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Autore: Hikari29    10/11/2019    0 recensioni
[ATTENZIONE : non fatevi ingannare dal titolo... Niente lupi mannari qui]
AU...mi hanno sempre incuriosito questo genere di storie...
E voi? Avete mai pensato a come sarebbero cambiati i personaggi vivendo in un altro mondo?Beh, io si ...e personalmente il contesto di dolce flirt mi ha sempre ispirata parecchio .
Vecchi e nuovi personaggi,ognuno con un ruolo fondamentale in questo mondo fatto di magia ,combattimenti ,amore...e anche un pizzico di follia. Due scuole... Dove ognuno avrà il suo ruolo. Una protagonista dal passato complicato, che ricomincerà a sorridere solo grazie all'affetto per i suoi nuovi amici. Incontri, scontri, lacrime, sorrisi, abbracci e sfide, e comportamenti inaspettati da parte di alcuni studenti, perché diciamocelo... Non si giudica un libro dalla copertina... Ed Eri lo capirà presto.
Questa è la mia prima storia ,o meglio la prima volta che ho il coraggio di presentarvi una mia creazione...e se vi ho incuriositi, preparatevi ad "Alpha Academy "....il dolce amoris non sarà più lo stesso.
! AVVERTENZE: la storia è un adattamento di una versione originale che potete trovare su wattpad!
Genere: Fantasy, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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P.O.V. CASTIEL

<< D-dunque, in caso di emergenza, qualsiasi Alph può dimostrarsi vitale,ragazzi. Ovviamente, per aiutare voi stessi e i vostri compagni. >>

Quindi, io cosa dovrei essere? Un defibrillatore?

<< G-grazie mille signorina Shumei. >>

Ed ecco che Charlotte torna tra noi, prendendo posto nel suo primo banco delle seconda fila a partire dalla porta.

Vedo, come al solito, quell'impacciato di un professore chinarsi per cogliere una penna che accidentalmente ha fatto cadere. E, con una tempistica perfetta, ecco che la campanella suona ed io posso finalmente tornare in infermeria da quell'altra imbranata. 
Dalla notizia della scomparsa di sua zia, ha come perso tutta la sua vitalità. 
I suoi occhi, così belli e lucenti, sono tornati spenti e vuoti, ancora di più della prima volta in cui ci incontrammo. 
Secondo Iris, né lei né quel mutaforma di Kentin, ormai suoi migliori amici, sono stati in grado di strapparle una sola parola. 
E, beh, come darle torto? 
Non è così facile comprendere la sensazione di aver perso qualcuno, specie se sai che quella persona potrebbe essere in pericolo. 
La sua unica reazione, a quanto pare, è stata quella di cominciare ad allenarsi senza freni, fino a perdere quasi il controllo delle sue capacità. 
E, quindi, eccomi qui, ad aprire le porte di una stanza a me troppo familiare.

<< Sei sveglia, vedo. >>
Le dico mentre ancora guarda fuori dalla finestra.

Non accenna a muoversi.

<< Hai dormito bene? Sai, in questi letti ho fatto i migliori riposini del mondo! >>

E ancora non accenna a rispondermi. 
Mi rassegno. Sospiro. E mi siedo a gambe divaricate su una sedia posta al lato del suo lettino.

<< Senti, Eri. La direttrice vuole parlarci. Ed è necessaria anche la tua presenza >> dico schietto.

E ancora non mi degna di uno sguardo.

<< Io lo so, ok? So cosa vuol dire perdere qualcuno! So cosa vuol dire perdere chiunque e restare da soli! Fa male, lo so! Ma non puoi rimanere impassibile per sempre! >>
Mi rendo conto in un secondo momento di aver alzato la voce.

<< Scusami. Non dovrei urlarti contro, non è colpa tua. Ma è proprio questo il punto : non è colpa tua, non darti la colpa e reagisci come solo tu sai fare! Stai male? Usa quel dolore per ergere una barriera indistruttibile. Sei arrabbiata? Usa quella rabbia per diventare più forte! >>

Un attimo di silenzio, prima di rendermi conto di quanto io abbia parlato a sproposito. 
Forse mi sto solo sopravvalutando e in realtà non la capisco affatto.

Decido di chiuderla qui e, finalmente, metto la sedia al suo posto facendo per andarmene.

