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Autore: Eponine17    10/11/2019    0 recensioni
Alex e Spencer. Acerrime nemiche. Due sedicenni alle prese con il difficile e incasinato periodo adolescenziale. Una popolare e l'altra invisibile. Cosa succede se il destino decide di unire le loro vite grazie ad una situazione inaspettata? Riusciranno a sotterrare l'ascia di guerra o continueranno ad essere l'una la migliore nemica dell'altra?
Genere: Angst, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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16° Capitolo - seconda parte
Durante tutto il tragitto non ho fatto altro che pensare a Spencer. A come si sente, a cosa dovrei dirle e a come comportarmi. So solo che mi sento male per averla ignorata, per non aver indagato sul motivo del suo malumore. Sono finalmente arrivata a casa. Faccio un respiro profondo e mi precipito dentro, faccio gli scalini due alla volta e in un attimo sono fuori la camera della ragazza. Senza sprecare altro tempo, spalanco la porta ed entro. Spencer mi guarda sorpresa e spaventata.
<< Cosa ci >> non le faccio terminare la frase, le prendo la mano e la trascino giù per le scale.
<< Adesso vieni con me. Passerai la giornata con me >> le dico decisa, mentre continuo a trascinarla per casa.
<< Cosa? Perchè? E poi non dovresti chiedermi se ne ho voglia? >> la ragazza mi risponde seccata. Scrollo le spalle, mi fermo solo dopo essere arrivata davanti alla macchina.
<< Non è la macchina di Peyton, questa? >>
<< Si, ottima osservazione Chapman! Forza, sali >>. Spencer sgrana gli occhi.
<< Hai intenzione di guidare tu? >> mi chiede sorpresa e, anche leggermente allarmata. Sul serio, perchè nessuno si fida di me?
<< Esatto! Sarò la Thelma per la tua Louise >> esclamo sorridendo. Spencer continua a guardarmi senza spiccicare una parola, inizio a sentirmi un idiota. Poi all’improvviso tira via violentemente la sua mano dalla mia.
<< Lo sai, vero? Ti hanno detto che giorno è oggi? >> la sua sembra più una affermazione che una domanda. E’ così vulnerabile e ferita in questo momento che non riesco a dire niente. Annuisco lentamente. Spencer fa una risatina beffarda.
<< Non voglio la tua pietà, Alex! Torna a fare le tue cose e lasciami in pace >> esclama indispettita. Sta per tornare in casa quando le prendo il braccio.
<< Ti sbagli, Spence. Non sono qui per pietà. Non ho mollato all’improvviso la mia migliore amica, costringendola a darmi la macchina, per pietà. Sono qui per te, perchè non posso sopportare l’idea di lasciarti sola in un momento come questo. Sono qui perchè è qui che voglio stare >> dico tutto d’un fiato. La ragazza adesso ha abbassato lo sguardo. Faccio scivolare la mia mano nella sua e la stringo leggermente.
<< Quindi, ti prego, sali in macchina >> mormoro. Spencer alza lo sguardo verso di me. Ha gli occhi lucidi ma mi sembra di vedere un ombra di sorriso sul suo volto.
<< Sicura che sai guidare? O devo preoccuparmi di fare davvero la fine di Thelma e Louise? >>. Roteo gli occhi.
<< Entra, spiritosa >>.
Siamo in macchina da un pò, ho già pensato a come trascorrere questa giornata ma non voglio forzare Spencer a fare qualcosa che non le va di fare.
<< Se ti va di fare qualcosa in particolare, dimmelo eh! Però io ho già pianificato il nostro itinerario >>
<< Va bene quello che hai pensato >> mormora indifferente. Aaah, sarà una lunga giornata...ma non mi farò abbattere dal suo comportamento. Dopo un pò arriviamo allo studio di Peyton, parcheggio e inizio a cercare la chiave di riserva. Dopo averla trovata, sotto al tappeto ( davvero originale, Pey), io e Spencer entriamo nello studio. La ragazza mi guarda incuriosita.
