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Autore: Altair13Sirio    20/10/2019    1 recensioni
Non è mai stato facile vivere la vita dell'eroe per Robin, così come per Cyborg, Stella, Corvina e BB. Nonostante tutto, i Teen Titans sono riusciti a superare quel senso di "strano" che li circondava ovunque andassero e hanno deciso di andare avanti; sono diventati una famiglia, le loro amicizie e i loro amori si sono intrecciati e dopo tanto tempo finalmente i cinque eroi hanno capito cosa dovevano fare.
Tutto questo può sembrare normale agli occhi di un adulto, capace di comprendere quali siano i doveri di un supereroe e le difficoltà che porta questo tipo di vita, ma agli occhi di una bambina? Una piccola bambina eccentrica e piena di vitalità, incapace di vedere il male nella gente, come può vivere una situazione simile e in che modo potrà mai crescere se non riesce a distinguere il bene dal male?
Luna è una bambina cresciuta sotto una campana di vetro e che è sempre stata a contatto con questo mondo, vivendolo in prima persona; il suo amore per la sua famiglia è eguagliato solo dal suo desiderio di vivere la vita liberamente, incontrando tante persone e amici nuovi. Ma sarà difficile attuare questo sogno, essendo lei la figlia di un supereroe.
Genere: Azione, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Titans Legacy'
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Quando tornò a casa, Luna scoprì di avere delle visite. Non aveva ancora del tutto assimilato l’emozione per aver conosciuto dei nuovi amici, che adesso veniva a fare la conoscenza di una squadra di supereroi come quella dei suoi genitori, che erano passati di là proprio quella mattina.
<< Tu sei Bumblebee! Sei la leader dei Titans Est! >> Esclamò quando riconobbe la donna vestita di giallo e nero.
Bumblebee sembrò lusingata dall’eccitazione della bambina durante il loro incontro e si presentò con gentilezza, mentre dal centro della sala arrivarono di corsa due giovanotti identici, con indosso delle tute bianche.
Quando i due si fermarono sembrarono inchiodare di colpo, e sollevarono una ventata talmente forte che investì Luna e le fece strizzare le palpebre per non prendersi della polvere negli occhi. I due cominciarono a parlare in spagnolo, attirando subito l’attenzione della piccola Luna.
<< ¡Hola seňorita! ¡Qué linda eres! >>
<< Non avete ancora imparato a parlare una lingua che non sia lo spagnolo, voi due? >> Commentò sarcastico BB, che era abbastanza vicino per poter commentare.
I due ragazzi corsero via e Luna cercò di inseguirli, nonostante sembrassero essere troppo veloci per lei. Lasciarono una scia di disordine dietro di sé, così fu facile per la bambina capire dove fossero andati.
<< A dire il vero sanno parlare perfettamente la nostra lingua, ma quando ci sono altre persone si divertono a creare confusione in questo modo… >> Spiegò Bumblebee seguendo con lo sguardo la ragazzina che si sforzava a tenere il passo con Màs e Menos.
<< Grazie ancora per essere venuti subito, anche con il poco preavviso che vi abbiamo dato… >> Fece Cyborg, grato alla collega. Una voce giovanile li raggiunse dal centro della sala comune. Saetta si alzò dal divano ed estrasse una delle sue frecce per incoccarla nell’arco.
<< Ehi, non dirlo nemmeno! >> Esclamò. << Vi dobbiamo tantissimo, il minimo che possiamo fare è fornirvi un aiuto quando ci sono crisi come questa… E a proposito, non è che vi servirà più aiuto sul campo? >>
Robin e Cyborg guardarono il loro collega mascherato con sguardi giudicatori. << Non dovresti prendere questo lavoro sotto gamba. Anche questa è una missione molto delicata, serve una potenza enorme per contrastare la forza di Stella Nera. >>
Saetta ripose arco e freccia e strinse le spalle. << Va bene, era solo per chiedere. >>
<< Immagino che abbiate un piano, se siete stati così decisi a lasciare Luna a noi… >> Mormorò Bumblebee facendo attenzione che Luna non fosse nei paraggi per sentirla.
Robin fece scorrere lo sguardo da un lato all’altro della sala: c’era Corvina di fronte alla enorme finestra panoramica che scrutava l’orizzonte in quella tarda mattinata dove il sole aveva da poco raggiunto il suo apice nel cielo e cominciava a scendere lentamente, e c’erano Stella e Aqualad che discutevano a bassa voce poco più in là, vicino alla cucina. Fece tornare lo sguardo sulla leader dei Titans Est, e qui fu totalmente onesto con lei.
