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Autore: Musical    03/11/2019    1 recensioni
"Non sai un cazzo del sottoscritto!"
"Oh, invece credo proprio di sì, mio caro Vincent. So che desideri l'avventura, ecco perché sei di fronte a me senza alcuna esitazione. Vuoi ribellarti come tutti gli altri, l'immagine che vuoi dare agli altri, quella di un uomo virile, forte e temerario, ma con un'anima ancora fragile e spaventata. Vuoi il mistero, passione, romanticismo... E forse anche un briciolo di... Pericolo."

È orribile quando l'unico essere che ti conosce bene è il tuo predatore assetato di sangue... Fortuna vuole che tu sia considerato da lui un cacciatore, ma cosa accadrebbe se la preda si innamorasse del suo predatore, o se il mostro si innamorasse del suo cacciatore? Potrebbe mai funzionare?
(Aro/Peter Vincent)
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Peter Vincent
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Il più delle volte, quando i bambini hanno paura, tendono a stringere la mano di mamma e/o di papà per chiedere loro aiuto e sostegno.
Peter vedeva questa scena in ogni film, anche nei suoi spettacoli, quando un falso vampiro sibilava contro il pubblico e i bambini urlavano e piangevano dalla paura e, ogni tanto, capitava di sentire odore di piscio, tsk! Semplicemente disgustoso! Perché diavolo i bambini erano così emotivi, o meglio: perché i loro genitori erano così fottutamente stupidi da permettere ai loro figli di vedere i suoi spettacoli?!
Gli era capitato di notare che Charlie e la sua ragazza si tenevano per mano quando affrontarono Jerry, Peter ebbe un nodo che gli stringeva la gola e sentiva un certo prurito alle mani, ma giustificò il suo turbamento come il sanguinoso desiderio di uccidere quel succhiasangue reale, per vendicare i suoi genitori, e rafforzò la presa sulla sua pistola, uccidendo tutti i fottuti vampiri attorno a lui. La sua paura era sparita ma la pistola non riusciva a stringere la mano di Peter per rassicurarlo.
Passarono un paio d'anni e un nuovo nemico si presentò di fronte al cacciatore di vampiri, il membro di un clan italiano, i Volturi, ma non uno qualsiasi, ovviamente no, sarebbe stato tutto troppo semplice, e invece no, cazzo, quello di fronte a lui era uno dei tre membri più importanti, con dei lunghi capelli neri e un paio di occhi color rubino, la sua puzza era di morte e sangue.
"Molto bene. Ho sentito tanto parlare di te, Peter Vincent. Anni fa, hai ucciso quel fastidioso vampiro, dico bene?"
"Che diavolo vuoi!", chiese circospetto mentre cercava qualcosa da prendere e lanciare verso quel fottuto mostro.
Quel vampiro lo osservò con una strana luce negli occhi, la sua bocca era aperta in un enigmatico sorriso, sfregava lentamente le mani con anticipazione.
"Solo ringraziarti per aver eliminato un vero problema. Quel vampiro era fastidioso quanto un sassolino nella scarpa."
"Oh sì! Sì sì, certo..." Peter annuì e continuò a cercare sul tavolo e trovò qualcosa di ruvido e rettangolare, ottimo!, "L'ho fatto con molto piacere! Lascia che ti dica com'è avvenuto il tutto," dopodiché, afferrò quell'oggetto - un libro? - e lo lanciò a quel vampiro per scappare dalla suite dell'hotel, anche se indossava solo il suo accappatoio di seta nera.
Purtroppo, una fredda presa di marmo lo bloccò, Peter respirò a fatica e cercò di graffiare quella mano con zero risultati; in quel momento, quando l'umano pensava che fosse arrivata la sua fine, desiderava stringere ancora una volta le mani dei suoi genitori. Con sua sorpresa, però, non accadde nulla se non avvertire una fastidiosa sensazione di invasione nei suoi ricordi, come se uno sconosciuto stesss osservando la sua vita.
"Quindi è stato quel ragazzo, Charlie, ad uccidere Jerry Dandrige, quando tu eri sul punto di diventare uno di noi."
Come cazzo se ne era reso conto? Nessuno sapeva cos'era successo a casa di Jerry, solo tre persone, compreso lui, a meno che...
"Se t-tu... Hai osato far del male a Ch-Charlie o... La sua ragazza, i-io--"
"Oserei dire che sarebbe stato divertente se ti fossi trasformato nella stessa creatura che aveva ucciso i tuoi genitori."
