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Autore: Alibanana97    07/10/2019    0 recensioni
Crossover scritto a quattro mani con claudd97.
Immaginate se i personaggi di Glee facessero parte del mondo magico: all'improvviso, si ritrovano a doversi trasferire per un intero anno ad Hogwarts, dove conoscono i personaggi di Harry Potter. Cosa succederà? Quali amori nasceranno?
Dal testo: "Gli studenti, a partire dal quinto anno, verranno divisi nei vari gruppi dei laboratori e saranno mandati in varie scuole da ogni parte del mondo. [...] Precisamente, voi verrete accompagnati alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts"
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Blaine Anderson, Hunter Clarington, Kurt Hummel, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Kurt, Finn/Rachel, Nick/Jeff, Sebastian/Thad
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ecco a voi il capitolo 16, spero continuiate a leggere la mia storia nonostante il mio enorme ritardo nel pubblicarla, cercherò di pubblicare più spesso, promesso! Se vi va lasciate una recensione, una critica o un parere! Buona lettura!

Nel frattempo, sulla pista, le persone rimaste stavano ancora ballando, tranne Lavanda, che, dopo che Finn e Ron se n’erano andati ubriachi, si era messa di nuovo alla ricerca di Hunter, che sembrava non esserci da nessuna parte. Ad un certo punto, si scontrò con Zacharias Smith. “Oh scusa Zac, stavo cercando Hunter e mi sono distratta. A proposito l’hai visto?” “No, mi spiace. In realtà anche io stavo cercando il mio accompagnatore, Trent. L’hai visto da qualche parte? Sembra essere sparito.” “Oh… Beh, potremmo cercarli insieme!” esclamò quindi Lavanda, sorridendo. Zacharias annuì e i due ricominciarono insieme le ricerche. Hunter però, come Trent d’altronde, non l’avrebbero mai trovato, in quanto era con quest’ultimo ben nascosto in uno sgabuzzino poco distante dalla Sala Grande. Infatti, i due non avevano intenzione di uscire allo scoperto in quel momento, poiché erano “impegnati” a limonare.

Intanto, in un punto nascosto della sala, dopo aver bevuto più di un paio di drink, Harry era finalmente riuscito ad allontanarsi da Terry e ad avvicinare Draco, che aveva provato a evitarlo tutta la sera. Di fatti Harry in quel momento era riuscito a frapporsi tra Draco e la pista, bloccandolo prima che scappasse di nuovo da lui. “Draco dobbiamo parlare” iniziò Harry, preso da un impeto improvviso di coraggio. “Che cosa vuoi, Potter?” controbatté sgarbatamente il biondo. “Vorrei solo sapere che ti passa per la testa in questo periodo! Continuavi a trattarmi male, più del solito, e poi improvvisamente vieni a chiedermi scusa?!” spiegò il moro. “Non mi pare ci sia niente di strano nel fatto che io ti tratti male, semplicemente in questo periodo mi sono accanito più delle altre volte e il perché non è affar tuo. E poi oggi non capisco come mai tu sia venuto al ballo con Terry Steeval, è uno sfigato!” “Ok… Ma cosa ti importa con chi vengo al ballo? Ti interessi di me ora?! E poi anche tu sei venuto con Astoria, lei è meno sfigata di Terry? E davvero, non capisco: quale problema hai con me? E…” Harry aveva iniziato a fare una serie di domande, preso dalla confusione e dalla gelosia verso Astoria, quando Draco lo interruppe. “Fai troppe domande, Potter. Ce l’ho con te perché sei tu e basta. E per quanto riguarda le scuse, chiaramente l’alcool deve avermi dato alla testa…” “Si ma questo non giustifica nulla!” sbottò il Grifondoro. Draco, stanco del suo continuo parlare, alzò gli occhi al cielo. “Senti, ti ho già detto che parli troppo. Stai zitto adesso” sussurrò per poi posare le proprie labbra su quelle del moro, impadronito dalla passione che l’alcool contribuì ad aumentare. Harry rimase spiazzato dal suo gesto, ma non lo bloccò e in un primo momento ricambiò con foga il bacio, d’altronde lui provava qualcosa di davvero forte per il Serpeverde; successivamente, preso da un momento di lucidità, si rese conto di cosa stesse succedendo e così si staccò, guardò Draco negli occhi e dopodiché corse via, rintanandosi nel suo dormitorio.

