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Autore: pampu    17/11/2019    5 recensioni
[storia scritta a quattro mani da pampu e blu992]
Agguanta il primo bicchiere di vino quando lo vede e il respiro gli si blocca in gola. Scott deve essersi accorto che qualcosa non va perché: “tutto bene?“ chiede.
“Co-cosa ci fa lui qui?”
Scott segue il suo sguardo e sgrana gli occhi sorpreso. “Derek?”
“A meno che non sia un suo clone, è lui. Cosa faccio? Cosa facciamo?” domanda in panico.
“Dimmi tu. Sei tu il suo ex marito. Io sono tuo amico. Se mi dici di ignorarlo, lo farò. Se vuoi che gli spacchi ancora la faccia, posso provarci. Anche se temo che ora avrebbe la meglio.”
Stiles vuole davvero bene a Scott e, dopo quella risposta, anche di più. Anche se, vedendo i muscoli sotto a quella giacca che gli calza a pennello, non può che dargli ragione sull’ultima affermazione. “A meno che non gli voglia saltare addosso tu” sussurra Scott.
Genere: Angst, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: AU | Avvertimenti: Mpreg
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Stiles dorme tutta la notte senza mai svegliarsi: non gli succedeva da quando Scott se ne era andato. La mattina si sveglia riposato e senza più dolori ma solo nel letto e questo gli fa un po’ male. Sperava che restasse, che potessero finalmente parlare. Si dirige in cucina e vi trova Erica stranamente silenziosa. “Buongiorno.” 

Erica sforza un sorriso. “Ehi, cucciolo.” 

“Come stai?” 

“Mi sento strana.” 

“Derek dice che, probabilmente, è colpa mia.” 

Erica scuote la testa. “No, non è per quello.” 

Stiles ora è preoccupato. “Il bimbo?” 

“Forse…” non fa in tempo a terminare la frase che le acque le si rompono. “No, no, no, no. È-è troppo presto.” 

“Chiamo l’ambulanza.” 

“No, non voglio. Deve-deve restare dentro” dice in panico. 

Stiles le si avvicina e l’abbraccia. “Andrà tutto bene, vedrai.” 

“Starai con me?” 

“Non ti lascio nemmeno per un momento. Ora chiamo l’ambulanza e poi avviso Boyd e Derek, okay?” 

“La borsa, no-non ho ancora preparato niente.” 

“Ehi, Erica, guardami. Penso a tutto io.” 

“Ho paura.” 

Stiles le bacia la fronte. “Andrà tutto bene.” 

Stiles chiama l’ambulanza e poi obbliga i medici a caricarlo assieme ad Erica. Le ore successive sono frenetiche. Mentre visitano la ragazza Stiles avvisa Boyd e poi Derek a cui affida il compito di passare a prendere un paio di tutine per il suo piccolo Beta. Sarebbe andato volentieri lui ma Erica lo ha voluto al suo fianco per tutto il tempo. Non ha voluto nemmeno Boyd in sala parto, solo Stiles che, appena dopo la nascita del piccolo si è sentito sfinito come se lo avesse partorito lui. Appena Boyd entra e vede il bimbo si commuove abbracciando Erica e Stiles rivede in quell’immagine tutto quello che potevano essere lui e Derek. La tristezza lo coglie all’improvviso quando due braccia gli cingono la vita. “Scusa” gli sussurra Derek ad un orecchio. 

Stiles prende un profondo respiro ricacciando giù il magone. “Lo volevo davvero quel bambino, il nostro bambino.” 

Derek stringe maggiormente la presa. “Lo so.” 

“Ma tu no.” 

“Stiles…” 

Stiles si asciuga velocemente la lacrima sfuggita al suo controllo prima di scivolare fuori dall’abbraccio di Derek. “No, va bene così, davvero. Devo-devo andare a prendere un regalo per il piccolo. Non ci avevo ancora pensato” conclude uscendo di corsa dalla camera con un urgente bisogno di prendere aria. 
 

Erica viene dimessa due settimane dopo. Il cucciolo, Dylan, era nato prematuro e ci aveva messo quindici giorni a raggiungere il peso minimo e poter lasciare l’ospedale. 

