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Autore: SoleStelle    17/11/2019    0 recensioni
Selene è una ragazza minuta che vive nella rabbia e nella tristezza.
Dopo essere stata tradita da chi, in teoria, doveva proteggerla e volerle bene si chiude in se stessa.
Si trasforma in una vera e propria menefreghista, continuando a coltivare, in segreto, il sogno di tornare come prima. Decisa a riconquistare l'amore perduto, si aggrappa a qualsiasi possibilità che la vita le offre.
Ma...se l'amore non è perduto, come nel suo caso, ma diviso?
Sa che lui la amava ma sa anche che ora lui ha un'altra..
Riuscirà a riconquistarlo?
Dal capitolo 16
Nell’istante in cui lo vidi così mi sentii come svuotata.
Non soffriva certo come avevo sofferto io ma aveva avuto la sua lezione.
“Perché dobbiamo farci questo?” chiesi. “Perché hai iniziato questa stupida guerra?” aggiunsi.
Dal capitolo 30
Voltai il viso e mi guardai intorno sofferente.
Tutti facevano delle cretinate enormi ma venivano lodati. Io che facevo la cosa più giusta del mondo venivo presa di punta e punita.
Non è giusto.
Non è assolutamente giusto.

Ero arrabbiata.
Ero invidiosa.
Ero gelosa.
Ero affranta.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ispirai a fondo e trattenni il fiato quando sentii il ronzio della macchinetta.
Vidi il tatuatore guardarmi e annuii, incerta.
Volevo quel tatuaggio ma avevo una paura folle, avevo il terrore degli aghi.
E avevo scelto uno dei posti più dolorosi per un tatuaggio.. ero spacciata!
Il tatuatore si avvicinò alla mia gamba e io mi irrigidii di colpo.
Ricky allungò immediatamente la mano per afferrare la mia.
Appena l’ago toccò la mia pelle mugolai contrariata e strinsi la sua mano più forte.
Pensa al tatuaggio.
Me lo figurai sul mio collo del piede.
Potevo farcela, dovevo farcela.
 
 
Gli mollai la mano, rossa in viso, e respirai a fondo.
“Guardati allo specchio.” disse Jack, il tatuatore.
Mi alzai, sorretta da Ricky, e andai allo specchio, guardai il tatuaggio, estasiata.
“È bellissimo, perfetto.” dissi, continuando a guardare il tatuaggio.
Venni distratta dal sorriso riflesso nello specchio.
Guardai il riflesso di Ricky e lo trovai intento ad ammirare il mio tatuaggio.
“È stupendo.” disse, quasi commosso.
Alla fine avevo deciso di modificare il tatuaggio tagliandone un pezzo.
Fortunatamente non era stato necessario creare un nuovo disegno, il pezzo che avevo deciso di tagliare era affiancato al disegno di per se e non attaccato quindi non ci furono problemi a eliminare la data.
“Lo so.” ammisi.
Mi abbracciò, baciandomi il collo, e si allontanò, andando alla cassa.
Mi chinai e sfiorai il tatuaggio da sopra la pellicola. Mi ero immaginata quel tatuaggio per giorni ma mai, nella mia mente, era venuto così bene.
Ne ero innamorata.
Tornai a sedermi e aspettai che Jack tornasse da me, mi aveva messo un piccolo strato di pellicola per proteggere la crema ma aveva detto di volerne mettere ancora, creando una fascia che non facesse volare via la protezione.
Quando ebbe finito scesi piano e mi avviai verso Ricky.
Ero entusiasta!
Niente avrebbe potuto fermarmi in quel momento, uscii, seguendo Ricky, e ci avviammo alla macchina.
Ogni passo, però, era una tortura.
“Ti avevo detto di non farlo sul piede.” disse, chinandosi a prendermi in braccio.
Lo lasciai fare e gli feci la linguaccia.
“È l’unica parte del mio corpo che mi piace.” sbuffai.
Fare quel tatuaggio in qualsiasi altra parte sarebbe stato un vero e proprio insulto! Tanto valeva non farlo proprio, eppure, per quanto mi facesse male, non riuscivo proprio a dispiacermene.
Lo avevo fatto, era li e ci sarebbe rimasto per sempre.
Lasciai che mi appoggiasse sul sedile poi tirai su il piede e sfiorai il disegno con le dita.
Venni attraversata da una fitta di dolore ma non ci badai, lo guardai salire in macchina e mettere in moto mentre sorrideva. Sorrisi di rimando.
“A cosa stai pensando?” chiese.
“Lo sai già.” risposi. “Sono sempre più convinta di aver scelto il tatuaggio giusto.” ammisi, tornando a fissare il mio piede.
“Ora che l’hai fatto posso dire che lo adoro?” disse, ridendo mentre prese la mia mano e la intrecciò alla sua portandole sul cambio.
“Ma se facevi tante storie perché non volevi che mi tatuassi il tuo nome.” dissi, fissandolo sbigottita.
“Infatti non hai tatuato il mio nome.” rispose.
“No, solo la tua iniziale.” lo presi in giro.
Scoppiammo a ridere entrambi.
“Mi ha mandato un messaggio mia sorella.” disse, calmandosi.
“Quale dramma è in corso oggi?” chiesi, esasperata, se entro ventiquattro ore non avesse partorito le avrebbero indotto il parto, e Clelia era terrorizzata!
“Non ho capito nulla, ma dobbiamo andare da lei.” rispose.
Sbuffai e mugugnai contrariata, di mettermi a pulire il suo macello non ne avevo proprio voglia, né ne avevo le forze.
   
 
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