Film > Star Wars
Segui la storia  |       
Autore: Will Darklighter    20/10/2019    11 recensioni
"Unisciti a me, e insieme potremo governare la galassia, come padre e figlio!". Questa celeberrima frase racchiude in se tutto il desidero di un padre di ricongiungersi alla propria discendenza e al contempo la volontà di un apprendista di voler mettere fine una volta per tutte al legame che lo vincola al proprio Maestro. E se questa duplice intenzione avesse avuto una possibilità di realizzarsi? E se al padre fosse riuscito quantomeno di porre il seme del dubbio nel cuore del proprio emotivo figlio? A questo e ad altri interrogativi, come un possibile approfondirsi della relazione sentimentale tra gli inconsapevoli gemelli Skywalker e un miglior trattamento di alcuni comprimari sin troppo maltrattati nei film, provo a rispondere in questa storia.
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Anakin Skywalker/Darth Vader, Luke Skywalker, Nuovo personaggio, Principessa Leia Organa
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Capitolo 24 – Un risultato inatteso


VADER
 

Mai in tutta la sua esistenza Darth Vader aveva affrontato un viaggio iperspaziale così lungo. Per raggiungere Jakku, la sua meta designata, era dovuto più volte tornare nello spazio reale, calcolare una nuova rotta e proseguire. Il fatto che quel remoto pianeta fosse situato a ridosso delle Regioni Ignote significava che non esistevano rotte tracciate da altri alle quali potesse appoggiarsi e come era intuibile nessuna delle principali linee commerciali presenti nella galassia conosciuta si avvicinava minimamente a Jakku. Ufficialmente, era impegnato in un lungo giro di ispezioni a sorpresa e quella era l’unica casistica nella quale fosse autorizzato a non tenere alcun contatto con l’Imperatore ma se quel periodo di latenza fosse stato troppo lungo, il suo Maestro avrebbe potuto insospettirsi. Il pensiero di rinunciare e tornare alla flotta non lo sfiorò minimamente e anzi, la difficoltà nel raggiungere quel sistema lo convinceva ogni giorno che passava a continuare nel perseguire il suo obiettivo: c’era qualcosa di fondamentale ad attenderlo a destinazione, lo percepiva con sempre maggiore chiarezza. Se la motivazione ufficiale non fosse bastata, avrebbe pianificato qualcosa per motivare la sua lunga assenza.
Finalmente, dopo un tempo tanto lungo che non si prese neanche la briga di contare con precisione data l’impazienza che provava nel porre fine a quel lungo viaggio, il suo TIE Advanced uscì per l’ennesima volta dall’iperspazio: davanti a lui la sagoma di un pianeta deserto, con un piccolo e tiepido sole a scaldarlo e due lune nella sua orbita anch’esse di piccole dimensioni.

Cominciò la discesa sul pianeta, lasciando che fosse la Forza a guidarlo: d’istinto si diresse verso il vasto deserto, allontanandosi dai piccoli e remoti centri abitati. Quando entrò nell’atmosfera del pianeta si rese conto che al di là dell’estesa desertificazione, Jakku non era poi così simile a Tatooine: la presenza di un unico sole rendeva la temperatura più accettabile e probabilmente la sera, era abbastanza certo che scendesse di molto. Probabilmente la desolazione era stata indotta da qualche forma di disastro avvenuto artificialmente e non per un qualsivoglia evento naturale. Inoltre gli anfratti rocciosi erano molto più rari qui in confronto ai colossali canyon che esistevano sul suo pianeta natale.
I suoi sensi lo condussero ad una vastissima depressione dove si percepiva chiaramente dell’alto una sorta di avvallamento rispetto al resto della morfologia nei dintorni. E provenire da quella zona, sentì con chiarezza la presenza di un individuo potente nella Forza: non essendoci costruzioni o grotte nelle vicinanze, ne dedusse che di chiunque si trattasse si trovasse nel sottosuolo. Da qualche parte in quella sconfinata depressione, doveva esserci un accesso o qualcosa del genere.
Ricevuta la conferma definitiva che tanto agognava dell’importanza di quel viaggio, diresse il caccia all’esterno dell’avvallamento atterrando quasi a ridosso di esso. Il navi computer del TIE gli segnalò la presenza di alcune forme di vita nelle vicinanze: due erano umanoidi e tra le due ne era certo, vi era colui o colei che aveva percepito; le altre erano certamente animali e non senzienti, di cui una, la più vicina, era molto grande anzi decisamente colossale.
Quella scoperta lo spazientì ulteriormente, dopo un così lungo viaggio non avrebbe permesso a nessuna creatura di rallentare ancora la sua ricerca. Silenziosamente, sganciò l’elsa della sua spada laser e si avviò all’esterno. Una volta uscito dal suo mezzo personale, si servì della Forza per localizzare l’esatta posizione dell’animale in quel mare di sabbia e non fu difficile trovarlo: era chiaramente un predatore e sentì che era particolarmente affamato. Non si muoveva dalla sua posizione eppure nelle vicinanze non aveva visto possibili prede per lui a meno che …
Mentre questo pensiero si affacciava nella mente del Lord Sith, assistette ad una scena non del tutto inattesa: vide una sorta di ascensore aprirsi dalla parte opposta rispetto al caccia, proprio in mezzo alla sabbia, e al suo interno vi erano cinque bantha, creature erbivore originarie del pianeta di Tatoone ma diffuse anche su altri pianeti. Erano all’interno di una sorta di recinto, la cui recinzione di aprì di scatto. E fu così che lo vide.