<< Perchè mi hai portata qui? >>
<< Ho pensato che potesse farti piacere. Ogni volta che Peyton è giù di morale, arrabbiata o triste..viene sempre qui. Dice che l’odore della pittura, i colori e il silenzio la rilassano. Succede la stessa cosa quando prendo in mano la chitarra o metto su un disco. E’ un rifugio >> le spiego. Spencer continua a guardarmi. Forse ho detto una stupidaggine. Mi sento così in imbarazzo.
<< Mi dispiace...forse ho sbagliato.. >> mormoro titubante.
<< No...affatto... mi piace la tua idea >>. Tiro un sospiro di sollievo. Fiuu. Adesso Spencer si è seduta e ha già preso in mano la tavolozza. Sorrido internamente.
<< Cosa fai lì impalata? Forza, dipingi qualcosa anche tu >> esclama all’improvviso.
<< Io? Ma non so dipingere... combinerei un macello >>
<< Non importa. Non mi piace essere osservata! Quindi... >> mi porge un pennello, << libera la fantasia, Davis >>. Sospiro mentre afferro il pennello. Cosa mi tocca fare.
E’ passata un oretta e, anche se non abbiamo detto una parola, ho l’impressione che Spencer si sia rilassata un pò. Guardo la mia tela e mi lascio sfuggire un gemito.
<< Oddio, è terribile. Sembra che un gatto abbia vomitato palle di pelo su tutta la tela >> mi lamento portandomi una mano sul viso. Sento Spencer ridacchiare. La guardo sorpresa. Finalmente sta sorridendo. Da una rapida occhiata al mio disegno.
<< Si, è davvero tremendo >> mi fa un occhiolino. Le faccio una linguaccia. La ragazza mi osserva e poi scoppia a ridere. Cosa?
<< Che c’è? >>
<< Hai della pittura su tutta la fronte >> continua a ridacchiare. Mi porto una mano sul viso e inizio a strofinare la pelle. Adesso la ragazza ride di gusto. Ok, non è carino.
<< Stai solo peggiorando la situazione! Smettila di toccarti ahahahahah >> . Rido anche io, perchè vederla così spensierata mi fa sentire leggera. Spencer si asciuga gli occhi, poi mi sposta la mano e si avvicina alla mia faccia. Trattengo il respiro. E’ così vicina che riesco a sentire il suo alito alla menta. Mi sposta una ciocca di capelli dietro l’orecchio e con il pollice strofina leggermente la mia fronte. I miei occhi sono incollati sul suo viso e sento la mia pelle rabbrividire al suo tocco.
<< Ecco fatto. Non c’è più niente >> sussurra, poi i suoi occhi incontrano i miei. Si morde il labbro e il mio sguardo cade subito sulla sua bocca. Mi rendo conto della cosa e ritorno a guardare le due gocce blu dei suoi occhii e noto che Spencer è arrossita. Balbetto un grazie e mi alzo. La ragazza annuisce poi ritorna alla sua tela. Cerco di regolare il respiro e il mio cuore.
<< Se hai finito... vorrei portarti in un posto >> esclamo cercando di smorzare l’atmosfera. Spencer annuisce di nuovo. L’aiuto a mettere tutto in ordine poi saltiamo di nuovo in macchina.
<< Dove questa volta, Clyde? >> mi chiede sorridendo.
<< Clyde? >>
<< Si, come Bonnie e Clyde >> esclama divertita.
<< Che fine hanno fatto Thelma e Louise? >>
<< Non mi piace la fine che fanno... e poi trovo che la storia di Bonnie e Clyde sia più eccitante >>. Sento una scossa nel basso ventre quando la sento dire “eccitante”. Gesù, Alex...riprenditi. Le faccio un occhiolino di intesa. Dopo una mezz’oretta arriviamo a destinazione. Parcheggio la macchina e faccio cenno alla ragazza di seguirmi. Ci troviamo in un boschetto silenzioso e poco illuminato, probabilmente a quest’ora non c’è nessuno. Camminiamo per una ventina di minuti, riesco a percepire lo sguardo curioso di Spencer, che cammina dietro di me.
<< Ok, questo è il momento in cui mi dici che mi hai portato qui per uccidermi, vero? >> esclama la ragazza. Sorrido divertita.
