Serie TV > Prison Break
Segui la storia  |       
Autore: MackenziePhoenix94    14/11/2019    0 recensioni
SECONDO LIBRO.
“Un sogno non può durare per sempre. Arriva per tutti il momento di svegliarsi e di fare i conti con la realtà.
E quel momento, purtroppo, è arrivato anche per me”.
Dopo due sole settimane, Nicole ritorna a Chicago portando con sé i segni, sia mentali che fisici, della sua relazione con Theodore Bagwell.
Ciò che ha in mente è chiaro e ben delineato: lasciarsi alle spalle l’uomo che l’ha presa in giro e ricominciare una nuova vita, questa volta sul serio; ma i suoi piani vengono nuovamente sconvolti quando riceve una chiamata proprio dal suo ex compagno.
L’uomo, in lacrime, la supplica di raggiungerlo e, così facendo, costringe Nickie ad affrontare l’ennesimo bivio: rifiutare o accettare?
Ancora una volta, Nicole decide di seguire il proprio cuore: senza esitare, parte per Panama, per raggiungere Bagwell, del tutto ignara delle conseguenze che la sua decisione avrà.
Genere: Azione, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, T-Bag
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Vuoi spiegarmi che cosa sta accadendo, Teddy? Chi era l’uomo con cui Michael ha parlato al telefono? Ed a che cosa si stava riferendo, quando ha detto che avrebbe accettato?”

“Si chiama Don Self, è un agente della sicurezza nazionale. Quando io e Scofield siamo stati arrestati e scortati ad una centrale della polizia, abbiamo avuto una lunga conversazione con lui e… E ci ha offerto la possibilità concreta di uscire da questo casino” mormora Theodore, guardando in direzione della finestra, soffermandosi in particolar modo sul buco provocato dal proiettile; attendo in silenzio che prosegua, ma quando ciò non accade, lo raggiungo e mi posiziono tra lui ed il vetro, costringendolo a guardarmi negli occhi.

“Cioè?” chiedo, esortandolo a proseguire.

“Tu che cosa sai della Compagnia e di Whistler?”

“Solo quello che Lincoln mi ha raccontato a Panama. È a causa della Compagnia se lui è stato rinchiuso a Fox River, e per quanto riguarda Whistler… So che era un loro agente, e che Michael doveva riuscire a farlo evadere da Sona, altrimenti quegli uomini avrebbero ucciso sia Sara che LJ”

“James Whistler non era un uomo della Compagnia, ma un infiltrato della sicurezza nazionale da almeno dieci anni. Nell’ultimo periodo, il suo compito era di recuperare Scylla: una scheda in cui è racchiusa ogni singola informazione della Compagnia stessa. Il suo libro nero. L’unica arma al mondo per distruggere quel gruppo di pazzi, smontandola mattone dopo mattone. Whistler era riuscito a fare una copia di Scylla ma qualcuno, probabilmente la stessa persona che ha provato ad ammazzarci poche ore fa, lo ha freddato in un vicolo ed ha recuperato la copia”

“E questo che cosa c’entra con noi?”

“Don Self vuole che siamo noi a recuperare Scylla, in cambio avremo una fedina penale pulita e nuove identità: tutto il necessario per ricominciare una nuova vita e per lasciarci gli avvenimenti degli ultimi mesi alle spalle, per sempre”.

Ascolto in silenzio la spiegazione e sorrido, prendendo per mano il mio uomo.

“Teddy, ma è stupendo, è proprio quello di cui abbiamo bisogno!” esclamo, contenta, ma la sua espressione mi fa rapidamente cambiare umore “tu non… Tu non la pensi allo stesso modo?”

“Nickie, non puoi essere così ingenua” mi rimprovera, rivolgendomi un mezzo ghigno “per esperienza personale ti posso dire che sono le offerte più vantaggiose a nascondere i retroscena più spinosi. Sai quali sono i membri della squadra? Tu, io, Scofield, Burrows, la dottoressa Tancredi, Mahone, Sucre e Bellick. Secondo te perché hanno scelto proprio noi? Che cosa ci accomuna? Te lo dico io: siamo tutti ed otto dei ricercati, e sai questo che cosa significa? Se qualcosa dovesse andare storto, se uno di noi dovesse essere catturato durante l’operazione, nessuno muoverà un solo dito per aiutarci. E se uno di noi dovesse essere ucciso, tanto meglio… Così avranno un problema in meno di cui occuparsi”