  
 
Un Drago Krayt Gigante, un’altra creatura proveniente dal pianeta Tatooine, una belva mastodontica di circa 100 metri di lunghezza, quasi 20 di altezza quando alzava la testa all’apice del lunghissimo collo di cui era dotata e 5 paia di zampe che le consentivano di nuotare agilmente nella sabbia. Comparve molto rapidamente nonostante la mole gargantuesca proprio dinanzi al recinto dei bantha i quali cominciarono a scappare in ogni direzione. Era una fuga inutile, presto o tardi li avrebbe raggiunti e divorati tutti, a giudicare dalla velocità con la quale presto cominciò a braccarli e dalla conoscenza che l’uomo in armatura aveva di quelle creature autoctone del suo pianeta natale.
Poco dopo, vide comparire al di sopra del manto sabbioso un altro ascensore, decisamente più piccolo del precedente e in direzione esattamente opposta alla caccia del colossale predatore.
Comprendendo di essere atteso, Vader si diresse a passo sostenuto verso l’elevatore: quando si pose al suo centro, il montacarichi comincio a scendere, chiudendosi nella parte superiore dopo qualche istante.
La discesa durò per circa un minuto fino all’arrestarsi dell’ascensore; davanti a lui c’era un lungo corridoio, illuminato da una fioca luce rossastra. Ricordava molto i corridoi dei livelli detentivi della Morte Nera e fu facile al Sith comprendere che si trovasse in un luogo di fabbricazione imperiale. Non che avesse alcun dubbio al riguardo.
Non fece in tempo a muovere pochi passi che sulle pareti del corridoio comparve l’immagine a mezzo busto di un uomo, di età approssimativamente tra i 30 e 40 anni standard. Indossava la divisa nera della marina imperiale, i gradi di Comandante su di essa e due singolari spalline rosse, che nessun altro ufficiale possedeva.

“Benvenuto all’Osservatorio, Lord Vader – disse l’uomo con voce calma e limpida – vi stavo aspettando. Prego, continuate pure a seguire il corridoio e troverete un altro ascensore che vi porterà nel mio ufficio personale. Vi attendo.”
Detto ciò l’immagine svanì e il Lord Sith, preferì non farsi alcuna domanda; presto gli sarebbe stato spiegato ogni cosa … con le buone o con le cattive. Aveva incrociato lo sguardo dell’uomo per pochi istanti e si era accorto che era da lui che proveniva quella singolare possanza nella Forza che aveva avvertito all’atterraggio.
Fece come gli era stato indicato, trovò il prossimo elevatore e riprese la discesa. Attorno a lui questa volta però non vi era muratura ma una superficie in acciaio trasparente che gli permise di vedere tutto ciò che lo circondava mentre proseguiva.
Vide un immenso sistema di comunicazione terminante con un antenna parabolica che aveva una circonferenza di diametro di almeno due centinaia di metri; lungo i bordi della struttura che aveva nell’apparecchiatura suddetta il suo centro vi erano numerose camere di clonazione nelle quali vide diversi bantha di tutte le età, ma vi erano anche infermerie, sale computer, un hangar piuttosto capiente al cui interno contò non meno di 10 navi da trasporto Lambda e anche un’armeria. Non c’era alcun essere vivente a far funzionare quella apparentemente efficiente struttura bensì dei droidi, vecchi droidi B1 Automata che un tempo formavano l’ossatura delle armate separatiste.
Molto tempo fa, era stata la sua principale curiosità comprendere cosa il suo Maestro se ne fosse fatto di quei ferrivecchi a seguito della fine della Guerra dei Cloni e ora trovava risposta a quella ormai antica domanda. Una cosa era certa, l’uomo che aveva visto nell’immagine avrebbe avuto parecchie cose da raccontargli.
Dopo una discesa durata alcuni minuti, finalmente le porte dell’elevatore si aprirono e l’uomo in armatura si trovò all’interno di un ufficio arredato sobriamente ma con molto stile e anche una certa eleganza. Seduto al di la di una scrivana in legno wrooshyr e su di una ricca poltrona in pelle nera, vi era il misterioso individuo con cui anelava a conferire. Al suo fianco, vi era un singolare semi-umano dalla pelle color indaco e occhi privi di iride, completamente rossi. Portava una divisa che il Sith non aveva mai visto, forse di una qualche forza armata planetaria locale non rientrante nei confini dell’Impero.


