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Autore: Khailea    28/10/2019    0 recensioni
Un'avventura action con trame avvincenti e personaggi unici e caratteristici!
Saghe appassionanti e ricche di colpi di scena, special divertenti e di ogni genere!
Unisciti alle stravaganti avventure degli studenti della Werewolf Shadow!
I personaggi di cui si parla in queste storie sono inventati da un gruppo di role chiamato Werewolf's Shadow 2.0.
Questo è il secondo progetto di fiction scolastica del gruppo fatto con l'approvazione dei suo componenti.
Non ci sono collegamenti con il precedente progetto e la trama é molto diversa.
Il logo del lupo appartiene al nostro gruppo esattamente come i personaggi e l'ambientazione.
Se volete unirvi a noi potete fare richiesta qui https://www.facebook.com/groups/660949357417726/members/
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Personaggi in questo capitolo: 
Jack 
Daimonas 
Ailea
Khal 
Lighneers 
Zell 
Astral 
Lacie 
Hope 
Grace 
Milton 
Seraph 
Alexander 
Johanna 
Samantha 
Nadeshiko 
Ayame 
Ryujin
Yume
Cirno
Vladimir
 
 
 
La notte era calata e Londra si accese.
Per le strade della città era impossibile non notare eccentriche insegne luminose che invogliavano ad entrare, ed allo stesso modo anche il locale nel quale si sarebbe svolta la festa del "ragazzo" di Johanna ne possedeva una.
"Chances" si chiamava, ed esternamente assomigliava ad un gigantesco capannone dai muri in mattoni rossi ed il tetto piatto.
Era a due piani e dalle finestre al primo si potevano vedere numerose luci, segno che la festa era gia iniziata.
Tutti quanti erano pronti e ben vestiti;  Khal indossava un completo composto da dei pantaloni stretti, una camicia ed una cravatta completamente neri. Aveva pettinato i capelli bianchi all'indietro ed i suoi occhi azzurri si notavano ancor di più nel buio. Accanto a lui, a braccetto, c'era Ailea, anche lei con i capelli acconciati in maniera che fossero tenuti in alto da un ciappo. Perfettamente in linea con il ragazzo era vestita con il sensuale abito nero che le lasciava scoperta la schiena e la gamba sinistra che aveva trovato nel negozietto il pomeriggio, abbinato con dei lunghi stivali.
Dietro ai due c'era poi la coppia formata da Alexander ed Hope. Il ragazzo portava come il fratello dei pantaloni e delle scarpe nere ma indossava una camicia bianca. Hope indossava un abito particolare, del color del ghiaccio con sfumature grigie. Il top superiore aveva alcune perle bianche sul petto e sullo stomaco e non aveva spalline. Da esso partiva poi la gonna semi trasparente composta da vari strati a balze, corto sul davanti e lungo dietro. Portava dei tacchi sottili dello stesso colore ed i capelli agghindati in uno chignon avevano delle ciocche ai lati che cadevano sul viso.
C'erano poi Astral e Seraph. Il ragazzo portava una camicia bianca sotto una giacca di pelle marrone, e degli stivaletti con gli stessi colori perfettamente abbinati anche alla cintura nera. Seraph invece portava un vestito rosso, dal petto stretto avente dei lacci che s'annodavano al collo e dalla gonna che le arrivava a metà cosce. Anche lei portava una cintura, ma marrone, ed entrambi tenevano le proprie maschere.
Non molto distante c’era poi  Grace, vestita con un lungo e stretto abito nero, dal collo alto e senza spalle, avente una spaccatura alla coscia destra che risaltava le gambe toniche.
Quasi accanto c’era Zell, vestito invece con dei jeans, delle scarpe marroni ed una camicia verde scuro. Non aveva prestato molta cura ai particolari ma era soddisfatto dell’abbigliamento sceltosi.
Giusto giusto aveva aggiunto una collanina color argento, costata anche poco, ma che dava risalto all’insieme.
Un abbigliamento simile l’aveva anche Lighneers, ovvero jeans ed una camicia blu scuro, abbinata ad una giacca nera. Rispetto al resto del gruppo però era molto più distante, tenendo le mani in tasca e la testa bassa.
Più gioiosa era sicuramente Lacie, che vestiva con un corto abito azzurro dal busto stretto e la gonna a balze, con alle gambe delle calze nere decorate con delle immagini di adorabili gattini stilizzati.
Anche Sammy aveva un abito molto simile, il busto azzurro chiaro aveva però dei ricami bianchi a fiori e la gonna a balze era separata da esso tramite un nastro nero, aveva però anche lei delle semplici calze nere per non aver troppo freddo.
Molto più “vivace” era l’abito di Yume, appunto quello viola scuro dai lati tagliati ed uniti solo con dei grossi lacci, che aveva scelto al negozio quel pomeriggio. Il trucco scelto, soprattutto di base nero e viola, metteva ancor più in risalto il tutto, ed il suo modo di ancheggiare aiutava altrettanto.
Nadeshiko, che la teneva a braccetto, aveva optato per un abito verde acqua, dalla gonna corta e con una grossa spaccatura al seno che arrivava poco sotto d’esso.
Più soft era l’abito di Cirno, quello che appunto aveva scelto nel pomeriggio, blu scuro e con delle decorazioni che ricordavano comunque ciò che indossava solitamente.
Vicino a loro c’era poi Ryujin, che indossava dei pantaloni marroni ed una camicia bianca, con una giacchetta grigia che gli risaltava la pelle.
Anche Vladimir indossava una camicia simile, ma aveva dei pantaloni marroni ed una camicia rossa.
Ayame aveva scelto uno stile più punk, con un vestitino nero dalla gonna mezza strappata, il top con delle corde che s’intrecciavano alle braccia, e delle calze nere e viola.
A parlare in disparte c’erano poi Milton, vestita con un abito azzurro scuro ed un fiocco abbinato tra i capelli, che reggeva la rosa, Jack, vestito con jeans neri ed una maglia nera, e Daimonas, che indossava il completo gli altri erano riusciti a trovare nel pomeriggio.
Nonostante chiacchierassero Jack non scese nei dettagli su ciò che aveva fatto nel pomeriggio, non solo perché parlare dei fratelli poteva fargli venire nuovamente il magone, ma perché era assorto nei propri pensieri ed a malapena rispondeva.
In testa al gruppo, infine, c’era Johanna.
Per l’occasione aveva scelto un vestito il cui top era composto da un sottile ricamo di perle, mentre la lunga gonna azzurra toccava quasi terra.
Aveva scelto l’azzurro perché era il colore dei capelli di Mattia, e sperava anche a lui piacesse…
In ogni sua memoria d’infanzia aveva spesso cercato dei ricordi che le facessero pensare lui provasse qualcosa nei suoi confronti, ma si era comportato sempre e solo come il suo migliore amico, e questo l’agitava molto.
Lei in ogni caso non aveva potuto fare a meno d’innamorarsi…
Se le cose non fossero andate bene, sperava almeno potessero restare amici.
-Direi che a questo punto non posso tornare indietro.-
Sospirò abbassando il capo, ormai davanti all’entrata, sentendo poi la mano di Hope toccarle la spalla.
-Andrà tutto bene.-
Guardandola Johanna le sorrise, grata sia a lei che a tutti gli altri per essere venuti con lei.
Si stavano dimostrando tutti degli ottimi amici.
Senza aspettare oltre il gruppo entrò nell’edificio. La stanza principale, decisamente enorme, aveva dalla parete opposta rispetto alla porta un piccolo palco sul quale un dj si era sistemato con tutti i suoi strumenti; tramite delle macchine per il fumo regalava una giusta atmosfera alla zona. Un gran numero di ragazzi ballava lì vicino, agitando stick luminosi e dimenandosi. A destra della stanza c’era il bar, decorato con luci blu al led e con i bagni vicini, mentre dalla parte opposta c’era perfino un angolo di poltrone su cui accomodarsi, non troppo vicino alla musica assordante.
Volendo si poteva poi salire una scala a chiocciola di metallo e salire al piano di sopra.
-Ooh, carino.-
Disse Yume soddisfatta agitando il petto.
-E’ nel suo stile.-
Ammise Johanna guardandosi attorno. Lei preferiva i luoghi più calmi, ma Mattia era sempre stato il più popolare della scuola ed amava divertirsi. Ogni sua festa non era da meno al suo umore.
Di solito però lui rimaneva sempre nei paraggi a tenerle compagnia evitando si trovasse a disagio…
-Chissà dove si trova…-
-Vuoi una mano a cercarlo nya?-
Chiese Lacie già ancheggiando a ritmo di musica.
-No, è una cosa che devo fare da sola. Voi godetevi la festa, al termine della serata vi racconterò tutto.-
Alla proposta della bionda tutti furono d’accordo, e separandosi andarono tutti a scoprire cosa la serata riservava.
 
