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Autore: Noa    22/11/2019    0 recensioni
Storia che parla di una Eos differente, dove Lucis, Tenebrae, Accordo e l'impero del Niflheim non sono i soli giocatori sulla scacchiera. Uno sguardo a come si è arrivati all'intricata situazione di Ardyn con gli Dei che lo hanno reso il demone che è diventato.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Gladiolus Amicitia, Ignis Stupeo Scientia, Noctis Lucis Caelum
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il Tempering Ground era una landa tetra, una valle desolata dove ogni roccia parlava di morte. L'aria era intrisa di qualcosa di opprimente ed antico, il sussurro dei morti sembrava permeare ogni cosa, un lamento trasportato nel vento.
Quando il Re di Lucis solcò quella terra desolata carica di memoria fu come venir attraversato da un fulmine. In qualche modo sentiva il dolore di chi era morto, i sogni infranti, le speranze venute a mancare, sentì la risolutezza impiegabile di Gilgamesh, nella sua valutazione inappellabile su chi era degno e chi non lo era. Noctis esitò.

-Maestà?- lo raggiunge la voce del Drago.
Gabranth camminava a qualche passo dal giovane, il suo portamento calmo ed elegante sembravano intoccati dall'atmosfera opprimente della valle dei morti.
-Scusami, mi sono... distratto- dissimulò, - continuiamo-
L'arcade lo scrutò per un istante, senza proseguire di fatto.
-Presenza imponente quella del Primo Scudo- disse, - i morti non vi attaccheranno, non abbiate timore, concentratevi sul presente, non lasciate che le ombre del passato vi forvino-
-E di te cosa mi dici invece?- ribatté Noctis per distogliere l'attenzione sul fatto che si sentisse come un bambino inetto a confronto con il drago.
-Tenteranno- ammise lui disinvolto, riprendendo il passo, -ma non rappresentano un pericolo-
Il disagio non si attenuò nel sovrano.
-E Gilgamesh?-
-Se è saggio non ingaggerà in vostra presenta- deflesse elegantemente, capendo dove stava andando a parare l'altro. La fluidità del discorso arrancava.
-E se non lo è?-
-Maestà, siamo qui per avere risposte, e siamo purtroppo a corto di tempo Akodo probabilmente sta per arrivare se già non è alla faglia. Come ho già detto se necessario affronterò la prova- paziente nel ripetersi, cosa che faceva sentire il principe incoranto ancora più impacciato ed inadeguato.
-Sembra quasi che tu e il Campione di Smeraldo non siate allineati come intenti in questo-
-Perchè è così- onesto e franco, non vacillò minimamente, - abbiamo ruoli differenti e diversi schieramenti ora-
-Ho capito il meccanismo dell'informazione, se l'acquisisco solo tramite te o gli altri Arcadi di fatto non smuovo il mio ruolo di pedina dei Sei, se parlo a Gilgamesh e questo risponde stiamo influenzando il palcoscenico dei Siderei- esordì dopo un attimo Noctis, -non sono la persona più brillante del mazzo, come avrai già notato- deglutì a disagio, facendo spaziare lo sguardo sul luogo desolato, -però ho bisogno di capire, le nostre azioni creeranno attrito ad Az... al Nie?- si dovette correggere rapidamente.
Tensione nell'aria a questa domanda, percepibile. A rompere l'oppressione l'aggressione di due scheletri armati di scimitarre. Gabranth li abbattè con minimo sforzo e proprio come predetto non toccarono il principe.
-Non è pensata come un'alleanza- esordì infine l'arcade rinfoderando la lunga katana nera. -E' divenuta tale, ma i Sei hanno strutturato la cosa come un conflitto, gli anni passati con lo Shogun Bayushi, hanno riscritto parte del copione, ma non si può cambiare tutta l'impalcatura. Il fatto che voi possiate vedere è un evento incredibile, ma rimanete il Principe Prescelto, e se volete capire, secondo le regole di questo gioco, taluni eventi saranno di attrito-
Conosceva già la risposta, ma sentirla messa in parole cambiava ogni cosa, ogni sottointeso.
