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Autore: Leila 95    17/10/2019    1 recensioni
Mi sono chiesta spesso in questi mesi, non solo adesso, quale futuro aspetta due anime così diverse e fra loro distanti anni luce, che hanno imparato a stare da sole senza contemplare la possibilità di una vita a due – o, meglio ancora, com’è possibile che noi ci troviamo così bene insieme, malgrado tutte le nostre differenze…quelle linguistiche e culturali sono solo una piccola parte di esse.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Rechtsschreibungsreform
L’orgasmo rimbomba ancora nelle mie orecchie e in tutto il mio corpo, mozzandomi il respiro in gola. Avevo dimenticato quanto questo piacere potesse scuotere ogni fibra del mio essere e privarmi di qualsiasi energia.
Hans è ancora accucciato fra le mie gambe, si passa la lingua sulle labbra e sorride beffardo della mia espressione beata. “Sai cosa mi è mancato di più?” sussurra.
“Cosa?” gli faccio eco debolmente.
“Sentirti vibrare di piacere sotto di me.” Appoggia ancora una volta le labbra sul mio sesso pulsante, piano per non farmi male – sa che sono ipersensibile ora – e sospira, soddisfatto almeno quanto me. “E anche i tuoi artigli conficcati nella mia carne” aggiunge dopo qualche istante.
Vorrei scoppiare a ridere, ma non ho il fiato per farlo. In compenso però allento sensibilmente la mia presa sulle sue spalle. “Ti ho fatto male?” chiedo.
I suoi baci iniziano a risalire lungo il mio corpo, sulla pancia, sotto il seno. “Niente di insopportabile” dice. “Lo considero anzi come un segno del tuo apprezzamento.”
 
Questa stanza d’albergo non è il suo bilocale a Neukölln, nel quartiere turco, e questo letto è anonimo, impersonale, non ha niente a che fare con noi. Ma almeno è più vicino a casa mia – e questo è già qualcosa. Molti sono i ricordi che riaffiorano alla mente in questo istante…ricordi di noi, delle nostre prime volte insieme, dello stupore provato da entrambi nel constatare che, malgrado le differenze, c’era un’intesa incredibile fra noi – sessuale, certo, ma non solo.
“Non immaginavo che saresti venuto, Schatz” confesso.
“Mi sarei perso la tua laurea?! Per niente al mondo!” Ormai ha raggiunto il mio volto, e dà inizio ad un languido bacio sulla mia bocca semiaperta. Posso sentire il mio sapore sulle sue labbra, e stranamente la cosa non mi dà fastidio.  “Dopo tutti i sacrifici che hai fatto per scrivere quella benedetta tesi, sono stato praticamente costretto a venire qui.”
È stata proprio la mia tesi a farci conoscere – o meglio, la borsa di studio che ho vinto per ricerca tesi e che mi ha portato a vivere tre mesi a Berlino, di cui due trascorsi praticamente sempre a casa sua. Se non avessi creduto nel mio sogno, abbandonando quella tesi interamente in lingua che mi sembrava irrealizzabile, non avrei mai fatto quel viaggio galeotto, e non sarei qui fra le sue braccia ora.
Sento la sua erezione premermi contro la gamba, e mi rendo conto che lui non è stato ancora soddisfatto. “Prendi un preservativo” gli dico mentre continua a tormentarmi l’orecchio e il collo con le labbra e con i denti. Già so che domani mi ritroverò piena di succhiotti e che mia madre farà la pazza, ma so anche che non c’è modo di farlo smettere.
“Perché?”
Allungo la mano verso il suo membro, per rendere eloquente la mia intenzione, ma prontamente Hans si scosta. “Non ti permettere” mi intima. “Questa sera è per te, non per me.”
“Hans…bitte” lo imploro. Non voglio che lui resti a bocca asciutta, non sarebbe giusto. Dopodomani dovrà già ripartire, e credo sia cosa saggia sfruttare ogni momento che abbiamo insieme.
 
Il ritmo del nostro amplesso è lento, cadenzato, quasi trionfale. Non smetto di cercare il suo sguardo e di perdermi nei suoi occhi di ghiaccio nemmeno per un istante, e sorrido nel vederlo contorcersi sotto di me – ora che sono io a dominare la situazione e a essere responsabile della sua perdita di controllo. Il piacere ci coglie insieme, come sempre, eppure è come un’esperienza nuova, una rinnovata alchimia che travalica ogni confine possa esistere fra di noi.
 
Sto quasi per abbandonarmi al sonno, nel circolo sicuro delle sue braccia, ma un pensiero mi tiene ancora sveglia e non accenna ad ammutolirsi: mi sono chiesta spesso in questi mesi, non solo adesso, quale futuro aspetta due anime così diverse e fra loro distanti anni luce, che hanno imparato a stare da sole senza contemplare la possibilità di una vita a due – o, meglio ancora, com’è possibile che noi ci troviamo così bene insieme, malgrado tutte le nostre differenze…quelle linguistiche e culturali sono solo una piccola parte di esse.
Improvvisamente mi vengono in mente due professori che ho avuto all’università – lei giunonica ed impeccabile donnona tedesca e lui modesto italiano dimesso e con la testa un po’ troppo fra le nuvole, docenti rispettivamente di lingua e di letteratura tedesca…quando mi hanno detto che erano sposati, al primo anno di corsi, quasi non ci credevo – troppo diversi ed incompatibili per stare insieme, anche solo a livello fisico. Li ho visti insieme per la prima volta oggi, alla mia tesi – lei è stata la relatrice, lui il correlatore della mia tesi in linguistica tedesca sulla Rechtsschreibreform – e tutto mi è stato chiaro: non so dire bene cosa fosse, ma c’era un’energia nei loro occhi, nel modo in cui si guardavano, che ha di colpo annullato qualsiasi differenza fisica, sociale o caratteriale potesse esistere fra loro. Il loro sguardo trasmetteva ancora questa elettricità, malgrado i tanti anni insieme come coppia e come colleghi di dipartimento. Sarà vero allora ciò che si narra nei corridoi sulla loro storia – ai limiti della leggenda: si sarebbero conosciuti alla caduta del Muro di Berlino, ormai trent’anni fa, lui da una parte e lei dall’altra, uniti da uno sguardo attraverso i mattoni in quella magica notte. Chissà se è veramente andata così – a me piace crederlo.
 
Il respiro di Hans si è fatto pesante, ma la sua stretta non si è affievolita. Se ha fatto tutta questa strada solo per assistere alla mia seduta di laurea, facendomi tra l’altro una sorpresa, dubito che mi lascerà andare facilmente.
Chiudo gli occhi, cadendo finalmente nell’oblio.


♥ FINE ♥

Vagamente ispirata alla mia vita universitaria, alla mia tesi in linguistica tedesca e ai miei docenti C. e H..  
   
 
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