L’umano sfoderò un largo sorriso.
“Benvenuto ancora una volta, milord – fece un cenno con la mano e dinanzi alla scrivania comparve, risalendo dal sottosuolo, una poltrona del tutto identica a quella sulla quale era seduto.
Vader, senza ricambiare il saluto o proferire verbo, avanzò con la consueta rapidità e si mise seduto, senza perdere mai di vista nessuno dei due presenti nella sala.
“Commodoro Trawn – disse rivolto al semi-umano – ci lasci.”*
Senza aggiungere nulla, l’altro ufficiale scomparve attraversando una porta laterale molto ben mimetizzata.
“Credo sia il caso che io mi presenti – disse con il tono deciso di poc’anzi l’uomo in divisa - sono Gallius Rax, comandante di questa stazione per ordine diretto dell’Imperatore.”
L’ufficiale non accennò né a mettersi in piedi per salutarlo come sarebbe stato conveniente fare né nella sua voce scorse alcun timore o ansia, come avrebbe dovuto essere.
Il Sith trattenne per un attimo il respiro affinché il fiato e la voce che ne uscissero risultassero più minacciosi per il suo interlocutore.
“ Ci sono molte cose che deve dirmi, comandante. E spero per il suo bene che me le dirà senza fare resistenza.”
Il suo interlocutore abbozzò un sorriso.
“Voi siete esattamente come vi immaginavo, Lord Vader. Sono davvero felice che siate qui. Quanto alle informazioni che cercate – disse tornando ad essere completamente serio – gliene darò molte di più di quelle che vi aspettavate di trovare.”
Quelle parole fecero provare all’uomo in armatura qualcosa di molto simile alla sorpresa ma ovviamente il suo interlocutore non poteva saperlo per via della maschera che indossava.
“Cominci allora e non mi faccia perdere altro tempo ! – tuonò pertanto, secco e deciso.
“Come desiderate – con un elegante gesto di mano recupero da sotto la scrivania un datapad e lo porse al Sith – vi ho preparato un dossier dettagliato, sapendo del vostro arrivo.”
Il Signore Oscuro lo raccolse e cominciò a leggere; il file era veramente approfondito, cominciava proprio con le informazioni che l’uomo in armatura cercava da qualche tempo, quelle inerenti la Morte Nera. Non si fermò a riflettere sul come questo Rax sapesse di questo suo desiderio e cominciò a leggere. La gigantesca stazione da battaglia, grande quanto una piccola luna, era in costruzione presso il luna boscosa di Endor, un altro luogo del quale non aveva mai sentito parlare in precedenza. Tuttavia, scorrendo i dati , si accorse che c’era qualcosa che non andava: i fondi allocati e gli operai perlopiù schiavi addetti erano decisamente troppo pochi, lo scheletro della nuova stazione era a malapena stato edificato, mancava praticamente tutto l’interno. Non era necessario consultare un esperto per comprendere che di quel passo ci sarebbero voluti anni per completarla, se non di più. Rifletté alcuni istanti su quanto letto e su quanto era a sua conoscenza ed arrivò ad una conclusione.
“Nient’altro che una trappola – asserì Vader ad alta voce – uno specchietto per bantha per attirare allo scoperto i nemici con una notizia interessante ma completamente falsa.”
“Il mio plauso al vostro intuito, milord – Rax sorrise di nuovo, compiaciuto – l’Imperatore intendeva utilizzare questa falsa Morte Nera, con voi all’interno per supervisionarne i lavori, in modo tale da attirare i Ribelli allo scoperto. La vostra presenza inconsapevole avrebbe reso l’inganno più credibile.”