“Sono dei rischi che tutti noi siamo pronti ad affrontare”

“E poi, fare una copia di Scylla è solo la parte più ‘semplice’ dell’operazione. La scheda è criptata, lo strumento per decodificarla è ben custodito nel quartier generale della Compagnia: un edificio di cui nessuno conosce l’esatta ubicazione, neppure Self. Ohh, aspetta, perché non è finita qui. Per decodificare Scylla esiste un determinato procedimento che Whistler aveva appuntato su un libretto che aveva con sé a Sona, e quel libretto è andato perso”

“D’accordo, forse la fortuna non è proprio dalla nostra parte, ma non dimenticare che nella squadra c’è Michael. Sono sicura che riuscirà a trovare una soluzione”

“E credi che davvero ci daranno ciò che ci è stato promesso?” mi domanda, sempre con quel sorriso sarcastico “credi davvero che, se mai riuscissimo a portare a termine l’intera operazione, ci daranno delle nuove identità e le nostre fedine penali torneranno ad essere immacolate?”

“Stiamo parlando della sicurezza nazionale, sono sicura che loro possono fare questo in casi eccezionali”

“E credi che lo faranno anche con me?” insiste ancora, allontanandosi dalla finestra e da me “forse potranno mantenere la parola data con te e con il resto della squadra perché siete coinvolti in reati minori, ma lo faranno anche con me? Con un mostro come me? Chi mi assicura che, per l’ennesima volta, non mi ritroverò con un paio di manette attorno ai polsi?”.

Finalmente capisco l’origine del turbamento di Theodore, ed una domanda esce spontanea dalle mie labbra.

“Vuoi scappare?”

“Questa non è la nostra lotta, Nicole. Tu ed io non abbiamo nulla a che fare con la Compagnia, non vedo perché dovremo mettere in pericolo le nostre vite” risponde il mio uomo, confermando così il sospetto che nutro; ritorna da me e mi stringe con forza la mano sinistra, guardandomi negli occhi “scappiamo finché siamo ancora in tempo, Nickie, prima che qualcuno possa aprire la porta della camera. Andiamo in Messico e ricominciamo una nuova vita insieme. Fanculo Scofield, Burrows, la Compagnia e Scylla”.

Aspetto con pazienza che finisca di parlare e questa volta sono io che mi sottraggo dalla sua presa; gli appoggio le mani sulle guance e gliele accarezzo con dolcezza, sorridendogli, ma quando parlo, il mio tono è fermo e deciso, e soprattutto non ammette repliche.

“Lincoln si è preso cura di me quando eravamo a Panama, avrebbe potuto lasciarmi sul marciapiede in cui mi ha trovata, ma non lo ha fatto. Sara si è offerta di ospitarmi perché non avevo un posto dove andare. Michael ti ha fatto uscire da Sona e ti ha offerto una tregua momentanea per vendicare me e Sara, avrebbe potuto lasciarti marcire in quel carcere, ma non lo ha fatto…”

“In verità, io non sono evaso con il piccolo pesciolino, ma in un secondo momento perché…”

“Teddy!” esclamo, facendogli capire che non deve interrompermi ancora “Michael, Lincoln e Sara non avevano nessun debito nei nostri confronti, eppure ci hanno aiutato. Adesso siamo noi ad avere un debito nei loro confronti e per questo motivo non scapperemo come due codardi, ma aiuteremo loro ed il resto della squadra a recuperare Scylla e ad affondare la Compagnia. Non so se Self manterrà la parola data, se nel caso riuscissimo nell’impresa avremo davvero delle nuove identità e una fedina penale pulita, ma io ci voglio credere. Ho bisogno di crederci, ed ho bisogno di avere te a mio fianco”.

Prendo da una tasca dei jeans la catenina con la fede che appartiene a Teddy, la lascio cadere sul palmo della sua mano destra e gli mostro il cerchietto dorato che adorna il mio anulare sinistro.

Mentre aspetto, con trepidazione, una risposta da parte sua, qualcuno bussa alla porta e Lincoln si affaccia per comunicarci che è arrivato il momento di partire; faccio un cenno affermativo con la testa e, quando lui richiude la porta, torno a fissare Theodore, che sta facendo lo stesso con la catenina che gli ho restituito.