 
 
 
Nadeshiko-Yume-Astral-Seraph-Ryujin-Khal-Ailea:
 
 
L’atmosfera non era poi così male. Khal si trovava da sempre a proprio agio tra le ombre, e quel tocco di fumo in più rendeva l’ambiente godibile. Ailea a sua volta non aveva alcun problema lì, abituata infondo ai bar di Rookbow, quindi si sentiva un po’ come se fosse a casa.
Entrambi si erano sistemati nell’angolo del locale pieno di divanetti e poltrone, prendendo possesso di una all’angolo; entrambi quasi sdraiati, lei si era appoggiata al petto del compagno mentre questo le accarezzava i capelli ed entrambi fumavano una sigaretta.
Quella posizione aveva un non so che di intimo per entrambi e piacevole, tanto che era impossibile non sentirsi completamente rilassati.
-In città qui ci sarebbe un ring.-
Commentò la ragazza senza spostarsi.
-Ed un gran numero di persone pronte a vendere perfino il proprio sangue.-
-O quello di qualcun altro.-
Era così bello stringerla tra le braccia e parlare a quel modo. Quasi non aveva bisogno di maschere con lei, era veramente perfetta.
Il vestito scelto poi lo stuzzicava piacevolmente, ma gli sarebbe bastato anche solo far scorrere la mano sulla delicata pelle della spalla per desiderare sempre di più.
Finalmente soli, quella era sicuramente la parte più bella della festa.
Anche lei pensava lo stesso, mentre gli accarezzava il ginocchio con la mano. Si sentiva come se fossero due pezzi di un puzzle che combaciavano perfettamente, e le venne da sorridere.
Un po’ era curiosa per come sarebbero andate le cose per Johanna e quell’altro, Mattia, se non sbagliava, ma era tutto in un angolo della mente.
La solitudine trovata però non durò a lungo.
Astral e Seraph inizialmente infatti erano andati da tutt’altra parte, verso il bancone in modo che il ragazzo potesse prendere una birra, ed in seguito avevano voluto trovare un posto dove sedersi, e l’unico era vicino a loro.
-E’ un problema se stiamo qui?-
Chiese Astral indicando la poltrona, e Khal avrebbe tanto voluto rispondere di sì.
-No, fate pure.-
Rispose invece, mentre Seraph si limitò ad un’occhiata; per quanto il tempo passasse, lui non gli piaceva. Altezzoso, pieno di sé ed in qualche modo viscido, era così che lo vedeva. In ogni sua espressione e gesto sembrava esserci qualcos’altro.
Non era certo imparziale, per anche altri membri del gruppo aveva delle riserve, come Lighneers ed Alexander. Il primo troppo chiassoso e caotico, il secondo, come il fratello, sembrava guardare il mondo dall’alto verso il basso.
Ailea non sapeva niente di questo, ma non l’aveva nemmeno mai chiesto.
Solo prima della loro relazione Seraph aveva detto che non si fidava, ma l’amica non aveva pensato potesse esser qualcosa d’ancora presente.
Per quanto riguardava Astral invece, non aveva un modo particolare d’inquadrare nessuno dei due, non avendo parlato molto.
Ailea sembrava andar d’accordo con Lacie, e questo era un buon punto. Ricordava che tra le prime volte l’aveva incontrata a scuola aveva trovato Lacie assieme a Seraph.
Khal invece…era un altro discorso, visto alla sorella lui non piaceva, ma non per questo Astral era di parte a priori.
Si sarebbe scoperto con il tempo l’opinione che aveva di entrambi.
-Non male come festa eh?-
Disse Ailea iniziando la conversazione.
-Uguale a tante altre.-
Rispose Seraph facendo spallucce.
-Sei stata a molte feste?-
Chiese Astral curioso, volendo giustamente conoscere la compagna.
-No, ma vista una è come se le avessi viste tutte.-
-Lei non è esattamente tipa da feste, a meno che non la trascinassi. Direi più da luoghi in cui può mettersi alla prova.-
Disse la bruna al posto dell’amica.
-Capisco, io sono stato a qualcuna, ma devo dire non si sta male nemmeno qui.-
La maggior parte delle volte in cui era andato ad una festa era dovuto andar via perché Lacie aveva distrutto qualcosa per la foga, ma per quella sera non avrebbe potuto controllare come andavano le cose purtroppo.
-Sì, per una città tranquilla come Londra è azzeccata.-
Disse infine Khal, che solitamente andava alle feste solo se aveva degli incontri da fare.
-Alla fine siamo qui solo perché Johanna incontri quel ragazzo.-
Puntualizzò Seraph mentre Astral, spostando leggermente la maschera ed il viso in modo da non esser visto in faccia, sorseggiò la propria birra.
-Così sembra che ci usi.-
Obbiettò lui, che mai poteva immaginare la bionda fare una cosa simile.
-Direi più che siamo stati trascinati dagli eventi, ma non è sicuramente una brutta cosa. Almeno poi se avesse bisogno di supporto ci siamo.-
Rispose Khal, che ormai aveva capito doveva mostrarsi come un sostenitore di tutte le azioni dei membri del gruppo, senza creare scompiglio.
-Può cavarsela anche da sola.-
La risposta di Seraph però lasciava comunque vedere non ci potesse esser facilmente accordo tra di loro.
-Direi basterebbero anche solo Hope e Grace, con loro va molto d’accordo.-
Disse comunque Ailea per non metter tensione al discorso, aveva notato in fin dei conti quanto spesso stavano assieme.
-E’ vero, ma alla fine siamo un gruppo bello grande. E’ naturale si formino dei gruppettini più stretti tra loro che con altri.-
Confermò Astral, che alla fine aveva stretto un legame più solido appunto solo con Seraph quasi.
-E’ vero, anche se certe volte si mischiano. Un po’ come voi due, mi hai portato via Seraph.-
Scherzò Ailea, ricevendo un calcio dall’amica.
-Ed intendo tenermela stretta.-
Ridacchiò Astral facendo passare una mano sulla spalla della propria ragazza, che arrossì da sotto la maschera.
Khal invece provò una punta di gelosia nei confronti della bionda. Non voleva Ailea sentisse il bisogno di qualcun altro, sia maschio che femmina, ma non lo diede a vedere.
-Tu allora però hai fatto lo stesso ad Alexander.-
Obbiettò Astral riferendosi ad Ailea. Da quanto sapeva Khal prima di conoscere gli altri passava il tempo solo con lui.
-Credo il mio fratellino non abbia alcun problema, ora che sta con Hope ahah.-
Rispose il bianco sorridendo, anche se non gli importava gran che di come l’altro passasse il proprio tempo quando non c’era.
-Almeno lui non ti ha tenuto il muso.-
Sbuffò Astral sdraiandosi quasi completamente sul divano.
-Sono sicuro che Lacie si calmerà presto. Dimostra però quanto ti vuole bene, è una cosa molto dolce.-
-Sì…-
Mentre parlavano anche qualcun altro si era avvicinato a loro, ovvero Ryujin.
Non era stato ad un gran numero di feste prima d’ora, ma a quanto pare qualcosa in lui aveva attirato l’attenzione di varie ragazze, e la cosa mettendolo in crisi l’aveva spinto ad allontanarsi cercando riparo tra il gruppo di sue conoscenze.
-Vi dispiace se mi siedo qui?-
Chiese senza però aspettare veramente una risposta.
-Wow, sei teso come una corda di violino. Non ti piace la festa?-
Chiese Astral tirando più vicina Seraph a sé.
-No…non è questo…-
Prima di spiegarsi Ryujin si grattò la testa imbarazzato, accendendo la curiosità di Ailea.
-Ecco…diciamo che ho attirato l’attenzione di alcune signorine, credo per il cosiddetto fascino dello straniero…-
-Lamentati pure eh.-
Commentò Astral, ricevendo però una gomitata nello stomaco da Seraph.
-Io sono felicissimo qui però…-
Disse subito quindi il castano per evitare la sua furia, o almeno altri colpi.
-Non è che mi lamento…ma non so cosa fare.-
-Potresti conoscerne qualcuna.-
Rispose Khal senza capire quanto potesse esser problematica una faccenda simile.
-Ma non penso rivedrei mai nessuna di loro, e non voglio né illuderle né usarle.-
-Che cuore d’oro.-
Commentò Ailea aumentando l’imbarazzo del bruno.
-Susu, non mettiamolo a disagio. Sicuramente quando non si vogliono certi tipi di attenzione non è mai piacevole.-
Disse Khal, che in qualche modo capiva il fastidio che supponeva l’altro provasse, anche se per Ryujin non era comunque così. Ma il ragazzo apprezzò il sostegno.
-Voi non andate a ballare?-
Chiese quindi cambiando discorso.
-Non adesso, magari più tardi.-
Rispose Ailea finendo la propria sigaretta.
-Io non amo particolarmente muovermi come un’ossessa in mezzo alla gente.-
Astra e Khal rimasero in silenzio, non volendo comunque andar contro alle proprie ragazze.
-Capisco, sicuramente ci sono molti altri modi per divertirsi oltre al ballare.-
-Mandar giù qualcosa da bere è tra questi.-
Disse Astral appoggiando il bicchiere vuoto sul tavolo.
-Preferisco qualcosa di più particolare di solito alla birra.-
Spiegò Ryujin, che effettivamente ancora non aveva preso nulla.
-Vuoi che ti porti qualcosa da bere amore?-
Chiese Khal intanto accarezzando i capelli della bruna.
-Magari un bicchiere di coca-cola e rum, per favore.-
-Certo.-
Sorridendogli lui si alzò, ricevendo un bacio a stampo come ringraziamento, e subito dopo si affrettò a raggiungere il bancone.
-Sembrate molto uniti, state insieme da molto?-
Chiese Ryujin, che effettivamente era entrato a far parte di quel gruppo da poco.
-Non sarà nemmeno un mese.-
Rispose Seraph al posto dell’amica, lasciando il bruno sorpreso.
-Oh, dal modo in cui vi chiamate credevo di più. Non è un po’ presto per gli “amore”?-
Magari visto non aveva alcuna ragazza non era molto in diritto di parlare, ma gli sembrava bruciassero un po’ le tappe.
-Non so, per noi va bene così. Non ho mai pensato ci fosse un tempo prestabilito per dirselo, quando lo senti lo dici.-
-Ma come fai a dire lo sentite già?-
Chiese ancora il ragazzo, che almeno riteneva di poter far conversazione senza essere linciato come era successo a Lighneers.
-Non lo so. Magari tra qualche anno mi renderò conto d’aver appena iniziato ad amarlo, oppure che lo sto già facendo ora. Magari tra due giorni ci lasceremo o staremo assieme per tutta la vita. In ogni caso faccio solo ciò che mi sento di fare al momento, incluso dirgli che potrei amarlo.-
Non era un discorso semplice, ed era sorpresa lei stessa dall’averlo fatto, ma dopo aver conosciuto Khal era cresciuta su quel frangente. Era ancora molto giovane, e stava imparando, e come per tutti gli altri ogni esperienza la cambiava un pochino.