Quello fu il loro primo incontro, quel vampiro di nome Aro non gli succhiò il sangue e, Peter apprese dopo, aveva la capacità di vedere i ricordi di una persona attraverso un semplice tocco, e se non faceva paura sapere che quell'uomo era un succhiasangue, certamente la sua abilità terrorizzò parecchio l'illusionista.

Almeno una volta al mese, Aro aveva preso l'abitudine di far visita a quell'uomo per verificare se potesse rappresentare una minaccia per la sua specie, ma più Aro lo osservava, più desiderava conoscerlo, ed era fastidioso come avere un palo infilzato su per il culo per qualcuno come Peter che non voleva la compagnia di un vampiro.
"Non hai qualcun altro a cui rompere le palle, succhiare il sangue, fare cose da vampiri?"
"Sono certo che i miei amati fratelli siano in grado di sopravvivere anche senza il mio costante supporto. La mia presenza è richiesta altrove, lontano da casa mia."
"Qui?!"
"Suppongo che la quantità di liquore assunta ti renda più percettivo, mio caro."
"Pffft--" Peter sorrise rivolto al bicchiere colmo di alcol, per poi lanciare uno sguardo scettico al suo ospite indesiderato, "Ma non mi dire, coglione."
In un millisecondo, Aro gli fu vicino e gli strappò via il bicchiere, poteva anche romperlo, ma non voleva puzzare come un contadino ubriaco.
"Ridammelo!"
"Temo di no."
"Ridammi--" il cacciatore di vampiri cercò di raggiungere l'oggetto del suo desiderio, "Quel fottuto--" un altro tentativo fallito, "Bicchiere, bastardo imbalsamato!"
"E presumo che i tuoi adorabili genitori non ti abbiano insegnato a rispettare gli altri."
"Vaffanculo, succhiasangue!"
Nel folle tentativo di riprendersi il bicchiere, o attaccare il vampiro a mani nude, Peter corse verso Aro, ma l'illusionista venne lanciato contro un muro, provocandogli una fitta di dolore alla schiena e sul retro della nuca la testa, l'essere umano maledisse tutte le specie di mostri esistenti; Aro, senza alcuno sforzo, sollevò Peter, poteva ascoltare il suo battito cardiaco accelerato, che chiamava il vampiro nella stessa maniera in cui un demone tentava un angelo a disobbedire ai piani di Dio. Quella giugulare così viva pulsava sotto le sue dita, era necessario solo un morso e Aro poteva finalmente assaggiare il delizioso sangue di quell'umano.
"Posso assicurarti che l'alcol non è la risposta, mio caro ragazzo."
Sfortunatamente, non voleva terminare immediatamente quella vita e riprese a giocare al gatto col topo; intanto, Peter non si arrese, cercava disperatamente di togliersi quella mano dalla gola, non desiderava un'altra sessione psicologica da un mostro.
"Non sai un cazzo del sottoscritto!," gli disse guardandolo minaccioso. Aro non sembrava commosso, al contrario, quell'essere umano stava rendendo la cosa ancora più interessante del normale.
"Oh, invece credo proprio di sì, mio caro Vincent. So che desideri l'avventura, ecco perché sei di fronte a me senza alcuna esitazione--" con la mano libera accarezzò la guancia di Peter, "Vuoi ribellarti come tutti gli altri, l'immagine che vuoi dare agli altri, quella di un uomo virile, forte e temerario, ma con un'anima ancora fragile e spaventata," sussurrò vicino all'orecchio dell'uomo, mentre il cacciatore di vampiri deglutiva con difficoltà.
Aro s'allontanò quel poco per osservare la reazione al suo discorso: quell'essere umano teneva gli occhi chiusi e la bocca aperta come se volesse dire qualcosa che non arrivò mai. Il vampiro si sporse e continuò a parlare in modo calmo, piano, allettante.
"Vuoi il mistero, passione, romanticismo... E forse anche un briciolo di..." Una delle sue dita sfiorò le labbra di Peter e l'uomo pensò bene di morderlo a mo' di avvertimento, con gran sorpresa di Aro, l'essere umano poteva rendere davvero le cose più interessanti e il vampiro sorrise a questa conclusione, "Pericolo."