La Forza disse all’uomo in armatura che il suo interlocutore non stesse mentendo anzi sembrava ansioso di dirgli molto altro solo che ancora non riusciva a comprenderne il motivo; già per il solo fatto di avergli passato quell’informazione, sarebbe stato un traditore agli occhi di Palpatine.
E pensando proprio al suo Maestro, aveva dunque l’intenzione di sbarazzarsi dell’apprendista oppure riteneva sarebbe sopravvissuto allo scontro, non senza aver eliminato qualche Ribelle di una certa importanza? O ancora, gli avrebbe assegnato un numero di navi tali da liquidare una volta per tutte la Ribellione?
“Perché usa il condizionale, comandante ? E come mai l’Imperatore ha deciso di non sfruttare le potenzialità di una seconda Morte Nera?  – chiese il Sith, usando per la prima volta il grado militare dell’uomo.
“Sembra ci sia stato un imprevisto – rispose prontamente l’ufficiale – sul pianeta Kashyyyk, una insurrezione in piena regola e il nostro signore ha atteso che i Ribelli giungessero in soccorso degli abitanti del posto, senza inviare alcun rinforzo. Una volta che i nemici sono arrivati e hanno aiutato gli alieni a debellare la nostra presenza in quel luogo, ha lanciato un comunicato ufficiale in diretta olovisiva, inviando loro una vera e propria sfida, se così la possiamo chiamare. Ed il nostro sovrano è più che certo che abboccheranno anche in questa occasione.”
L’uomo in divisa fece una breve pausa prima di riprendere.
“E quanto alla Morte Nera in sé per sé , il progetto originale ha un difetto che nessun ingegnere imperiale è stato in grado di risolvere in maniera decisiva. La famigerata porta di scarico centrata dal ribelle Luke Skywalker con una coppia di missili quattro anni or sono, può essere spostata o modificata ma non del tutto eliminata. Pertanto data l’impossibilità di apportare una significativa correzione a tale problema, l’Imperatore ha preferito abbandonare l’idea di una nuova luna artificiale.”
Rax era una vera e propria miniera di informazioni, tutte inestimabili e a dir poco top secret. E ciò che era più importante, più che disponibile a condividerle con il suo interlocutore.

Ora s’imponeva fargli una domanda fondamentale.
“Perché mi sta facendo tutte queste rivelazioni con tanta liberalità, comandante? Immagino sappia che hanno appena fatto di lei un condannato a morte.”
Il lieve sorriso di Rax da compiaciuto si fece molto amaro e ancora una volta la Forza gli suggerì che non avrebbe mentito.
“Come avrete intuito, ho eccellenti informatori che mi tengono aggiornato su quanto succede ovunque nella galassia e specialmente nei settori imperiali governato dagli individui più ambigui o che comunque il nostro sovrano ritenga degni di essere osservati più da vicino e discretamente. Ma questa è soltanto una parte delle mie mansioni e la meno importante.”
Il comandante tirò fuori dalla scrivania un altro datapad che Vader raccolse dopo aver restituito quello che ancora teneva in mano. Senza ulteriori indugi, l’uomo in armatura lo accese e man mano che leggeva la sua crescente e inevitabile sorpresa si trasformava inevitabilmente in rabbia e frustrazione.