-Wow, non ti avrei mai fatta così dolce.-
Ammise Astral, che però la vedeva più dalla parte di Ryujin, che comprendendo comunque il punto di vista dell’altra non aveva voluto insistere.
-Non era così infatti prima.-
Disse Seraph che sicuramente la conosceva da più tempo, ma non intendeva quella frase in senso negativo, o almeno sperava di non doverlo mai fare.
Non passò molto tempo intanto che Khal tornò, portando la bevanda che Ailea gli aveva chiesto.
-Ecco, spero che ti piaccia.-
-Grazie mille.-
Sorrise lei dandogli un altro bacio, stavolta sulla guancia.
Nel mentre i cinque chiacchieravano rilassandosi qualcun altro invece aveva scelto di scatenarsi direttamente in pista.
Nadeshiko e Yume non appena erano entrate nella stanza non avevano aspettato nemmeno un secondo per buttarsi tra la folla.
Nadeshiko in particolare era veramente euforica; non sempre aveva avuto molto tempo per andare a delle feste simili, ma amava la musica e poter muoversi a ritmo d’essa senza alcun freno era una sensazione fantastica per lei.
Il loro modo di ballare era comunque leggermente diverso, in quanto Yume era decisamente più…provocante.
Ogni sua movenza era un invito ad avvicinarsi, anche se per il momento si concentrava più a divertirsi con la sua amica. Sapeva bene che qualcuno sarebbe arrivato presto o tardi.
-Wow Yume! Come fai a muovere il bacino in quel modo?-
Chiese l’azzurra divertita da un movimento particolare che faceva l’altra con le anche.
-E’ facile, basta far così.-
Per aiutarla a ballare come faceva lei Yume si posizionò dietro la ragazza, portandole le mani ai fianchi muovendoli come sapeva lei.
La stretta vicinanza non infastidì Nadeshiko, che dopo poco aveva già capito come fare ed aveva preso a ballare in maniera ancor più sfrenata.
Non passarono molti minuti però prima che la certezza di Yume si avverasse.
-Ehi, sei molto brava come insegnante di ballo.-
A parlarle era stato un giovane ragazzo dagli occhi e dai capelli neri, rasati ai lati e con due collane al collo. Era vestito con una semplice maglia grigia e dei jeans, ma non era certo messo male come fisico, almeno per gli standard di lei.
-Ti piacerebbe aver delle lezioni in privato?-
Chiese quindi la ragazza strusciando una gamba contro quella di lui, facendogli subito capire le sue intenzioni.
-Wow, vai dritta al punto eh?-
-Non mi piace perdere tempo.-
-Allora…vivi qui vicino per caso?-
-No, ma direi che anche andare al piano di sopra o nei bagni non sarebbe un problema.-
Continuò lei ammiccando.
-Emh…non sembra il massimo nei bagni.-
Già il fatto l’altro non sembrasse completamente convinto gli toglieva un bel po’ di punti nella scala dell’attrazione che Yume provava. Se doveva perder tempo per nulla tanto valeva ributtare l’esca in mare.
-Guarda, se vuoi divertirti io sono ben felice. Altrimenti spero passerai una bella serata.-
Disse quindi gentilmente voltandosi per ballare nuovamente sola con Nadeshiko, che avendo notato l’avvicinarsi del ragazzo si era fatta da parte.
-Non ho detto che non voglio…va bene, allora ci vediamo lì tra cinque minuti.-
Rispose il ragazzo scattando subito verso i bagni.
-Ehi Nadeshiko, spero non ti dispiaccia ma ho una cosuccia da farmi.-
Facendole l’occhiolino Yume sperò la ragazza non fosse infastidita dal fatto la lasciasse sola, ma la risatina dell’amica ed un cenno d’assenso la tranquillizzarono, e subito andò anche lei verso quella direzione.
Sinceramente parlando non aveva grande aspettative nei confronti di quel ragazzo, ma non intendeva passare una serata simile senza nemmeno aver fatto un po’ di sesso.
Fortunatamente lo trovò proprio davanti alla porta del bagno, che si guardava attorno agitato.
Prendendogli il polso la ragazza lo spinse dall’altra parte, ridacchiando.
-Non mi dirai sei timido. Oppure hai una ragazza?-
Non gli piaceva far qualcosa con chi era già impegnato, e fortunatamente sapeva riconoscere chi mentiva.
-No, ma non voglio essere buttato fuori…-
-Tranquillo, non accadrà nulla.-
Rispose lei facendogli l’occhiolino.
Il bagno era diviso in due parti, separate da un corridoio, e Yume preferì andare verso quello degli uomini, solitamente meno occupato rispetto alle donne, anche se al momento c’erano ancora un paio di ragazzi.
-Tu…fai spesso queste cose?-
Chiese il ragazzo ancora perplesso.
-Sì ma non preoccuparti, prendo la pillola.-
Disse lei sinceramente, infondo non sentiva d’aver nulla da nascondere.
-Ho capito. Però…preferirei usare il preservativo.-
A quell’affermazione l’attrazione di lei scemò del tutto. Il preservativo non le dava la stessa sensazione, e proprio per questo usava la pillola.
-Siii…no guarda, torna pure alla festa allora.-
Dall’espressione del ragazzo era chiaro che quella risposta non gli era piaciuta, e così subito tornò indietro verso la festa.
Sbuffando la ragazza si appoggiò al muro, irritata dall’aver effettivamente perso tempo inutilmente.
-Problemi con il tuo ragazzo?-
Una voce maschile però le fece confidare nel fatto non fosse ancora tutto perduto, e voltandosi ammiccò subito al nuovo arrivato.
-Non ho un ragazzo, se ti interessa divertirti un po’…-
Nel frattempo, rimasta sola l’azzurra continuò a ballare senza preoccuparsi di nulla.
In verità erano stati giorni alquanto stressanti per lei, tra la recente rottura ed il ricominciare ad avere indipendenza, ma si stava abituando e non aveva alcun problema nel restare amica di Vladimir.
Sperava di poter continuare a divertirsi a quel modo senza dover pensare o preoccuparsi di nulla, perché alla fine voleva solo vivere così.
In mezzo a tutta quella gente anche lei attirava certamente l’attenzione, non solo perché carina ma anche per le orecchie e la coda da gatto. Per questo magari si era creata una cerchia di persone che la guardavano, ma lei non ci faceva caso.
Quello spiraglio tra la folla però era visibile anche da chi era più lontano, come il gruppettino che stava ancora chiacchierando al tavolo.
-Nadeshiko si sta proprio scatenando.-
Commentò Ryujin felice la ragazza si divertisse.
-Sembra non aspettasse altro, non è un po’ troppo vicina ai cavi per l’attrezzatura del dj però?-
Chiese Astral che, con la sua esperienza con la pistola, riusciva a vedere ogni dettaglio anche da lontano.
Purtroppo aveva anche ragione, ed infatti senza volerlo Nadeshiko ne strappò alcuni, e la musica si fermò.
Naturalmente molti iniziarono subito a lamentarsi, ma grazie alla luce soffusa per il momento non era ancora chiaro di chi fosse la colpa, e Nadeshiko stessa non si era accorta di ciò che aveva tirato per sbaglio.
-Direi che per un po’ non ci sarà la musica.-
Disse Ailea non molto interessata.
-Però così il ragazzo per cui Johanna prova interesse non sarà costretto ad allontanarsi?-
Chiese Ryujin, che sapeva bene come tutti gli altri quanto lei ci tenesse a quel momento.
-Potrebbe perdere effettivamente la sua occasione.-
Confermò Khal, in realtà completamente disinteressato.
-Ailea, tu sai suonare e canti no? Perché non ci pensi tu?-
Propose Astral, avendo effettivamente una buona idea.
-Devo proprio?-
-Solo se hai simpatia per Johanna.-
La punzecchiò Seraph, e dopo qualche secondo la bruna si alzò, dirigendosi verso il palco.
Fortunatamente aveva abbastanza faccia tosta da poter improvvisare una qualsiasi situazione, e subito prese il microfono.
-Scusate per l’interruzione, ma non si sarebbe seguita la tabella di marcia. Ora ci sarà una canzone per tutte voi coppie, spero vi piaccia.-
Prima che il dj potesse dire qualcosa Ailea lo spinse via, sussurrandogli una breve spiegazione.
-Tu sistema il problema in fretta, altrimenti la festa si rovina.-
Per lo meno c’erano anche altri strumenti da poter usare, ma la ragazza non era certa di cosa poter cantare d’adatto alla situazione.
Guardando tra il pubblico incontrò subito gli occhi di Khal, che fiduciosi non avrebbe avuto problemi, sa segretamente irritato tutti la guardassero, la fissava in attesa.
Ed allora decise semplicemente di dire ciò che sentiva.
-Sceglimi…
Siamo il quadro che non ho mai visto nei musei.
Sceglimi…
Che le piazze e i monumenti avranno da invidiarci.
Sceglimi…
Tra le cose che lasciano il segno ci sei, ci sei.
Sceglimi…
Voglio scoprirti come un continente.
Sceglimi…
Perché da soli non si è buoni a niente.
Salvami.
Come solo nei libri.
Come solo tu, tu…
Tu che mi rimani in mente come una canzone.
Quella che ascoltavo da bambino.
Quella che cantavo ai miei per cena.
Sei tu che dici che l'amore è l'unica occasione.
Vienimi a prendere.
Vienimi a prendere.
L'indirizzo lo sai.
Sceglimi…
Sceglimi…
Nessuna capitale al mondo può competere.
Sceglimi…
Con le pieghe dei nostri vestiti attorno al letto.
Sceglimi…
Tra le cose che lasciano il segno.
Ci sei sempre stata tu, sì.
Sempre stata tu.
Tu che mi hai insegnato il cielo come un aviatore.
Tu che non è tutto un casino.
Tu che non è tutto già scritto.
Sei tu che dici che l'amore è l'unica occasione.
Vienimi a prendere.
Tu vienimi a prendere.
Vienimi a prendere al più presto perché qui diluvia.
Ti stringo forte tra le labbra non aver paura.
Lascia che la pelle resti nuda.
Stringimi per sempre.
Sei tu che dici che l'amore è l'unica occasione.
Tu vienimi a prendere.
Vienimi a prendere.
L'indirizzo lo sai.
Sceglimi.
Sceglimi.-
La gente sembrava apprezzare la canzone, molte coppie avevano iniziato a ballare un lento ma anche i single se la stavano godendo ballando a tempo.
Anche Nadeshiko lo stava facendo, muovendosi ad un ritmo più lento proprio sotto al palco.
-Quella è la mia amica!-
Urlò esaltata, ricevendo un saluto imbarazzato dalla bruna che poco dopo scese dal palco.
Sembrava che la musica fosse anche ripartita senza problemi, ed almeno per il momento la serata riservata a Johanna non doveva avere interruzioni…
 