Peter non era un tipo fissato con quelle... Ngh... Dimostrazioni di affetto... Coccole, mani intrecciate, abbracci... No, assolutamente no, non erano cose per lui, non era più un bambino, non avevo certo bisogno di tutte quelle cose zuccherose, sdolcinate, da cariare i denti, che schifo! Tuttavia, un giorno durante il suo tour in Europa, era ubriaco, molto ubriaco, terribilmente ubriaco, e aveva iniziato a litigare con qualcuno, non sapeva minimamente chi fosse, l'unica cosa di cui era certo era che quello lì era un vampiro e non aveva rapporti amichevoli con i Volturi. Qualcosa detto da questo tizio fece imbestialire l'illusionista che iniziò quella lotta; quel sanguinario bastardo stava per spezzargli il collo, quando cominciò ad urlare a causa di uno strano dolore, che diavolo stava succedendo?!
"Devo correggere quello che ho detto qualche tempo fa. La quantità di alcol ti rende alquanto impulsivo e senz'alcun briciolo di ragione."
Oh, porca troia puttana Eva! Aveva davvero bisogno di ascoltare quella voce irritante! Peter si girò e vide Aro con altri due vampiri, una femmina e un maschio, wow! Non sapeva di essersi imbucato in una festa di soli cadaveri succhiasangue! Era fottuto!
"Jane, Alec. Per favore, abbiate cura del nostro... Amato amico, mentre mi occuperò all'ingenuo essere umano."
"S-scusami?! Come diavolo mi hai chiamato, coglione?"
Aro non lo ascoltò, e nemmeno Jane o Alec, prese Peter e lo condusse in pochi secondi nella sua camera d'albergo, stendendolo delicatamente sul letto e pronto ad andare via.
"Ehi! Non ho ancora finito con te! Ho mai, prima, solo per una volta, detto che puoi aiutarmi? Avevo la situazione sotto controllo."
"Oh, certo, caro ragazzo, fino a quando quel vampiro non ti avrebbe spezzato il collo e bevuto il tuo sangue."
"... È sarcasmo questo?"
"Preferisco chiamarla ironia, Vincent."
Peter mormorò qualcosa sul non essere chiamato con il suo cognome e quando Aro fu pronto a partire, il cacciatore di vampiri lo fermò di nuovo, "Dove diamine vai?"
Aro stava per rispondere, ma Peter l'anticipò chiedendogli di restare perché faceva così tanto caldo nella stanza e non sapeva come abbassare la temperatura della stanza, incuriosendo il vampiro: da quando una preda chiedeva al suo predatore naturale di trascorrere insieme la notte?
"Giovane Vincent, non sai che stai firmando così la tua condanna a morte?"
"Anche tu, cadavere di marmo!"
Aro non poté fare a meno di sorridere a quel nomignolo e chiese con tanto interesse e curiosità cosa intendesse Peter; quest'ultimo gli mostrò un paletto sotto il proprio cuscino e sorrise maliziosamente: "È stato benedetto con dell'acqua santa da un arcivescovo, vecchio amico del nostro meraviglioso Papa. Ah! Scacco matto, bastardo!"
Aro guardò Peter senza dire una sola parola, poi alzò lo sguardo cercando la forza per non ridere in modo sguaiato, dopo tutto aveva imparato le buone maniere, e si avvicinò all'umano: afferrò il polso di Peter e lo guidò fino al suo petto, lì dove si trovava il suo cuore ormai morto, "Bene, puoi usarlo adesso, giovane Vincent."
In pochi secondi, Peter smise di sorridere e la sua espressione divenne prima incerta, poi spaventata, e dopo un po' incazzata, "Non mi dai nemmeno il divertimento di ucciderti?!"
"Ti godrai la mia morte?"
Peter si accigliò, la vicinanza a quel vampiro era pericolosa, e certamente non per la paura di essere morso: le sue guance erano rosse, respirava affannosamente, tutto a causa dell'alcool che aveva bevuto, sì! Era stata tutta colpa sua!
"Non rispondi, Peter?"
Una ciocca dei capelli neri di Aro accarezzò il viso di Peter, il vampiro poteva sentire l'adrenalina, l'attesa del suo essere umano e non voleva deludere le aspettative di entrambi; il cacciatore di vampiri non era sicuro se fosse più saggio guardare le labbra o gli occhi del vampiro, quando allentò la presa sul paletto e l'uomo pensò che fosse meglio stringere quei fottuti capelli neri, alzarsi e reclamare quella bocca per sé.
Mentre si gustava il momento, l'altra mano di Aro iniziò ad accarezzare e intrecciare le dita con la mano di Peter, ma il contatto venne interrotto bruscamente.
"Cosa diavolo stai facendo?"
"Non devi preoccuparti, ho i guanti, non posso--"
"Solo..." Peter inspirò e guardò qualcosa alla sua sinistra, "Non le mani."
