COMPONIMENTO II
Prima di inoltrarmi nel bosco
ho vissuto tra gli Uomini.
Nella loro società basata su Leggi
scritte
e violenze verbali inaudite.
Ho visto padri disconoscere figli,
ma anche nonni allontanare i nipoti;
c’è forse qualcosa di più brutale
di far del male al proprio stesso
sangue?
Tra gli Umani, avevo amici.
Tendevo loro una mano al momento del
bisogno,
ma quando ho avuto difficoltà
mi hanno abbandonato.
Non erano veri amici.
Non erano vere amiche.
Quando ho detto che volevo andarmene
il Padre ha alzato l’indice contro di
me,
la voce come il rombo di un tuono
sull’Olimpo;
che tu sia maledetto, Figlio!
Tu hai idee perverse, non sei come
noi Umani,
tu sparirai nel buio di quel bosco da
cui sei attratto!
Sono rimasto sconvolto da cotanta
aggressività
da parte di chi mi ha generato.
Allora ho iniziato a credere di
essere io
quello sbagliato.
Sì, io, un errore in questo mercato
Umano,
dove si compra e si vende,
c’è chi viene e chi va,
ma sempre tutto resta inalterato.
Nulla cambia nella sua sostanza.
Ho provato ad avere altri amici,
ma è finita male.
Ho iniziato a desiderare di morire,
di sbranare le mie carni.
Vendersi, come altri Umani hanno
fatto,
hanno venduto le loro anime alle
divinità
del denaro e dell’arroganza,
hanno reso pietraie i loro cuori;
non puoi entrarci, non puoi camminare
su quei sentieri pieni di sporgenze
taglienti e aguzze,
che sono calvario e sofferenze.
Non sono come loro, voglio andarmene,
urlavo di notte nel mio letto,
svegliandomi madido di sudore.
Il mio cuore stava diventando a sua
volta di pietra.
Ma cosa potevo saperne io,
io, che non sono nato nemmeno da un
gesto d’amore?
Cos’è l’amore, prima di tutto?
Due corpi che si avvinghiano
frenetici
o due cuori che si rendono fertili a
vicenda?
Ho pianto tante volte
anche se non volevo.
Ho sanguinato tante volte
ferito dalle pugnalate dei miei
simili.
Poi, un giorno, una cometa.
Apparsa nel cielo, così, dal nulla.
Io non la conoscevo.
Ho scelto di seguire la scia
dell’ignoto.
Sono così diventato un Re Magio,
colui che non ha casa,
straniero tra gli Umani.
Ho svegliato il mio placido destriero
dal suo torpore
ed ho affrontato le insidie del
bosco.
Il Padre non mi ha trattato da
Figlio.
L’Uomo non mi ha trattato da
Fratello.
Non appartengo all’Umano,
appartengo al Creato,
e per questo il mio viaggio è
iniziato.
Il bosco,
il suo buio che mi è sembrato eterno,
poi ti ho conosciuto,
poi sono giunto alla tua radura
interiore.
Tutto questo perché ho inseguito una
cometa,
la tua,
che mi ha incitato ad affrontare il
buio
di ciò che non si conosce.