 
 
 
Ayame-Cirno-Grace-Vladimir:
 
 
-Dammi qualcosa di forte.-
Ayame non appena aveva messo piene nella discoteca si era trovata subito a proprio agio, ma purtroppo aveva anche perso di vista il suo amato Lighneers.
Una festa era l’occasione giusta per strusciarsi un po’ e provare a divertirsi, ma a quanto pare lui era sparito.
Alla fine la ragazza si era vista costretta a fermarsi, e come consolazione aveva deciso di comprare qualcosa al bar.
-Sei abbastanza grande per bere?-
Chiese il barista guardandola.
-Come scusa?-
Rispose lei irritata. Certo, grazie a tutti i trattamenti di bellezza era una dea senza tempo, ma scambiarla per una bambina era eccessivo.
Il suo atteggiamento sembrò bastare almeno perché l’altro non indagasse, ma l’età era comunque giusta.
Alle spalle però la ragazza sentì una piccola risata, e subito si voltò pronta a picchiare il malcapitato, trovandosi però davanti Cirno.
-Che vuoi?-
Chiese quindi storcendo il naso mentre l’azzurra si sedeva vicino, con una leggera difficoltà perché le sedie erano molto alte.
-Oh nulla. E’ solo divertente vedere che ti scambiano per una bambina. Volevi del succo di frutta?-
La punzecchiò amichevolmente l’altra.
-Tsk. Pensa per te senza tette.-
Per tutta risposta Cirno diede un calcio alla sedia di lei, facendola vibrare visto era attaccata al suolo.
-Non sono uno specchio mia cara.-
Le due si fissarono per un minuto buono, ed alcuni accanto a loro avevano veramente temuto iniziassero a litigare, ma entrambe finirono per scoppiare a ridere.
-Hai fegato, devo ammetterlo.-
Disse Ayame, che pur non amando quando qualcosa la sfidava, riconosceva il coraggio dell’altra.
-Ma certo, io sono la grande Cirno!-
Grande non era esattamente l’aggettivo che Ayame avrebbe usato, ma rimase in silenzio solo per non usare una battuta scontata.
-Allora, grande Cirno, che ne pensi della festa.-
Disse comunque ironicamente guardandosi attorno.
-Decente, ma manca troppo ghiaccio.-
In ogni posto mancava sempre troppo ghiaccio, ed era per questo che ci pensava lei a migliorar la situazione, ma Johanna aveva insistito perché nessuno portasse nulla di strano a Londra quindi aveva lasciato le sue cose in città.
-Spero ci sia del ghiaccio anche nel mio drink, non appena arriverà.-
Alla frase di Ayame il barista sospirò rassegnato, dandole finalmente il bicchiere.
Assaggiandolo la ragazza non lo trovò poi così malaccio, ma non era tra i suoi preferiti.
-Allora, tu come hai conosciuto gli altri?-
Chiese Cirno curiosa.
-Me li ha fatti conoscere il mio adorabile Lighuccio.-
-Oh capisco, è stato carino da parte sua.-
Sarebbe stato carino se Ayame non avesse omesso l’avesse stalkerato e si fosse unita al gruppo solo per conquistare lui, ma non ce n’era bisogno. A poco a poco stava facendo amicizia e non c’era bisogno sapessero tutti le sue motivazioni.
-Tu invece?-
-Ecco, è partito da una sera in salagiochi, dove c’era anche Diana e Zell. Lei però ormai è partita…è un peccato, mi piaceva un po’ di sfida.-
Ammise Cirno facendo spallucce.
-Oh se è la sfida che vuoi allora la puoi trovare con molti. Devi solo cogliere le occasioni.-
-Dici?-
-Ma certo, tutti hanno un po’ di competizione nel sangue. Soprattutto i più vivaci.-
Quella era un’ottima notizia per Cirno, che sorridendo poggiò entrambe le mani sul bancone picchiettando con le dita.
Nel frattempo che chiacchieravano al bancone si avvicinò anche Grace, che al contrario degli altri preferiva giusto prendere un analcolico per bagnarsi la gola.
Non era una festaiola esagerata, ma anche lei sapeva muoversi un po’. Visto però le sue amiche erano impegnate a fare altro, o almeno quelle più vicine che sicuramente considerava tali, non stava a ballare da sola.
-Ehi Grace! Vieni qui con noi!-
Cirno vedendola agitò subito le braccia per attirarla, e nonostante la rossa avesse cercato di fingere di non vederle, alzando gli occhi, si vide costretta ad andare lì.
Contro Cirno non aveva veramente nulla, era un po’ esagitata ma sopportabile, mentre Ayame…era troppo piena di sé ed ossessiva nei confronti di Lighneers per i suoi gusti, anche se pure lui per come era scontroso non le piaceva molto.
-Come va?-
Chiese solo la rossa per non esser maleducata.
-Bene, stavamo chiacchierando. Tu come mai non sei con Hope?-
Chiese Ayame curiosa; magari avevano litigato e lei amava i gossip.
-E’ Alexander il suo ragazzo, non io.-
Rispose l’altra bevendo un sorso della propria bevanda. Sapeva bene di dover dare alla coppia i loro spazi, ed infondo lei poteva anche socializzare con altre persone, almeno fino a quando non le davano sui nervi.
-Allora puoi unirti al nostro gruppettino di chiacchiere, formato adesso da noi tre.-
Disse felice Cirno.
-Come vi pare. Ma non parliamo di cretinate.-
-Tranquilla Grace, solo discorsi seri…ehi che reggiseno porti?-
-Ok me ne vado.-
Disse già seccata lei alla domanda di Ayame, che ridendo le prese la mano.
-Ahahah dai scherzavo. Non c’è nulla di male nel farsi due risate.-
L’espressione della rossa non sembrava proprio una sul punto di ridere però.
-Ci vorrebbe un po’ di varietà però in questo gruppettino. Vado a cercare qualcuno.-
Proclamò Cirno alzandosi sulla sedia e lanciandosi nella festa, pronta a catturare il primo malcapitato che conosceva e lasciando sole le due ragazze.
-Fantastico, quindi posso già andarmene?-
-Oh andiamo Grace. Non essere così scontrosa.-
-Non sono scontrosa, ma non penso avremo molto di cui parlare.-
Rispose l’altra sinceramente. Non aveva certo paura di dire le cose come stavano.
-Forse, ma forse tu non dai nemmeno la possibilità.-
Purtroppo anche Ayame non aveva quel tipo di problema, per questo rischiavano d’esserci scintille tra le due.
Nel frattempo però Cirno aveva saltato da una parte all’altra del locale, almeno fino a quando nei dintorni non aveva visto Vladimir.
Fino a quel momento il ragazzo era rimasto solo con un bel bicchiere di vodka, e stava iniziando a pensare la serata non fosse niente male, almeno fino a quando non si sentì tirare per un braccio.
-Ehi ma che cosa…-
-Ehi! Io Ayame e Grace vogliamo chiacchierare!-
Si giustificò Cirno ormai arrivata a metà della stanza.
-Allora fatelo.-
Replicò l’altro cercando di liberarsi, ma la presa di lei era superiore e non poté far altro che seguirla fino alle altre due.
Dalle loro espressioni però era evidente non fossero contente.
-Volevate chiacchierare o litigare?-
Chiese scherzosamente, ma aveva colto involontariamente nel segno.
-Chiedilo a lei.-
Rispose Ayame incrociando le braccia.
-Posso benissimo andarmene invece che perder tempo.-
Disse a sua volta Grace, ed a quel punto Cirno si mise in mezzo.
-Ehi ragazze, vado via per tre secondi e la situazione precipita? Sapevo d’esser importante ma non così tanto.-
-Oh per favore non iniziare Cirno.-
Sospirò Grace, ma a quel punto anche Vladimir si intromise. Solitamente non l’avrebbe mai fatto, ma sapeva che l’azzurra non l’avrebbe lasciato andare e piuttosto che trovarsi in mezzo ad una discussione, in cui di mezzo poi c’era Ayame, preferiva risolverla subito.
-Forza siamo ad una festa, dovremmo divertirci. Sono certo che qualsiasi cosa sia successa la si può risolvere.-
-L’unica cosa è che non ci piacciamo a vicenda.-
Rispose Ayame, mentre Grace annuì.
-Beh siamo un gruppo grande, non per forza dobbiamo stringere grandi amicizie con tutti, ma dovremo comunque vederci spesso quindi potreste almeno sopportarvi.-
Entrambe le ragazze rimasero in silenzio, che già era qualcosa di meglio.
-Grace, sei più matura di così. E tu Ayame, Lighneers non sarebbe entusiasta di stare con una mocciosa rompiballe.-
Il ragazzo aveva allora spinto sul loro orgoglio, e questa volta almeno, soprattutto su Ayame visto c’era di mezzo Lighneers, funzionò.
-E va bene. Grace, cercherò di non dir cose che possano urtarti. Ma almeno tu non usare quell’atteggiamento come se mi fossi superiore.-
La rossa rimase ancora in silenzio, fino a quando non mollò la presa.
-Va bene.-
-Evviva! Allora adesso possiamo divertirci tutti e quattro.-
Disse Cirno felice.
-Ehi Vladimir, vedo che sei in buona compagnia.-
Ayame aveva notato il bicchiere, e dall’odore aveva riconosciuto la vodka.
-Non deve mancare mai nel mio sangue un po’ di vodka.-
Scherzò il ragazzo, che ultimamente aveva iniziato a bere di più, ed i due fecero toccare i loro bicchieri senza rovesciarne il contenuto.
-Come mai ballavi da solo comunque?-
Chiese Cirno parlando al ragazzo, e facendo ridacchiare Ayame.
-Perché sono quel tipo di persona che non ha paura di stare per i fatti suoi.-
Era così, meglio soli che male accompagnati infondo.
-Potevi chiedere a qualcuno di noi in caso.-
Ribatté nuovamente l’azzurra, sempre disponibile a divertirsi con degli amici.
-Sai, certe volte è bello star da soli.-
-Vladimir non ha tutti i torti. Non puoi star con qualcuno, neppure da amici, se non sai stare da solo.-
Disse Grace d’accordo con lui.
-E perché no?-
Domandò Cirno che non capiva molto il senso della frase.
-Perché altrimenti ti accontenti, o stai con chiunque pur di non star solo nonostante non ti piacciano.-
Rispose Vladimir con semplicità.
-Quindi…il fatto stai in nostra compagnia vuol dire ti piacciamo veramente!-
Al modo in cui Cirno aveva ribaltato la sua frase il ragazzo non seppe come rispondere, e si limitò a mandar giù un bel sorso di vodka, mentre la scena fece ridacchiare Grace.
-Ooh allora sai divertirti.-
-Ayame non rovinare tutto.-
Rispose la rossa, che preferiva continuare una semplice chiacchierata senza problemi.
 
 
 
Zell-Lacie-Sammy-Alexander-Hope:
 
