Non ho mai... mai... mai... scritto niente di così demenziale in tutta la mia vita! O.o... non ne sono proprio il tipo! Ma stanotte è andata così... O.O.... e... non osavo postarla, ma la gentile frust...ehrm... la mia dolce e  gentil amica Violet mi ha convinto con le buone, a postarla...
 >_> fuggo...  invocando perdono!

Ma che tocca fa per vivere!

 “Ma che mi tocca fa, per soddisfare sta burina di Atena...”

Pensò Seiya piagnucolando fra sé.

 “Prima il vestito alla cowboy stile chiappe al vento, poi la tutina nera coi tacchi, ed infine sto costumino, che in pieno inverno non fa niente bene... ”

Sniff...

“Cavolo, siamo in pieno inverno, eccheddiamine!”

Sconsolatissimo, Seiya si guardò allo specchio. Il costume ultraaderente alla Tarzan, con tanto di coda perché lei potesse strappargliargliela di dosso gli stava a pennello.

<< MASCHIONE SEI PRONTOO!? >>

Seiya sospirò. << Che voce soave che c’hai... >> mugugnò prendendo un secchio prevendivamente piazzato accanto allo specchio, causa la scena del: maschione sei pronto che si ripeteva.

<< ... oh, mia leggiadra, abbondante fanciulla, sto arrivando! >> recitò tirando fuori il viagra da una statua di Marte che teneva in bella mostra.

“Con quelle tette che c’ha... sembra incapace di far altro che di rimirarsele e toccarsele, e invece... sniff....”

Una, due, tre!

E tre belle pillole finirono nel suo stomaco.

<< Aho... sto arrivando! >>

<< uohahahahaahahhahahahahahahhahahahahahah.... >>

A Seiya vennero i brividi. Quando faceva così, voleva solo dire una cosa... aveva in mente la cosa peggiore di tutte, la più terrificante: sessosessosesso fino all’alba!

Afferrato dalla disperazione, appena uscito dalla sua stanzetta, afferrò il pilastro e vi sbattè la testa, nella speranza di schiattare, o quanto meno di finire all’ospedale, finché... non udì una cosa così oscena e rivoltante, da paralizzarlo all’istante: la sua voce! Alle sue spalle!

<< uohhhahahhahahahhahahahhahaha! Sciocchino! La statua me la dedichi dopo, mo... famolo strano, dai! >>

 “Chi l’avrebbe detto che con quelle tette.. quattro spintarelle non bastano?”

Sniff...

<< Amoruccio mioooooo! >> cinguettò agitando il culetto nella sua direzione, la manina piazzatta accanto alla bocca perché faceva tendenza. << Non so n’ha strafica, vestita da capuccetto rosso? >>

<< Mah... veramente... cappuccetto rosso... non ha... il bustino di pelle, e gli stivali a tacco della serie: m’ho t’infilzo, e ti ammazzo... >>

Quella osservazione, gli diede un idea gagliarda, che lo spinse a sdraiarsi di gran carriera a terra.

<< Oh mia bella strafica! Infilzami! È il tuo tarzan che te lo ordina! >>

<< uohahahahaahahhahahahahahahhahahahahahah.... >>

Zack!

Il bastone di Atena diventò una fustra, che si abbattè con violenza sul povero Seiya. << COR CAVOLO! >> esclamò sguaiatamente. << M’oh voglia gioca a tarzan e a cappuccetto rosso! >>

Il povero cavalier ronzino sbiancò.

<< Non vorrai che... >>

<< Si? >> esclamò mandandoglio mille bacini alternati a morsi che ella dava poderosamente al suo bastone di gomma alla fragola, così da dimostrargli che trattamente gli avrebbe riservato appena lo avesse avuto sotto di sè... convinta, com’era che questo lo avrebbe attizzato come le bestie... e invece lo portò per la prima volta, a pensare miracolosamente, che dopotutto, morire non era tutta sta gran disgrazia...

<< si, amoruccio, che volevi di? >>

<< ... non... vorrai... u... uscir... co sta neve che... gela il sangue... pe’ gioca.... a... cappuccetto rosso... >>

Gli occhioni della dea s’illuminarono, con sua infinita disperazione.

<< uohahahahaahahhahahahahahahhahahahahahah.... >>

In preda all’euforia, rimbalzò poderosamente per tutta la stanza con la forza delle sue tette.

<< Aoh! Che idea che m’hai dato! >>

La voce della dea era così ingrifata che pareva aver rubato le corde vocali a King Kong.

Gli occhioni del bronzino si riempirono di lacrime. “Me so fregato da solo...”

<< Io pensavo de usa la mia stanza come bosco, ma la tua idea m’ha tizza de più! >> cinquettò allegramente. << Andiamo in giardino... >>

<< M... ma... ce so 40 gradi sotto zero... >>

<< ... e rincorrimi mio valoroso guerriero! >>

Atena sbattè più volte le regali manine sulle sue povere spalle, ridotte ormai a carne da macello.

<< Seguimi, dammi la caccia cor tu fiuto gagliardo! >>

<< E che so, un cane da riporto? >> osò obbiettare, senza essere ascoltato. E quando mai lei ascoltava?

<< E poi, urlando, mi strapperai il mantello... >>

Atena gettò indietro la testa e rise sguaitamente. Quando si eccitava, diventava burina, e non la finiva più.

<< ... mi strapparai il bustino coi denti, e afferrandomi il capo, urlerai come fa Tarzan, e mi tirai: strappami le mutante, oh mia bella poderosa tettona, o te ne farò pentire! >>

<< Ah... >>

Seiya si sentì svenire. << .... ma.... pecchè... mi hai fatto vestì da tarzan? >> piagnucolò disperato. << Non c’entra manco niente co sta cappuccetto rosso! >>

<< Seiya, a fisico sei messo bene, ma ragazzone mio, a cultura no. Tutti sanno che  cappuccetto rosso va nel bosco, e chi t’incontra se non Tarzan? >>  lo ammonì severamente agitandogli un ditino sotto il naso. << Mo... famolo strano! >>

Il povero bronzino afferrato dalla disperazione davanti a tale stupidità, che riafferrò la colonna, ma Atena, afferratogli il piede, lo trascinò senza sforzo in giardino.

<< nuoooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo! >>

Le grida del povero ronzino, si sparsero ovunque, ma nessuno intervenì... erano ormai abituati, alle sue povere oneste grida.

<< Voglio moriiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii >>

Fine.