THE TIME OF OUR LIFE

 

I've been waiting for so long
Now I've finally found someone to stand by me
We saw the writing on the wall
And we felt this magical fantasy
Now with passion in our eyes
There's no way we could disguise it secretly
So we take each others hand
'Cause we seem to understand the urgency

Pacey si coprì la bocca, cercando di mascherare l’orrore.
“Questa non è una storia per bambini, questa è una carneficina!”
Joey rise di gusto. Adorava il modo in cui Pacey reagiva ogni volta che gli raccontava una storia. Era sempre così emotivo, così partecipe. Sembrava essere costantemente interessato a tutto ciò che Joey diceva o faceva, come se ogni minima cosa fosse importante, come se non ci fosse niente di più meraviglioso al mondo che trovarsi lì, con lei.
E ovviamente Joey non lo avrebbe mai ammesso, ma la cosa le piaceva da morire. Era bello essere al centro dell’attenzione per una volta. Non Jen, non Dawson, non Jack, lei, solo lei. E Pacey.
“Non essere ridicolo, è Cenerentola, certo che è una storia per bambini.”
Pacey scosse la testa, testardo come sempre. Joey sorrise mentre riponeva il libro sul comodino.
Quella serata era stata più tranquilla del previsto. Solo un paio di bambini avevano avuto il coraggio di avventurarsi fino al molo in cerca di caramelle e così lei e Pacey avevano avuto molto tempo per poter stare un po’ soli. Cosa che ormai era praticamente impossibile.
Da quando erano tornati dalla loro traversata sembrava che la gente avesse paura di lasciarli soli. E per carità, Joey capiva l’apprensione generale, o almeno la capiva a volte, ma odiava il non riuscire più ad avere un po’ di pace e tranquillità. E soprattutto odiava il non riuscire quasi più a restare in una stanza da sola con Pacey.
Non che volesse saltargli addosso o chissà cosa, voleva solo poter tornare a provare quel senso di libertà, quell’intimità che c’era stata fra loro durante l’estate. Solo lei, Pacey e il mare, non chiedeva altro.
Pacey scartò una caramella al limone e scosse di nuovo la testa, giocherellando con l’involucro del dolcetto.
“Si tagliano una parte dei piedi, è raccapricciante. Come può essere una storia adatta a dei bambini? La Disney ha mentito alla grande. Queste storie più che fiabe sono racconti dell’orrore!”
Joey rise di nuovo.
A volte Pacey le sembrava una persona totalmente diversa, un essere puro, inconsapevole degli orrori del mondo. Come se niente di male fosse mai accaduto o potesse mai accadere. A volte, Joey dimenticava che di cose brutte a Pacey ne erano già accadute anche troppe.
“Alexander adora Cenerentola.”
Pacey aprì la bocca in un’espressione scioccata e a Joey venne di nuovo da ridere. Quel ragazzo era così teatrale a volte.
“Leggi questa roba ad Alexander?! Signorina Potter, lei è un vero mostro.”
Joey gli diede una spintarella, fingendosi offesa, mentre Pacey si lasciava cadere all’indietro sul letto. Aveva quella sua stupida espressione da persona più felice del mondo che le faceva venire il batticuore ogni volta. Con le labbra piegate in un sorriso sghembo e gli occhi socchiusi, come se avesse il sole in faccia. Perfettamente a suo agio.
Joey si stese a sua volta sul letto, spalla contro spalla con Pacey.
Era bello starsene immobili, uno accanto all’altra, senza dire niente. Stare semplicemente lì, insieme.
“Pacey?”
“Sì?”
Joey si mise a giocherellare con un filo tirato della coperta, mentre le onde la cullavano quasi impercettibilmente.
“Credi che gli altri ci lasceranno mai in pace?”
Pacey sospirò.
“Credo ci siano più possibilità che tu mi convinca a leggere a un bambino Cenerentola.”
Risero entrambi e per quella sera Joey smise di pensare al resto del mondo.