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Autore: Touch of Gray    31/07/2009    1 recensioni
Seifer gli diceva sempre che erano entrambi sulla strada che portava all'Inferno - Squall stava semplicemente prendendo il giro lungo. Vagamente post-game.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Seifer Almasy, Squall Leonheart
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Nota dell'autrice: scritta per dead pollen, che merita molto di meglio.

Disclaimer: Final Fantasy VIII e i suoi personaggi sono proprietà della Square-Enix, e vengono qui utilizzati senza scopo di lucro. Nessuna violazione del copyright è pertanto da ritenersi intesa.

ADRENALINE
scritto da Touch of Gray, tradotto da Alessia Heartilly

Non era mai stato un guerriero, non seriamente. Lui ne avrebbe parlato, se il parlare servisse a qualcosa, ma crescere con Seifer non gli aveva lasciato molte opportunità per il pacifisimo. Quindi aveva imparato a combattere, perché Seifer non avrebbe lasciato perdere fino a quando uno dei due non avesse sanguinato. Quella era la loro unica regola - la battaglia termina al primo sangue.

Quindi, in realtà, è stato Squall a violare le regole nella loro battaglia prima dell'esame SeeD. Che Seifer usasse le magie era una cosa da stronzo, sicuramente, ma perfettamente legale. Avevano sempre usato tutto quello che potevano per darsele di santa ragione, e la magia non era mai stata vietata; semplicemente, non la conoscevano. Se Seifer l'aveva, allora Seifer poteva usarla. Ma quando la spada di Seifer si era posata a terra, Squall avrebbe dovuto fermarsi. L'unica eccezione alla regola erano i colpi sotto la cintura. Allora, e solo allora, si poteva render pan per focaccia, sempre che ci si potesse muovere.

Allora perché lo aveva ripagato con la stessa moneta, se non l'aveva mai fatto prima? Di solito perdeva le battaglie - era routine. Stanco di essere il perdente, stanco di essere l'oggetto di scherno, stanco di tutto e di tutti quelli che provavano a cambiarlo e farlo aprire... lo ha attaccato all'improvviso. Sicuro. Era una buona scusa, e fu questo che disse a Seifer quando venne il momento delle scuse (che nessuno dei due voleva, ma quando metà del Garden ti si raduna intorno tipo banda, non è che hai molta scelta).

La verità, se mai l'avesse ammessa, era che lui voleva far del male a Seifer. Quando entrava nella battaglia, giocava per perdere, giocava perché gli venisse data una ragione per attaccare su cui nessuno avrebbe avuto da ridire, giocava perché voleva essere lui a far sanguinare Seifer, per una volta. L'odio non era un'emozione a cui Squall era abituato, e non aveva la minima idea di come controllarlo, quindi lasciava che avesse la meglio. E la parte peggiore di tutto è che non gli dispiace.

Attaccare all'improvviso, lacerare la faccia di Seifer con la spada, accecato dal sangue e forse dalle lacrime - l'aveva fatto sentire bene. L'aveva fatto sentire bene solo - solo perdere il controllo.

Ecco perché non aveva mai voluto uccidere Seifer quando l'aveva combattuto, quando era sotto l'influenza di Artemisia. Non perché pensava che fosse posseduto (cosa che probabilmente non era vera, perché Seifer non avrebbe mai permesso a qualcun altro di controllarlo. Non è nemmeno sicuro che Seifer possa controllare se stesso), ma perché sapeva come ci si sentiva a desiderare di avere il potere di distruggere tutto. Desiderare di fare un deserto delle cose che ti circondano, solo perché sono lì.

Sapeva abbastanza del dolore per sapere che non dura mai, e che ti lascia debole quando se ne va. Non proprio pieno di rimpianto (pensa ancora che sia stata una bella mossa tagliare in due la faccia di Seifer, e non dirà mai il contrario), ma vuoto. Perduto.

Il fuoco si consuma, e non lascia altro che cenere e fumo. È il rischio di agire d'impulso. Ci si sente meravigliosamente quando si attacca, quando si apre in due la faccia di qualcuno perché vuoi vederlo sanguinare, ma quando è tutto finito, si è ancora sanguinanti e feriti e arrabbiati come prima. L'odio non si risolve nulla, in realtà. Non basta odiare qualcuno, e non basta fargliela pagare per qualsiasi cosa abbia fatto per farti incazzare. Non lo farà andare via, e non lo costringerà ad implorare perdono. Lo farà solo incazzare di più.

Seifer sa, in qualche modo, che Squall ha reagito perché voleva farlo, non perché doveva. Seifer sa che Squall ha il suo piccolo fardello di demoni che lo guida all'inferno. Seifer sa anche che non c'è nulla che possa fare per cambiare le cose. C'è una sola cosa che Squall rispetta davvero di Seifer. Lui sa quando lasciar perdere.

La questione è che Seifer ha il diritto di vendicarsi. Ha ogni diritto di giurare di punirlo e farla pagare a Squall per avergli fato uno sfregio in faccia. Ed è una cosa che farebbe, ma non la farà. Perché anche Seifer, probabilmente, voleva causare a Squall il maggior dolore possibile, quel giorno.