“Se tu ci credi, allora ci credo anche io” mormora alla fine, indossandola “d’accordo, lo farò, ma solo perché me lo stai chiedendo tu e perché non desidero avere debiti nei confronti dei due fratelli”

“Sapevo che avresti fatto la cosa giusta” sussurro, avvicinando il mio viso al suo per dargli un bacio “e nel peggiore dei casi, se dovessero provare a fregarci, allora opteremo per una fuga in Messico. Andiamo, stanno aspettando solo noi”

“Aspetta”

“Cosa c’è?”

“Che cosa dovevi dirmi ieri notte? Poco prima dell’aggressione mi avevi detto che dovevi parlarmi di una cosa importante, di che cosa si trattava?”

“Ahh, sì, quella cosa” commento, passandomi una mano tra i capelli “ecco… Io… Volevo chiederti scusa per quello che è successo, sai a che cosa mi sto riferendo. Se non fossi stata così stupida, se non mi fossi comportata come una stronza senza cuore, noi non…”

“Basta, non ha importanza” m’interrompe Theodore, appoggiando l’indice destro sulle mie labbra “abbiamo sbagliato entrambi, ed entrambi abbiamo pagato. Rivangare il passato non serve a nulla, giusto?”

“Giusto” ripeto, in un soffio, annuendo con un sorriso, e lo seguo fuori dalla camera da letto.

Ho detto una bugia a Teddy: ciò che devo confidargli non ha nulla a che fare con il nostro allontanamento momentaneo, ma per adesso preferisco tacere perché Scylla ha la priorità assoluta.



 
Il suv nero messo a nostra destinazione ci conduce al porto di Los Angeles.

Quando arriviamo a destinazione, oltre al resto della squadra, davanti ai miei occhi si palesa finalmente Don Self, l’agente della sicurezza nazionale che ci ha assoldati per recuperare Scylla: un uomo alto, robusto, dai capelli rossicci e con addosso un completo scuro molto elegante; ad una prima occhiata si capisce subito che si tratta di un tipo a cui è meglio non giocare brutti scherzi, e le parole che pronuncia confermano appieno la mia prima impressione.

“Se riuscirete a portare a termine l’intera operazione con successo, non solo eviterete la galera ma dovrete essere orgogliosi di voi stessi per aver distrutto la più grande minaccia alla democrazia americana. Se qualcuno dovesse perire nel corso dell’impresa, avrà un degno funerale da eroe. Ma se qualcuno dovesse provare a fregarci, tentando di scappare, allora verrà subito arrestato, freddato e seppellito nel posto in cui si trova, per cui toglietevi immediatamente qualunque strada idea dalla testa. E adesso indossate una di queste” Self apre la valigetta ventiquattrore che tiene sottobraccio, mostrandoci il contenuto che consiste in otto cinture arrotolate, ciascuna dotata di un piccolo display spento.

“Che cosa sono?” chiedo, indicandone una “e per quale motivo dobbiamo indossarle?”

“Perché siete dei ricercati, signorina Baker. Alcuni di voi sono accusati di complicità, altri sono evasi da un carcere, altri ancora sono evasi da ben due carceri: ciò fa di voi dei soggetti pericolosi, che devono essere tenuti sottocontrollo in ogni singolo momento, e queste cavigliere dotate di GPS eviteranno spiacevoli inconvenienti. Diciamo che si tratta di una piccola precauzione”

“Una piccola precauzione del cazzo!” esclama Teddy, prima che possafermarlo “io non sono intenzionato ad indossare quell’affare”

“Non credevo che lo avrei mai detto, ma concordo con T-Bag” interviene a sua volta Lincoln, incrociando le braccia, ma Don non retrocede di un solo passo, e passa direttamente alle minacce.

“Non m’importa nulla di quello che pensate voi due. Il mio non è un consiglio, ma un ordine: o indossate queste cavigliere, o sarò io stesso a farvi un buco in fronte. Io sono un vostro alleato, ma sono anche il vostro capo, di conseguenza se io vi ordino di fare qualcosa, voi lo fate. Se io vi ordino di dire qualcosa, voi lo dite. E se io vi ordino di indossare una maledetta cavigliera, voi lo fate senza aprire bocca, adesso sono stato più chiaro o c’è qualcun altro che desidera esprimere il proprio parere personale?”.

