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Autore: Evola Who    26/10/2019    1 recensioni
“E in che anno siamo?”
“Vediamo…” Iniziò ad annusare l’aria: “Siamo negli anni ’30. Più di preciso il 22 ottobre 1938.”
“1938?”
“Già! In pieno autunno. Te lo immagini, Denny? Oramai siamo alla fine di un grande decennio: nuove emozioni, la nascita e il successo del jazz e del blues, i primi film con audio, le grande invenzioni...”
“La segregazione razziale, il protezionismo, il voto alle donne concesso solo
dieci anni fa, la violenza, i poliziotti corrotti e l’inizio di un confitto mondiale”
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“Dottore…” iniziò a dire lei, intimorita e preoccupata: “Dove è andato a finire?”
“Rapito!” rispose lui con tono fermo. “Il TARDIS è stato rubato!”
Genere: Avventura, Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 11, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 10
The Final Comfirmation Part II
 

“Hai la più pallida idea di che razza di storia assurda ti abbiano rifilato?” domandò Marcus, preoccupato.

“Un oggetto misterioso, più antico della stessa umanità, attraverso il quale si può leggere il tempo, e che si troverebbe in Canada?”

“Canada Francese, per essere più precisi” confermò Jones, chiudendo il libro e rimettendolo a posto.

“E poi, come si chiama? Tempo Relativo…”

“Tempo e Relativa Dimensione Interna allo Spazio” finì l’archeologo, sapendo che l’amico non si sarebbe ricordato il nome completo.

“Ed è una cosa impossibile!” sbottò Marcus, un po’ irritato.

“Una volta delimitato l’impossibile, ciò che rimane, per quanto improbabile, deve essere la verità.”

“Non provare a cavartela citando Sherlock Holmes!”

Indy alzò gli occhi al cielo con aria paziente, mentre l’amico continuò a parlare con tono allarmato: “Ti rendi conto di quello che stai facendo? Stai andando in Canada per un reperto mai sentito prima. Quei due potrebbero essere delle spie o dei malintenzionati.”

“Credermi, hanno dimostrato ampiamente di non esserlo: troppo emotivi e stupidi per essere dei malintenzionati.” E ripensò all'incontro di prima. “E poi, di che cosa ti preoccupi? Siamo archeologi, cercare reperti è il nostro lavoro.”

“Sì, ma basandoci su assunti credibili che abbiamo raggiunto tramite lo studio e il confronto, insomma avendo dei fatti in mano. Noi siamo cercatori di concrete testimonianze del passato, non di un oggetto mai sentito nominare che avrebbe il ‘potere’ di leggere il tempo! Qui si parla di poter conoscere il futuro! Ti rendi conto?!”

“Lo so. E credimi, anche io ho parecchi dubbi riguardo questa ‘reliquia’. Ma quel Dottore mi sembrava davvero disperato, voleva veramente il mio aiuto. E la sua assistente era così decisa a convincermi da farmi persino irritare per costringermi a dire di sì” spiegò Jones, girandosi verso l’amico. “E voglio proprio vedere fin dove sono disposti ad arrivare per quell'oggetto.”

Marcus comprese le sue intenzioni, dicendo: “Adesso ho capito. Tu non vuoi trovare quell’oggetto e studiarlo, anche perché sei convinto che non esista affatto. Tu vuoi studiare quei due. Non è vero?”

Jones lo guardò facendo finta di non capire, mentre l’amico continuò, con sempre maggiore convinzione: “Tu hai trovato qualcosa di veramente interessante in quei due, al punto di decidere di partire con loro.” Terminò la frase con un sorrisetto ironico e soddisfatto.

“Non puoi davvero capire quello che ho visto in quei due” spiegò Jones. “Quel tipo, il Dottore, ha qualcosa di strano. Dal suo aspetto sembrerebbe giovane e con un carattere abbastanza infantile. Ma i suoi occhi... in quegli occhi c'è qualcosa di solito, come se fossero più antichi del resto del suo corpo. Come se, a dispetto del suo fisico da ragazzo, avesse già vissuto una lunga vita.” Si portò la mano sotto il mento, riflettendo su quelle parole.

“E la ragazza?”

“Una ragazzina autoritaria, scontrosa, insolente e che non si fa certo alcun tipo di problema a sfidarmi.”