Sente come un fallimento, però, l'aver allentato il controllo per pochi preziosi secondi di forza. Come se avesse potuto fare qualcosa di diverso e avere un finale migliore. Come se avesse potuto dissuaderlo, ma per la prima volta aveva deciso che preferiva combattere. Avrebbe potuto arrendersi, a dire il vero. Avrebbe potuto fermarsi e lasciare che Seifer lo trascinasse quasi al Garden, invece che strisciare per metà strada da solo, solo per farsi trovare da una matricola terrorizzata che non sapeva nulla di primo soccorso. Avrebbe potuto lasciar vincere Seifer, e probabilmente non ci avrebbe perso la faccia. Dopotutto, di solito era lui a perdere.

Ma non stavolta. Aveva lasciato entrare il buio, perché perdersi nell'adrenalina è meno doloroso che soccombere alla debolezza. Almeno, quando sei consumato dall'odio sei forte. Questo è il modo in cui Seifer vive la sua vita. Seifer aveva riso di lui, dopo, e gli aveva detto senza vergogna, "avrei fatto la stessa cosa al tuo posto, sai?"

E aveva ragione. Aveva fatto la stessa identica cosa che Seifer avrebbe fatto al posto suo: aveva buttato al vento tutto ciò che sapeva del controllo di sé, e aveva lasciato che fosse il suo stesso odio a governare le sue azioni. Era fuoco sotto al ghiaccio, e qualcosa doveva pur cedere, giusto? È impossibile rimanere tutti di un pezzo quando si è alle prese con l'adrenalina. Razionalizzazione. Se riesce a darsi un morivo, allora non c'è bisogno di ammettere la sconfitta.

Seifer una volta gli ha detto che tutta la sua fredda facciata esteriore era un semplice rimandare l'inevitabile. Non facendo mai nulla di impulsivo, stava permettendo a tutto di accumularsi, e alla fine sarebbe scattato, un giorno o l'altro. Seifer gli diceva sempre che combattere di rimando non sarebbe mai stato abbastanza - alla fine, avrebbe dovuto cedere a quegli istinti primordiali. Lo diceva in quel modo così canzonatorio, come se Squall fosse in qualche modo inferiore per la capacità di controllarsi. Lo faceva arrabbiare davvero, ma lui non avrebbe mai dato il primo pugno, perché Seifer stava solo cercando di irritarlo, stava cercando di farlo arrabbiare così tanto da fargli dimenticare chi era.

Quindi, in realtà, anche se Squall aveva avuto l'ultimo colpo della battaglia, era stato Seifer a vincere. Ha quel modo di farlo, di girare le carte in suo favore, cosìcchè anche quando perde, vince. È ironico che l'unico modo in cui Squall sia mai riuscito a sconfiggerlo è stato quando Seifer ha perso il controllo - quando è stato Seifer a vedere il miasma rosso dell'adrenalina e non è riuscito a fermare il suo odio. Anche se l'adrenalina dovrebbe rendere le persone più forti, in realtà l'aveva semplicemente fatto fallire.

Seifer gli diceva sempre che erano entrambi sulla strada che portava all'Inferno - Squall stava semplicemente prendendo il giro lungo, con tutto il suo controllo e la sua organizzazione. Diceva sempre che il controllo non aveva mai portato nessuno da nessuna parte, e che la completa mancanza di riserbo portava più lontani che una forma qualsiasi di ordine.

In un certo senso, aveva ragione - Seifer era sicuramente andato oltre nel suo giochetto, e probabilmente se l'era anche goduto di più. Ma è esattamente come la loro piccola battaglia prima dell'esame SeeD. Nessuno dei due ha realmente vinto. Anche se Squall è andato più avanti, anche se Squall ha finito per vincere, anche se è stato Squall quello che ha sconfitto il cattivo e vinto la guerra, non è più vicino alla redenzione di quanto lo sia Seifer.

Di fatto, potrebbe essere messo peggio. Almeno Seifer ha una scusante; può dire di essere stato posseduto. Ma tutto quello che ha Squall è quello che gli è stato ordinato di fare, e una vita spesa a seguire gli ordini potrebbe essere più maledetta di una spesa a ignorarli.

Ma è troppo tardi per cambiare, adesso, e lui non pensa che imitare Seifer sia una buona idea, comunque.

Pensa, però, che deve essere troppo tardi anche per quello.

*****
Note dell'autrice: GAH. Ho avuto un sacco di problemi a finirla! Mi sembra che cada completamente a pezzi alla fine. E non sono assolutamente riuscita a trovare una fine abbastanza buona. Alla fine c'ho rinunciato. Recensite!
Note della traduttrice: mi è sembrato bello iniziare a farvi conoscere questa autrice da questa bellissima storia che analizza quel primo duello in una maniera spettacolare, secondo me. Come sempre, i vostri commenti verranno tradotti e inviati all'autrice. Grazie a El Defe per il betareading. Alla prossima! - Alessia Heartilly

  
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