Dopo esser stati per un po’ in disparte Hope ed Alexander avevano deciso di andare a ballare insieme, e dopo che Ailea aveva cantato quella canzone romantica i due non erano più riusciti a separarsi.
Si sentivano come se entrambi volteggiassero nell’aria, e per il ragazzo era sicuramente una cosa inusuale.
Come poteva una persona sentirsi così bene?
La risposta era proprio tra le sue braccia, quindi non avrebbe dovuto stupirsene così tanto.
L’unica pecca era il fatto fossero circondati da numerosi sconosciuti, ma poteva anche sopportarlo.
-Ti stai divertendo?-
Chiese lui premurosamente.
-Sì, sto benissimo…tu?-
-Anche io. Mi piace ballare con te.-
-Anche a me. Sei molto bravo, immagino non sia la prima volta.-
Rispose la ragazza accarezzandogli i capelli. Voleva sapere più cose possibili su di lui.
-Ho preso qualche lezione, ma nulla di che. Ora però so che ne è valsa la pena.-
-Come sei dolce.-
Non poteva evitare di sciogliersi ad ogni sua parola, era come se avesse sempre la risposta perfetta.
-Sai, in caso ti annoiassi, potrei portarti in un posto carino. Potremmo cercare un bar o un cinema, o qualunque cosa tu voglia.-
Propose lui cercando di nascondere avrebbe preferito fossero rimasti soli.
-Non sarebbe una cattiva idea, ma non voglio allontanarmi troppo da Johanna in caso abbia bisogno.-
-Capisco, nessun problema.-
Alla fine anche solo stare insieme bastava.
Sfortunatamente per lui quella tranquillità non durò a lungo, perché sentì qualcuno urtarlo più e più volte.
-Ma che diavolo?!-
-Uuuuuhuuuuuuh questa sì che è una festa nya!-
Lacie si era completamente lasciata andare, non aveva bevuto nulla ovviamente, ma la musica l’aveva gasata a tal punto da non farla più smettere i ballare con chiunque.
Non aveva nemmeno notato la coppia, ma si limitava a ballare cercando di trascinarli nella sua danza sfrenata.
-Lacie ahah, ti stai divertendo vedo.-
Disse Hope divertita dal modo in cui si muoveva.
-Oh ehi ragazzi! Sì tantissimo nya!-
-Perché non ti diverti con gli altri allora?-
Chiese Alexander leggermente irritato dalla sua presenza.
-Siete gli unici di cui mi sono resa conto nya. Forza Hope, balliamo nya!-
Senza nemmeno aspettare una risposta la ragazza le prese entrambe le mani, iniziando a volteggiare assieme alla castana che rideva senza freno.
Alexander si limitò a guardarla, mentre si sentiva come messo da parte. Forse però era una cosa normale, infondo lui era perfettamente sostituibile, ma gli faceva comunque male…mai però avrebbe potuto dirglielo.
Non voleva costringerla a stare con lui se non voleva.
Se solo Hope avesse saputo cosa pensava gli avrebbe fatto capire era una reazione esagerata, ma nella luce soffusa non poteva nemmeno vedere la sua espressione.
-Ahahaha, ok ok Lacie, mi gira la testa haha.-
-Nyahaha è proprio questo il bello!-
Nel mentre loro ballavano però qualcun altro non si stava esattamente divertendo. Dopo esser entrata con gli altri infatti Sammy si era allontanata, ma aveva finito per perderli di vista.
Non era abituata a quella musica assordante che le faceva male alle orecchie, e nessuno la sentiva o le parlava, si limitavano a ballare spintonandola.
Era spaventata e sentiva che da lì a poco si sarebbe messa perfino a piangere.
Voleva solamente andarsene da lì…
-Ehi, che stai facendo qui da sola?-
Finalmente qualcuno si accorse di lei. Si trattava di Zell che, muovendosi da una parte all’altra della pista, anche solo per muoversi un po’ e vedere cosa fare, aveva visto la bambina.
-Zell!-
Subito Sammy gli saltò addosso abbracciandolo sollevata, e lui capendo fosse molto tesa la prese in braccio.
-Allora, perché non c’è nessuno con te?-
Chiese lui serio iniziando a guardarsi attorno.
-Io…mi sono allontanata.-
Rispose la piccola con fare colpevole.
-Spero allora questo spavento ti serva di lezione. Che diamine, portare una bambina ad una festa simile, sapevo non era una buona idea.-
Brontolò il ragazzo, riuscendo ad intravedere l’accapigliatura di Alexander non molto lontano da lì, e se lui era presente allora c’era un’altissima probabilità ci fosse anche Hope, ed infatti aveva ragione.
-Ehi ragazzi.-
-Oh, ciao Zell nya!-
-Ciao Zell…ma…cos’è successo?-
Chiese Hope vedendo che Sammy stava quasi per piangere.
-Si era persa, fortunatamente l’ho trovata prima d’altri.-
-Oh no povera piccola. Stai bene? Nessuno ti ha fatto male?-
Chiese Hope preoccupata, avvicinandosi.
-No…possiamo uscire per favore?-
Domandò la bambina tenendosi ben aggrappata a Zell.
-Ma certo, usciamo subito. Andiamo ragazzi.-
Alla frase di Hope né Zell né Lacie erano molto felici di dover uscire, ma se Sammy aveva bisogno potevano anche star fuori per qualche minuto.
Alexander invece non aveva preferenze, ma non apprezzava ora fossero più numerosi.
Una volta fuori Sammy si sentì molto meglio, ed il biondo la lasciò scendere dalle sue braccia una volta visto si era calmata.
-Sammy, non avresti dovuto allontanarti da noi. E’ molto pericoloso.-
La rimproverò Hope accarezzandole una mano.
-Volevo divertirmi…-
-Non è il risultato che hai ottenuto.-
Replicò giustamente Zell facendola sentire in imbarazzo.
-Ci sono delle conseguenze per le tue azioni nya. Fortunatamente non è capitato nulla ma ci sono molti pericoli al mondo nya.-
Anche Lacie era diventata seria. Voleva proteggere quella piccola ma se lei stessa non stava attenta e si cacciava nei guai era un problema.
-Ho capito…non voglio me lo diciate tutti mi fate sentire male…-
Borbottò però Sammy gonfiando le guance.
-Te lo ripetiamo perché è importante. Questo è un rimprovero e si fa quando i bambini sbagliano per educarli.-
Spiegò Alexander calmo.
-Beh però a me non piace.-
-Non deve piacerti, deve farti capire che hai sbagliato. Non vogliamo certo farti star male ma tu potevi far star male noi se ti fossi fatta male.-
Disse Hope gentilmente ma con tono fermo, era importantissimo capisse certe cose da subito.
La piccola preferì non rispondere, intuendo non poteva vincere quella conversazione.
-Vogliamo rientrare nya?-
Chiese allora Lacie volendo tornare a divertirsi.
-Non mi piace stare lì dentro.-
Disse subito Sammy scuotendo il capo.
-Solo perché la prima volta è andata male non significa altre non vada meglio. Con qualcuno vicino poi potresti star meglio.-
Rispose Alexander che, pur non avendo particolari motivi per tornare alla festa, non voleva sprecare la sua serata fuori.
-Però quella musica è assordante…-
Obbiettò ancora Sammy.
-Magari possiamo andare al secondo piano, lì è più debole.-
Sembrava che tutti volessero solo tornare lì dentro, e nonostante lei non ne fosse così sicura non voleva costringerli a non divertirsi. Magari dando loro retta si sarebbe trovata meglio.
-Va bene…-
 
 
 
 
Daimonas-Milton-Jack-Lighneers:
 