<< Io...vorrei solo che tu tornassi te stessa. Ci manchi, ragazzina... >>
Ammetto con un po' di malinconia.

Stavolta sono io a guardare da un'altra parte e comincio ad aprire la porta per lasciare definitivamente quella stanza così silenziosa.

<< Castiel >>
La sua voce mi raggiunge. 
È fiebile.

<< Mi siete mancati anche voi. Ci vediamo domani a lezione. >>
Ed ecco che si degna di guardarmi direttamente negli occhi, con i suoi spenti ma pur sempre affascinanti.

Ma che mi metto a pensare?!

<< Sii puntuale, ragazzina. >>

Potrei giurare di aver visto un piccolo sorrisetto abbandonato sulle sue labbra. 
Chissà perché anch'io mi sento così sorridente adesso.
Quella ragazza mi fa uno strano effetto... 
Ma, ahhh, che dico? 
Non sono uno che ammetterebbe così facilmente di...NO, NO E NO! 
NON C'È NULLA DA AMMETTERE!

<< Come dici tu. >>
E, come al solito all'improvviso, il mio migliore amico fa la sua comparsa.

<< Ma dico! Ti sembra il modo? Mi hai fatto prendere un colpo. >>
Mi giustifico con una mano sul petto.

<< Certo, certo. Perdona la mia umile e inferiore persona per aver interrotto i tuoi pensieri profondi >> si scusa, ovviamente, ironico.

<< No, no, no. Nessun pensiero profondo. Ho solo fatto visita a quella là. >>
Divago, sventolando la mia mano destra davanti al viso.

Perché continuo a mostrarmi così strafottente anche davanti a uno come lui? 
Non c'è nulla da nascondere, in fondo. 
Non è...proprio nulla.

<< Piuttosto, quando smetterai di usare il tuo Alph contro di me? >>

<< Mi dispiace, Castiel. Ma non serve alcun tipo di potere per leggere in quella testa bacata che ti ritrovi. >>
Mi dice colpendomi la fronte con le dita.

Mi supera col suo passo veloce, dato forse dalle sue gambe lunghe.

Restiamo in silenzio per un po', finché mi convinco che anche lui come me avrebbe più domande da fare del solito, dati gli ultimi straordinari avvenimenti.

<< Piuttosto, lei come sta? >>

<< Beh...sta. In qualche modo si è convinta a parlare. Domani torna a lezione. >>

<< Sei riuscito a convincerla? Strano. >>
Continua con sguardo vago.

A volte ho come l'impressione che mi prenda in giro. 
La sua capacità di capire le persone è fuori dal comune.
Ma esagera! 
Oh, si, se esagera. 
In fondo, è impossibile che mi capisca più di quanto riesca a capirmi io stesso. 
Giusto?

<< Qui lo strano sei solo tu. Non c'è niente di strano. Avrebbe sputato il rospo con chiunque altro! Io ho solo usato le parole giuste. >>

<< Che sarebbero? >>
Insiste.

<< Su, andiamo, ho bisogno di una doccia. >>

Arrivo in camera quando ormai la mia voglia di parlare è pari a zero. 
Non che io abbia qualche problema con Lys, è pur sempre il mio più caro amico. Ma, a volte, viene fuori quella parte di me che evita tutti e tutto, persino di esprimersi. A che servirebbe parlare di qualcosa quando non sai nemmeno cosa pensare?

E, con questa sorta di confusione, mi muovo a chiudere il rubinetto, immergendomi finalmente nella vasca piena d'acqua calda. 
La stanza è sommersa dal vapore ed io non so più se questa sensazione sia più simile all'essere rilassati o al sentirsi sciogliere lentamente. 
Ok, forse sono un po' troppo debole qui dentro. 
Dimentico sempre la mia scarsa affinità all'acqua. 
Pensandoci, deve essere per questo che quella ragazzina mi fa sentire strano.

<< MA CHE CAVOLO STO DICENDO?! >> Urlo all'improvviso alzandomi di scatto.

<< Cass, hai detto qualcosa? >>

<< T-TRANQUILLO, STAVO SOLO- >>

Mi agito senza un motivo apparente. Ma, come al solito, la mia agilità prevale e, con una mossa sbagliata, scivolo sul pavimento bagnato cadendo in malo modo. 
Poi vedo la porta aprirsi.