Stiles era stato coinvolto nei preparativi della festa a sorpresa per dare il benvenuto a Dylan. Ancora non aveva capito perché avessero deciso di farla al loft di Derek ma non aveva obiettato nulla limitandosi ad eseguire gli ordini.  

Erica varca la soglia di casa di Derek di sabato pomeriggio. Tutti la abbracciano felice, Dylan si lascia prendere in braccio da tutti senza piangere nemmeno una volta. Erica apre i tantissimi regali e Boyd è visibilmente spaventato ogni volta che ha in braccio suo figlio. Quando anche l'ultimo regalo è stato scartato, Derek si avvicina alla coppia.  

“Ehi, grande Alpha" lo prende in giro Erica, però poi gli accarezza una guancia. Derek le sorride, poi allunga le braccia verso di lei che gli passa il bimbo. Stiles guarda Derek, lo vede impacciato, che cerca di stare attento con quell'esserino così piccolo, ma lo vede anche sorridere.  

“Dai nipote, accendi questi occhi e facciamola finita" urla Peter. Derek guarda l'uomo con i suoi occhi da alpha, poi si rivolge al bambino. Dylan si agita un po', poi si calma e afferra un dito di Derek. Stiles non ce la fa. Non riesce più ad assistere a quella scena.  

“Tutto okay?” gli chiede Cora.  

“Sì, devo solo andare in bagno.”  

Esce di lì dopo dieci minuti e trova il salone completamente vuoto, sono andati tutti via.  

“Stai bene?” Derek arriva dalla cucina, reggendo un bicchiere d'acqua. Si avvicina e glielo porge. Stiles gli scosta la mano e il bicchiere si infrange sul pavimento.  

“Sto benissimo!” gli urla contro. Derek cerca di avvicinarsi ancora, ma Stiles continua. “Ti sei commosso! Ti ho visto! E…e non ti ha fatto schifo quel bambino! Il mio sì!”  

Derek sembra ferito, ma Stilss non la smette. “Il tuo beta va bene, il mio no?! È perché ero parte del branco di Scott?!” ora gli è a pochi centimetri, gli sta parlando guardandolo diritto negli occhi. “Volevo così tanto nostro figlio! Ti amavo, Derek! E, porca puttana, ti amo anche ora! E questa cosa mi fa rabb-"  

Stiles si trova preso in contropiede. Derek l'ha afferrato per il collo della camicia, l'ha sbattuto contro una parete e ora lo sta baciando. È un bacio violento, Stiles risponde con lingua e denti. Morde Derek, gli graffia la schiena nuda senza nemmeno sapere quando l'ha spogliato. Aggancia le gambe intorno alla vita dell'altro, gli tira i capelli per fagli abbassare la testa all'indietro e gli lecca il collo. Derek ringhia, lasciandosi torturare, ma non senza reagire. Si sposta dal muro, reggendo Stiles e facendolo cadere sul letto, per poi essergli di nuovo addosso. Questa volta, però, prende il comando della situazione bloccandogli le mani con la cravatta, la stessa di tanti anni prima. Stiles lo lascia fare eccitato come non mai ma non smette di urlargli contro tutto ciò che pensa. “Ti odio, Derek Hale, io ci credevo!” dice mentre l'altro gli infila il primo dito dentro per prepararlo.  

Quando ormai è pronto e Derek lo sa, Stiles inarca il bacino, come per dirgli di fare in fretta. Deve sentirlo dentro. Quello che lo sorprende è Derek che allinea il membro alla sua apertura e si ferma. “Cosa c'è? Non è quello che vuoi? Non vuoi scoparmi e dichiare la tua vittoria perché sono ancora pazzo di te?!”  

Derek appoggia la fronte contro la sua. “Stiles" dice calmo. “Lo faccio solo se lo vuoi davvero.”  

A Stiles manca un attimo il respiro, Derek è riuscito a fermarsi e a chiedergli davvero se vuole? Qualcosa cambia, è ancora arrabbiato, ma anche senza parole. Guarda l'altro, e risponde. “Scopami.”  

Derek, però non si muove. È visibilmente tentato di obbedire ai suoi istinti, ma non si muove. E Stiles cede. “Lo voglio, Derek. Ti voglio.”  