“Progetto Contingenza – commentò ad alta voce il Sith con una voce furiosa per poi riprendere a fissare il suo interlocutore – e lei ne dovrebbe essere il principale esecutore!”
“Ma non ha alcun intenzione di eseguire quest’ordine, milord – disse l’uomo questa volta cominciando ad essere intimidito -  ed è per questo motivo che ho fatto in modo che vostri agenti trovassero quella traccia che avete rinvenuto su Tatooine. Speravo nel vostro arrivo e difatti eccovi qui.”
“Darth Sidius pianifica la distruzione della sua stessa creazione, dell’Impero Galattico – continuò a tuonare Vader e rifiutandosi di continuare a chiamare ancora il suo maestro con l’appellativo istituzionale che gli era proprio – qualora egli perisca in battaglia o comunque di morte violenta! C’è sola una parola per definire tutto questo!”
L’uomo in armatura si mise in piedi incapace a quel punto di contenersi e d’istinto accese la sua lama rosso rubino.
“Tradimento ! – avvicinò la lama al collo del suo interlocutore il quale pur se spaventato, resto saldo al suo posto e con gli occhi ancora in quelli del Sith.
“E’ proprio come dite voi, milord – il comandante alzò le mani come se si stesse arrendendo – ma come vi ho già detto, non ho alcun intenzione di ottemperare a questo comando. E come avete già notato, la mia vita è in pericolo per il solo fatto di avervene informato. Se avete dato un’occhiata ai nomi presenti nel dossier, avrete certamente visto il vostro in cima alla lista: colui che al momento detiene le redini dell’istituzione nella quale entrambi riponiamo la nostra fede e la nostra lealtà, intende eliminare chiunque possa opporsi a questo folle e egoistica volontà distruttiva.”
L’uomo in divisa fece una pausa nel suo discorso ma la lama rossa restò esattamente dov’era.
“Vi ho invitato perché desidero mettermi al vostro servizio, Lord Vader. Con le informazioni in mio possesso e il vostro ascendente sull’esercito e sulla marina possiamo fare in modo che l’Impero continui ad esistere anche dopo la morte del suo fondatore!”
Rax fece appena in tempo a terminare con quanto aveva da dire, che il led dell’olopriettore presente sulla scrivania si accese, segno che una comunicazione era in arrivo.
“Devo rispondere, milord. Devo farlo sempre.”
Senza ulteriori indugi, il Sith spense la lama ma restò all’erta. Il comandante accese l’oloproiettore che rivelò la sagoma azzurrognola di Palpatine. Era un momento decisivo per Vader, il quale espanse i suoi sensi al massimo, pronto a scattare se la necessità lo avesse richiesto.
“Mio signore – pronunciò con deferenza Rax, soltanto ancora leggermente intimidito per quanto appena avvenuto – sono ai vostri ordini, ditemi e ubbidirò.”
L’uomo perennemente incappucciato rispose con un tono irritato.
“Lord Vader è irrintracciabile da troppo tempo, dalla flotta che è ai suoi comandi mi rispondono che è impegnato in una delle sue solite ispezioni ma è una giustificazione che trovo poco credibile, nonostante le indicazioni fornite in tal senso. Cosa dicono invece i tuoi droidi ?”
Dunque gli informatori dell’ amministratore dell’Osservatorio non erano in carne ed ossa ma in metallo; un’altra informazione importante in quella giornata che si era rivelata a dir poco ricca di sorprese.
“Nulla di nulla, mio signore – rispose Rax con il medesimo tono rispettoso – evidentemente deve essere ancora in iperspazio oppure deve trovarsi in un punto dello spazio reale così lontano dalle nostre flotte o da una nostra struttura di comunicazione che i miei piccoli non hanno sufficiente banda per inviare quanto sono stati programmati per inviare.”