<< Esatto! Era il mio piano fin dall’inizio. >> rispondo seriamente. La ragazza mi da un pugnetto sulla spalla.
<< Eccoci qua >> esclamo guardandomi intorno. Spencer segue il mio sguardo e un sorriso le illumina il viso.
<< E’ bellissimo! Che posto è? >> . Mi siedo sull’erba e faccio segno alla ragazza di sedersi accanto a me.
<< E’ il mio posto “speciale” >>, Spencer mi guarda incuriosita. << Vengo qui quando ho bisogno di chiarirmi le idee o di stare semplicemente da sola, circondata dalla quiete e dalla natura. Nessuno sa di questo piccolo nascondiglio...fu mio padre a trovarlo. Venivamo sempre qui e continuo a tornarci,anche senza di lui >> . Di colpo sento qualcosa di caldo stringermi la mano. Non ho bisogno di voltarmi, so che è la mano di Spencer.
<< Grazie per aver condiviso con me il tuo posto speciale.. significa tanto >> . Sorrido debolmente e continuo a guardare davanti a me.
<< Adesso sarà anche il tuo posto speciale >> esclamo dopo qualche minuto di silenzio. All’improvviso sento dei singhiozzi, mi giro e Spencer sta piangendo, non perdo tempo e la stringo tra le mie braccia. Non so quanto tempo sia passato, la ragazza ha pianto tutte le lacrime che aveva. Ci staccchiamo dall’abbraccio e le accarezzo la guancia.
<< Parlami di lei...ti va? >> le chiedo timorosa. Non vorrei aver esagerato, fortunatamente la ragazza mi sorride e inizia a raccontare momenti, ricordi e frasi della mamma. Sento che piano piano la tristezza scivola via dalla sua voce e mi sorride il cuore. Dopo un pò mi accorgo che sta iniziando a fare buio, meglio andare via.
<< Allora,hai fame? >> le chiedo mentre ci stiamo incamminando verso la macchina.
<< In verità... non molta >>
<< Non molta...questo vuol dire che almeno un pizzico di fame ce l’hai! E conosco un posto che ha il miglior cibo “da coccola” che conosco >>, Spencer mi sorride incuriosita. Siamo ormai alla macchina, apro la portiera e porgo la mano alla ragazza
<< Allora, cosa ne dice Mademoiselle? >> metto su un pessimo accento francese. Spencer annuisce, prende la mia mano e si lascia aiutare ad entrare in auto. Il tragitto non è molto lungo, un quarto d’ora dopo parcheggio davanti al locale.
<< Signorina Chapman, benevenuta da “ Ruben’s Chocolaterie” >> esclamo felice
<< Cioccolato? Hai deciso di farmi ingrassare? >>
<< Tsk, per favore. Non devi preoccuparti di questo. Hai un fisico perfetto >> . Mi schiaffeggio mentalmente. C’era davvero bisogno di dire una cosa del genere, Alex? Davvero? Fortunatamente Spencer decide di ignorare il mio commento ed entriamo da Ruben. Veniamo subito investite dall’odore caldo, squisito e avvolgente del cacao. Sono in paradiso. Guardo la ragazza, ha gli occhi che le brillano. Sembra una bambina davanti ad un bancone di caramelle.
Saluto velocemente Ruben che ci fa accomodare al tavolino.
<< Il solito? >> mi chiede sorridendo
<< Il solito >> rispondo ammiccando. Spencer mi guarda incuriosita, ma la sua curiosità si ingrandisce quando Ruben ci porta una scatola con dieci cioccolattini.
<< Bon appetit >> esclama il proprietario per poi sparire dietro al bancone.
<< Ok... spiega >> dice la ragazza sorridendo.
<< E’ una sorta di... assaggio al buio. Questi dieci cioccolattini hanno dieci gusti diversi che non conosciamo...quindi ne scegliamo uno e vediamo cosa ci capita! >>. Spencer sorride ancora di più, sembra entusiasta.