 
La festa non era assolutamente nulla di che.
C’era gente normale che ballava musica normale, e nulla fece pensare a Daimonas che potesse capitare qualcosa di grave.
Con la sua tendenza a star sempre allerta era naturale esserlo anche ad eventi simili, ma perfino uno come lui riconosceva era tutto sicuro.
Erano in una città tranquilla infondo.
“Sei costretto a goderti la serata”
Mostro aveva ragione, e la cosa non lo infastidiva.
Il gruppo si era tutto diviso, ma lui era rimasto assieme a Milton ed a Jack, il quale non aveva parlato molto nelle ultime ore, e la cosa lo insospettiva.
Dubitava che nel tempo trascorso con Astral fosse successo qualcosa tra i due, ma non poteva darlo per scontato.
Magari avrebbe potuto provare a parlarne, anche se non voleva essere invadente.
Da parte sua, invece, Jack non sapeva esattamente come stare.
Sicuramente era enormemente grato ad Astral per il suo aiuto con i fratelli, ed era felice sia per il fatto li avesse rivisti che perché stavano bene, ma ora era nata nel suo cuore una nuvola grigia, che gli impediva di pensare ad altro.
Non c’era stato nella loro vita per molti anni, e non avrebbe potuto esserci nemmeno in futuro, pur volendolo.
Che senso aveva allora essere lì?
L’unica all’oscuro dei pensieri e delle preoccupazioni dei due era Milton, che allegra si muoveva al ritmo della musica.
-Vogliamo andare su?-
Chiese comunque la ragazza ben sapendo che la musica alta poteva dar fastidio alle orecchie di Daimonas, ed anche tutta quella gente.
Naturalmente quest’ultimo fu molto felice di salire, e Jack non ebbe obbiezioni. Tutti quindi arrivarono al secondo piano, dove c’era semplicemente un grande spazio senza pareti, con alcune luci rosse e viole appese in alcuni punti per creare l’atmosfera, qualche divanetto, gente che parlava e beveva qualcosa.
Un punto sicuramente tranquillo.
-Che carino, l’amico di Johanna ha fatto una bella festa.-
Disse la ragazza allegra.
-Sì, non è affatto male. A proposito di cose niente male, complimenti Daimonas per i vestiti.-
Commentò Jack sorridendo all’altro istintivamente.
-Grazie, anche i tuoi sono belli. Non me ne intendo molto però, me li hanno presi gli altri.-
-Avrei voluto esserci anche io, sarebbe stato divertente essere tutti assieme. Noi ragazze abbiamo fatto un pomeriggio simile però, anche se si è fatto molto gossip.-
Spiegò Milton ridacchiando.
-A proposito di Johanna ed il ragazzo?-
Chiese Jack cercando di intrattenere una conversazione per distrarsi.
-Sì.-
-Perché avete parlato di loro?-
Chiese Daimonas, che l’unico “gossip” di cui era a conoscenza che faceva la gente era quello per cui si parlava male alle spalle di qualcuno.
-Penso perché è una cosa dolce quella che vuol fare Johanna.-
-Ed è un male?-
Domandò confuso l’amico, facendo ridere Jack per la sua adorabile ingenuità.
-No, non è un male.-
Spiegò quindi l’altro scuotendo il capo.
-Allora perché le parlate alle spalle?-
Continuò Daimonas cercando di capire.
-Nonono! Non le parliamo alle spalle! Non potrei mai farlo soprattutto io…abbiamo parlato anche con lei di questo discorso, per spronarla e rassicurarla.-
Rispose subito Milton non volendo passare per una malalingua.
-Oh, capisco. Scusami non volevo offenderti.-
Daimonas subito si scusò, capendo che c’erano vari modi di far gossip fortunatamente.
-Avete detto qualcosa di interessante almeno?-
Chiese Jack cercando di far nascere in sé una punta di curiosità.
-No, non direi. Alcune hanno parlato del loro primo bacio.-
-Cose da ragazza insomma.-
Concluse il castano facendo spallucce.
-Ma è così importante tutto quello che sta succedendo?-
Domandò nuovamente Daimonas.
Aveva ben chiaro il perché fossero lì, ma non il come qualcuno si potesse spingere a muoversi perfino da una città all’altra per una persona.
-E’ l’amore.-
Rispose subito Jack guardandolo, provando inspiegabilmente una punta di imbarazzo quando lo guardò negli occhi, che lo costrinse a voltarsi, per poi riprendere a parlare.
-L’amore è un sentimento che ti rende matto, fortissimo e debole allo stesso tempo.-
-Se fa così male allora perché sembra che tutti lo vogliano?-
La domanda di Daimonas era assolutamente innocente, non avendo mai provato nulla di simile, e stavolta fu Milton a rispondere.
-Perché è anche di qualcosa di meraviglioso se sei con la persona giusta. E Johanna sta cercando la sua.-
-Quindi quel ragazzo sarebbe la sua persona giusta?-
-Questo non lo può sapere nessuno, si prova a stare assieme appunto per capirlo.-
Disse Jack non volendo apparire troppo strano stando in silenzio.
-Capisco…non riesco ad immaginare bene però come si possa stare.-
Pur ascoltandoli Daimonas si rendeva conto che alcune emozioni non si potevano creare solo per la semplice curiosità, ed uno come lui non era mai stato innamorato…
-E’…complicato. Magari è anche diverso da persona a persona, e per questo non lo si può spiegare facilmente. Provi il forte desiderio di vedere quella persona, di parlargli, di sapere che ti è vicina. Può essere che anche solo guardarlo ti faccia sorridere, oppure agitare. Sei felice quando l’altro ti da attenzioni o fa qualcosa per te, e stai male quando sta male. Il solo fatto ti guardi può renderti agitato, ma vorresti non smettesse mai.-
Mentre parlava Jack si guardava attorno, tanto per vedere se ci fosse qualcosa di particolare, ma nel momento in cui tornò nuovamente su Daimonas ogni altra cosa perse d’interesse.
I suoi occhi erano sempre stati così belli?
Assieme a questa domanda il bruno si chiese il bisogno di porsela, ma ammutolendosi proprio come aveva fatto la sua mente non riusciva quasi a non guardare l’altro.
Quando si rese conto di starlo fissando, il bruno scosse rapidamente la testa corrugando la fronte.
-Ehi…vado un po’ a vedere cosa c’è su, voi due rilassatevi ok? Poi torno.-
Senza aspettare effettivamente una risposta da parte dei due Jack si allontanò di corsa verso le scale che portavano al tetto, lasciando un Daimonas confuso ed una Milton sospettosa di qualcosa di estremamente dolce.
-Ma…ho detto qualcosa che non andava?-
Chiese Daimonas preoccupato.
-Oh no, assolutamente no. Penso sia solo curioso di vedere cosa ci sia di sopra.-
Tentò di giustificare Milton il comportamento dell’altro, anche se non svelò il suo reale sospetto per la faccenda.
-Dovremmo…raggiungerlo?-
Dentro di sé Daimonas sentiva che avrebbe preferito Jack fosse lì. Non si spiegava il perché ma se avesse potuto scegliere sicuramente sarebbe stato con lui.
-Tornerà dopo, non preoccuparti.-
Nuovamente la ragazza cercò di rassicurarlo, senza però farlo andare dall’altro. Forse Jack aveva bisogno di spazio per pensare.
-Va bene…-
Rimasero in silenzio per qualche minuto, mentre il castano si arrovellava, prima che la ragazza parlasse nuovamente.
-Non avrei mai immaginato al tempo dell’orfanotrofio di ritrovarmi qui. Ad una festa con i miei amici.-
-Già…-
Per nessuno dei due quel periodo era stato piacevole, eppure avevano superato gli anni bui e raggiunto un periodo felice.
Sorridendo Milton riprese a ballare, allungando le mani verso l’altro.
-Vuoi ballare con me?-
-Io non so ballare.-
Non l’aveva mai fatto, lasciar andare completamente il corpo era qualcosa che non gli apparteneva molto.
-E’ facile. Un passo per volta.-
