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Autore: ladyMunakata88    31/07/2009    15 recensioni
Near visita la tomba di Mello prima di partire per gli Stati Uniti...
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Near
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Salve a tutti! Eccomi con una nuova one shot ^^ Come vedrete, questa storia è un pò diversa dalle altre mie precedenti visto che è a rating verde, però era da tempo che ce l'avevo dentro e adesso ho sentito la necessità di scriverla. In questa fic mi sono immedesimata in Near che attraverso un monologo esprime ciò che avrebbe sempre voluto dire a Mello, ma che purtroppo non è mai riuscito a fare ç_ç
Cmq una precisazione, tutto ciò che ho scritto l'ho scritto perchè sono certa che Near provasse davvero quelle cose e visto che molti lo ritengono senza cuore quando invece non è vero, allora ci tenevo a sottolinearlo U__U

Bene, dopo questa breve introduzione vi lascio leggere tranquilli ^^ Spero vi piaccia e di ricevere tanti commenti!!!








Sei parte di me










Il cielo è grigio, carico di nubi dense di pioggia.


Da un momento all’altro potrebbe scoppiare un temporale.

Guardo il panorama col viso premuto contro il vetro del finestrino dell’auto su cui sto viaggiando insieme a Jevanni, la mia guardia del corpo, che è alla guida della vettura.

La nostra destinazione è l’aeroporto, dove Halle e Rester ci stanno aspettando per partire per gli Stati Uniti.

Il caso Kira ormai è concluso, non ho alcun motivo di restare in Giappone.

Molte cose sono successe qui nell’ultimo periodo, cose che preferirei lasciarmi alle spalle, quasi come se non fossero mai accadute.


Prima di raggiungere gli altri però, ho chiesto di fare una breve deviazione.

C’è una cosa molto importante che devo fare e voglio farla prima che possa pentirmene, prima che mi venga a mancare il coraggio.

Sembra strano detto da me … Io, che non ho avuto paura nemmeno trovandomi faccia a faccia con un Dio della morte, adesso sono in ansia per un qualcosa che agli occhi degli altri potrebbe sembrare una sciocchezza.

Non ho mai provato nulla di simile prima d’ora, mi sento come un nodo alla gola e le mani mi tremano …

Afferro il mio coniglietto di peluche e lo stringo forte a me, nella speranza che mi aiuti a scaricare la tensione, ma non sembra funzionare e comunque probabilmente nulla potrebbe essermi utile adesso.


Ad un tratto sento l’auto fermarsi e allora mi rendo conto che siamo giunti a destinazione.


<< Siamo arrivati… >> mi informa Jevanni mentre gentilmente mi apre la portiera.


Ripongo il mio animaletto di pezza sul sedile e scendo dalla macchina.

L’aria è fredda e umida, logico essendo in febbraio. Piccole nuvolette di condensa si formano quando apro la bocca per respirare.


E’ giunto il momento … “ mi dico mentre rivolgo il mio sguardo all’ingresso dell’enorme cimitero.


Il ragazzo dai capelli neri, mi offre la sua giacca per coprirmi, preoccupandosi del mio abbigliamento leggero ma io gentilmente rifiuto e gli chiedo di aspettarmi fuori.


Questa è una cosa che preferisco fare da solo.

Il grigio cancello è spalancato come in un lugubre invito e io ne varco la soglia proseguendo lungo il sentiero.

Durante il cammino, mi ritrovo a pensare di non essere mai entrato in un cimitero prima d’ora.

Sarà per il fatto che non sono credente ma, non ne vedo l’utilità.

Non c’è bisogno di recarsi lì per ricordare la memoria di un caro estinto.

Se ami davvero una persona scomparsa, la custodisci sempre nel tuo cuore e fai tesoro dei ricordi che ti ha lasciato quando era in vita, ma non ha senso portare dei fiori su una tomba vuota dove di essa non resta che un corpo inanimato.


Lo trovo … non so … squallido … ma forse chissà, la gente crede che magari quello sia un modo di far capire al defunto che non è stato dimenticato, una maniera di mantener viva la sua memoria.

Potrei anche comprenderlo se credessi all’immortalità dell’anima, ma sfortunatamente non l’ho mai fatto.

I miei occhi saettano qua e là alla ricerca della mia meta, ma finora ancora nulla.