Il giorno dopo, Thad fu svegliato dalla luce del sole che filtrava dalla finestra, e mettendosi seduto, si ritrovò con un gran mal di testa da post sbornia. Così si massaggiò la testa e iniziò a guardarsi intorno, cercando di ricordarsi cosa fosse successo la sera prima. In quel momento, si rese conto di non essere in camera sua e di essere in parte svestito, poi notò vicino a lui un ragazzo seminudo avvolto nelle coperte. Ma che diamine aveva combinato? Pensò. Poi si avvicinò per vedergli il viso e si accorse che il ragazzo sconosciuto era Sebastian. Improvvisamente i ricordi si fecero vividi nella sua mente, così cacciò involontariamente un urlo, che fece svegliare il francesino. Sebastian aprì gli occhi, lo vide e sorrise maliziosamente. “Oh, buongiorno Thaddy. Che bella visione di primo mattino” mormorò facendogli l’occhiolino e mettendosi seduto a guardarlo. “Buongiorno? Buongiorno?! Buongiorno un corno! …Dimmi che non è successo veramente quello che penso” “Cosa? Che siamo andati a letto insieme?” rispose retoricamente il più alto, schernendolo. “No, no, no, no, no! Non doveva succedere!” “Beh, stanotte non mi sembravi così contrariato alla cosa, anzi mi dicevi continuamente di…” “SEBASTIAN!” lo bloccò Thad irritato. “Io NON volevo venire a letto con te! Mi ci hai trascinato tu! Io ero ubriaco e tu ne hai approfittato!” “Io non ho approfittato proprio di niente, tu sei voluto venire. E poi, non eri così ubriaco, ricordi tutto! Quindi, ammettilo, nella parte più profonda di te, non vedevi l’ora di saltarmi addosso, ti ricordo il nostro quasi bacio dell’altro giorno…” spiegò saccente il francese, ghignando. Thad arrossì sentendo quelle parole. “N-non è affatto vero, è stata solo una svista data dal mio essere brillo di ieri sera!” “Beh, ciò che so è che eri consenziente e che io non ti ho costretto a fare nulla! Anzi, sono stato carino e pacato con te, il che è strano per me.” concluse il più alto, un po’ effettivamente confuso dal suo comportamento. “…Quindi dovrei sentirmi onorato?!” domandò dopo un po’ Thad, sarcastico. Sebastian si riprese dai suoi pensieri. “Come vuoi tu” commentò, alzando le spalle. “Comunque non sei stato affatto male” sussurrò ridacchiando, per poi alzarsi e vestirsi. “Oddio, oddio, oddio… Non posso aver- aver perso la mia verginità con lui…” sussurrò Thad a sé stesso, passandosi una mano tra i capelli neri scompigliati. Sebastian, sentendolo nonostante avesse parlato a bassa voce, si girò verso di lui. “Aspetta cosa?! Hai perso la verginità con me? Quindi tu non avevi mai…” “No! No, Sebastian! Non avevo mai fatto sesso prima!” sbraitò Thad, tutto rosso in viso. “E non posso credere di aver sprecato la mia prima volta con TE!” “Ehi, guarda che mi offendo! E ripeto: non sembravi così infelice quando l’abbiamo fat-” spiegò Sebastian, altezzoso, ma venne ancora una volta interrotto da Thad. “Ho capito cosa abbiamo fatto, va bene?” sospirò. “Però volevo che la mia prima volta fosse speciale…” mormorò deluso. Sebastian lo guardò. “Tutte baggianate, Harwood. La storia della prima volta è una cagata. Non si è mai contenti della propria prima volta, ok? E poi, poteva andarti peggio. Anzi, ti è andata bene: hai fatto sesso con il ragazzo più esperto” mormorò Sebastian, sghignazzando. Thad sospirò. “Forse hai ragione… Ma non doveva andare così! Non dovevo finire a letto con te, né baciarti, né venire al ballo con te! È stato tutto un errore… Ma tra tutti, perché proprio tu, eh?” Sebastian sorrise. “Forse era destino, mon petit cherì” commentò. “Hai ragione, forse lo era. In fondo non avevo previsto tutto questo, ma non posso dire che non mi sia piaciuto… Ehi, aspetta: come mi hai chiamato?” chiese il più basso, curioso. Sebastian ridacchiò. “Vedi, così si ragiona! E poi, non posso non ammettere che sia piaciuto anche a me” gli fece l’occhiolino, maliziosamente. “Comunque, ti ho chiamato mon petit cherì, è francese, vuol dire mio tesoro” gli spiegò il più