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Autore: Mary Raven    08/11/2019    0 recensioni
In seguito alla morte di Oberyn Martell davanti ai loro occhi, quattro Serpi delle Sabbie, accecate dalla rabbia, si scagliano contro la Regina Cersei e i soldati Lannister.
La punizione subdola scelta da Cersei è la Barriera. Le donne non sono adatte alla Barriera, lì vengono stuprate e muoiono, come successe a Danny Flint. Proprio per questo Cersei ritiene sia una punizione adatta ai Martell.
Ciò che non può immaginare è che una delle ragazze non è una Sand, ma una Targaryen.
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Jon Snow/Rhaenys Targaryen (attenzione: non c'è nessun incesto, basandoci sui libri Jon non si è ancora rivelato figlio di Rhaegar ma nella mia storia non lo sarà affatto)
Pairing secondari: Daenerys/Jorah, SanSan, Arya/Gendry
Genere: Guerra, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jon Snow, Rhaenys Targaryen, Sorpresa, Vipere delle Sabbie
Note: AU, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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1. Clash


Le urla della folla aumentarono, sovrastando qualsiasi altro rumore, eccetto uno. Lo scontro delle armi produceva un clangore metallico e violento, niente di più melodioso alle orecchie di uno spettatore eccitato. La folla, in effetti, era in visibilio. Poco importava il risultato dello scontro, anche se molti di loro avevano preso segretamente in simpatia il contendente dorniano.
Dalla sua postazione, Tywin era intento a osservare i movimenti dei duellanti, apparentemente tranquillo con un'espressione che non tradiva emozioni. Anche se il Campione di suo figlio avesse vinto, lui era Tywin Lannister in persona e avrebbe trovato comunque un modo per uscirne vittorioso. I soldi potevano tutto.
Suo figlio Tyrion, invece, sperava solo nella vittoria di Oberyn Martell, perché in caso contrario aveva un appuntamento fissato con il suo boia preferito.
Ellaria Sand, dietro di lui, seguiva il duello con passione e sorrideva, anche se il suo corpo tradiva un velo di agitazione. Oberyn si stava battendo bene, ma il suo stato emotivo era provato.
Due occhi scuri e luminosi, nascosti dietro lunghe ciglia nere, seguivano il volteggiare delle armi con altrettanta speranza.
Rhaena Sand, che tutti conoscevano come figlia bastarda di Oberyn, stringeva convulsamente l’elsa della propria spada, riposta nel fodero nero con ornamenti rossi. Voleva gettarsi nella mischia e colpire Gregor Clegane di persona. Bramava di farlo più di chiunque altro. Eppure non poteva perché quello era un processo per combattimento e intervenire avrebbe avuto delle conseguenze. Non avrebbe ottenuto nulla in quella maniera, sicuramente non la vendetta.

“Se quella cagna sorride giuro che vado lì e la prendo a pugni” borbottò una voce alla sinistra di Rhae. Obara Sand guardava dritta verso gli spalti più alti, sotto alla tenda dove sedeva comodamente Cersei Lannister che, contrariamente a suo padre, tradiva più di un’espressione.
La Montagna era il suo Campione e se fosse successo qualcosa a Oberyn, lei avrebbe vinto. Eppure non poteva permettersi di esultare, non davanti alle Serpi delle Sabbie.

“Non può sorridere, nostro padre è in procinto di vincere” esclamò Tyene, gli occhi concentrati e puntati sullo scontro. Rhaena sapeva che nessuna delle figlie di Oberyn era affezionata a lui tanto quanto Tyene, e quest’ultima credeva fermamente nella vittoria del padre.
Nymeria, dietro di lei, non sembrava altrettanto positiva. Sin da quella mattina aveva lamentato una sensazione negativa e aveva tenuto il broncio fino a pranzo. Giorni prima aveva suggerito a suo padre di non offrirsi come Campione, ma lui aveva rifiutato, bramoso di vendetta e accecato dall’odio nei confronti dei Lannister.
Obara aveva preso in giro sua sorella chiamandola ‘Sensitiva delle Sabbie’, ma non a lungo, perché anche lei sapeva che spesso Nym aveva delle percezioni veritiere.

Improvvisamente Oberyn infilzò Clegane alla pancia e parlò di nuovo, e stavolta gridò con tutto il fiato che aveva in gola: “Elia Martell. L’hai stuprata, ammazzata, hai ucciso i suoi figli.”