Piccoli? Erano unità miniaturizzate dunque oppure era solo un vezzeggiativo un po’ sciocco? Da quello che aveva capito di Rax e della sua evidente intelligenza, doveva trattarsi della prima ipotesi.
Darth Sidius sembrò valutare con attenzione le parole che gli erano appena state dette dal suo interlocutore, un momento decisivo a dir poco.
Dopo alcuni interminabili istanti, riprese la parola.
“Non appena avrai notizie di lui, desidero saperle immediatamente. Coordinate e posizione per un colloquio privato. E se sta pianificando qualsiasi azione che anche soltanto lentamente si avvicini al tradimento, dovrò sbarazzarmi di lui e di chiunque abbia soltanto pensato di aiutarlo.”
La sferzata arrivò ben chiara, Palpatine ora stava cominciando a sospettare anche del comandante Rax. Possibile davvero che nulla gli sfuggisse ?
“Si, mio signore”
E senza attendere replica la comunicazione si interruppe. Con un sospiro di sollievo l’uomo in divisa si lasciò andare nella poltrona.
“Accetto la sua richiesta, comandante – disse Vader repentinamente e l’uomo in divisa emise un sospiro di sollievo – da ora in innanzi sarà al mio servizio. Comprendo che ha moltissimo da dirmi ma è evidente che non posso trattenermi qui un solo istante se vogliamo che l’Impero si salvi. C’è qualcosa di estremamente fondamentale che vuole anticiparmi prima che vada ?”
“Si, milord – replicò titubante la sua più recente acquisizione – poco prima del vostro arrivo ho avuto un’altra comunicazione con colui che avete appena visto nell’holoproiettore. Una comunicazione inerente un Ribelle che abbiamo già nominato nel corso di questa conversazione, Luke Skywalker.”
L’uomo in armatura si irrigidì emettendo il suo consueto respiro furioso attraverso la maschera.
“Vi prego di comprendermi, non potevo avere la certezza che sareste arrivato e ben conoscete le facoltà cognitive dell’uomo che al momento ci è superiore. Per farla breve milord, egli sa dove si trova e sono certo che ha già preso dei provvedimenti al riguardo.”
Prontamente Vader replicò.
“Deve avvisare allora l’agente Nova su Nar Shaddaa e ordinarle a mio nome di lasciare immediatamente il rifugio e recarsi alla volta della mia flotta con il giovane Ribelle come prigioniero!”
Rax lo guardò sinceramente sorpreso.
“Nar Shaddaa? No, milord, si trovano su Naboo al momento ma se la notizia può tranquillizzarvi non ho rivelato l’identità della vostra subordinata. Il nostro comune padrone non ne è stato informato.”
E quella era una buona notizia, l’uomo in armatura chetò il suo respiro. Dopotutto era stato lui a lasciare completa libertà all’operativa nubiana per la sua missione. Ma che lo conducesse proprio in quel luogo, era qualcosa di completamente inaspettato.
Vader bloccò qualunque pensiero inerente il suo passato sul nascere e concluse quanto aveva da dire.
“Lasci perdere, allora. Me ne occuperò personalmente.”
Quella sarebbe stata una importante prova per suo figlio: se fosse sopravvissuto a qualunque cosa Palpatine avesse in serbo per lui, allora sarebbe stato ancora una volta degno di essere allievo di suo padre. Se invece avesse fallito … no, non intendeva neanche prendere in considerazione quella possibilità.
“Si, mio signore. Quando sarà possibile, vi contatterò. Invierò al vostro mezzo le coordinate per raggiungere il più velocemente possibile lo Squadrone della Morte. Le avevo preparate in anticipo.” Ciò detto, l’uomo in divisa si alzo in piedi e si mise sull’attenti, salutando il suo nuovo superiore.
Senza ulteriori indugi, Darth Vader si recò all’esterno della struttura e da li al suo caccia. Il Drago Krayt stava ancora banchettando con l’ultimo dei bantha.
Apprezzandone l’efficienza di predatore, il Sith accese i motori della nave e lasciò Jakku alla volta dell’Executor e della sua flotta.