<< A dire il vero no. >> La sua affermazione lasciò completamente di stucco la donna. << Ci stiamo affidando a qualcun altro che è in possesso di più informazioni sul nemico rispetto a noi, e ci consulteremo con loro proprio prima di andare all’attacco; ma a parte questo e la speranza che i nostri poteri combinati possano in qualche modo sopraffarla, non sappiamo niente su Stella Nera. >>
<< Tuttavia sappiamo che ha fornito agli H.I.V.E. Five delle gemme capaci di amplificare i loro poteri. Se doveste incontrarli, fate molta attenzione! Anche se non credo che siano in grado di crearvi problemi
>> Aggiunse Cyborg indicandosi la mano destra, come per mostrare un anello che non aveva.
<< Grazie per la fiducia, comunque. >> Rispose Bumblebee quasi commossa. Era da molto tempo che loro e i Titans non collaboravano come quando erano giovani; a volte la sua squadra temeva di essere stata dimenticata da quelli che un po’ all’unanime erano considerati la “versione migliore” di loro. Era bello sapere che si fidassero a tal punto da affidargli la sicurezza della piccola Nirihs'Oūm.
Un’altra folata di vento accompagnò l’arrivo dei due gemelli, che si fermarono a pochi centimetri dalla loro compagna di squadra. Uno dei due aveva un ghigno soddisfatto, mentre l’altro parlava a raffica:<< Hemos revisado la torre de arriba abajo. >>
<< No hay micros en ninguna grieta. >> Disse l’altro continuando da dove aveva lasciato il fratello.
<< Sicuri? >> Fece Bumblebee con tono severo.
<< ¡Seguro, seguro! >> Risposero all’unisono aggrottando la fronte.
Bumblebee si rivolse a Cyborg. << Hanno detto di aver controllato l’intera torre. Non ci sono cimici da nessuna parte, quindi il nemico non può sapere cosa sta succedendo. >> Spiegò con voce ferma.
<< Questo mi rincuora… >> Mormorò pensieroso Cyborg. Era una fortuna che avessero la velocità di Más e Menos a disposizione, così non avrebbero perso tempo a controllare la loro base e se qualcosa fosse andato storto avrebbero potuto avvertirli subito.
<< Allora direi che è tutto pronto… >> Fece Robin voltandosi e facendo un cenno a Stella, che ora stava gesticolando furiosamente con Aqualad. Nello stesso momento fece capolino dalla porta della sala una Luna sfinita, tanto da ansimare con la lingua di fuori e da non riuscire a reggersi in piedi.
<< Ho provato ad acchiapparli, ma sono troppo veloci… >> Borbottava con un largo sorriso stampato in volto, nonostante fosse visibile il suo disappunto per non essere riuscita a seguire i due fratelli.
Robin si accorse della figlia sulla porta e la chiamò. << Luna, vieni qua. >> Disse facendole segno con la mano di avvicinarsi.
Luna riprese fiato e cominciò ad avvicinarsi, curiosa su cosa volesse dirle il padre. Con sua grande sorpresa, Robin le disse che quel pomeriggio lo avrebbe passato in compagnia dei Titans Est.
<< Dobbiamo occuparci di una missione molto importante e non possiamo portarti con noi. Così abbiamo chiesto ai nostri amici di portarti a fare una gita fuori città, mentre noi lavoriamo! >> Dritto al punto, Robin sapeva che Luna avrebbe protestato ma se sarebbe stato chiaro forse la bambina avrebbe capito prima.
<< Come? Perché no? >> Fece subito Luna, visibilmente contrariata. << E’ da un sacco che non mi portate in missione con voi, perché non posso venire? >>
<< E’ troppo pericoloso, questa volta. >> Rispose Robin con il tono di chi non ammetteva repliche. Poi si ammorbidì un poco e disse:<< Se ti comporti bene, la prossima volta ti porteremo in missione con noi! >>
Luna si imbronciò e portò le braccia al petto. << La prossima volta… >> Bofonchiò seccata.
<< Ah… Su, non fare così! >> Intervenne Bumblebee abbassandosi e regalando un grosso sorriso alla bambina. << Non eri contenta di conoscere la nostra squadra? Dov’è finita la signorina vivace che ho incontrato pochi minuti fa? >>
Nonostante i tentativi di farla sorridere, Luna rimaneva impassibile. Allora Bumblebee passò ai fatti e provò a farle il solletico, e questa volta Luna si scompose e perse tutta la sua freddezza prima di arretrare ridendo e respingendo le mani della donna.