<< Ma che stai facendo? >>

<< Ahi >>

P.O.V. LYSANDRO

Caro Castiel, se non esistessi, dovrebbero inventarti. Anche se ancora non mi è chiaro chi mai potrebbe avere così tanta fantasia. 
Ancora lo guardo stranito mentre, pensieroso e con le mani dentro le tasche, mi precede in quello che è il nostro cammino verso la classe.

Lo vedo impaziente e credo di saperne il motivo, anche se lui non lo ammetterebbe mai. 
Amico mio, sei di nuovo nella merda.

Valchiamo la soglia, trovando stranamente il ritardatario professore di difesa già alla sua postazione. 
Guardiamo entrambi nella direzione della ragazza dai capelli blu che, come promesso, almeno oggi è presente. 
Ricambia il nostro saluto ed io mi ritrovo costretto a dare una pacca sulla spalla del rosso per convincerlo a prendere posto. 
Finalmente mi siedo anch'io e, dopo il quotidiano appello e qualche premessa, la lezione può dirsi iniziata.

<< Bene, ragazzi >> comincia premendo il dito sullo schermo della lavagna.

<< chi sa dirmi cos'è uno scudo? >>

Vedo i volti dei miei compagni incerti, come se tutti sapessero la risposta, ma dandola troppo per scontata, mentre il professor Pierrick ancora indica la parola in questione che risalta sulla superficie bianca.

<< Su, ragazzi. Accetto di tutto. Tu, Honzo. Prova a rispondere. >>

Vedo Violet sobbalzare come al solito e raggiungere una delle sue famose tonalità di rosso.

<< I-io...io...>>
Si nasconde dietro il libro di testo.

<< È uno...s-strumento di difesa(?) >>
Dice infine.

<< Molto bene! E, ditemi, come si usa esattamente? >>

Ed ecco che interviene Kentin. 
<< Ma che domanda è? Si posiziona davanti e questo ci impedisce di essere colpiti, il più delle volte almeno. Io, per esempio, non perdo mai. Tutto il mio corpo può diventare uno scudo. >>
Elogia le sue doti da mutaforma e sento già qualche risatina in sottofondo.

<< Proprio così, Sato! Grazie per aver anticipato ciò che sto per dire. >>

<< In quanti di voi hanno un' Alph difensivo? >>
Chiede ancora.

Non vedo chi possa rispondere. 
È vero, Kentin può mutare le sue parti del corpo. 
L'invisibilità di Violet non è esattamente un' abilità offensiva, così come i due tipi di chiaroveggenza di Nathaniel e Ambra.

A proposito, dov'è quella là? 
Quasi mi fa strano non vederla toccarsi i capelli.

E poi ci sono anche le arti curative di Charlotte. 
Ma, dove vuole arrivare?

<< Vedete, ragazzi. Il mio Alph è proprio lo scudo e, se mi è permesso utilizzarlo in classe non è perché sono un insegnante. Il motivo sta nella natura difensiva del mio potere. Difficilmente un' abilità simile può diventare un'arma. >>

Finalmente comincia a spiegarsi.

<< Non possiamo cambiare la natura stessa di un Alph. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, un attacco può tranquillamente diventare una difesa.
Tu, Maekawa, ti è mai capitato di difenderti col tuo Alph? >>
Dice indicando il mio amico solo alla fine.

<< Mmh? Beh, il mio corpo è un conduttore elettrico, quindi chiunque mi tocchi potrebbe rimanere paralizzato. >>
Afferma annoiato come suo solito.

<< Giusto! Il tuo cervello quindi da l'impulso al tuo corpo di creare un campo di elettricità per proteggerti. Non ci hai mai ragionato, eh? >>

Castiel che non ragiona? Capirai che novità.

<< Tu, Noji. Sei consapevole del fatto che potresti sfruttare la tua ombra per assorbire gli attacchi nemici? >>
Continua rivolgendosi ad un Armin alquanto confuso.

<< Beh, no, ma- >>

<< Ciò che intendo dire >> lo interrompe << è che non conta avere un Alph potente. Non esiste un potere più forte di un altro. Conta piuttosto l'uso che ne facciamo. Imparate a conoscere meglio voi stessi, poi ne riparleremo. >>

E, come da copione, ecco che la campanella suona proprio alla fine della frase dell'insegnante.