"Non sono ben curate, e in effetti hai dei calli, ma cosa c'è che non va?"
Quell'umano era un groviglio di emozioni difficile da sciogliere.
"Non-Tenermi le mani, ok? È così difficile capirlo?"
Aro osservò Peter, che preferì non ricambiare lo sguardo, poi il vampiro baciò la fronte dell'umano, "Va bene, allora. Ti auguro una buona notte, mio caro Vincent. Starò con te per assicurarmi che nessun altro vampiro venga a decapitarti."

"Ok, questa è l'ultima volta!," disse Peter, piuttosto arrabbiato, poco dopo aver rischiato un infarto, ed era giovane, troppo giovane, "Perché cazzo vieni, qui! Quando hai capito, mesi fa! Che non sono un pericolo per la tua stupida e schifosa specie! Per-perché penso che t-tu sei abbastanza intelligente da capire che sono solo un illusionista! Ho ucciso quel succhiasangue perché aveva ucciso i miei genitori! Fine della storia! Senza contare che aveva cercato di uccidere il mio amico Charlie, aveva trasformato la sua ragazza in un cadavere assetato di sangue, io stesso stavo rischiando di diventare uno di... Mhg! Ahhh! Perché cazzo ti sto parlando di questo... Comunque, va-vattene da qui. Non voglio più vedere la tua impassibile faccia. Vai via."
Aro continuò a guardarlo, quel sorriso incomprensibile ancora sul suo viso, poi prese fiato, si sfregò le mani e camminò in direzione dell'essere umano, "Giovane, giovane, Vincent. Sono quasi sicuro che la mia stupida e schifosa specie, come ti piace chiamarci, è più che al sicuro con te. O almeno non ti considero così ingenuo da venire in Italia, con un paio di armi totalmente inutili, e cercare di uccidere centinaia di vampiri da solo, mi sbaglio forse?"
Peter negò con un cenno della testa, non voleva assolutamente che Aro scoprisse che aveva pensato di fare una cosa del genere. "Al-Allora... Perché..." non aveva la forza di continuare la sua domanda e sospirò, distogliendo lo sguardo e voltando le spalle a quel vampiro.
"Ascolta... Non penso che... Questo... Possa funzionare..." l'uomo si voltò di nuovo con un'espressione disperata e frustrata, "Guardaci! Noi... Oh merda!," aveva usato il plurale adesso, era davvero fottuto, "Tu sei un vampiro, mentre io--"
"Riesco a comprendere la differenza tra noi, mio caro."
"Allora anche tu penserai che questa sia un'idea totalmente folle!," Peter si avvicinò ad Aro, per fargli capire che era serio, per la prima volta, o forse la seconda, non ricordava bene, quello di cui era sicuro era che poche volte in vita sua gli era capitato di essere serio e questa situazione doveva essere inserita tra quei ricordi; la vicinanza dei due corpi fece quasi impazzire l'uomo, il suo istinto gli diceva di approfittarne e baciare il vampiro, il suo spirito di sopravvivenza gli urlava di scappare perché una sola parola al posto sbagliato e poteva morire, mentre la sua mente lo intimava a rimanere calmo e risolvere il problema, ma l'illusionista non poteva, non ce la faceva, semplicemente... Appoggiò la fronte sulla spalla di quel succhiasang-Aro e chiuse gli occhi... Non gli importava l'odore di sangue che emanava il vampiro o la sensazione di riposare su qualcosa di duro come la pietra.
D'altro canto, il vampiro cercò di non ascoltare quel battito cardiaco, o di non respirare l'odore di Peter, che poteva condurlo in un tunnel nero nel quale non avrebbe avuto più il controllo sulla sua sete insaziabile, e forse per la prima volta nella sua lunga vita Aro si sarebbe pentito di portare via il vita di un essere umano; il giovane Vincent aveva ragione, non potevano essere felici insieme, entrambi erano così melodrammatici, o così masochisti, poi un tocco scortese e un po' gentile gli prese la mano, gli tolse il guanto e intrecciò le dita, Aro fece un sorrisetto compiaciuto.
"Ci piace... Tenerci per mano adesso?," chiese con una nota divertita e stuzzicante nella voce.
Peter non voleva ammettere che anche lui stava sorridendo, "Forse... O forse questo è solo un modo per afferrarti la mano, renderti impossibile muoverti cosicché possa cogliere l'occasione per pugnalarti definitivamente," rispose con voce tremante, finendo la frase con una risata e, poco dopo, si morse il labbro inferiore... Com'era possibile per lui sentirsi al sicuro vicino a un vampiro? Era innaturale, folle...