Nel gruppo cala il silenzio, nessuno si azzarda a protestare e Mahone si fa avanti per primo per prendere una delle cavigliere; gli altri lo imitano, me compresa, ad eccezione di Teddy che non sembra essere intenzionato a scendere a questo piccolo compromesso, e sono costretta ad esortarlo dandogli una gomitata allo stomaco.
“Teddy, per favore, non complicare la situazione” sussurro, rivolgendogli uno sguardo supplicante, e solo allora si decide a prendere l’ultima cintura rimasta nella ventiquattrore, borbottando qualcosa d’incomprensibile.

“Molto bene. Adesso che abbiamo chiuso questa piccola parentesi, potete seguirmi dentro quello che sarà il vostro quartier generale per le prossime settimane. L’opinione pubblica sa che siete stati rinchiusi in un penitenziario di massima sicurezza degli Stati Uniti quindi, per evitare incidenti imbarazzanti e per agire in modo indisturbato, dovete stare ben lontani dal centro città. Ricordatevi: testa bassa e orecchie ben aperte” ci spiega l’agente della sicurezza nazionale, scortandoci davanti ad uno dei numerosi capannoni disposti in file ordinate; spalanca la porta, e resto letteralmente a bocca aperta da ciò che vedo “qui dentro troverete tutto ciò di cui avete bisogno: cellulari, vestiti, acqua, cibo, medicazioni ed altri beni di prima necessità. Per qualunque altra cosa, dovete solo chiedere, ma senza calcare troppo la mano. Naturalmente ognuno di voi potrà contare su una identità fittizia e documenti falsi. Sopra a quel tavolo troverete delle buste con dentro tutto il necessario per le vostre nuove identità”

“Ehi, e loro chi sono?” chiede un ragazzo, apparendo da un’altra stanza “mi auguro che siano stati perquisiti prima di entrare, perché non voglio rischiare di beccarmi una coltellata”

“E lui chi è?” Michael pone la medesima domanda a Don Self e lui non esita neppure un istante a rispondere.

“Roland Glenn, anche lui fa parte della vostra squadra”

“Non ne abbiamo bisogno, siamo già al completo”

“Michael, anche se sei tu la mente del gruppo, non dimenticare che non si sta parlando della tua squadra, ma della mia. Roland sta pagando la sua pena esattamente come tutti voi… E poi, dati i sistemi si sicurezza che ruotano attorno a Scylla, sono sicuro che la sua presenza vi sarà molto utile”

“E per quanto riguarda la seconda parte del piano?” insiste una seconda volta Scofield, mentre tutti noi non ci perdiamo un solo momento della conversazione “quella che riguarda l’intrusione nel quartier generale della Compagnia. Come faremo senza le informazioni in possesso di Whistler?”

“Per quanto riguarda la seconda fase, ci penserò io, voi preoccupatevi di recuperare Scylla. Bene, credo che non ci sia altro d’aggiungere, potete iniziare a studiare la vostra prima mossa” Self muove qualche passo in direzione della porta, ma poi torna indietro per darci un ultimo avvertimento “se qualcuno di voi dovesse finire in manette, se la vedrà da solo perché il mio ufficio non muoverà un solo dito per tirarlo fuori dalla merda, d’accordo?”.

Qualche mormorio d’assenso si solleva dalla squadra, ma non appena l’uomo esce dal capannone, la situazione degenera all’istante: senza alcun segnale di preavviso, Sucre si scaglia contro Theodore, lo blocca sulla superficie liscia del tavolo ovale e lo colpisce con un pugno in pieno volto, rivolgendogli i peggiori epiteti esistenti al mondo.

Io, Bellick, Lincoln ed Alexander ci precipitiamo subito a dividerli, prima che il pestaggio possa ulteriormente peggiorare, ma si rivela essere un’impresa tutt’altro che semplice perché entrambi tentano di divincolarsi per mettere nuovamente le mani addosso all’altro; Teddy, poi, è una furia e sia io che Mahone fatichiamo a trattenerlo fisicamente.

Fortuna che non ha con sé né coltelli né cacciaviti affilati.

“Se ti metto le mani addosso…” sibila, con il volto contratto in una smorfia “ti farò rimpiangere il giorno in cui sei venuto al mondo, idiota di un messicano”

“Io sono portoricano!” ribatte Sucre, offeso, tentando a sua volta di sfuggire da Bellick e Lincoln.

Solo l’intervento tempestivo di Scofield riesce a ristabilire l’equilibrio precario di qualche istante prima.

“State zitti entrambi! Smettetela immediatamente di comportarvi come due bambini capricciosi!”