Sentire Derek dentro di sé lo scuote, gli fa venire i brividi e quasi trema. Derek continua a tenere gli occhi fissi nei suoi per tutto il tempo anche quando gli scioglie le mani per permettergli di aggrapparsi alle sue spalle. È tutto frenetico, i movimenti sono forti e veloci, ma lo sguardo non cambia. Cambia solo quando entrambi, troppo presto, giungono al piacere. Si illuminano di rosso e Stiles urla per quanto sta godendo.  

Stiles cerca di riprendere fiato mentre Derek si sposta per non prestargli addosso e si alza. Torna poco dopo con un asciugamano umido che passa all'altro, che si pulisce senza parlare. Stiles si rimette i boxer e Derek gli si sdraia di fianco. “Non riesco ad alzarmi” dice al padrone di casa.  

“Dormi" e tutto quello che riceve in risposta. Poi Derek si gira dall'altro lato.  

Stiles dorme un sonno agitato, si sveglia molte volte, l’ultima alle cinque del mattino, notando Derek stringere i pugni nel sonno. Si sta sicuramente facendo male, a Stiles è capitato di vederlo fare quella cosa più volte. Si sposta, fino a raggiungerlo e ad appoggiare la testa sul suo petto. Derek gli stringe un braccio intorno alla vita all'istante.  

Quando si sveglia, il sole è già alto e Stiles sa di essere solo nel letto. Si stiracchia, ma urta qualcosa col piede. Apre gli occhi e un sacchetto blu cattura la sua attenzione. “Chicco" c'è scritto sul davanti.  

Stiles lo afferra, non è chiuso e sbircia dentro. Ci sono delle scarpine da neonato verdi e bianche, nuove. Dev'essere il regalo di Derek per Erica. Stiles le rimette a posto, ma nel sacchetto c'è un foglio di carta. Il biglietto? Ah, no, lo scontrino. Derek deve averlo dimentic-  

Stiles va di corsa in cucina, ha sentito odore di caffè e infatti Derek è lì. “De-Derek…”  

Stiles ha il volto rigato dalle lacrime, le scarpine in una mano e lo scontrino nell'altra. Scontrino su cui è ben visibile la data di dieci anni prima. “Perchè?” chiede.  

Derek si alza, già vestito per andare a lavoro. “Avevo paura, Stiles. Ma hai ragione, hai sempre avuto ragione. Fai bene ad odiarmi.”  

Stiles non riesce a ribattere e vede l'altro andare via, senza dire altro. Si accascia sul pavimento per non sa quanto tempo, fino a quando non sente qualcuno scuoterlo e aiutarlo ad alzarsi. “Ehi, ex nipote, dai, alzati.”  

Stiles guarda Peter ed obbedisce. Non si ribella nemmeno quando l'altro lo aiuta a rivestirsi e quando lo fa sedere in auto.  

Quando sono sotto casa sua e sta per scendere, Peter lo blocca. “Mio nipote è stupido, è emotivamente costipato e non sa avere a che fare con le persone. Se poi ci aggiungi tutti i traumi che ha subito, ecco che ti ritrovi Derek così com'è ora. Però, stai certo che non ti ha mai voluto fare del male.”  

Stiles annuisce ed esce dall'auto. Appena entra in casa, chiama Scott e gli racconta tutto. Scott ascolta in silenzio, senza interromperlo fino alla fine. “Prendo il primo volo e vengo a spezzargli di nuovo le ossa.” 

“No, non voglio” sussurra. 

“Lo ami ancora così tanto?” 

“Credo di non aver mai smesso.” 

Scott sospira. “Ora cosa vuoi fare?” 

“Niente?” 

“Stiles ci sei andato a letto e ti ha fatto sapere che avrebbe accettato quel bambino.” 

“E poi se ne è andato lasciandomi solo, di nuovo.” 

“Forse si aspettava che gli dicessi qualcosa.” 

“Io... devo pensarci. Dov'è Amy?” 

Scott esita un attimo. “Fuori.” 

“Con Melissa?” 

“No.” 

“Mi stai nascondendo qualcosa!” 

“Non è questo il momento di parlarne, devi pensare alla tua situazione ora.” 

“Scott...” 

“Amico, davvero.” 

Stiles non ha proprio voglia di insistere e chiude la conversazione. Resta nel letto, al buio per tutto il giorno. Si alza la mattina seguente senza la minima voglia di andare a lavoro e la mancanza di Erica e Isaac rendono l’ufficio ancora più triste. 