Disse l’amica mostrandogli un passo base; muovere semplicemente i piedi ai lati mentre si ondeggiava.
Per non darle un torto Daimonas tentò di imitarla, con movimenti lenti sì, ma era già qualcosa, e lei apprezzò il gesto.
-Ecco bravo. Magari dopo potresti ballare anche con Jack.-
-Dici?-
-Sì, secondo me è un bravo ballerino.-
Non sapeva bene su quale base l’amica faceva quella supposizione, ma non era un’idea così pessima.
-Magari potrei provare.-
Poteva essere un buon modo per rallegrarlo. Non aveva avuto effettivamente il tempo di chiedergli come stava, e di questo se ne dispiaceva molto.
Non poteva però certo sapere i pensieri che percorrevano la mente del ragazzo…
Dopo esser salito sul tetto Jack aveva constatato che, perlomeno, non c’era praticamente nessuno lì sopra, fatta eccezione a quanto pare per Lighneers.
Non potendo certo ignorarlo il bruno lo salutò, vedendosi ricambiato svogliatamente. Il verde era salito lassù proprio per cercare pace e non venir tentato dall’alcol, con il rischio di combinare dei casini. Ma almeno era stato Jack a trovarlo e non Ayame.
-La festa non ti piaceva?-
Chiese Jack sedendosi non molto distante da lui sul bordo del tetto.
-E’ come tutte le altre, e non ho voglia di parteciparvi.-
Disse semplicemente l’altro.
-E allora perché non sei rimasto in hotel?-
-Credi che gli altri me lo avrebbero permesso?-
Tutte le ragazze, soprattutto Hope a suo parere, gli avrebbero dato addosso per non essere un buon amico nei confronti di Johanna, quindi aveva preferito evitare quella rottura.
-Capisco, almeno però fai la parte del buon amico stando qui.-
-Johanna non ha bisogno di nessuno di noi. Non siamo alle sue spalle a dirle cosa dire.-
-Però siamo un supporto morale.-
Obbiettò Jack, ricevendo come risposta semplicemente delle spallucce.
-Credevo che tu fossi un festaiolo.-
Commentò poi il bruno, riferendosi anche all’atteggiamento rigido che tutto ad un tratto caratterizzava l’altro.
-Questo dimostra che non mi conosci.-
-Al momento non sembri uno che vuol farsi conoscere.-
-Allora magari mi conosci.-
Quel piccolo giochetto di frasi fece ridacchiare Jack, che portò gli occhi sulle luci della città attorno a loro. Certamente era uno spettacolo meraviglioso, lo era sempre stato.
-Tu perché sei qui?-
Chiese Lighneers non volendosi mostrare comunque troppo interessato.
-Volevo far prendere un po’ d’aria ai polmoni.-
Scherzò Jack guardandolo.
-A te non servono i polmoni.-
Era da un po’ ormai che i membri di quel gruppo, o quasi tutti, sapevano che Jack era uno zombie, e Lighneers non aveva mai avuto troppi dubbi su questo.
Al mondo esistevano cose molto strane, e solo perché non le si comprendono non significa che non esistano.
Aveva comunque messo all’angolo il ragazzo, che tornò a guardare la città.
-Magari nemmeno io sono così festaiolo.-
Tra i due calò il silenzio, e Lighneers intuì che si trovava di fronte ad un bivio.
Da una parte poteva chiedergli che cosa non andasse, perché sicuramente c’era qualcosa, parlarne, magari aiutarlo, mostrarsi qualcuno con cui poter essere amico, oppure andarsene.
Tra le due, il ragazzo scelse la seconda.
In quel modo Jack fu completamente solo, mentre tutti gli altri si stavano divertendo alla festa.
-Sono patetico così…non è vero?-
Non c’era nessuno che potesse rispondergli, ma aveva comunque bisogno di domandarlo.
Non aveva la minima idea di come affrontare quel momento, e tutto ciò che riusciva a fare era tenere gli occhi coperti con una mano, mentre si sfregava le tempie, con la speranza che il nuvolone nel cuore, passato al cervello, svanisse.
Perché era salito lassù?
Perché solo il guardare Daimonas l’aveva messo così in crisi?
In lui non c’era assolutamente nulla che non gli piacesse, anzi lo trovava simpatico, dolce, presente nei bisogni degli altri. Il fatto che fosse carino non lo doveva agitare così…ma perché pensava anche questo di lui?
-Dannazione, ma che è adesso questo…-
Ora tutto questo si stava solo accavallando nella testa. Assieme all’amico si trovava bene, anche più degli altri se doveva ammetterlo, eppure la sua presenza poteva metterlo in crisi a tal punto che aveva bisogno di calmarsi per schiarire le idee.
In aggiunta c’erano fin troppi complimenti che gli associava, e che se fossero usciti dalle sue labbra l’avrebbero fatto morire dall’imbarazzo.
Non riusciva a trovare una vera spiegazione a tutto questo, era come se ci fosse un muro dentro la sua testa che gli impediva di capire qualcosa di così ovvio.
In ogni caso, per il momento non poteva far altro che lasciare andare quel discorso.
Il rimanente però non era certo più leggero da affrontare.
Da quando erano a Londra i suoi fratelli erano stati nella sua mente, ma ormai la “vacanza” era finita, e doveva lasciare andare anche questo.
Non li avrebbe dimenticati, anzi, aveva un ricordo ancor più prezioso da portare con sé, ma doveva abbandonare tutti i pensieri negativi e la colpa che lo stavano tormentando.
Loro non avrebbero voluto questo, non glielo avrebbero permesso.
-Aaaaah accidenti! Ma perché devo essere così idiota certe voltee…eeeeeeee!-
Purtroppo nell’agitarsi in preda al nervoso per questo argomento si era sbilanciato troppo rispetto al muro su cui era seduto, ed in questo modo aveva pero l’equilibrio volando direttamente dall’altra parte.
Non aveva certo paura di farsi male per una semplice caduta dal tetto, ma qualcosa in quel fatto lo spaventò, bloccandogli il respiro, facendogli sobbalzare il cuore e provocandogli un’emozione di intenso dolore emotivo al petto.
Nel momento in cui toccò terra, qualcosa in lui si ruppe.
Durante ciò, qualche minuti prima, Daimonas e Milton stavano ancora divertendosi assieme, quando il ragazzo notò Lighneers scendere dalle stesse scale per cui Jack era salito.
-Lighneers, hai visto Jack per caso? Sta bene?-
Chiese sperando l’amico non fosse offeso a causa sua.
-Ti sembra che mi importi?-
Chiese sbuffando il verde, che si accese una sigaretta.
-Potresti essere più educato a rispondere però.-
Obbiettò Milton, solitamente sempre calma e dolce, ma non certo quando si mancava di rispetto agli altri.
-Che volete che vi dica. Io non mi impiccio delle faccende altrui. Se avete fatto qualcosa per infastidire Jack sono affari vostri.-
Allora era così?
L’aveva infastidito e Lighneers gli stava dando quel suggerimento?
Per questa ragione Daimonas sentì una fitta al petto, stranamente dolorosa per aver semplicemente offeso un amico.
Si sentiva preoccupato che Jack volesse allontanarlo, e questo…gli faceva veramente male.
Improvvisamente tutto quel rumore e quella puzza di fumo ed alcol erano diventati insopportabili.
Non se la sentiva più di stare lì, e senza nemmeno riflettere si mosse verso le scale, scendendo e dirigendosi verso la porta.
Il vento gelido che lo colpì al volto era quasi come uno schiaffo, ma nulla in confronto a ciò che vide subito dopo.
Un’ombra cadde davanti ai suoi occhi, che si spalancarono mentre un flash, lontano e doloroso, lo colpiva.
Jack era davanti a lui, a terra, senza muoversi, e dopo essere precipitato dal tetto del palazzo.
La mente di Daimonas al sovrapporsi con il lontano ricordo di un uomo che subiva la stessa sorte, e per il quale il ragazzo nutriva un profondo affetto e nostalgia, riuscì a dare un’unica risposta.
Un urlo di assoluto dolore e paura.
-AAAAAAAAAAAAAH!-
 