Gli occhi di Rhaena divennero lucidi e presto sentì il bisogno di distogliere lo sguardo. Oberyn le stava servendo una vendetta dolce e lenta, su un piatto d’oro, e lei non riusciva a guardare. Aveva sognato così tanto quel momento che ora realizzava quanto sarebbe stato inutile; nessuna vendetta avrebbe riportato Rhaegar Targaryen, Elia Martell e il piccolo Aegon Targaryen in vita. Uccidere la Montagna oggi non le avrebbe restituito il padre e la madre.
Rhaenys Targaryen - o meglio Rhaena Sand, come tutti, tranne i Martell, credevano si chiamasse - era sopravvissuta ai suoi genitori con il dolore che questo comportava e con un grosso peso sul cuore.
Certe volte pensava che sarebbe stato meglio morire insieme a suo fratello Aegon, che suo zio Doran non avrebbe dovuto progettare uno scambio fra lei e una bambina innocua. Una piccola innocente dorniana, orfana di genitori pescatori, che aveva come unica colpa quella di essere una sua sosia. 
Quella povera orfana, e non Rhaenys, era morta nel Fortino di Maegor.
Quando Rhae era tornata alla Fortezza Rossa in vista del matrimonio di "Re Joffrey", rivedere quel luogo, realizzare di essere ancora una volta lì, l’aveva fatta sentire ancora più piccola.
Fuori dalle porte, lungo il selciato poteva ancora sentire quello scalpitio di zoccoli e, voltandosi verso i cancelli, riusciva ancora a vedere i lunghi capelli argentei di Rhaegar Targaryen mentre lasciava il castello. Chiudendo gli occhi, sentiva il suo tono delicato nelle orecchie. ‘Piccola mia, il padre tornerà presto e poi faremo un viaggio oltre il Mare’. Invece non era più tornato e Rhaenys aveva pianto tanto quei giorni.
Anche se aveva solo tre anni quando i suoi genitori morirono, riusciva ancora a ricordare delle piccole cose; Ricordava gli occhi calorosi e sorridenti di sua madre. Rievocava il pianto di Aegon come fosse un sogno lontano. Ricordava il palmo grande e morbido di papà, quando si stendevano insieme sul letto e lei passava in rassegna delle sue mani. Quei piccoli ricordi riuscivano a farla sentire meglio.
Ciò che non riusciva proprio a rammentare erano i loro visi, nulla di più triste.

“L’hai stuprata, ammazzata, hai ucciso i suoi figli.”
Stavolta Rhaenys guardò, e vide Oberyn trafiggere Clegane alla gola, sprazzi di sangue che zampillavano gorgogliando. Il mostro di due metri si lasciò cadere a terra e tutta la folla andò in visibilio.
Tyene esultò e applaudì, mentre Nym rimase immobile e in silenzio a guardare. Obara, intanto, si godeva l’espressione sconvolta di Cersei Lannister.
Possibile che fosse così facile?

“L’hai stuprata, ammazzata, hai ucciso i suoi figli. Elia Martell, dì il suo nome!” La stessa frase continuava a ripetersi mentre Oberyn camminava in cerchio, attorno alla Montagna caduta. Gregor Clegane non era ancora morto. Il fatto preoccupante: Oberyn sembrava totalmente fuori di sé. “Confessa, voglio che tu confessi! Chi ti diede il comando?” gridò ancora, puntando il dito contro Tywin Lannister.
D’altro canto il volto del leone in questione non tradì alcuna espressione, come sempre. Guardava il dorniano con una pazienza e una calma tali da fare sconcerto.

“Basta così” sussurrò Rhaenys fra sé e sé. “Uccidilo e basta.”
Voleva aprire bocca, gridare a suo zio Oberyn di farla finita una buona volta, ma non riusciva a muoversi. Era semplicemente paralizzata.
Poi successe tutto troppo in fretta e i presagi di Nym si trasformarono in un incubo. L’incubo in questione prese forma davanti agli occhi delle giovani dorniane e il gridò orripilante di Ellaria si levò sopra il cielo.

La Montagna si era sollevata giusto il tempo di afferrare Oberyn e di scaraventarlo a terra, e poi si era messo sopra di lui con i pollici premuti vigorosamente contro i suoi occhi.
Le parole pronunciate in seguito, colpirono Rhaenys con fossero mille stilettate. “Elia Martell. Ho ucciso i suoi figli, con il loro sangue sulle mani l’ho stuprata e infine ho sfondato il suo cranio in questo mondo.”
Più il discorso procedeva e più il malvagio Gregor Clegane applicava forza bruta nelle mani e alla fine, con un sonoro tonfo, sfondò prepotentemente il cranio di Oberyn.