<< Ehi, piccoletta… >> Disse una voce alle sue spalle, dandole un colpetto su una spalla. Era Saetta, che ammiccava con furbizia alla ragazzina. << Non sei curiosa di vedere la nostra aeromobile? >>
Dapprima Luna cercò di non mostrarsi interessata, ma poi non riuscì a trattenere la propria curiosità. Alla fine, quando sembrava sul punto di esplodere, esclamò:<< E va bene! Ma quando tornate voglio che mi promettete di portarmi con voi, la prossima volta! >>
La bambina si assicurò di essere estremamente chiara mentre indicava ogni singolo membro dei Titans. Robin sorrise prima di avvicinarsi per darle un grande bacio sulla fronte.
<< Puoi contarci! >> Disse. << E che ne dici se al mio ritorno andiamo a prendere un gelato? >>
Luna rise. << Va bene. >> Disse divertita, probabilmente pensando già al ritorno dei genitori. << Però ricordatelo! >>
Robin annuì. << Certo! >> Disse prima di abbracciare la figlia e rialzarsi, facendo un passo indietro.
Dopo di lui fu Stella ad avvicinarsi per salutare la bambina. << Oh, piccola mia… >> Mormorò stringendola a sé. << Mi dispiace di doverti lasciare qui, ogni volta… >>
<< Va tutto bene, mamma! >> Rispose Luna. << Tu fai del tuo meglio! >>
Stella dovette fare appello a tutte le sue forze per non scoppiare in lacrime mentre Luna rispondeva al suo abbraccio. La bambina non sapeva quanto fosse pericolosa la missione che stavano per affrontare, e questo rendeva ancora più difficile per la donna quel momento.
<< Fai la brava mentre siamo via, bambola! >> Disse Cyborg posando una mano sulla spalla di Stella Rubia e attirando l’attenzione della ragazzina, che sorrise trasporto.
Stella lasciò andare la figlia. Doveva ringraziare Cyborg per averla tirata fuori da quel momento toccante; senza il suo aiuto non si sarebbe mai staccata. Quando si fu spostata BB e Cyborg andarono a baciare contemporaneamente le guance di Luna, facendole involontariamente il solletico. << Mi raccomando, non far stancare troppo i nostri amici! >> Disse l’omino verde.
Ancora prima che Luna potesse rispondere, una mano si posò sulla sua testa e lei alzò lo sguardo per capire di chi si trattasse. Era la sua K’Norfka, che le aveva affettuosamente accarezzato la testa e rimaneva a guardarla con un sorriso incoraggiante. Non disse niente, non ce n’era bisogno; quindi nemmeno Luna disse niente in risposta, ma si limitò ad ammiccare vivacemente.
<< Ora che è tutto sistemato, possiamo andare… >> Disse Robin con un po’ di riluttanza nella voce. Bumblebee colse il motivo della sua preoccupazione; stavano trattando quella situazione come una semplice missione, ma era molto di più e tutti loro lo sapevano.
<< Hai capito tutto di quello che ti ho detto? >> Fece Stella Rubia tirando in disparte Aqualad per un momento. Prima che la donna ricominciasse a parlare, quello alzò una mano con calma e la tranquillizzò.
<< Ho tutto sotto controllo! Luna adorerà qualsiasi cosa che preparerò, te lo posso garantire! >>
Con ancora un po’ di riluttanza, la donna annuì. Quindi raggiunse i suoi compagni, che le chiesero che cosa avesse da raccomandarsi tanto con Aqualad.
<< Gli ho spiegato come preparare qualche ricetta Tamaraniana come lo Splunz o la Trak’qar, che a Luna piacciono tanto… >> Rispose lei con aria abbattuta.
Robin e gli altri non credevano che potesse essere tanto importante per Stella una cosa del genere, ma probabilmente la donna stava solo cercando di non pensare alla loro missione.
<< Mamma! >> Una vocina chiamò Stella dal centro della sala, dove erano rimasti i Titans Est e Luna. Stella Rubia si voltò e vide Luna che si stendeva per salutarla con un ampio gesto del braccio. << Fateli neri a quei cattivoni! >>
L’innocenza di Luna Bianca era commovente. Non avrebbe mai pensato che potesse accadere qualcosa di brutto alla sua famigliai in una di quelle missioni, e normalmente neanche loro avrebbero avuto molti dubbi viste le loro capacità; tuttavia in quel momento non conoscevano veramente l’entità del pericolo a cui stavano andando incontro. Quel gesto della bambina, però, riempì tutti loro di gioia.

