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Autore: Francyzago77    20/11/2019    6 recensioni
Ecco "La figlia di Georgie" una nuova storia che inizia dove "Georgie il sequel" era terminato...qual è il segreto che ruota attorno alla piccola Sophie? Tra dubbi, amori e tormenti vecchi e nuovi personaggi si intrecceranno dando vita a un racconto immerso nelle vaste e sconfinate praterie australiane.
La maggior parte dei personaggi qui presenti non mi appartengono, sono di proprietà di Mann Yzawa. Questa storia è stata scritta senza fini di lucro.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abel Butman, Arthur Butman, Georgie Gerald, Maria Dangering
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Arrivata a casa Maria mandò suo figlio a giocare fuori, non voleva ascoltasse i discorsi tra lei e Arthur.
Suo marito era in paese, sarebbe giunto alla fattoria più tardi, per non pensare si mise a rassettare la cucina ma la mente andava sempre lì, alla piccola Sophie. Asciugava i piatti e piangeva, preparava la tavola e piangeva, non riusciva a trattenere le lacrime.
Ad un certo punto sentì il nitrito di un cavallo, era Arthur con il carro che rientrava, doveva affrontarlo. Uscì di casa, suo marito le corse incontro.
-Devo parlarti – esordì lei.
-Non ora – disse Arthur di fretta – devo andare immediatamente al porto. Ho incontrato il notaio Evans, giovedì deve vedersi con Abel e il duca di Bowden per il contratto. Mio fratello venderà la sua terra a quell’individuo! Devo assolutamente parlare con lui e dissuaderlo, non capisco cosa gli sia preso!
-Arthur, devi ascoltarmi – lo supplicò Maria.
-Non posso amore mio – rispose lui mentre sellava l’altro cavallo – devo scappare subito. Devo convincere Abel a non vendere.
E salito in groppa a Thor partì per il porto mentre Maria rimase a piangere sull’uscio.
Allo studio, l’ingegner Murray gli disse che suo fratello era al cantiere con dei clienti, lo raggiunse, attese con pazienza che questi se ne andassero e finalmente dichiarò la sua presenza. 
-Abel – gridò – sono venuto qui, non evitarmi.
-Cosa vuoi? – rispose il fratello con ira.
-Ho saputo dal notaio Evans – iniziò Arthur – che venderai la tua terra al duca, ti sei impazzito? Perché fai questo?
-Non sono affari che ti riguardano – fu la risposta.
-Invece – incalzò Arthur – sono anche affari miei, il duca vuole diventare il proprietario di tutta la zona, tu stavi collaborando con me e Fritz per evitare tutto questo. Ora mi sento tradito!
-Tu ti senti tradito? – urlò Abel dandogli una spinta – Vattene o ti butto a mare!
-Si può sapere cos’hai? – chiese Arthur.
-Se c’è qualcuno che è stato tradito, qui, quello sono io! – continuò Abel – Tu e Georgie …
-Che c’entra Georgie? – domandò immediatamente il fratello con vigore.
-Sophie è tua figlia! – esclamò Abel con la rabbia negli occhi – E adesso vattene altrimenti ti uccido.
Arthur rimase fermo in silenzio, Abel continuò ad incalzarlo:
-Vattene, non posso vederti!
Ma lui rimaneva sempre lì, immobile, Abel gli diede un pugno, lui rispose, iniziò la rissa. Alcuni marinai accorsero e li divisero. Arthur, sconvolto, corse al cavallo e scappò via.
Fece una lunga galoppata, con le lacrime agli occhi. Giunse alla prateria, scese da cavallo e si gettò nell’erba. Sdraiato, con lo sguardo rivolto al cielo, osservava le nuvole che si muovevano lentamente.  
Sophie era sua figlia, sua e di Georgie, nata da quel caldo pomeriggio d’amore. Non pensava più a nulla, né alla fattoria, né al duca, né ad Abel. Solo a Georgie e a Sophie. Risalì sul cavallo e dopo aver galoppato, questa volta felice, arrivò a casa di Georgie.
Lì trovò la bambina, seduta in cucina, intenta a leggere un libricino. Appena la vide il cuore iniziò a battere all’impazzata.
-Ciao – disse la bimba – mamma sta per tornare, io l’aspetto leggendo.
Arthur le andò vicino, le accarezzò i capelli, osservandola senza dire una parola. Aveva gli occhi bagnati dal pianto, la figlia che aveva sempre desiderato era lì, accanto a lui e gli sorrideva. Entrò Georgie, appena li vide capì che Arthur sapeva.
-Georgie – disse lui alzandosi – dobbiamo parlare.
-Andiamo fuori – rispose lei.
Nel cortile, in realtà, non parlarono affatto, si abbracciarono e basta. Quell’abbraccio valeva più di mille parole. Mentre le accarezzava i morbidi capelli biondi, Arthur ripensava a quel pomeriggio caldo, aveva promesso di dimenticarlo per sempre ma ora era più vivo e più presente che mai.
-Ho parlato con Abel – disse lui ad un certo punto – mi ha detto di Sophie, era disperato.
-Io non riesco a vederlo – rispose Georgie – mi evita, mi odia.
Arthur l’abbraccio di nuovo, poi, dopo un po’ di silenzio domandò:
-Georgie, ma sei sicura che Sophie è mia figlia?
-La certezza non me la darà mai nessuno – rispose lei – ma dentro il mio cuore io so che è così. 
Lui la strinse forte al suo petto poi rientrarono in casa.
Sophie continuava a leggere serena, Georgie disse piano:
-Ha i tuoi stessi occhi Arthur.
Lui tornò accanto alla bimba che gli disse:
-Ho quasi finito il racconto! Sono diventata brava a leggere anche zia Maria lo dice.
Arthur guardò Georgie e sembrava voler sprofondare in un baratro. La gioia di aver saputo di essere il padre della bambina gli aveva fatto dimenticare gli amori più grandi della sua vita, Maria ed Eric.
Si alzò e andò nell’altra stanza, Georgie lo raggiunse.
-Maria ne soffrirebbe troppo – disse lui – come posso essere così egoista.
-Abel sta soffrendo – disse Georgie – Maria morirebbe di dolore, cosa abbiamo fatto Arthur?
-Come hai fatto a tenerti tutto dentro Georgie? – chiese lui – Io sto già impazzendo. Devo andare da mia moglie, dovrà saperlo.
Georgie iniziò a piangere coprendosi il volto mentre Arthur usciva a prendere il cavallo. 
 
 
 
 
 
   
 
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