Le sepolture sono tutte pressoché identiche, abbellite da oggetti ornamentali e circondate da vasi di fiori di diverso tipo e dimensione.

Altri pochi metri e finalmente ne scorgo una totalmente diversa dalle altre e allora improvvisamente mi fermo, in preda ad una grande angoscia.

Non sono sicuro di farcela, ma questa probabilmente sarà l’unica occasione che avrò di venire qui per molti anni a venire, non posso tirarmi indietro.


Lentamente, passo dopo passo, mi avvicino sempre più fino a che non mi ritrovo di fronte ad essa e il mio cuore perde un battito.

Incurante del freddo e del fatto che possa sporcarmi, mi ci siedo davanti al mio solito modo, portandomi una gamba al petto e comincio a torturarmi una ciocca di capelli con le dita.

Allungo una mano sfiorando  il freddo marmo bianco, seguendo il profilo della lapide. 

Non vi è una foto, solo un nome inciso appena leggibile e la data di morte.




Mihael Keehl

26 Gennaio 2010



Eccomi arrivato Mello …


Adesso che sono qui credo di capire perché non facevo che rimandare questo momento, perché ogni volta, vigliaccamente mi rifiutavo di venire in questo posto.


La verità è che non riuscivo a crederci … o forse semplicemente non volevo accettarlo.

Dentro di me, continuavo a sperare che si trattasse solo di un brutto sogno e che presto o tardi saresti tornato a propormi un’ennesima sfida, qualunque cosa servisse a dimostrarmi che eri tu il migliore tra noi, il degno successore del titolo di L.


Ma erano solo illusioni, tu non ci sei più Mello e me ne sto rendendo conto solo ora, che mi ritrovo con lo sguardo fisso sulla tua sepoltura alla ricerca di un’ennesima conferma, che purtroppo, inesorabilmente, è arrivata facendo crollare tutte le mie speranze, come un castello di carte.

Fa male Mello …

Il solo pensiero che tu non faccia più parte di questo mondo mi è insopportabile, è un dolore troppo grande con cui convivere.

Sento il mio cuore andare in pezzi, il peso della tua assenza mi schiaccia e non mi lascia respirare …


Non credo possa esistere sofferenza più grande per me sapere che non avrò mai più la possibilità di specchiarmi nei tuoi profondi e bellissimi occhi azzurri, la tua voce sussurrare soavemente il mio nome, il sapore delle tue labbra sulle mie che mi hai concesso di conoscere quell’unica volta, prima di lasciare definitivamente la Wammy’s House.


Accadde all’improvviso. Era notte fonda …

Entrasti nella mia camera, senza neanche bussare. Io ero lì, accovacciato sul pavimento a trafficare col mio puzzle, non mi accorsi nemmeno della tua presenza, ero distratto, pensavo a te, al fatto che dall'indomani avrei dovuto rassegnarmi a fare a meno della tua vicinanza …


Mi sentii afferrare da due forti braccia e ad un tratto qualcosa di umido e caldo prese forma intorno alla mia bocca … Era incredibile, ma mi stavi baciando …


Non avevo mai osato sperare tanto neanche nei miei sogni più proibiti, eppure non stavo sognando, era tutto meravigliosamente reale.

Fu dolcissimo il nostro primo bacio, il primo e anche l’ultimo. Il bacio dell’addio …

Subito dopo scappasti via senza dire nulla, senza dare neanche a me il tempo di replicare.


Avrei voluto dirti tante cose Mello, dirti che …


Non permetto ai miei pensieri di proseguire, quasi abbia il timore che tu in qualche modo possa ascoltarmi.

Mi sembra quasi di sentire la tua cinica risata, la stessa con cui mi prendevi in giro quando eravamo piccoli.

Che cosa faresti se ora se ti confessassi i miei veri sentimenti per te?

Mi scherniresti forse, umiliandomi, facendoti burle di me, ma sai, non mi importerebbe …

Accetterei qualunque cosa.

Ho sempre saputo che non dovevo aspettarmi nulla da te, per questo ho sempre taciuto, per questo non ti ho mai aperto il mio cuore.

Per questo mi accontentavo semplicemente di contemplarti da lontano, come un miraggio, come un sogno irraggiungibile, perdendomi in una marea di dolci fantasie, con cui riuscivo a lenire almeno in parte la dolorosa consapevolezza che non saresti mai stato mio.