 
*
 
I Titans partirono ognuno da diverse postazioni: Robin e Cyborg andarono nel garage per raggiungere la città via mare, mentre Stella, BB e Corvina raggiunsero il tetto della torre per lanciarsi in volo da lì. In quel modo avrebbero anche potuto intercettare eventuali nemici che volessero attaccare la torre, sapendo che loro erano andati via.
Ognuno sapeva bene verso dove dirigersi, ma Robin si assicurò di ripeterlo più volte; in ogni caso, una volta superato il mare e raggiunta la città, i Titans si sarebbero rincontrati e avrebbero continuato tutti insieme lungo la strada.
<< Sono sicura che Bumblebee e gli altri faranno un ottimo lavoro! >> Disse Corvina mentre volava accanto a Stella Rubia, con il vento che le impediva di tenere su il cappuccio.
BB, trasformato in falco, fece un piccolo cenno e sbatté le ali con convinzione voltandosi a guardare le due donne.
<< Lo so bene, Corvina… >> Disse Stella, che era ancora un po’ commossa dopo il saluto di Luna. << Ma ho un brutto presentimento, e non riguarda i nostri compagni rimasti alla torre. >>
Corvina rispose a Stella con uno sguardo dubbioso, non sapendo come interpretare i pensieri della sua amica. Probabilmente i suoi sensi continuavano a urlarle di non andare incontro al pericolo, come la mattina che erano scesi nel tunnel dove si nascondeva Sladow, ma cosa sarebbe potuto andare storto adesso? Tutti loro conoscevano Stella Nera, sapevano cosa fosse in grado di fare e quali fossero i suoi punti deboli; in più potevano contare sull’aiuto di Sladow e i suoi uomini. Era quasi impossibile perdere, in quel modo.
Mentre Stella esternava i propri dubbi a Corvina, nel tunnel sotterraneo la moto di Robin sfrecciava solitaria illuminata dalle luci artificiali che servivano a segnalare la strada. Era deciso, furioso. Non avrebbe permesso a Stella Nera di tormentare la sua famiglia un’altra volta, così come non avrebbe lasciato che Sladow facesse ciò che voleva o che gli H.I.V.E. Five si mettessero in mezzo ancora una volta. Qualunque cosa sarebbe successa, lui avrebbe lottato per difendere la sua famiglia, e li avrebbe protetti a qualunque costo!
La città era affollata a quell’ora del pomeriggio. Gli studenti erano usciti dalle scuole da un pezzo ormai, ma alcuni di loro dopo aver pranzato cominciavano a tornare indietro per le lezioni pomeridiane, e lo stesso succedeva ai lavoratori che avevano esaurito il tempo della pausa pranzo. Tutti rientravano alle loro occupazioni e i negozi cominciavano a riaprire le porte per accogliere i clienti, che tuttavia non si sarebbero presentati molto presto. I Titans, riunitisi sulla costa, avevano cominciato a dirigersi verso la fine della città.
Guidati da Robin, che attraversava le strade a tutta velocità rombando con la sua moto, i Titans videro la torre sul loro isolotto farsi sempre più piccola fino a sparire dietro ai palazzi che crescevano a mano a mano che si inoltravano nella città.
Avevano da poco superato il centro e il traffico cominciava a diradarsi, quando dal sottosuolo arrivarono delle vibrazioni che fecero inchiodare la moto di Robin.
Il leader dei Titans fece segno ai suoi, che lo seguivano dall’alto, di fermarsi e attese.
Silenzio, eppure lui aveva avvertito chiaramente un colpo. Si era fermato in mezzo alla strada e alcuni automobilisti bloccati dietro di lui gli suonavano con i clacson per farlo spostare, ma nonostante il baccano lui mantenne la calma e cercò di capire se ci fossero altre scosse.
<< Che succede, Robin? >> Chiamò Stella avvicinandosi al suolo. Robin si guardò intorno cercando di localizzare l’origine dei colpi, se ce ne fosse stata una, e rimase in silenzio.
Un uomo alto e con una camcia sbottonata al colletto scese dall’automobile subito dietro di Robin e si avvicinò sbraitando. << Sei sordo? >> Gli urlò quando fu più vicino.
Un altro colpo, questa volta Robin lo avvertì chiaramente, e capì anche che veniva da sotto terra.
Maledizione, non di nuovo!