“Io non mi sto comportando come un bambino capriccioso. Michael, questo figlio di puttana mi ha fatto rinchiudere a Sona! Ha scaricato su di me tutta la responsabilità dell’evasione! E come se ciò non bastasse, questo pazzo ha dato fuoco all’intero edificio, ed io ho rischiato di essere calpestato vivo dagli altri detenuti!”

“Quelle guardie volevano friggermi i gioielli di famiglia, sono stato costretto a fare il tuo nome, vuoi dire che non avresti fatto lo stesso al posto mio?”

“Basta!” urla di nuovo Michael, alzando le braccia, riducendo i due al silenzio “tutti, qui dentro, abbiamo la nostra storia. Che ci piaccia o meno, per le prossime settimane saremo una squadra e dovremo lavorare insieme… Quindi, se qualcuno di voi ha qualche conto in sospeso che vuole risolvere, si faccia avanti adesso o lasci perdere per sempre”.



 
Ho sempre adorato l’oceano, fin da piccola.

Non c’è niente di più rilassante di lasciarsi cullare dal rumore delle onde, e di farsi accarezzare il viso ed i capelli dalla brezza marina; nel mio caso, poi, mi aiuta anche a riflettere ed a schiarire le idee.

“Non dovresti essere in compagnia del tuo… Fidanzato?”.

Una voce, alle mie spalle, mi coglie totalmente alla sprovvista; mi giro di scatto e vedo Burrows raggiungermi, prendendo posto a mio fianco sul bordo del molo.

“Marito” dico, correggendolo, e sollevo la mano sinistra “io e lui siamo ancora sposati, ciò significa che siamo marito e moglie”

“Quindi, di conseguenza, questo fa di te la signora Bagwell?”

“Sì, ma non c’è bisogno che mi chiami in questo modo. Nicole o Nickie va benissimo. E riguardo alla domanda che mi hai fatto, Sara si sta occupando di sistemare il naso a Teddy. Fortunatamente il pugno di Sucre non è stato così violento come sembrava in un primo momento. In un paio di giorni tornerà nuovo, mi auguro solo che non voglia vendicarsi…” commento, con un sospiro, stringendo le labbra “più tardi gli parlerò, sperando che si sia calmato, ma sono sicura che riuscirò a fargli cambiare idea”

“Immagino che tra voi due si sia sistemato tutto”

“Nella villa di Bruce abbiamo parlato a lungo e siamo riusciti a risolvere tutti i nostri problemi. Abbiamo lasciato entrambi il passato alle spalle e siamo intenzionati ad iniziare una nuova vita. La fede nuziale che ho ricominciato ad indossare parla da sola, non credi?” dico con un mezzo sorriso che, però, non viene ricambiato “ma tu non la pensi allo stesso modo, ho indovinato? Continui a vederlo come un mostro, proprio come tutti gli altri, e sei convinto che mi farà soffrire ancora”

“Ho paura che tu riponga troppa fiducia nei suoi confronti”

“Non sono un’ingenua o una stupida, a differenza di quello che tu e gli altri pensate, Lincoln. So benissimo che una parte di lui vorrebbe scappare subito, perché non vuole avere nulla a che fare con la Compagnia e Scylla, ma so altrettanto bene che l’altra parte è stanca di condurre una vita da ricercato e desidera solo trovare una soluzione definitiva a questa storia… Ecco perché sono sicura che non ci abbandonerà”

“Io continuo a restare della mia idea”

“Perfetto, allora sarò ben lieta di dirti ‘te lo avevo detto’ quando arriverà il momento”

“Mi auguro solo che non avvenga il contrario, allora” commenta Burrows, con lo sguardo rivolto verso la città, appena visibile all’orizzonte “faresti meglio a rientrare con me, ora, non mi sento tranquillo qui fuori e non ci tengo a trasformarmi in un bersaglio vivente”

“Arrivo, ma prima ho bisogno di qualche altro minuto per me” mormoro; quando rimango da sola mi stringo nelle spalle, perché il sole sta calando e la frizzante brezza di mare si sta trasformando in un vento gelido, tutt’altro che rilassante.

Guardo per l’ultima volta l’oceano e poi mi alzo, con l’intenzione di raggiungere il capannone, ma un rumore improvviso, seguito da alcune urla, attira la mia attenzione e mi dirigo verso la parte opposta, in un punto in cui sono radunati degli enormi container per i trasporti oltreoceano: vedo Sara colpire la facciata di una delle strutture con una trave di legno, si ferma solo quando l’oggetto si spezza a metà a causa di un colpo troppo violento.

