedere la gemma?- Loki le tese la mano.

Lei guardò velocemente Frigg, e solo quando lei annuì allungò a sua volta la mano per toccare quella di Loki.

Aveva delle belle mani. Aveva l'aria da maniaco omicida, ma sulle mani niente da eccepire.

Erano forti, sicure, asciutte quando toccavano la sua pelle seguendo la linea delle ossa, dei tendini, delle vene sottopelle.

Loki le voltò la mano con il palmo verso l'alto e lì si vide benissimo Eather che scorreva nelle sue vene.

-Che ne pensi, Loki?- chiese Frigg.

Lui era ancora assorto nella sua osservazione, e mano a mano che la cosa rossa reagiva al suo tocco Loki abbandonava l'aria corrucciata per lasciare spazio a qualcosa di più genuino.

Sembrava contento. Come un bambino la mattina di Natale.

-Non ci credevo... è davvero l'Aether! È la gemma dell'infinito!-

Alzò gli occhi e per la prima volta Darcy lo vide sorridere.

Il suo sorriso non era male. Era esaltato, febbricitante, ma Darcy doveva ammettere che aveva un certo fascino.

-Abbiamo qui ad Asgard già due delle gemme dell'infinito... Perché non avete ancora ucciso il corpo ospite?!-

Crash!

E meno male che aveva tenuto la bottiglia a portata di mano!

************

-Algrim-

Ormai lo sentiva avvicinarsi.

-Si sono risvegliati tutti. I lavori di riparazione sono già iniziati- gli disse lui.

Il brulicare che vedeva nei livelli sottostanti dell'astronave ne era la prova.

Dall'altezza a cui si trovava, Malekith vedeva il movimento di un formicaio: tante operaie, pochi soldati. Troppo pochi. Ma quei pochi erano tutto quello che restava e si sarebbe dovuto accontentare.

-C'è segno di qualcuno che potrebbe sopportare abbastanza a lungo il potere di una maledizione?-

-Più a lungo di me?-

-So che sarebbe impossibile. Nessuno può eguagliare la tua forza. Qualcuno che non muoia immediatamente, almeno-

Algrim venne accanto a lui, appoggiandosi alla stessa balaustra, prima di rispondere.

Anche lui guardava in basso, al viavai di esseri che si muovevano, ombre tra le ombre.

-Nessuno di loro resisterebbe per più di poche ore, e non sappiamo quanto tempo potrebbe volerci per distruggere le difese di Asgard o recuperare l'Aether. Ci serve più tempo possibile-

Malekith non ripose. In quel momento nemmeno gli interessava, forse, perché stava esaminando un'altra questione.

Algrim era accanto a lui, e lui non ne era infastidito. Chiunque altro si fosse permesso di mettersi come suo pari sarebbe stato giustiziato all'istante.

E poi il suo nome, Algrim il Forte, significava davvero che lui era il più forte di tutti. Più forte anche di lui.

E la sua forza non era una minaccia al suo potere, poiché Algrim l'aveva sempre usata mettendola spontaneamente al suo servizio.

Non per paura o per minaccia, ma perché era convinto della loro missione: togliere la luce agli esseri che l'avevano imposta.

Malekith era il padrone della magia, Algrim era padrone della forza fisica.

Le loro abilità si completavano in modo troppo perfetto per decidere di trattarlo come una semplice pedina.

-Se solo avessimo altre pietre della maledizione non sacrificherei te-

Era inutile persino dirlo, perché i se non vincono le battaglie.

E tuttavia lo aveva detto.

Sentì la mano di Algrim stretta sulla sua spalla. Anche lì, ne sentiva la forza ma era priva di minaccia.

-Per me è un onore la considerazione che hai di me. Forse non sarà necessario usare la pietra della maledizione, ma se lo fosse, non avere esitazioni-

Algrim si allontanò, e Malekith si rese conto che gli mancava il peso della sua mano addosso.

*************

Il palmo gli bruciava terribilmente lungo la ferita del giuramento di sangue, grazioso monito per il futuro a non “nuocere a nessuno” nemmeno per istinto e dopo essere stato provocato con una bottiglia spaccata sulla testa.

Quella peste di una mortale non era asgardiana, dunque in teoria era esclusa dal suo giuramento, ma era ospite personale della regina di Asgard, e quindi era comunque protetta.

Accidenti alle leggi di Odino!

Ed in più “Resta fermo” “Togli quella mano” “Te la sei cercata, non puoi negarlo”.

E Loki poteva solo restare imbronciato e zitto, mentre sua madre lavorava per togliergli le schegge che si erano infilate sottopelle attraverso i capelli.

**************

Era al limite della demenza pensare che Loki si sarebbe presentato a cenare con loro, eppure Thor ci aveva sperato.

Dal suo posto a tavola Thor scrutò ansioso sua madre che tornava in sala, e si aspettava di vedere apparire dietro di lei la figura alta di suo fratello.

Non avvenne.

Frigg era sola.

Avrebbe cenato da solo, ospite di sua madre, a quanto pareva, dato che anche Jane si era scusata, e Darcy era rimasta a farle compagnia.

-Mi dispiace vedere tanta delusione nel tuo sguardo, figlio mio-

-Perdonami, Madre. Dimentico sempre che le cose non si aggiustano facilmente come vorrei io-

Frigg gli sorrise e per la seconda volta in due giorni si fermò ad accarezzarlo.

-Non c'è nulla da perdonare-

Si sedette a tavola di fronte a lui, e Thor trovò qualcosa di incredibilmente confortante in quel momento.

-E Jane? Non puoi dirmi che cos'ha?-

-Non posso farlo senza tradire la sua fiducia. Sarà lei stessa a parlartene quando si sentirà di farlo, per ora ti basti sapere che non è nulla di grave e si riprenderà presto. Comunque sia, se per caso a te fosse venuta l'idea di fare una passeggiata in terrazzo fino alla sua stanza,stasera, diciamo che te lo sconsiglio-

Thor arrossì e rimase zitto.

Non ebbe il coraggio di chiedere “se” sua madre sapeva della sera prima.

**************

Davanti a lui si stendevano centinaia di pianeti e miliardi di esseri viventi.

Heimdall scrutava ogni cosa in cerca di un segnale qualsiasi da riferire ad Odino, ed il fatto che non vedesse nulla non sapeva se dovesse essere motivo di sollievo o di preoccupazione

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Cantuccio dell'Autore


Bentornati! Voglio ringraziare Nicol99, Francis Joy ed EliseCS che hanno aggiunto la storia tra le seguite. Un mondo di grazie, anzi, nove mondi <3


E adesso le note:

-Avete mai notato che si parla tanto di girlpower e di “io decido da sola” e poi, dopo anni di personaggi femminili che cercano di riscattare gli stereotipi, ancora nessuno ha parlato esplicitamente di ciclo?

Insomma, Vedova Nera, Carol Denvers, Peggy Carter, Pepper Potts, Wanda Maximoff... tutte immuni alla sindrome premestruale? O tutte le vicende guardacaso iniziano subito dopo i giorni del mestruo e si concludono poco prima di quello successivo? O magari sono proprio loro che, sapendo di avere poco tempo a disposizione, si spicciano a sconfiggere i cattivi per poi potersene tornare in pace su un divano ad ingozzarsi di cioccolato quei pochi giorni al mese? Misteri della biologia della Marvel, temo...

-Algrim e Malekith. Andiamo, non sono shippabilissimi? Adesso grazie a me sì.


Al prossimo capitolo


Makoto


   
 
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