Non parlarono per il resto del tragitto, le ombre della faglia sembravano farsi più lunghe man mano si insinuavano nei suoi meandri, i sussurri dei morti erano invadenti, molesti, turbano la mente del Re di Lucis, raccontando più di una storia di gloria e onore. Il severo ed intransigente Scudo di Re Somnus aveva fatto mattanze per secoli e secoli giudicando il coraggio di chi aveva osato entrare nel suo regno e prigione.
Ne udirono la voce prima di raggiungere il cuore della valle dei morti. Deferente verso il futuro Re, ma anche insinuante sul perchè non avesse ancora messo al dito il suo anello, motteggiante a volte nel suo reverenziale rispetto e sferzante nei confronti dell'Arcade. Puro disprezzo e cupe minacce.

"Vi libererò, mio signore, dall'Esule traditore"
Prometteva la voce.
"Mi chiedo tuttavia dov'è lo Scudo che è stato degno del mio giudizio, perchè non è con voi? Egli può proteggervi dalle menzogne di Archadia, la mia benedizione è con lui e con essa quella del Grande Somnus"

-Gabranth- chiamò il principe portandosi una mano alla tempia, vacillante, la voce era stranamente molesta. Intensa.
-Manca poco, maestà- rispose l'altro fermandoglisi accanto, quando erano praticamente giunti a destinazione, -sopportate ancora per un po'-
Le ombre davanti a loro iniziarono a danzare sinuose, infine da un vortice di vento apparve Gilgamesh. Imperioso ed indomito, ancora manchevole del braccio naturalmente, segno indelebile della prova del Marshall, superata e non superata allo stesso tempo.

"Ancora una volta mi trovo davanti ad un Esule. Indegno il tuo camminare al fianco del Prescelto" sibilante ed echeggiante nella valle la voce dello spettro.
-Situazione unica, Blademaster, cammino al fianco del Re in quanto suo cavaliere-
"Menzogne! Non v'è modo che questo sia la verità" tuonò oltraggiata la voce.
Le fitte alla testa stavano peggiorando, ma Noctis non perse presa sulla realtà.
-Gilgamesh! Se mi riconosci come successore del Primo Re, ascoltami!- si mise in mezzo, -quest'arcade mi segue come cavaliere di Lucis, non v'è menzogna nelle sue parole. Siamo qui davanti a te oggi per dissipare gli inganni ed avere risposte-
Lo spettro sembrò sbiadere per un secondo, per poi riapparire a qualche metro di distanza.
"Tu sei il Re prescelto, ascolterò il tuo dire, ma senza l'anello dei Re, tu non sei Somnus per me"
Il principe lanciò un'occhiata veloce a Gabranth che si limitò a farsi da parte, stando comunque a portata.
-Cosa è accaduto tra il Primo Re ed il Nie di Archadia? Perchè viene raccontata una menzogna sulla morte del Saggio Somnus?-
Il vento ebbe un guizzo, alcune rocce si spaccarono. Un sibilò sferzò l'aria.
"Cammini con un Arcade e questioni la verità del Primo Re, incaute le tue domande" di nuovo scomparve e riapparve, questa volta vicino al drago, che non battè ciglio, "Assassini gli Esuli hanno strappato Somnus al suo regno"
-Vi hanno ucciso entrambi, dico bene? Perchè?-
Altri sibili, era oltraggiato il maestro di spada. Obbligato a rispondere per dovere, frustrato dalle parole che era tenuto a pronunciare davanti al re prescelto che ancora non era erede.
"Gli arcadi arrecano grande male ad Eos. Il Nie giunse per portare il germe del dubbio sulla nobiltà dei Siderei. Intimò al Re di Lucis di cedere il cristallo ed allontarsi dai Siderei, quando questi rifiutò fu battaglia" Noctis potè quasi sentire sulla pelle l'umiliazione del blademaster, "persi la vita contro il loro Campione di Smeraldo, mentre Somnus cadde in scontro con il sovrano nemico"
I due tacquero, percependo la stizza oltraggiata, ma anche la possibilità che continuasse a parlare.
