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Autore: LadyPalma    02/11/2019    4 recensioni
[Questa storia partecipa alla challenge "Un Calderone di Prompt" indetta da catching_hearts sul forum]
[Questa storia partecipa alla challenge "Challenge delle Parole Quasi Intraducibili" indetta da Soly Dea sul forum]
Prima di partire per Approdo del Re per l'ultima battaglia, Sandor e Sansa hanno un ultimo incontro.
Sansan. Missing moment della 8x04.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sandor Clegane, Sansa Stark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Animal I have become
 


So what if you can see the darkest side of me?
No one would ever change this animal I have become
And help me believe it's not the real me.
Somebody help me tame this animal.




"Sandor!"
L'uomo si fermò di scatto. Nessuno lo chiamava più così da tanto tempo, e mai si sarebbe immaginato che il suo nome avrebbe potuto avere il suono di un dolce cinguettio.
Eppure, voltandosi, poté fugare ogni residuo di dubbio. Sansa Stark, il suo uccelletto, era proprio a pochi passi da lui, e i suoi occhi cristallini erano tutto ciò che al momento gli impediva di salire sul suo cavallo alla volta di Approdo di Re. Era pronto ad andare nuovamente in battaglia, verso la vendetta contro suo fratello che aveva agognato per una vita, eppure quello sguardo improvvisamente lo teneva incollato lì.
Quasi come se ci fosse qualcosa più importante dell'uccidere e del morire.
Quasi come se, dopo tutto, pure un cane come lui meritasse un ultimo addio.
"Che c'è, mia signora?" domandò, quando decise di averne avuto abbastanza di quell'attesa. L'ironia del rispettoso appellativo era vaga ma tangibile.
La giovane donna inclinò la testa leggermente e continuò a fissarlo per un po' senza parlare. Per un attimo lui ebbe il sospetto che neanche lei sapesse bene cosa dire. E forse era davvero così.
"Potresti restare qui, sai?" disse alla fine, con semplicità. "Ho bisogno di aiuto per ricostruire il castello e... Di cavalieri per tenere sicura Grande Inverno".
Sandor ridacchiò nel suo modo rauco e fragoroso. "Non sono un cavaliere, uccelletto. Sono solo un mastino, ricordi?" E nel rifiuto implicito, il suo tono era dolce e allo stesso tempo amaro.
"Non sei solo questo. Non lo sei mai stato con Arya… o con me" protestò lei in un debole sussurro. Non perché non ci credesse, ma perché doveva sapere che in fondo le sue parole non avrebbero fatto alcuna differenza.
La verità era che Sandor aveva scordato cosa significasse essere un uomo, si era cucito fin da bambino lo stemma della sua famiglia addosso, trasformandosi esattamente in una bestia. Mastino: così lo chiamavano tutti, e così aveva preso a chiamarsi pure lui. Per colpa delle terribili cicatrici sul suo volto, era diventato un animale e nessuno avrebbe mai potuto interessarsi davvero a lui. Ma allora perché lei, che più di tutti aveva visto il suo lato più oscuro, voleva averlo adesso al suo fianco? E perché la sua mano, piccola e delicata, si era sollevata e posata sul lato buono del suo viso? Era forse quella una carezza? Non ne aveva mai ricevuta una in tutta la sua vita e il contatto, dopo lo sgomento iniziale, gli stava facendo quasi venire voglia di piangere.
Quante cose vorrei dirti, uccelletto, pensò restando zitto.
E quante cose ancora vorresti dirmi tu invece? Si chiese, senza avere il coraggio di domandarlo a lei.
 Continuarono a guardarsi per un po', senza dirsi nulla e tuttavia dicendosi tutto. Un sentimento mai conosciuto si insinuò sotto la pelle di entrambi, ma era troppo tardi. Non aveva senso provare quel qualcosa proprio nel momento dell'addio.
"Non potrò mai cancellare l'animale dentro di me".
"No. Ma forse puoi domarlo e io posso aiutarti".
Era la cosa più dolce che gli fosse stata mai detta, decisamente più di quanto potesse sopportare. Con una gentilezza ruvida e improvvisata - perché di certo non faceva parte del suo abituale modo di fare - prese la mano di Sansa ancora posata sulla sua guancia e la tenne stretta tra le sue mani.
"Mi stai dando un motivo in più per partire, uccelletto. Non potrò mai domare il mio fottuto mostro se prima non chiudo col passato".
Un lampo di delusione attraversò lo sguardo di lei, ma poi si ritrovò ad annuire. Non era quello che voleva, però lo capiva. Doveva chiudere il cerchio per forza: avrebbe eliminato per sempre suo fratello oppure sarebbe morto nel tentativo.
"Allora, fa' buon viaggio, Sandor" si risolse a dire, concedendogli un sorriso nel pronunciare ancora una volta il suo nome. "Tieni Arya al sicuro e cerca di tornare".
"Aye. Tornerò" promise, forse con troppa leggerezza. Se ne accorse e fece quasi per correggersi, ma alla fine scosse la testa e si limitò a guardarla per un'ultima volta, prima di montare finalmente sul cavallo.
A Sansa non restò altro da fare che guardarlo sparire. Quella stessa notte, quando avrebbe tentato di consolare Brienne in lacrime per la partenza di Jaime, avrebbe pianto a sua volta e, nell'abbraccio che si sarebbero scambiate, avrebbe cercato lei stessa conforto.


**


"Il Mastino?"
"È morto, uccidendo la Montagna".
La finta casualità di Sansa si era scontrata con la pragmaticità brutale di Arya, e il risultato era stato uno scambio di sguardi in cui c'era un dolore condiviso.
"È morto anche per te, lo sai? Mi ha detto che voleva uccidere suo fratello e poi tornare a Grande Inverno. Tornare da te. È morto anche per te".
Sansa si strinse le mani che tremavano ma non potè impedire alle lacrime di formarsi nei suoi occhi.
Com'è che le aveva detto Sandor una volta? Un Mastino morirà per te ma non ti mentirà mai.
Un singhiozzo uscì inaspettato dalla sua gola e, senza controllo, scoppiò in un pianto disperato.
"Però alla fine mi ha mentito".






NDA: Finalmente torno a scrivere su Sansa e Sandor, sperando che i sansan del fandom possano apprezzare (nonostante l'immenso angst). Se ritengo il finale di Sandor coerente e giusto, non posso negare di aver desiderato di vedere un'ultima scena con la nostra Queen in the North. 
L'ispirazione è nata da due prompt: la canzone "Animal I have become" dei Three Days Grace, da cui è preso sia il titolo, sia i versi iniziali e sia alcune frasi del dialogo tra Sansa e Sandor; e la parola "quasi intraducibile" Viraha che significa "la consapevolezza dell'amore che arriva nel momento della separazione, rendersi conto di amare una persona soltanto poco prima della sua (o vostra) partenza o di una separazione più o meno inevitabile".
pero che vi sia piaciuta e, come sempre, i commenti mi rendono contenta. Alla prossima!
   
 
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