Adesso dovremmo raggiungere l'aula di simulazione. Chissà cosa avrà preparato per noi la Delenay
Ripongo la sedia alla sua posizione iniziale e mi muovo per andarmene, non prima però di aver notato l'atteggiamento di Alexy.
Come mi aspettavo, le parole del professore devono averlo colpito in qualche modo.
Castiel mi raggiunge, buttandosi di peso sulle mie spalle e, ancora in questa posa scomoda raggiungiamo la stanza in questione.
Ma ecco che sbarriamo gli occhi e ci costringiamo a tornare con la schiena dritta davanti alla presenza della direttrice.

Quella donna fa paura.
Ancora non capisco come faccia ad apparire così imponente dal suo metro e cinquanta.
Con quel cane in braccio poi, sembrerebbe quasi la vecchietta più gentile del quartiere.
Non c'è immagine più sbagliata, credetemi.

Vedo già Kim battere il piede sul pavimento bianco, mentre storce lo sguardo al suo suddetto acerrimo nemico.
Questo finché anche lui attizza le orecchie canine, e lei si ritrova a doversi voltare per evitare problemi.
Potrebbe anche essere una scena buffa, ma dall'altra parte vedo Eri stringere i pugni, segno che anche lei come me ha uno strano presentimento.

<< Ma buongiorno a tutti. E...ben ritrovati. >>
Comincia guardando proprio in direzione della mia amica.

<< Sono consapevole di quanto la mia presenza sia inusuale e non vorrei disturbare. Ma, ragazzi, avrete coscienza anche voi della situazione in cui ci troviamo, no? >>
I suoi occhi si stringono e noi tutti ci limitiamo ad annuire.

Per la prima volta, vedo l'insegnante di arti magiche abbassare lo sguardo, mentre come noi continua ad ascoltare questo discorso di cui lei conosce già la fine.

<< Sarò schietta. Dopo la scomparsa di un familiare della famiglia Kitamura, devo purtroppo annunciarvi che anche una dei vostri compagni è stata rapita. >>

Ehi, aspetta. Dov'è Rosa?

<< Si tratta di Suzuki Ambra. >>
E quasi mi tranquillizzo.

<< Pensavo fosse qualcosa di grav - >>
Tenta di dire Karla.

<< Sta zitta, idiota. >>
La blocca Alexy tappandole la bocca.

Vedo i volti di Nathaniel e Lee come sotto shock, mentre il primo cede e raggiunge terra con le ginocchia.

<< I-io non... Credevo stesse ancora dormendo, come al solito... >>

Si trattiene, è evidente. Ma, ciò nonostante, una lacrima sfugge al suo controllo e i primi singhiozzi riempiono la stanza.

<< Sappiamo cosa state provando. Ma faremo tutto il possibile. Abbiamo il nome del colpevole. >>

Sobbalzo sorpreso.
Sono stati fin troppo efficienti, ma è come se mancasse qualcosa.

<< Penso conosciate tutti la Beta Academy. Se la risposta è no, vi informo che l'isola di Hell non è solo una leggenda, ma un inferno vero e proprio. >>

Certo che non è una leggenda, io lo so bene. E, ancor più di me, ne ha la consapevolezza Castiel, che ora digrigna i denti e stringe i pungi finché le sue nocche non diventano bianche.

<< Sono stati loro. Quella gente è spietata e non sappiamo ancora come abbiano fatto a intrufolarsi eludendo anche le guardie dei confini. Tuttavia, hanno a capo un essere spaventoso. Daisetsu, è questo il suo nome. È una vera e propria presenza malvagia, nonché lo spietato rettore di quell' accademia di criminali. >>

Cade il gelo e anche la direttrice Aryma sembra aver perso la sua compostezza.

<< L-lei >>
Comincia Eri. È incerta come non credo di averla mai vista, ma per un momento i suoi occhi sembravano sprigionare fiamme.

<< Lei può dirci altro? Sa come contrastarlo? Sa qualcosa di lui?? >>

Poi, silenzio.

<< Oh, si. Lo conosco bene. >>
Spezza ancora l'atmosfera la dirigente.

<< Dopotutto...lui è mio fratello. >>


 

   
 
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