"Il Nie ha creato questo regno di non-morte per imprigionare il mio spirito irato, illudendosi che mi avrebbe placato. Nella mia non esistenza ho trovato un nuovo proposito per servire Lucis ed il suo sovrano. Per secoli e secoli ho messo alla prova i più forti guerrieri che hanno solcato Eos, giudicando il loro valore e la loro determinazione, grazie a me è nata la linea degli Amicitia, famiglia dedita alla protezione del sovrano"
-Per i Sei- sibilò Noctis, lanciando un'altra occhiata al drago, -cosa è accaduto cinquecento anni fa? Con Egill?-
"L'arcade ti spinge ad investigare un passato dimenticato, che tale dovrebbe restare, sii cauto Re prescelto. Permettimi di liberarti dall'influenza oscura degli Esuli"
Esplose di botto in uno slancio omicida verso Gabranth, Noctis non riuscì nemmeno a vedere tutto il movimento, lo spettro gli passò accanto ad una velocità impressionante, l'immensa spada era apparsa dal nulla e si era abbattuta sul drago squarciandogli il torace. Un singulto soppresso ed un tonfo a terra furono gli unici suoni che seguirono.
Noctis si sentì morire per un secondo. Trapassato dal suo essere assurdamente fiducioso negli Arcadi in un modo forse avventato. Guardò ad occhi sgranati il corpo dell'imponente uomo, non udì nemmeno la sua voce urlare contro Gigamesh. Si ritrovò semplicemente in ginocchio accanto alla pozza di sangue che imbeveva la terra brulla della faglia.
-Perchè!- urlò, -volevamo solo parlare! capire! Ti ho detto che era un mio cavaliere! Non ho mentito!- continuò veemente, richiamando le armi a cerchio intorno a sè, furioso e disperato allo stesso tempo.
"Anche nella morte vivo per proteggerti mio signore, saresti dovuto venire da me con il tuo degno guardiano" risposte lo spettro, mentre faceva sparire di nuovo la spada e anche se mascherato il suo volto, era percepibile un'infinita soddisfazione. "Insignificante avversario, l'uomo che ti accompagnava, nemmeno degno del ricordo del Campione di Smeraldo che ha fatto vacillare la certezza nella mia spada"
-Smettila!- urlò ancora il principe scagliandogli addosso le armi, che tuttavia attraversaro lo spettro senza fargli danno. -Perchè!!!- tuonò ancora.
"Lucis va protetta da Archadia, dal suo ricordo degenere e oscuro. Quando Somnus prese la decisione di uccidere il Nie, sapevamo che si trattava di un'impresa ardua, così creammo un piano affinchè se fossimo periti la pace appena conquistata non ne avrebbe sofferto. L'allora principe incoronato era giovane, ma guidato e protetto sarebbe stato pronto a diventare Re, con la sua complicità la morte del Mistico Somnus è ricordata come la pace che ha portato e non come il brutale omicidio di un nemico che non dovrebbe esistere. Abbiamo protetto Lucis anche nella morte"
Noctis trinse il pugno e lo picchiò a terra. La rabbia l'angoscia lo stavano ghermendo, ma in qualche modo si impedì di darsi ai gesti folli.
-Avete mentito, al mondo. Avete creato una discendenza sulla menzogna. Siete senza onore!- sibilò a voce bassa, ancora riverso sul corpo esanime di Gabranth. Era ancora incredulo che fosse morto, in un istante.
-Che cosa rappresenta davvero l'anello dei Re. Cosa accadrà quando lo metterò al dito?- domandò ancora con veemenza e rabbia.