“No, padre” gridò Tyene, cadendo in ginocchio, delle lacrime che scivolavano sulle sue guance. Nym si coprì gli occhi e sperò che fosse tutto un sogno, mentre Obara continuò a fissare il corpo di Oberyn a terra, sconvolta.
Rhaenys strillò e si portò una mano sulle labbra, pestò i piedi, ma nulla poté contro il destino crudele. Erano sempre quelle stesse persone. Le avevano portato via i suoi genitori, suo fratello e ora anche suo zio.
Il colpo di grazia, però, fu quella confessione spietata. Con il loro sangue sulle mani l’ho stuprata.

Poi una voce, quella del mandante, di colui che aveva ordinato alla Montagna di uccidere Elia e i bambini. “Tyrion Lannister, in nome di Tommen della Casa Baratheon primo del suo nome, ordino che tu sia messo a morte” dichiarò Tywin Lannister, in piedi sulla lunga scalinata. Accanto a lui, sua figlia Cersei sorrideva trionfante.

D’un tratto Rhaenys vide solo rosso e sentì il fuoco di drago esploderle nelle vene. “Non è vero, non è un Baratheon, è solo un bastardo” gridò come una furia, incapace di frenarsi.

“Come osi ridere” strillò Obara nella direzione di Cersei e senza riflettere si lanciò nella sua direzione, ma fu prontamente bloccata da due guardie. La Regina, preoccupata, si riparò dietro suo padre e lanciò giusto un piccolo sguardo alla scena, mentre molte persone nobili attorno a lei scattarono in piedi e iniziarono a fuggire. Molti nobili, eccetto Olenna Tyrell, che osservava tutto quello spettacolo con un sorrisino divertito sulla faccia.
Intanto una cocciuta Obara si ribellava e veniva a sua volta strattonata brutalmente dagli uomini dei Lannister. Tyene gridò e si lanciò addosso a uno di loro, cercando di aiutare sua sorella, invano dato che peggiorò soltanto la situazione e altre tre guardie si scaraventarono addosso alle ragazze.
Una di loro afferrò i capelli corti di Tyene e con un colpo secco la fece andare a sbattere contro il gradino più basso. Ora dalla testa della ragazza spuntava del sangue.

La vista di Tyene ferita, spinse Nym e Rhaenys a intervenire, nonostante delle quattro fossero quelle più posate. Rhaenys tirò un pugno alla guardia che aveva ferito Tyene, dimenticandosi i buoni insegnamenti di suo zio Doran sui comportamenti regali. Ora era semplicemente arrabbiata e il sangue di drago gorgogliava.

“Ringraziate che siamo disarmate,  imbecilli” sbottò Tyene rimettendosi in piedi e tornando alla carica.
La guardia colpita da Rhaenys si alzò con una mano sulla guancia sinistra e fu immediatamente colpito da Tyene sulla parte destra della faccia, tornando a tappeto.

La corte nella cavea, intanto, si godeva quella sorta di spettacolo extra e c’era persino chi faceva il tifo e chi ricominciava a scommettere.
Tyrion rimase immobile, assorto e allo stesso tempo confuso dalla scena. Non aveva mai visto quattro semplici donne dare così tanti problemi a degli uomini armati. Per un attimo si dimenticò persino della propria condizione e iniziò a patteggiare per le figlie di Oberyn, nella speranza che arrivassero in cima alla scala e prendessero a calci suo padre e Cersei. Un'ultima gioia prima di morire.
 

Angolino delle note
Salve,
non so quanto questa storia possa interessare, sinceramente però credo che sia una cosa non ancora proposta.
Oltre ai pairing, mi riferisco proprio alla scelta di avere le Serpi delle Sabbie e i Guardiani della Notte come protagonisti.
Questo per ora, dato che prima o poi si introdurranno anche gli altri membri delle Casate Stark e Martell.
 Ripeto che non c'è da temere alcun incesto xD So che qualcuno potrebbe impressionarsi.
Tuttavia nei libri Jon non si è ancora rivelato un Targaryen (si rivelerà, so che accadrà) e io mi sono permessa di lasciarlo come figlio di Ned Stark.
Se vi va fatemi sapere cosa ne pensate.
Alla prossima!




ps: personalmente immagino Rhaenys come Naomi Scott, che ha interpretato Jasmine nel live-action Disney Aladdin.
   
 
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