“Mi ricorda un certo ragazzino che conoscevo…”
Jones osservò il sorriso divertito dell’amico, capendo subito che si stesse riferendo a lui.

“Però, c’è un’altra cosa insolita” continuò l'archeologo.

“I loro comportamenti e i loro gesti sono davvero singolari, quasi come se venissero da un’altra epoca. Inoltre, sono realmente convinti di poter portare a termine la loro scoperta, come se avessero già visto ciò che vogliono trovare. E io voglio assolutamente sapere che cosa accidenti sia questo Tempo E Relativa Dimensione Interna Allo Spazio. Voglio scoprire se esiste o meno, a costo di essere truffato o peggio!”

Si girò di nuovo verso la sua fornitissima libreria, accarezzando i dorsi dei numerosi volumi alla ricerca di un altro libro.

Marcus sorrise della sua determinazione e della sua voglia di compiere nuove scoperte insolite, seppure assurde e surreali.

“Dottore, che strano nome…” iniziò a dire l’amico, con un sorriso nostalgico. “Come quello della storia che raccontava spesso tuo padre.”

Indy fermò la mano; non si voltò, ma la sua espressione diventò improvvisamente cupa.

“Che una sera uscì dalla biblioteca, si incamminò lungo un parco a tarda sera e si imbatté in alcuni gangster che, in realtà, erano degli alieni. Com'è che li chiamava?”

“Zygon” rispose prontamente l’archeologo, sempre senza guardarlo.

“Ah, sì! Zygon! E poi diceva sempre che venne salvato da uno strano tipo, un uomo con sciarpa e cappello, che li fece scomparire nel nulla, per poi offrirgli, come se nulla fosse successo, delle caramelle…”

Jelly Babies” continuò Indy. “E poi lo avrebbe fatto entrare nella sua macchina magica, per riportarlo a casa da mia madre. E ripeteva sempre che quello era stato uno dei giorni più indimenticabili della sua vita.” E guardò in basso, pensoso.

“Già. E anche quel tizio si chiamava Dottore. Era davvero una bella storia.”

“Vero. Peccato solo che me la raccontasse in continuazione anche dopo i dieci anni, quando ormai ero un po' troppo cresciuto per le favolette della buonanotte.”

Il sorriso di Marcus scomparve pian piano e, al suo posto, comparve uno sguardo malinconico e triste. Sapeva bene quanto fosse complicato il rapporto tra Indy e suo padre, e si sentì in colpa per aver tirato in ballo quella storia. Era dispiaciuto per entrambi e, un giorno o l'altro, gli sarebbe piaciuto vederli riconciliarsi.

“Comunque" ricominciò a parlare Indy, "questo professore che è venuto da me si chiama John Smith, ma vuole essere chiamato Dottore per qualche suo strampalato motivo. Non c'entra proprio nulla con quella stupida storia di mio padre, per il semplice motivo che quella non è vera.”

“Già, però è anche vero che, nel corso della storia, si sono sviluppate numerose leggende narranti di un uomo che si chiama Dottore, sempre munito di un oggetto magico che porta sempre con sé” aggiunse l’amico, con tono riflessivo.

“Sì, ma sono soltanto leggende. Siamo archeologi, noi, e dobbiamo attenerci ai fatti storici per effettuare eventuali scoperte. Non possiamo perderci dietro a delle leggende e a delle supposizioni prive di fondamento” rispose duramente Jones, poi si girò verso di lui ed aggiunse: “E tu non credi nella reliquia che può leggere il tempo ma poi mi vieni a raccontare queste cose?”

Marcus rimase davvero di sasso. Non per quelle sue parole fredde, bensì per il suo sguardo duro e irritato. Di certo, era stato causato da quel ricordo di suo padre. Abbassò lo sguardo con aria dispiaciuta, rispondendo: “Già, hai ragione. Che sciocco che sono s raccontarti queste cose… Ti chiedo scusa, sto diventando un po' troppo vecchio e a volte non so bene ciò che dico...”

Jones ritornò alla sua libreria, rimanendo zitto e tornando a concentrarsi su quella potenziale nuova scoperta, togliendosi del tutto dalla mente quello sciocco racconto di suo padre.
 
   
 
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