"Esso rappresenta la tua ascensione, il diritto a reclamare il cristallo ed il potere dei Siderei. A quel punto sarai libero dai dubbi sulla tua missione" ancora echeggiante la voce del blademaster, ancora tronfio, "abbraccia il tuo destino nella sua pienezza, libera Eos dalle tenebre. A quel punto il mondo avrà di nuovo un futuro e potrà finalmente dimenticare Archadia e il male che ha portato su noi tutti. Sei stato creato per questo re prescelto, creato per chiudere il cerchio di Somnus. I Sei sono con te, reclama il loro potere e abbatti il Nie portatore di malasorte"
-Che cosa?- scosso, turbato, i concetti stavano cambiando di nuovo, -creato? cosa vuoi dire?- balbettò sgomento.
Il vento prese a spirare di nuovo. Noctis era senza parole a fissare lo spettro, ancora in ginocchio, ancora ragazzino incapace di gestire la morte e il dovere. Trafitto da troppe cose.
"Ultimo della tua stirpe, sei nato per rappresentare Somnus alla fine delle epoche dei Re di Lucis" rispose solenne fermandosi accanto al principe, "così è stato deciso dei Siderei, quando hanno dovuto celare il grande male che con loro è giunto dalle terre oscure"
-E' giunto?- occhi spalancati a fissare la maschera del Primo Scudo. C'era qualcosa nella verità che stava cercando di afferrare con tutte le sue forze, qualcosa di terrificante.
Stava per dire altro, per obiettare, ma qualcosa accadde ai suoi piedi. Il sangue su cui giaceva riverso Gebranth aveva assunto la forma di strani simboli che ora brillavano nella terra. Fu dolorosissimo, come se un coltello gli fosse stato conficcato nel cranio. Vide immagini di un passato tragicamente lontano, Somnus ed il Nie I, il perchè del loro scontro. Vide il Campione di Smeraldo e la sconfitta di Gilgamesh, la punizione ad esistere nel tempo in una prigione di morte. Egill e ancora un altro Nie. Un altro Cavaliere di Smeraldo.
Noctis urlava mentre vedeva tutto questo, ma le sue urla erano sovrastate da quelle del Blademaster, in qualche modo imprigionato e costretto a mostare il suo passato.Il tutto sembrò durare un'eternità.
Di colpo i luminosi simboli si estinsero e così le immagini, le parole ed i ricordi. La maschera di Gilgamesh cadde a terra infranta da un fendente di spada.
Gabranth non era più a terra esanime, ma accanto al Re di Lucis, occhi vigili e nessuna ferita mortale, di fronte a loro con occhi fiammeggianti Toturi, la sua spada conficcata nell'essenza stessa di Gilgamesh che era impossibilitato a qualunque gesto.
Assurdamente per uno spettro si sentì il tonfo a terra della sua armatura che crollava, mentre quell'ombra che era persistista per millenni diveniva polvere.
"Tu... danna...to, tu..." sibilò il maestro di spada, asimando anche nella non vita. Come se potesse davvero sentire dolore come quando sconfitto millenni addietro. Il suo volto era contratto dal rancore.

-Solo un altro minuto Akodo, era davvero chiedere troppo?- disse Gabranth con tono sornione.
-Il tuo trucco potrebbe costare più di quanto immagini- ringhiò il Leone, che sferzante ritraette la spada fissando con pari disprezzo il Primo Scudo - la tua esistenza verrà cancellata, così come la tua protezione allo scudo del re. Abbraccia la dimenticanza- gli sibilò vivido, mentre lo guardava sparire e con lui ogni scheletro animato nella valle.
-Il mio trucco è stato per il mio Re- disse di contro il Drago, alzandosi. Noctis era abbacinato.
-Ti ho...- sussurrò a fior di labbra, - ti ho visto morire?-
L'altro sorrise.
-No maestà, hai creduto di vederlo, così come lo ha creduto lo spettro. Serviva un incentivo per rubargli i frammenti del passato- gentile il tono verso il principe, ma era come guardingo davanti all'un tempo compagno d'armi. Toturi li fronteggiava con la spada ancora in mano.