La giornata passa lenta, troppo e Derek compare solo verso le sei del pomeriggio senza salutare nessuno. Stiles si sta alzando per andare a casa ma poi cambia idea e si dirige nell’ufficio del mannaro. Entra senza bussare e si piazza davanti alla scrivania a braccia conserte. Derek sembra esausto ma Stiles non pensa di avere un aspetto migliore. “Hai bisogno di qualcosa?” gli domanda Derek passandosi una mano sul volto. 

“Cosa ti aspettavi che ti dicessi?” 

“Niente.” 

“E allora perché? Perché me le hai fatte vedere?” 

“Pensavo dovessi sapere che non ti avrei lasciato come invece hai sempre creduto.” 

“E perché cazzo non sei venuto a dirmelo dieci anni fa? Mentre me ne andavo da casa mia per non vederti mai più?” urla furioso. 

“Perchè avevi ragione tu, sono solo capace di distruggere le persone. Non sono capace nemmeno di gestire un branco, figurarsi una famiglia!” 

“Non saresti stato solo, l’avremmo creata insieme la nostra famiglia.” 

“Eri appena maggiorenne, non sapevi a cosa stavi andando incontro. Avresti finito per odiarmi.” 

“E, invece, sono finito a farlo ugualmente.” 

“Bene, continua pure a farlo se ti fa stare meglio.” 

“Quindi, per te, è così che deve andare?” sussurra Stiles. 

“Non è cambiato niente in questi dieci anni. Ti ho reso infelice, ho ferito te, ho distrutto l’unica cosa bella che mi ero creato in questi anni, sono esattamente allo stesso punto di allora.” 

Stiles sente la gola chiudersi e non riesce a rispondere. La rabbia si mischia alla delusione e sente il bisogno di aria fresca. “Mi prendo una settimana di ferie” mormora prima di uscire dall’ufficio. 
 

Stiles passa i giorni seguenti chiuso in casa a cercare di capire quando esattamente la sua vita era andata a rotoli. Aveva tutto, era felice e ha mandato tutto all’aria per Derek, sempre per lui. Derek che lo aveva chiamato un sacco di volte in quei giorni ma lui le aveva rifiutate tutte perché pensava non ci fosse più nulla da dire: doveva solo dimenticare e andare avanti. Magari trovare anche un nuovo posto di lavoro che non gli ricordasse costantemente ciò che aveva perso. Sono le dieci di domenica sera quando il telefono suona per l’ennesima volta indicando l’arrivo di un messaggio.  

(ore 22:04) Me ne vado per un paio di settimane. Domani puoi tornare a lavoro senza il rischio di vedermi. DH 

Come se il problema fosse quello si trova a pensare Stiles. Non risponde ma prepara i vestiti per andare in ufficio il giorno seguente. 
 

Le due settimane sono passate lente e noiose e Stiles si sente sempre più annoiato, solo e strano. È venerdì sera e Stiles decide di passare da Erica con la scusa che Boyd dovrà fermarsi a lavoro fino a tardi. Appena arriva Erica lo abbraccia e Stiles se la stringe. “Mi manchi” le dice. 

“Anche tu, cucciolo.” 

“Come state?” 

“Bene. Dylan è un bravo lupacchiotto ma mi annoio a restare in casa tutto il giorno. Tu? Cosa mi racconti?” 

Stiles si morde un labbro. “Ti ha detto qualcosa?” 

“Lo sto chiedendo a te.” 

Stiles sospira e poi le racconta tutto, senza tralasciare nulla. “Okay, la vostra versione coincide e, lasciamelo dire, siete due idioti.” 

“Cos’avrei dovuto fare?” 

“Dopo che hai saputo che voleva quel bambino? Portartelo a letto di nuovo e non lasciarlo più uscire” risponde ovvia. 

Stiles sta per ribattere quando viene colpito da un conato e corre in bagno. Resta piegato in due per quella che gli sembra un’eternità fino a quando Erica non arriva con un asciugamano umido. “A quanto pare non serve che finiate a letto assieme” borbotta. 

Stiles sta per chiedere spiegazioni quando tutto gli diventa chiaro. “No, no, no-non è possibile. Non posso...” 