Un braccio possente lo strattonò e Robin si ritrovò faccia a faccia con l’uomo sceso dall’automobile. << Me ne infischio se sei un supereroe, non puoi fare come ti pare in giro per la città! Prima mi sorpassi a duecento all’ora e poi inchiodi in quel modo e ti piazzi in mezzo alla strada? Ma che hai nel cervello?! >>
Robin non gli rispose nemmeno. Lo guardò con un cipiglio furioso, quel tipo di espressione che si dà quando si ha abbastanza di tutte le seccature che la vita continua a mandare, di tutto l’odio e il marcio che ci si vede arrivare.
<< Sta’ indietro. >> Disse scandendo le parole con cura.
<< Eh? >> Fece quello senza capire.
Un altro colpo, questa volta molto più vicino, poi ci fu un suono simile a un’esplosione e la strada davanti a Robin e all’automobilista franò. L’asfalto si spaccò in grossi massi e crollò sotto terra, mentre i frammenti più piccoli volarono per tutta la strada. Dalla fossa appena sorta vennero fuori gli H.I.V.E. Five, con Mammut torreggiante su tutti che urlava e lanciava via i massi più grossi.
Robin afferrò il polso dell’uomo e se lo tolse dalla spalla, poi gli assestò un pugno sulla mascella e gli disse di nuovo:<< Sta’ indietro! >>
Quello perse l’equilibrio e rimase a terra a premersi le labbra con una mano, poi scappò trattenendo delle urla di terrore mentre un masso volava in direzione sua e di Robin.
Tutti urlavano: la gente che era per strada in quel momento e si era vista franare la strada sotto ai piedi, i Titans che erano in aria e dicevano a Robin di spostarsi prima che quel masso lo colpisse in pieno. Ma non il supereroe mascherato. Lui rimase immobile fino a che il masso non fu abbastanza vicino, poi estrasse dalla sua cintura un disco metallico che lanciò alle proprie spalle. Il disco, a contatto con il masso, si aprì rivelando una cupola energetica che protesse il supereroe e frantumò in mille pezzi il masso di asfalto sradicato da terra.
<< Bravo, Robin! Tu sì che sai come tenere alto lo spettacolo. >> Gridò una voce dall’altra parte della strada. Adesso le urla si erano allontanate e non c’erano più clacson che suonavano, quindi si poteva sentire bene, e Robin riconobbe la voce di Soldato Hive.
<< Mi chiedevo quando vi sareste decisi a fare la vostra mossa. >> Disse Robin voltandosi verso gli H.I.V.E. Five. Soldato Hive stava applaudendo e ghignava, circondato dai suoi compagni di squadra che rivolgevano tutti sguardi minacciosi ai supereroi.
<< Sei contento adesso? >> Chiese Soldato Hive.
I Titans scesero a terra per raggiungere Robin. Cyborg saltò giù dal disco di energia che aveva creato Corvina per trasportarlo e BB riacquistò le sue sembianze umane prima di toccare terra.
<< Faremo tardi all’incontro con Sladow. >> Disse Corvina fermandosi accanto a Robin.
<< Lo so, ma non possiamo fare altrimenti. >> Fece lui. << Hanno sicuramente intenzione di bloccarci qui per poi andare a rapire Luna dopo averci sconfitti. >>
<< Se saremo sconfitti! >> Disse BB facendo un passo avanti. << Non credere che gli renderemo la vita facile. >>
Robin sorrise. << No, ma ricordatevi che possiedono delle armi che li rendono più potenti. >>
La voce di Soldato Hive tornò a farsi sentire in tutta la sua insopportabile arroganza. << Allora? Non attaccate? Oppure avete troppa paura adesso? >>
Robin arcuò la schiena e si mise in posizione di attacco. << Sanno che siamo a conoscenza della loro forza, e probabilmente sanno anche che stiamo cercando di raggiungere Sladow e gli altri. Fate attenzione! >>
Ricevette qualche cenno dai suoi compagni, ma nessuna parola. Erano già tutti pronti a scattare: Cyborg con il suo cannone puntato verso i nemici, BB schiacciato a terra e sul punto di trasformarsi nell’animale più adatto alle circostanze, Corvina con le mani alzate e circondate da globi neri, che avrebbe rilasciato a breve e Stella, pugni stretti e petto in fuori, decisa a mettere da parte i propri dubbi e combattere con tutta sé stessa.
I Titans erano un’unica cosa in quel momento, e avrebbero lottato come tali.
<< Titans, addosso! >>
   
 
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