alto, finendo di vestirsi. Thad arrossì alle sue parole e poi sorrise involontariamente: anche se aveva fatto una cosa che non avrebbe mai fatto in passato, anche se aveva fatto una cazzata, alla fine gli era piaciuto e forse ne era valsa la pena perché si stava avvicinando a Sebastian. Così sorrise, più rilassato, e si alzò, iniziando a cercare i suoi vestiti con calma, fortunatamente era domenica e non avevano lezioni quel giorno. “…Ah! E Thad?” lo richiamò Sebastian, dopo averlo guardato. “Sì?” domandò curioso il più basso, alzando lo sguardo in direzione del Serpeverde. “Vorrei riavere i miei boxer” sussurrò ridacchiando il francese, indicando le mutande che aveva su Thad in quel momento. Il Tassorosso, esterrefatto, abbassò lo sguardo e notò che i boxer che indossava non erano suoi, così avvampò. “E-ehm sì, vado a cambiarmi e te li ridò!” esclamò poi, imbarazzatissimo, per poi raccogliere i suoi vestiti e correre in bagno a cambiarsi. “Ok, Thaddy!” concluse Sebastian, ridendo: era la prima volta che trattava così gentilmente una delle sue “prede”, ma non gli dispiaceva affatto Thad, era davvero carino e aveva un bel culo, ma era diverso dagli altri, forse era questo che lo spingeva ad essere gentile con lui… o forse si stava rammollendo davvero? Nah, Sebastian Smythe non si rammollisce! Però tutto sommato, la compagnia di Thad non gli faceva poi così male.

Quella stessa mattina, dopo le lezioni, anche Draco e Blaise si ritrovarono a chiacchierare, passeggiando nel giardino della scuola. “…Allora hai baciato Potter, eh?” domandò Blaise all’amico, ridacchiando, dopo che questo gli ebbe raccontato della sera prima. “Shhh, sta zitto Blaise!” lo ammonì Draco. “Comunque sì, ma non so come sia successo e mi sono sentito strano; e credo anche Potter, da come è corso via”. Blaise alzò le spalle. “Forse doveva andare così e comunque, guarda il lato positivo: Harry sarà anche scappato, ma ora sa che vuoi avvicinarti a lui, sei un passo più vicino alla meta, no?” rispose sorridendogli. “Sì, forse hai ragione. In fondo sono Draco Malfoy, riesco sempre nel mio intento” affermò l’altro, riprendendo la sua sicurezza. “…E a te? Come è andata?” chiese dopo, curioso. Blaise improvvisamente sbiancò. “Oh, ehm, niente di che…” mentì nervosamente. Draco lo guardò con un sopracciglio alzato. “Ok, ok. Ieri sera, come te, anzi come tutti, ero leggermente ubriaco. E sai che sono andato al ballo con Pansy per tenerti d’occhio e per avere comunque un’accompagnatrice?” continuò allora Blaise. Draco annuì, intimandolo a continuare il discorso. “Beh, quando non ti abbiamo più visto, siamo andati a ballare e, dato che lei era molto ubriaca poiché si era lasciata andare, si è appiccicata a me per tutto il tempo e poi siamo tornati insieme nella Sala Comune dei Serpeverde verso mezzanotte. Ci stavamo salutando e poi, all’improvviso, beh, ci siamo baciati” confessò Blaise, sospirando. “Tu e Pansy… Cosa?!” domandò Draco esterrefatto. “Già… Ma ammetto che lei mi piace e che effettivamente in questo periodo ho flirtato con lei, ma solo così, perché è una bella ragazza. Ma quando l’ho baciata… Beh, è stato davvero strano e mi è piaciuto” “Oh, ok… Allora qual è il problema? Vi siete baciati, chiedile di uscire!” “È questo il problema: ci siamo baciati, ma non credo se lo ricordi, era ubriaca marcia! Stamattina, quando ci siamo visti a lezione le ho chiesto se si ricordava qualcosa di ieri sera e lei mi ha chiesto il perché glielo chiedessi e se fosse successo qualcosa, io non le ho detto nulla e lei ha fatto come se non fosse successo niente! …E poi, lei mi vede solo come il suo “migliore amico”” spiegò Blaise, mormorando deluso, poi sospirò. “Ma forse non è una tragedia, forse è solo una mia paranoia, in fondo è stato solo un bacio e ci sono molte altre ragazze” concluse poi, anche se in realtà non poteva non pensare a Pansy e alla sensazione che lui aveva provato a stare con lei, anche solo per una serata.