 
 
 

Johanna:
 
 
La serata sembrava essere molto divertente. Erano stati chiamati un sacco di amici di Mattia, compagni di scuola o degli sport che aveva praticato, ed alcuni di loro Johanna li riconobbe anche.
Si stavano divertendo molto, ma ballare non era esattamente tra i suoi pensieri adesso.
In mezzo a tutte quelle persone c’era Mattia, ed il solo pensiero le ingarbugliava lo stomaco.
Aveva immaginato tantissime volte quel momento, ma solitamente erano in un luogo tranquillo e non circondati da un sacco di persone che potevano vedere se il ragazzo l’avrebbe rifiutata…
-No, non devo avere questi brutti pensieri. Non posso sapere come andrà.-
Gli incitamenti dei suoi amici l’avevano aiutata a buttarsi, anche se non potevano cancellare l’agitazione.
Aveva certato in lungo ed in largo ma ancora purtroppo non era riuscita a trovare Mattia.
Né al piano superiore né a quello inferiore, dove effettivamente si trovava, vicino alle poltrone per la precisione, e qui riuscì a vedere solamente una persona a lei familiare.
-Oh, Johanna. Credevo che fossi a Rookbow.-
Ovviamente Marco era lì, ma non poteva certo esser entusiasta di vederlo, vista la loro ultima chiacchierata in cui le aveva detto che come amica aveva fatto schivo e voleva troncare il rapporto.
-Ah…ehi Marco…è bello vederti.-
Disse quindi imbarazzata accennando ad un sorriso.
-Certo. Starai cercando Mattia.-
Aveva ragione, ma non per questo lei doveva sentirsi in colpa.
-Marco, so di aver sbagliato a comportarmi così con te. Non ti ho dato l’attenzione che dovevo in quanto amica pensando solo a Mattia, ma ho imparato e se vorrai potremmo ricominciare da capo.-
Disse lei sinceramente. Se poteva esserci una soluzione per riappacificarsi ben venga. Erano stati amici fin dall’infanzia, non doveva per forza finire tutto così.
-Mi dispiace Johanna, ma non riesco a fidarmi, e non voglio passare il tempo con qualcuno che pensa solo a se stessa.-
-Io non penso solo a me stessa!-
Ribatté lei offesa.
-Allora solo al ragazzo che le piace. Non è che solo perché ti dispiace allora magicamente si risolve tutto.-
Continuò lui imperterrito, iniziando anche ad infastidirla con quel muro che aveva voluto metter tra loro, senza nemmeno la possibilità di discuterne.
-Magari se me ne avessi parlato non saremmo arrivati a questo.-
Disse quindi lei senza timore.
-Forse, ma ormai amen. Ciò non toglie che perderai anche i tuoi nuovi amici per questo.-
-Non ho intenzione di farlo accadere. Voglio bene a tutti loro come ne volevo a te, ma so che avrebbero il coraggio di dirmi se mi sto comportando male nei loro confronti invece che tenersi tutto dentro ed evitarmi.-
A quest’ultima frase il ragazzo non rispose, ed era ben chiaro per Johanna che non c’era più nulla da fare.
Per l’amor proprio che sentiva però non ne era più così dispiaciuta, perché se crescendo lui era diventato così allora non era veramente il caso di frequentarsi.
Senza bisogno d’aggiungere altro la ragazza si allontanò, ben sapendo d’aver detto tutto ciò che c’era da dire, e con la coscienza pulita perché almeno lei aveva proposto di riappacificarsi.
Non aveva la minima idea di quando avesse iniziato a diventar così, ma al momento non poteva essere il centro dei suoi pensieri, e visto come erano andate le cose nemmeno in futuro.
Nel presente lei aveva deciso di dichiararsi, di buttarsi da quel dirupo che per anni aveva ignorato e di scoprire se poteva esserci qualcosa di nuovo.
La ragazza riprese quindi a districarsi in mezzo a quella folla di persone, e finalmente lo vide.
Mattia non era molto distante da lei; vestito con dei jeans strappati ed una maglia bianca a chiazze rosa.
Solo vederlo le fece battere il cuore, ma quando notò che stava già ballando con qualcuna si paralizzò.
Lei era alta, bionda dai capelli a caschetto e gli occhi azzurri, vestita con un abito blu scuro che le arrivava alle cosce.
Era forse lei quella di cui le aveva parlato?
Stavano…insieme?
A quel pensiero Johanna sentì un groppo alla gola.
Sembravano starsi entrambi divertendo e Mattia la fissava ridendo.
Il rifiuto sembrava essere un’opzione sempre più evidente, soprattutto quando lei, mettendogli le mani sulle spalle, si avvicinò per dargli un bacio.
Quello sarebbe stato assolutamente il colpo di grazia, che avrebbe potuto perfino portarla a rinunciare a lui per l’ennesima volta in modo tentasse di trovare la felicità con un’altra.
Mattia però rendendosi conto della cosa l’aveva fermata, e con un cenno della testa le disse qualcosa che sembravano delle scuse, e la ragazza annuì.
Johanna tirò un sospiro di sollievo, almeno non si sarebbe messa in mezzo a nessuna coppia, ma ancora le gambe le tremavano temendo le sarebbe toccata la stessa risposta.
Un secondo dopo Mattia si accorse di lei, in mezzo alla folla, ed il suo sorriso s’illuminò ancor di più.
Ora che le camminava incontro, scusandosi ancora con l’altra ragazza, Johanna sapeva bene di non aver più vie di fuga.
-Jojo! Come sono felice di vederti!-
Urlò lui abbracciandola forte, facendola diventar rossa.
-Ciao Mattia…-
-Quando sei arrivata a Londra?-
-L’altro giorno, volevo farti una sorpresa.-
Disse lei sorridendo.
-Non hai idea di quanto mi ha fatto felice. Potevamo passare assieme la giornata di ieri però.-
-Lo so, mi dispiace, ma dovevo andarti a prendere un regalo.-
Rispose la bionda giustificandosi. Ci aveva pensato, ma era meglio farlo direttamente alla festa.
-Grazie Jojo, sei veramente la mia migliore amica.-
Mentre lui l’abbracciava di nuovo non poteva certo sapere quanto quelle parole le facessero tremare il cuore, perché lei non voleva più essere solo un’amica, o la sua migliore amica, voleva esser qualcosa di più.
-Mattia…ho bisogno di dirti una cosa.-



 
(Canzone: https://www.youtube.com/watch?v=QKCT9ECOaLA&fbclid=IwAR0lR9wl8qitnxPH9esibeBqSl6pUjM6-YF8z_TbL81RaGIK7gEzAtVy0HA)
   
 
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