Durante il viaggio si servì della Forza per danneggiare il sistema di comunicazione del suo caccia e parimenti fece con il transpoder o scatola nera che dir si volesse, rendendolo completamente inservibile e a prova di qualsivoglia futura ricerca. Si assicurò che tutto sembrasse dovuto ad un incidente dovuto ad un improvviso ritorno nello spazio reale causato da un contrattempo con l’iperguida: era qualcosa che poteva succedere qualora ci si avvicinasse eccessivamente a qualche corpo esterno durante il viaggio a velocità luce. Dopotutto le leggi fisiche che governavano lo spazio erano imprevedibili e neanche un Sith era in grado di anticiparle tutte.

Giunto nel tempo di alcune ore alla sua nave ammiraglia, Vader si diresse rapidamente nelle sue stanze, dove intendeva anticipare la comunicazione al suo Maestro prima che fosse lui ad inviargliela. Accese l’olopriettore e si mise in ginocchio. Pochi istanti successivi la sagoma di Palpatine comparve davanti ai suoi occhi.


“Mio signore, devo chiedervi perdono. Un gruppo di asteroidi non segnalati sulla mappe ufficiali, probabilmente vaganti, hanno arrestato il viaggio a velocità luce del mio caccia in un punto dello spazio reale lontano da qualunque nave o stazione amica, mentre mi dirigevo alla volta del pianeta Eriadu. Ho dovuto provvedere personalmente alla riparazione dell’iperguida del mio mezzo; fortunatamente i danni non erano così gravi da richiedere necessariamente pezzi di ricambio troppo grandi da impedire una riparazione relativamente rapida. Anche il sistema di comunicazione e il transpoder sono risultati danneggiati a seguito di questo scampato incidente, tuttavia ho preferito concentrarmi unicamente sull’iperguida, dati i limitati mezzi a mia disposizione.”
L’Imperatore lo guardava, forse fu solo per un istante ma l’apprendista percepì in lui una sorta di sorpresa per averlo anticipato e la cosa lo compiacque enormemente.
“Da quando sono al vostro servizio, non c’è mai stato un lasso di tempo così grande senza che potessimo avere un colloquio e immagino che la mia assenza potrebbe avervi irritato. Se così non è stato, vi chiedo parimenti di perdonare questo mio eccesso di zelo.”
L’uomo incappucciato lo scrutò ancora più in profondità e colui che un tempo era stato Anakin Skywalker lasciò che lo sondasse senza opporre alcuna resistenza ma badando bene a celare i suoi sentimenti più profondi.
Dopo alcuni interminabili istanti, finalmente l’individuo nell’ologramma prese la parola.
“Nessun errore, Lord Vader. Sai bene quanto il tuo apporto sia indispensabile per me e per l’Impero. Ma comprendo che avevi una valida motivazione per questa prolungata mancanza ai tuoi doveri. Ci sono novità importanti che devo comunicarti. Sto radunando un’imponente flotta per mettere fine una volta per tutte alla Ribellione e il tuo Squadrone della Morte ne farà ovviamente parte.”
L’uomo in armatura comprese subito di dover prestare molta attenzione a qualsiasi parola avrebbe pronunciato. Sarebbe bastato il minimo passo falso e l’inganno sarebbe stato repentinamente svelato.
“Certamente, mio Maestro. Questo significa che la Morte Nera ancora incompiuta non riuscirà a fare parte di questa flotta in formazione dato il suo stadio ancora incompleto ?” Finse una superficiale irritazione mentre poneva quel quesito, in fondo non aveva ancora avuto modo di ispezionare i lavori della luna artificiale, come tempo addietro gli era stato prospettato e quelle domanda era più che lecita.
“Il tuo intuito ti guida bene, Lord Vader – rispose semplicemente Palpatine – ho deciso che non abbiamo bisogno di un’arma tanto teatrale per la vittoria finale. Per la feccia ribelle ho pensato a qualcosa di diverso che sono ansioso di mostrarti. Presto ti invierò le coordinate in cui ci incontreremo.”
C’era dunque un altro mistero in ballo ma non osò farsi domande sciocche che avrebbero potuto compromettere il raggiungimento del suo scopo finale, la sua mente rimase pertanto limpida e concentrata sul momento.
“Sono al vostro servizio – parlò con tono deferente - c’è null’altro che desiderate comunicarmi, mio signore ?
“Sì – continuò con la consueta voce tetra l’Imperatore – il figlio di Anakin Skywalker è stato localizzato, sul pianeta Naboo. E’ in compagnia di un’agente ribelle probabilmente incaricata di fargli da scorta. Ho motivo di ritenere che sia alla ricerca delle sue origini mentre continua ad addestrarsi come Jedi. Sembra che la tua strategia di insinuargli il germe del dubbio cominci a dare i primi effetti positivi.”
Nulla, neanche la benché minima esitazione attraversò la sua mente, sebbene fu necessario un prodigioso sforzo di volontà per riuscirci.
“ Si è allontanato di sua sponte dai suoi amici alla ricerca di ciò che gli è stato tenuto nascosto dunque – replicò Vader – con il vostro permesso mio signore, provvederò personalmente alla cattura del ragazzo. Ritengo che i tempi siano finalmente maturi per la sua conversione.”
“No – ribatté secco Palpatine – ho deciso di fare una piccola modifica al tuo piano. Continuo a trovarlo apprezzabile ma procede troppo lentamente. Ho pertanto mandato contro di lui alcuni uomini fidati che lo imprigioneranno e lo porteranno al mio cospetto di modo tale che possa verificare personalmente quanto da te testé affermato. Se così sarà, vi ritroverete presto. Altrimenti, morirà.”
Ancora una volta, l’apprendista dovette fare uno sforzo immenso per evitare che emozioni pericolose lo tradissero.
“Come desiderate, mio padrone – e chinò il capo.
L’immagine olografica svanì.



*: In questo what if Trawn e Vader s'incontrano per la prima volta in tale occasione e il primo è più giovane rispetto a quanto mostrato nella serie Rebels
   
 
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Star Wars / Vai alla pagina dell'autore: Will Darklighter