Erica lo abbraccia. “Il tuo odore non mente.” 

Stiles si ritrova a piangere tra le braccia della ragazza, disperato. Erica cerca di consolarlo, di convincerlo che le cose si sistemeranno ma Stiles continua a ripetere che non può aspettare un bambino, non da Derek, non in quel momento. Boyd torna e li trova ancora abbracciati in bagno. Si occupa di Dylan e prepara la cena anche per Stiles e Erica. “Resta qui a dormire” gli propone la ragazza. 

“Non voglio disturbare.” 

“Non lo fai.” 

Stiles non si sente proprio a suo agio ma non ha la forza di tornare a casa dopo quella scoperta. 

È notte fonda e Stiles si agita nel letto, disturbato. Una suoneria continua a ronzargli nell’orecchio. Allunga il braccio e guarda l’orario: sono le due e sullo schermo compare il nome di Scott. “Cos’è successo? Amy?” domanda immediatamente sveglio. 

“Amy sta bene, tranquillo. Volevo sapere se sai dov’è Derek.” 

“Derek? Perché dovrei saperlo?” chiede ora arrabbiato. 

“Perchè c’è qualcosa che non va.” 

Stiles non capisce, non riesce a capire. “Non è in città.” 

“Ne sei sicuro?” 

No, non ne era certo. Sapeva solo che non lo vedeva da due settimane e che il mannaro aveva smesso di cercarlo. “No.” 

“Amico, ascoltami bene. Stanotte c’è la luna piena e Derek non sta bene, non sta per niente bene.” 

“Tu come lo sai?” 

“Lo so e basta. Trovalo!” 

E Stiles sa che ha usato il suo tono da Alpha anche se con lui non funziona come con gli altri Beta. Ma questo non gli impedisce di alzarsi e rivestirsi. Si accorge di essere in casa da solo e questo gli suggerisce che, probabilmente, Derek è tornato a New York senza dirglielo. Guida fino al loft di Derek e trova tutti i suoi Beta lì, attorno al mannaro completamente trasformato e l’interno completamente distrutto. Appena entra tutti si voltano verso di lui guardandolo preoccupato. Peter gli va incontro. “Ex nipote cosa fai qui?” gli dice prendendolo per un braccio. 

Derek ringhia e si scaglia contro Peter lanciando l’uomo contro la parete di fronte e facendo cadere Stiles contro il tavolino del soggiorno facendogli sbattere la pancia. Si lamenta rannicchiandosi in posizione fetale tenendosela. “Stiles!” urla Erica andandogli incontro. Ma Derek si posiziona sopra al corpo di Stiles ringhiando contro ai suoi Beta. 

“Andate via” sussurra Stiles. 

“No, non possiamo lasciarti qui. È pericoloso.” 

“Non mi farà niente. Andatevene.” 

I Beta si guardano e se ne vanno mentre Stiles resta in quella posizione piangendo in silenzio, spaventato. Si addormenta così. 
 

La luce colpisce gli occhi di Stiles che si rannicchia meglio sotto le coperte. I ricordi della notte precedente gli tornano alla mente facendolo alzare di scatto e guardarsi attorno. Si trova nel letto di Derek, tutto attorno distrutto e Derek seduto ai piedi del letto che si tiene la testa fra le mani. ”Ehi” lo richiama. 

“Stai bene? State bene?” domanda preoccupato. 

Stiles si gela sul posto: lo sa, maledizione! “Io, si, credo di sì.” 

“Mi-mi dispiace.” 

“Anche a me.” 

Derek si avvicina lentamente, come se non volesse spaventarlo. “Posso?” chiede allungando una mano verso la pancia di Stiles. 

Stiles che ha un enorme groppo in gola. “S-sì, ma è presto.” 

Derek gli appoggia la mano sulla pancia. “Io lo sento perfettamente” sussurra. 

Stiles non resiste più e si mette a piangere aggrappandosi a Derek. “Non so che fare” singhiozza. 

Derek gli massaggia i capelli. “Se-se non volessi tenerlo capirei.” 

Stiles scuote la testa. “Non voglio costringerti a qualcosa per cui non ti senti pronto.” 

“Stiles, guardami.”  

Stiles fissa i suoi occhi in quelli di Derek. “Con te sono pronto a qualunque cosa.” 

   
 
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