 
Quello stesso giorno, dopo l’ora di pranzo, tutti gli studenti si ritrovarono in Sala Grande, dopo essere stati chiamati da Silente. Il preside fece un discorso per salutare i ragazzi che dovevano partire per le vacanze natalizie e che quella mattinata avevano fatto le valigie, poi lasciò spazio agli studenti per salutarsi prima delle partenze. Come ogni anno, la maggior parte degli studenti di Hogwarts stava partendo per tornare dalle proprie famiglie, anche se il castello, al contrario del solito, non si stava svuotando del tutto, poiché quasi tutti gli studenti del Glee club del McKingley rimanevano lì a causa della lontananza dalle loro case. Infatti solamente Sebastian e Hunter, che erano di famiglia benestante, avevano deciso di ritornare in America dai propri genitori. Anche molti ragazzi del Glee club di Hogwarts avevano però deciso di rimanere nel castello per stare con i loro nuovi amici. Per l’appunto, tutti i Grifondoro facenti parte del Glee club rimasero a scuola, mentre i Serpeverde partirono tutti, tranne Pansy. Tra i Serpeverde che se ne stavano andando c’era anche Draco, che era impaziente di partire, poiché voleva sfruttare quelle vacanze per avere del tempo da solo per riflettere su cosa gli stesse accadendo e su ciò che era successo la sera del ballo. Al contrario suo, Harry avrebbe voluto subito parlargli per capire cosa gli stesse succedendo e perché lo avesse baciato. Per questo motivo Harry, appena sentite le parole del preside, si alzò per andare a cercare il biondo, ma quest’ultimo, appena lo vide arrivare, si nascose in mezzo alla folla prima che lo potesse raggiungere, lasciando il Grifondoro confuso e con le sue paranoie. Nel frattempo, un po’ più lontano, Thad, seduto al suo posto al tavolo dei Tassorosso, osservava Sebastian mentre salutava i suoi compagni Serpeverde, timoroso di avvicinarsi a lui per parlare, poiché temeva che il più alto non considerasse al suo stesso modo quello che era successo tra di loro e lo vedesse solo come un passatempo. Improvvisamente Sebastian, sentendosi squadrato, si girò e incrociò il suo sguardo con quello del moro, che appena lo vide, abbassò lo sguardo, cercando di concentrarsi sul tavolo davanti a sé; però, continuando a sentire lo sguardo dell’altro su di sé, alzò di nuovo la testa e Sebastian ne approfittò per fargli un occhiolino ammiccante, che portò Thad ad arrossire. Il Serpeverde, soddisfatto della reazione dell’altro, ridacchiò, si voltò e si avviò per andare a prendere il treno. Intanto, in un angolo nascosto della Sala, stava infine Trent che scrutava la folla alla ricerca di Hunter, pensando che gli sarebbe piaciuto avvicinarsi e salutarlo davanti a tutti, ma sapeva che l’altro non sarebbe stato d’accordo e l’avrebbe allontanato. Infatti, una volta avvistato il ragazzo, Trent sospirò, si girò e se ne andò, anche se proprio in quel momento Hunter si era voltato e aveva notato il Tassorosso che lasciava la stanza.
  
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