<<
Ti amo Mello … >> sussurro impercettibilmente, dando finalmente voce a un sentimento che per tanto tempo ho tenuto custodito gelosamente nel profondo della mia anima, volendo negarlo perfino a me stesso.


Ti ho sempre amato, in ogni momento, in ogni istante della mia vita, perfino quando dicevi di odiarmi, quando mi sbattevi in faccia tutto il tuo rancore e il tuo disprezzo.


Eppure, nonostante ciò, ho continuato a coltivare la piccola, segreta speranza che tu un giorno ti accorgessi di me e che magari arrivassi a provare almeno un po’ di affetto nei miei riguardi.

Non è mai accaduto purtroppo.

Beh ma … credo sia inutile discuterne ora, non ha più alcuna importanza ormai.

Mi sento quasi ridicolo a parlare da solo di fronte a una tomba, conscio del fatto che tu non possa ascoltarmi e di questo ne sono certo perché, se tu fossi qui, sicuramente mi avresti cacciato a pedate.


Mi manchi terribilmente … Non c’è un solo istante in cui non pensi a te …


Darei la mia vita pur di farti tornare indietro, pur di riaverti qui al mio fianco …


Il giorno del nostro ultimo incontro all’SPK, quando andasti via, credimi, avrei tanto voluto fermarti per poterti finalmente rivelare tutto ciò che mi tenevo dentro da sempre e chiederti perdono.


Ma non l’ho fatto, non ti ho detto nulla. Ho taciuto ancora una volta e ti ho lasciato andare.



Ti supplico Mello, perdonami se puoi …


Mi dispiace.


Perdonami... perdonami se ti ho spinto ad andartene.


Perdonami se non sono stato capace di fermarti.


Perdonami per averti condannato ad una adolescenza fatta di violenza e miseria.


Perdonami, per essere stato così stupido, così spaventato, da non ammettere che senza di te, non riesco a vivere.


Ti giuro, ho mai voluto far nulla che potesse farti star male.


Tutto quello che ho sempre voluto era solo… un tuo sorriso.


Solo ora mi rendo conto del grave errore che ho fatto e mi maledico per questo.


Maledico il mio stupido, inutile orgoglio, l’unica causa della mia solitudine e del mio dolore, che mi ha reso indifferente nei confronti dell’unica persona che avesse mai significato qualcosa per me.


Tu. Soltanto tu Mello.


Adesso però è troppo tardi.


E non ci sei più.


Non appartieni più a questo mondo, a questa vita …


E’ questo tutto ciò che mi rimane di te, una tomba spoglia che non rende per niente giustizia alla tua memoria.


Senza neanche una foto che permetta a coloro che passano di sapere quale fosse il tuo aspetto.


Già, la foto …


Ti avevo detto di non averne fatte altre copie, ma ti ho mentito, sai?


Desideravo disperatamente possedere un tuo ricordo, un qualcosa che col tempo non mi permettesse di dimenticare il tuo viso, il colore dei tuoi occhi e la lucentezza dei tuoi capelli così simili ad una cascata d’oro.


Sento dei tuoni in lontananza e inizia a tirare un vento gelido.


A quanto pare è in arrivo una tempesta.


E’ da giorni che il tempo non accenna a migliorare, non ricordo neanche più l’ultima volta in cui ho visto il sole alto nel cielo e forse non lo rivedrò mai più.


Eri tu il mio sole Mello, eri tu la ragione per cui ogni mattina mi alzavo credendo che per me vivere ne valesse ancora la pena.


Ma con la tua scomparsa il mio sole è tramontato per sempre ed io sono precipitato in un’oscurità perenne da cui non ho né la voglia, né la forza di uscire.


Da quando te ne sei andato, per me le giornate si susseguono tutte uguali in un’interminabile ciclo che si ripete all’infinito.


Mi stringo nelle spalle. Ho freddo.


Ma non è il mio corpo ad averne, bensì la mia anima e vorrei tanto che ciò che mi scaldasse fossi tu.


Sulle mie labbra si dipinge un sorriso malinconico.



Il destino è davvero beffardo a volte…


Tu che hai sempre amato la vita, che passavi tanto tempo a fare mille progetti per il futuro, adesso non sei più qui, mentre a me, che non ho mai apprezzato il valore della mia esistenza, che mi sono sempre rifiutato di vivere appieno limitandomi solo a vegetare come un fantasma, a me è stato concesso di sopravvivere.


