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Autore: Pontomedusa    08/11/2019    0 recensioni
“Al chiar di luna
Tremo, la distruzione
È sì bellezza.”
“Il sole brucia
Gli occhi, come gli aghi che
Ora son in lei.”
“Non c'è più sangue
Guidami tu, io sono
Fuori controllo.”
“Succede adesso,
Ma fuori di qui; sono
Il Minotauro.”
Il detective Nathan Adler deve trovare il colpevole dell'omicidio della giovane Baby Grace Blue; ma forse, prima ancora, deve stabilire se sia crimine o arte.
(Liberamente ispirato al concept album 1.Outside di David Bowie)
Genere: Horror, Song-fic, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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4. Outside

 

Nathan viene svegliato dai colpi alla porta. Dall'intensità, si direbbe che chi è dall'altra parte abbia intenzione di buttarla giù.

Nathan si alza a fatica e va ad aprire, per trovarsi davanti Paddy.

“Si può sapere cosa cazzo combini?” gli grida in faccia Paddy, appena lo vede.

Le urla risvegliano il mal di testa che, finché Nathan stava sdraiato, era solo un pulsare alle tempie.

“Vedi di calmarti,” dice, sforzandosi di ignorare il martello che gli sembra di avere nel cranio. “Lo sai che ora è?”

“Certo. Le due del pomeriggio.”

“Ah.”

Nathan avrebbe giurato di essersi appisolato solo per pochi minuti, e che fosse ancora notte fonda.

“OK, allora...” riprende, cercando di non sembrare uno che sta smaltendo una sbronza di alcool e farmaci, quale in effetti è. “Stavo lavorando sul caso di Baby Grace.”

“Ah sì, eh?”

“Sì. Entra...ti faccio vedere.”

Paddy sbuffa e sbatte la porta dietro di sé. Nathan lo guida fino al divano e gli mostra l'elenco di nomi restituito dal database.

“Leon Blank, eh?” dice Paddy, dopo avere esaminato la lista. “Sui vent'anni, con precedenti penali...direi che potrebbe essere il nostro uomo.”

“Ma nemmeno per idea!” sbotta Nathan.

“Come sarebbe? È l'unico col profilo del serial killer. Non sospetterai una donna, o un cazzo di vecchio quasi ottantenne.”

“Intanto, per avere un serial killer ci vuole una serie di omicidi, e noi per il momento ne abbiamo solo uno. E poi, tu trascuri il lato artistico.”

Paddy infila una sequela di imprecazioni, prima di rispondere all'osservazione di Nathan.

“Ancora con queste stronzate? Quello è un malato del cazzo, punto. Se vuoi la mia opinione su che idea di merda sia stata quella di aprire la Sezione Crimini Artistici...”

“So che me la daresti anche se non la volessi, ma devo chiederti di lasciar perdere. La conosco già. Questo è il mio lavoro e, se ci hanno messi insieme, un motivo c'è.”

“Sì,” ringhia Paddy. “C'era bisogno di uno che, alle due del pomeriggio, venisse a controllare che fossi ancora vivo e cercasse di mettere insieme i pezzi.”

Nathan deve ammettere che Paddy non ha tutti i torti.

“Comunque sia, la massima esperienza in campo artistico che ha avuto Blank è un tentativo di plagio, anche mal riuscito. Non sarebbe mai riuscito ad ideare l'installazione di Baby Grace.”

“Così, adesso sarebbe un'installazione?”

“Gesù, Paddy, ma sei cieco? Certo che è un'installazione! Un'opera multimediale: una statua di carne e sangue, altoparlanti che recitano poesie...”

“...e puzza di carogna! Cristo santo, Nathan. Da come ne parli, si direbbe quasi che lo ammiri.”

“Be'...” Nathan si rende conto che non dovrebbe ammetterlo, eppure se ci riflette su non può negare che, almeno un po'...Il pulsare alle tempie si fa più prepotente, e Nathan cerca di alleviarlo massaggiandosi un lato della testa con due dita. Senza successo.

“Non ci posso credere!” sbotta Paddy, che ha correttamente interpretato l'esitazione di Nathan. “Sei malato quanto lui; forse, di più. Non mi stupirei se...” continua, fissandolo come se lo vedesse la prima volta.

“Cosa...ehi! Non penserai sia stato io!”

“Non voglio pensarlo, Nathan. Dimmi che non sei stato tu, e io ti crederò.”

Nathan esita per un momento. La sua passione per alcolici e pastiglie gli causa dei black-out, intere ore di cui non si ricorda più niente il giorno dopo. Possibile che, durante uno di questi episodi...

Nathan scuote la testa, ma si interrompe subito, quando si rende conto che il movimento aumenta l'intensità delle martellate che si sente nel cranio. Non posso essere stato io, pensa. Vorrebbe raccontarsi che sia perché, anche nelle peggiori condizioni, non sarebbe mai in grado di fare del male a una ragazzina; ma, in realtà, sa che è perché, anche nelle migliori condizioni, non sarebbe mai in grado di ideare un'opera grandiosa come quella di Baby Grace Blue.

“Non sono così bravo,” dice, senza riflettere, e se ne pente ancor prima di vedere l'espressione di Paddy a queste parole.

“Non sono così fuori di testa,” ritenta.

“Uhm,” grugnisce Paddy. “Voglio crederci. Andiamo a prendere questo Leon, allora.”

“Cosa? Ti ho appena spiegato...”

L'occhiata di Paddy lo riduce al silenzio.

“E va bene,” si arrende Nathan. In fondo, si tratta di convocare Leon e fargli qualche domanda; magari il povero stronzo avrà un alibi, e così finalmente Paddy si rassegnerà ad aiutarlo a cercare il vero colpevole. “Dammi solo dieci minuti per darmi una rinfrescata.”

Una volta in bagno, Nathan fruga disperatamente nell'armadietto, alla ricerca delle pastiglie per il mal di testa. Saranno quelle bianche, quelle rosse, quelle blu? Per non sbagliare, Nathan ne prende due per ogni colore, prima di buttarsi sotto la doccia.

   
 
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