Con tanta cautela, Aro alzò lentamente l'altra mano per toccare la schiena di Peter.
"Puoi usare il tuo fottuto potere su di me," sussurrò il cacciatore di vampiri, facendo preoccupare seriamente Aro.
"Non vedo la necessità di fare qualcosa del genere adesso."
"Fallo."
Dopo qualche minuto, Peter sentì nuovamente quella sensazione di invasione nella sua mente, ma non gli importava per una volta; sperava solo che Aro stesse rivivendo i momenti che avevano trascorso insieme, come quando avevano scopato contro il muro dopo che lui gli aveva morso il pollice, oppure quando si stavano baciando sul letto di quell'hotel, per non parlare delle molte volte in cui si masturbava pensando a quel vampiro (in qualche modo, poteva essere abbastanza romantico, non molte persone si masturbavano pensando sempre ad una sola persona, gli sarebbe piaciuto se qualcuno avesse fatto lo stesso per lui). Invece, Aro visitò l'infanzia di Peter, quel ragazzino così coraggioso, così felice, un po' spaventato dalle cose che di solito facevano paura ai bambini, ma i suoi genitori gli offrivano ogni volta le loro mani da stringere, per farlo sentire al sicuro e amato; Aro vide il momento in cui i suoi genitori furono uccisi, e sentì dire quei numerosi Mamma e Papà tra i singhiozzi e le lacrime del bambino mentre questo cercava di tenere loro le mani, ma erano fredde e immobili; il vampiro visitò anche le molte volte in cui, da grande, Peter si rifiutava di stringere la mano a qualcuno, o si faceva beffa  quando notava quel gesto tra due persone, l'invidia e la gelosia che usava usato per attaccarli tutti...
"Hai finito? Non voglio che veda tutta la mia vita, non è interessante per qualcuno che ha vissuto per quanto tempo? Millenni?"
"Secoli, per essere precisi."
"Oh sì, certo. Quindi--" voltò la testa per guardargli il profilo, "L'hai visto?"
Peter non menzionò mai a cosa si stesse riferendo ed Aro non lo chiese mai, quindi la risposta del vampiro fu un semplice "Sì."
I due uomini rimasero lì per molto tempo, quando Peter si avvicinò al collo di Aro, spostò il bavero della giacca e tentò di morderlo, sorprendendo il vampiro accanto a lui, gli umani potevano essere molto sorprendenti nella loro totale ingenuità.
"Merda! Non è divertente farlo se è come se stessi mordendo un disgustoso pezzo di marmo! Ugh! È completamente inutile!"
"Fallo di nuovo."
"Cosa? Sei folle?!"
Aro fissò con i suoi affamati occhi rossi quelli marroni di Peter, "La tua voglia di mordermi è da folli, riesco a malapena a percepire i tuoi denti. Ma è così affascinante vedere una farfalla comportarsi come un ragno."
Peter non riuscì a nascondere il rossore sulle sue guance, "Fottiti!," imprecò.
"Preferirei essere io quello a penetrarti, giovane Vincent."
"Fottermi, per l'amor del cielo, fottermi! Devi aggiornare il tuo vocabolario se vuoi stare al passo con i tempi, vecchio bastardo!"
"E tu dovresti imparare alcune buone maniere, vedendo i modi osceni in cui ti esprimi."
"Allora, la prossima volta mi darai una copia del Galateo."
"No, è troppo sofisticato per te, per cominciare hai bisogno di una versione più semplice."
"Stai dicendo che sono stupido, Voi canaglia, dal fegato sbiancato?"
"Al contrario, sto solo affermando che non sei pronto per un libro come Il Galateo, e insultarmi come se fossi Shakespeare non ti rende altolocato, giovane Vincent."
Si fissarono l'un l'altro, finché le loro bocche non s'incontrarono a metà strada, Aro lentamente e Peter con estrema urgenza. Erano entrambi folli: nessuno di loro volle sottolineare che si erano dati appuntamento per incontrarsi ancora una volta, sebbene entrambi concordassero che avrebbero dovuto smettere; eppure preferirono baciarsi e raggiungere il letto il prima possibile, dove avrebbero dato sfogo alla libido che consumava sia i loro corpi che le loro anime.
Sarebbe potuto essere un incontro pericoloso, lo sapevano entrambi fin dalla prima volta che si erano toccati, ma entrambi adoravano il rischio, entrambi amavano il mistero, la passione e il romanticismo... E forse, nel profondo, anche un briciolo di... Pericolo.

   
 
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