Perché? Per quale ragione è stata commessa una simile ingiustizia?

Dovrei esserci io, lì al tuo posto.


Dovrei considerarlo un dono forse o una punizione?

Sì … di certo è un castigo per tutto il male che ho fatto, che ti ho fatto …

Ho sbagliato.


Ho peccato.


Devo pagare.


Ma quanto è alto il prezzo…


Perderti nuovamente è stata una punizione crudele, troppo crudele.


Ancora una volta il tuo nome fuoriesce dalle mie labbra come un’invocazione al perdono.



<<
Mello … >>


Comincio a sentirmi strano. Gli occhi improvvisamente mi pizzicano e la vista mi si offusca.


Piccole gocce salate sgorgano lungo il mio viso.


Mi sfioro una guancia per sincerarmene.


Non posso crederci … sto piangendo.


Io sto piangendo.


Da che ricordi, queste sono le prime lacrime che verso e le sto versando per te.


Ho sempre pensato che fossi tu l’unica cosa che riusciva a rendermi umano e a quanto pare non mi sbagliavo.


Piango e ne sono felice.


Certo non migliora la situazione, non serve a far svanire il mio dolore, ma sento il cuore più leggero ora.


E’ … come … liberatorio.


Sento un altro tuono, stavolta più forte e improvvisamente comincia a piovere a di rotto.


Anche il cielo è triste e si unisce al mio pianto.


Vedo da lontano Jevanni venirmi in contro di corsa con un ombrello.


Forse teme che possa ammalarmi data la mia cagionevole salute.


In un baleno è al mio fianco e mi ripara sotto al suo ombrello.



<<
Near dovremmo affrettarci o rischiamo di perdere il volo … >>


Io non rispondo, semplicemente annuisco.


Devo essere grato alla pioggia se non si è accorto delle mie lacrime.


Non voglio condividere con nessuno la mia sofferenza, è un fardello che devo portare da solo.


Preferisco far credere a tutti che la tua scomparsa non mi abbia minimamente sfiorato.


Ormai è troppo tardi per smettere di fingere, devo continuare su questo cammino.


Il momento dei saluti è arrivato.


Allungo nuovamente la mano verso la lapide, sfiorando le lettere che compongono il tuo nome.



Ora devo proprio andare. Addio Mello …


Lentamente mi rimetto in posizione eretta, sistemandomi i vestiti stropicciati e al fianco di Jevanni inizio ad incamminarmi verso l’uscita.


Tanti pensieri affollano la mia mente, sono confuso, confuso ed esausto, questa è stata una prova molto dura per me, ancora di più del mio scontro con Kira.


Ma c’è una cosa però che ancora non riesco a capire.


Quel giorno avresti potuto lasciarmi morire, avresti potuto fare in modo che fossi io a sacrificarmi permettendo a quel farabutto di scrivere il mio nome sul suo dannato quaderno e invece no …


Hai rinunciato agli onori, hai rinunciato alla gloria e perfino al titolo di L a cui hai sempre ambito fin da bambino.


Ti sei gettato a capofitto in una missione suicida dalla quale sapevi bene non saresti più tornato.


E tutto questo perché? Perché lo hai fatto Mello?


Sai, in un istante di pura follia ho osato pensare che tu forse …


Ma no, che stupido che sono. Non sarebbe stato da te un simile comportamento e poi per quale ragione?


A questo punto credo che le tue motivazioni resteranno per sempre un mistero …


Sono così preso dalle mie riflessioni, che non mi accorgo nemmeno che siamo già arrivati all’aeroporto e che stiamo per imbarcarci.


Me ne vado Mello, lascio finalmente questo paese maledetto. Non so cosa ne sarà di me, né cosa farò della mia vita da adesso in avanti.


Ho solo una certezza.


Per quanto lontano possa andare, non riuscirò mai a dimenticarmi di te, di tutto ciò che abbiamo vissuto assieme.


Pur volendo non potrei mai farlo e sai perché?




Perché tu Mello,

Mihael Keehl,


tu sei parte di me.







Fine …




Dedico questa fiction alla mia dolce sorellina Locust ^^ Ti voglio bene piccola!!!
  
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