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Autore: Mentos E CocaCola    07/10/2019    0 recensioni
La valle di Moonacre è sotto il dominio dei De Noir.
I Merryweather sono solo un'umile famiglia di contadini, sempre indietro con i pagamenti, ma chi non paga è obbligato ad abbandonare la propria casa per servire i De Noir nella loro Rocca.
Questo è il destino di Maria Merryweather...
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Maria Merryweather, Robin De Noir
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Tutte le serve del castello erano vestite di marrone, Maria invece doveva indossare un abito nero con il corpetto rosso. Erano i tipici colori dei debitori, se li sarebbe potuta togliere solo quando suo zio avrebbe pagato i tre scellini con gli interessi.
Maria sospirò mentre alimentava il fuoco in sala da pranzo.
Suo zio non sarebbe mai arrivato a quella somma, doveva già iniziare a pensare per il pagamento dell’anno dopo se non voleva a sua volta finire alla Rocca con l’illusione di una libertà che non sarebbe mai arrivata.
Prese il cesto che le stava accanto e uscì nel cortile della Rocca per dar da mangiare agli animali.
-Sei la ragazza del villaggio vero?-
La voce la fece sobbalzare, si voltò velocemente e vide un ragazzo appoggiato ad una delle colonne del porticato che circondava il cortile.
Era tutto vestito di nero come tutti i De Noir, era riccio e aveva degli occhi bellissimi, neri, profondi, in cui ci si poteva specchiare.
Era proprio un bel ragazzo e Maria se ne sarebbe accorta se non fosse stato tanto spaventata per il suo ghigno.
La ragazza annuì, poi continuò svelta a fare il suo lavoro. Voleva andarsene al più presto, quel ragazzo la metteva a disagio, sapeva che era qualcuno d’importante anche se non lo aveva mai visto, quell’aria arrogante era tipica dei potenti.
Maria si voltò stizzita dato che sentiva ancora il suo sguardo su di lei, che la esaminava.
-Chiedo il permesso di andare- disse con un inchino frettoloso.
-Abituati a questa vita, nessun debitore è mai uscito dal castello e credo che neanche tu ce la farai, tuo zio deve già iniziare a lavorare per riuscire a pagare i quindici scellini del prossimo anno. Rassegnati all’idea di rimanere qui per sempre-
Maria abbassò lo sguardo.
Sapeva che aveva ragione e la verità a volte è l’unica arma che distrugge la speranza.
-Perché mi state dicendo queste cose? Vi piace così tanto vedere il mio cuore spezzato e le mie lacrime?-
-Sto dicendo che siamo entrambi parte di uno stesso destino-
Maria lo guardò confusa e con una punta di interesse. Che cosa voleva dire? Di sicuro lui non era un debitore né tanto meno un comune servo…
Il ragazzo si accorse che i suoi occhi lo stavano scrutando e subito fece comparire sulle sue labbra un sorriso malizioso.
-Non ti preoccupare, farò in modo che il tuo soggiorno qui sia piacevole-
Maria subito indurì lo sguardo cogliendo la velata minaccia nelle sue parole.
Si inchinò freddamente e gli voltò le spalle per tornare svelta nelle cucine.
Aveva le guance in fiamme per la rabbia e la paura, nello sguardo di quel ragazzo non c’era traccia di scherno o di ironia, quella minaccia era reale e, anche se non voleva ammetterlo a se stessa, l’aveva impaurita.
Accelerò il passo e proprio in quel momento comparve dietro l’angolo una signora.
Maria non riuscì ad evitarla in tempo e si urtarono violentemente a vicenda.
-Scusatemi signora, ero sovrappensiero e non vi ho vista, perdonatemi-
Alle sue orecchie arrivò una risata argentina che la lasciò a bocca aperta per la sorpresa.
Alzò subito lo sguardo e incontrò due occhi dolci e sorridenti.
-Non vi preoccupate- disse la donna raccogliendo da terra il cestino di Maria e porgendoglielo.
Maria la guardò stupita. La donna che le stava davanti era decisamente di sangue De Noir e quindi come poteva dare del “voi” ad una serva?
-Vi ringrazio-
-Ma voi siete sconvolta! Venite nelle mie stanze troverete del tè, vi farà bene e se volete potete raccontarmi tutto-
Maria la guardò stupita ed allarmata allo stesso tempo, sicuramente quella signora era parente del ragazzo in cortile.
-Vi ringrazio ma devo tornare in cucina-
-Oh, potranno fare a meno di voi, non potete di certo lavorare in questo stato, venite-
Maria si arrese e seguì la sua padrona nelle sue stanze dove sul tavolo vi erano già due tazze ed una teiera fumante.
Maria fece per versare il tè, ma venne subito fermata.
-Ora mia cara raccontatemi tutto-
Maria sorseggiò il suo tè e poi guardò la donna.
-Ieri la mia vita è cambiata, mio zio non ha potuto pagare per intero la tassa e quindi mi sono ritrovata qui… ma ciò che mi ha sconvolto di più è stato, diciamo, uno spiacevole incontro che è avvenuto poco fa-
La donna la guardò preoccupata.
-Cos’è successo? Qualcuno vi ha fatto del male?-
-No… ma ha minacciato di farlo- sussurrò Maria ricordandosi dello sguardo e del ghigno del ragazzo.
-Chi è stato?- chiese rabbuiandosi.
Maria ammutolì abbassando lo sguardo e bevendo il suo tè.
-Vi prego ditemelo, non abbiate paura-
La ragazza sospirò.
-Era solo un ragazzo- sussurrò Maria cercando di non dar peso alla cosa.
La donna la guardò allarmata.
-Indossava una bombetta?-
-Sì…sì, ma non penso sia l’unico nella Rocca-
-Bambina mia, nessuno è attaccato alla sua bombetta come il principe-
Maria si sentì sprofondare, cosa poteva fare contro un principe? Come poteva anche solo sperare di difendersi?
-I-il principe?- sussurrò titubante dato che all’improvviso sentiva mancarle la voce.
-Sì, temo che il ragazzo che ti ha minacciata sia mio fratello, Robin De Noir-




CIAO A TUTTI, SPERO CHE IL CAPITOLO VI PIACCIA!
  
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