Ipocracy

Troppo a lungo sono stato imprigionato
paragonato a maniaci ed esaltati.
C'è chi si dimena, chi urla, chi sbraita
gente che deride e che viene derisa,
io invece sono solo, in un angolo
protetto da queste mie grandi ali bianche,
sono senz'ombra di dubbio la condanna,
probabilmente la piumata salvezza.

In fronte a me l'albore della finestra,
il chiarore che m'illumina e mi incita.
Mi alzo affannato, la fatica avvilisce
ma il passato affiora e rafforza l'anima.
Il pubblico è intorno a me, e ammutolisce,
anche i dottori osservano il mio cammino
con impotenza, attraverso l'assoluto,
ricambio guardandoli con umanità.

I matti accanto a me cercano riparo
alcuni si aggrappano alla loro croce,
altri si nascondono dietro i medici,
mentre io spiego le ali e mi lascio cadere
in quel finto baratro ove le persone
son convinte ch'io morrò sfiorando il suolo.
E, indottrinati dall'ipocrisia,
mi guardano invidiosi, volare in cielo.