Appoggia la mano destra sulla fronte, la sinistra sul corrispettivo fianco, ed i suoi occhi incrociano i miei.

Capisce all’istante che ho assistito all’intera scena, e si affretta subito a cercare una spiegazione, finendo però col balbettare qualcosa d’incomprensibile.

“Mi dispiace, ho perso il controllo” sussurra alla fine, usando parole simili a quelle che io stessa ho pronunciato per giustificare l’attacco di panico “ma ci sono momenti in cui i ricordi ritornano, ed io non posso fare niente per impedirlo. A volte ho paura che sia tutto un sogno e che, da un momento all’altro, mi risveglierò ancora nelle mani di quegli uomini. Ti prego, non dire nulla di ciò che ti ho appena confidato a Michael. Ha già abbastanza pensieri per la testa, non voglio dargli un’altra preoccupazione”

“Ho le labbra cucite” la rassicuro, con un sorriso complice, e torniamo insieme nel capannone, ricongiungendoci agli altri componenti della squadra: Sara si estranea in un angolo, a braccia conserte, ancora immersa nei propri pensieri, mentre io raggiungo il mio uomo per accertarmi di quali siano le sue condizioni fisiche.

“Se non avessi ricevuto quel pugno, starei molto meglio” si lamenta lui, tastandosi il naso fasciato “aspetta solo che mi capiti l’occasione giusta per…”

“Per fare cosa? Per dare una lezione a Sucre? Tu non farai niente di simile, hai capito? Non hai ascoltato le parole che ha detto Michael? Adesso siamo una squadra, e nelle prossime settimane dobbiamo sforzarci di lavorare insieme”

“Mi stai rimproverando? Non dirmi che sei dalla loro parte…”

“Io non sono dalla loro parte, Teddy, credi che per me sia così semplice? Credi che abbia dimenticato quello che Bellick ha fatto ad entrambi a Tribune? O credi che abbia dimenticato le minacce che Mahone mi ha rivolto quando mi ha interrogata? Anche io vorrei togliermi qualche sassolino dalle scarpe, ma preferisco concentrarmi sulla ricompensa che Self ci ha offerto perché vale molto di più di una scazzottata” ribatto, con uno sguardo duro, per fargli capire che davvero non vale la pena rovinare tutto per una mera vendetta personale, perché la posta in gioco è molto più alta.

Theodore sta per ribattere a sua volta, ma viene preceduto da Alexander.

“Forse so come rintracciare Scylla” annuncia l’ex agente, facendo un passo in avanti, concentrando su di sé l’attenzione di tutti i presenti “Whistler aveva il compito di consegnare la scheda dati ad un altro uomo della Compagnia, che a sua volta doveva fungere da custode. Purtroppo non l’ho visto in faccia, ma sono stato più fortunato con il suo autista”

“Stupefacente” commenta Lincoln, ovviamente in tono sarcastico, dimostrando quanta poca stima nutra nei confronti di Mahone “e che cosa vorresti fare? Realizzare uno schizzo del suo viso e confrontarlo con tutti gli uomini che a Los Angeles lavorano come autisti?”

“In realtà, ho visto molto di più del suo viso: mentre tutti gli altri autisti parlavano di lavoro, lui se ne stava in disparte a gambe divaricate, con le mani dietro la schiena, in posizione di riposo come se fosse un ex militare, e la sua auto era rivestita di una carrozzeria antiproiettile. E l’abito che indossava… Con una semplice paga da poliziotto non puoi permetterti un completo simile, neppure arrotondando facendo l’autista privato durante il weekend. Questo significa che il nostro uomo lavora a tempo pieno ed è ben retribuito. Chiedete al nostro signor Self di fare un controllo fiscale su tutti gli uomini tra i quarantacinque ed i cinquantacinque anni, con la pensione militare a Los Angeles, che sono pagati con uno stipendio a sei zeri da un’agenzia di sicurezza privata, e avremo ristretto il campo da dieci milioni a neppure cinquanta uomini. E tra quei cinquanta uomini, io troverò il nostro” spiega Alex, lasciandoci tutti senza parole; fa una breve pausa per riprendere fiato e poi conclude il suo ragionamento “e una volta trovato l’autista, avremo trovato anche il custode di Scylla”.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Prison Break / Vai alla pagina dell'autore: MackenziePhoenix94