<< Pronta? >>, la ragazza annuisce. Scegliamo i primi cioccolattini e mangiamo. Dio, quanto è buona questa cioccolata. Andiamo avanti così per tutta la serata, ho beccato alcuni gusti che mi hanno fatto fare delle smorfie disgustate, Spencer ha riso ad ogni mia singola smorfia e non potevo chiedere di meglio. La sua risata è musica per le mie orecchie. Ormai sono quasi le nove, è tempo di tornare a casa e, di restituire la macchina a Peyton. Sempre se non è morta prima di crepa cuore. Arrivate fuori casa della mia amica, quest’ultima non mi dice niente. Saluta me e Spencer ed entra in casa ma so, dal suo sguardo, che domani dovrò spiegarle tutto.
<< Mi dispiace...putroppo dobbiamo camminare un pò! Ma tranquilla, casa nostra non è lontana >>. La ragazza mi cammina accanto, è da quando abbiamo lasciato il boschetto che non ha smesso di sorridere.
<< Non mi dispiace fare due passi... è una bella serata >> . La guardo, si...è proprio una serata perfetta. Arriviamo a casa, mia madre e Robert guardano la tv sul divano. Spencer si accovaccia accanto al padre, credo sia giusto per lei avere questo momento padre-figlia. Restiamo un pò a parlare con i nostri genitori, poi di comune accordo, saliamo in camera. Sto per aprire la porta della mia stanza quando sento Spencer dietro di me, mi giro e vengo accolta da una delle sue strane espressioni.
<< Non ci sono parole per descrivere quanto io ti sia grata, Alex. Mi hai fatto trascorrere una giornata bellissima..hai fatto di tutto pur di rallegrarmi, di farmi stare bene...e hai fatto molto di più. Mi hai reso felice. Mi dispiace essermi comportata male stamattina ma.. >> non la lascio terminare.
<< Non devi scusarti, Spence. Hai tutta la mia comprensione. Sono contenta di aver reso questo giorno meno triste per te >> . Le sorrido dolcemente. La ragazza mi guarda e si morde il labbro, di nuovo. Ugh, non guardare Alex, non guardare, non guar ah, troppo tardi. Fisso le sue labbra rosate e mi sale un irrefrenabile voglia di baciarle. Oh dio, ho davvero pensato questo? E non so se è una mia impressione, ma sembra che Spencer mi abbia letto nel pensiero, perchè adesso si sta avvicinando lentamente al mio viso. Faccio un piccolo passo indietro ma la porta chiusa mi blocca e adesso ho il corpo della ragazza appoggiato al mio. Sento il mio cuore battere così forte che fa quasi male. Senza accorgermene la mia testa inizia lentamente ad abbassarsi verso il viso di Spencer, ci stiamo incontrando a metà strada, le nostre labbra sono a pochi centimetri di distanza... “DON’T GO WASTING YOUR EMOTION,LAY ALL YOUR LOVE ON MEEEE”. La suoneria del mio cellulare ci spaventa a morte, saltiamo dalla paura e ci allontaniamo bruscamente l’una dall’altra. Ci stiamo guardando con occhi sgranati senza dire una parola. Il mio maledetto telefono continua a squillare e, dal tipo di suoneria, so già chi è. Decido di rispondere.
<< Ehi Chloe.... >>. Spencer mi guarda con espressione accigliata. Oddio, che faccio adesso? La ragazza, ancora una volta, sembra leggermi nel pensiero. Sorride debolmente, mi si avvicina e mi lascia un bacio sulla guancia. Mi mormora un “grazie” e poi va in camera sua. La guardo andare via e una fitta si insinua nel mio cuore. Vorrei seguirla, parlare con lei, guardarla negli occhi e capire...capire cosa ci sta accadendo. E invece resto al telefono, Chloe parla...mi dice che le manco e che vorrebbe vedermi. Non ho la forza mentale per affrontare una conversazione con lei; sono ancora scossa. Mugugno qualcosa di incoerente, poi le dico che sono stanca e che vado a letto. Entro in camera mia, mi getto sul letto e mi porto le mani al viso. Sono fottuta. Sono completamente fottuta e impazzita. Tutto ha un senso adesso, tutti i miei strani pensieri,i miei dubbi e i miei cambiamenti d’umore. Mi sono presa una tremenda cotta per Spencer Chapman.
  
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