-Perdonami amico mio, so che proteggerai il Nie. A qualunque costo- disse il drago infine, - lasciaci andare o ingaggia battaglia con me, di fatto non ti consegnerò il Re Prescelto-
La tensione era vivida e palpabile. L'albino stava seriamente decidendo se ingaggiare scontro con il suo compagni d'armi.
Alla fine Akodo inspirò con veemenza, rabbia trattenuta ed abbassò la spada.
-Non vi fermerò oggi, ma questo cambia le cose Gabranth- sibilò, -andatevene prima che cambi idea- ringhiò a voce bassa
-Cosa? Perchè?- senza rendersene conto Noctis era stato rimesso in piedi. Guardò i due con grande preoccupazione, sentendosi oltremodo inadeguato.
-Dobbiamo andare maestà, a differenza di Gilgamesh non posso garantire successo se mi scontrassi con il Campione di Smeraldo-
-Scontrarsi? Abbiamo arrecato danno?-
-Abbiamo fatto ciò che era necessario per concedervi il controllo di cui avete bisogno-
-A che prezzo?- sbottò, - dimmi a che prezzo!-
La risposta non giunse, le calotte di roccia che si ripiegavano ad artiglio stavano iniziando a creparsi e crollare, le rovine nella valle stavano venendo inghiottite dalla terra. Ci fu tempo solo per la fuga e per vedere per un solo istante l'ira negli occhi rossi del leone. L'uomo più vicino al Nie, che in quel solo attimo Noctis invidiò con tutto se stesso.

...

Pioveva su Cleigne, nelle foreste intorno a Caem. Nella malinconia della giornata senza sole l'Oracolo si addentrava nella zona boscosa dopo che con non poca insistenza era riuscita a congedarsi dal suo seguito, questo incontro non era per i Cavalieri di Lucis.
-Grande la gioia nel mio cuore nel poterti rivedere. Ad Altissia ho temuto di aver perso la tua voce- disse melodiosa Lunafreya, avvicinandosi alla donna con gli occhi chiusi.
"Il Nie è un pericoloso ed ingannevole avversario, ma so che il tuo animo non si è piegato" rimbombante nella mente la voce dell'alta messaggera, aveva un effetto ipnotizzante e calmante allo stesso tempo. Il solo suono di quelle parole dissipò i dubbi della giovane donna.
-Il Principe Prescelto crede negli Esuli, porta un marchio del loro Imperatore e rifugge la fede nei nostri dei- supplichevole il tono, -un cavaliere di Archadia cammina ora nel tempo di Lucis, il patto di Egill si ripete un'altra volta con un altro Nie- c'era pura disperazione nella dolce voce della ragazza.
"Il Prescelto deve abbracciare il suo destino, deve credere in esso" proseguì Gentiana, "non permettere che le macchinazione degli arcadi si frappongano al percorso tracciato per il Re dei Re. Tu sola puoi indicargli la via"
-La voce del Nie si è insinuata nel suo cuore. Rifiuta di indossare l'anello-
"Il Re Prescelto deve capire i suoi doveri, l'Oracolo ha il compito di mostrare la verità dei Sei" intimante la voce, eppure ancora cullante, raggirevole, "I Sei ti aiuteranno contro il sovrano di Archadia, ma il principe deve seguire il suo destino a qualunque costo. Ciò che ti lega al Re di Lucis è più grande di qualunque altra cosa, con te al suo fianco vedrà la realtà"
-Sento che non mi vuole con sè, timoroso della fede che è in me. Sono certa abbia mentito sul suo bisogno di visitare la regione di Cleige per decidere il da farsi, ha con sè l'Arcade e non il suo scudo- sospirò con dolore, afflizione nel sentirsi non adeguata per il sou re, -il Nie è pronto a morire per questa guerra- disse poi con un sospiro, anche nell'ovattamento le parole del suo congedo da Altissia erano ancora vivide.
"Come ogni Esule che ha l'ardire di definirsi Signore del Cielo. Non lasciarti turbate dall'arroganza degli eretici della terra oscura, tu che sei nostra eletta puoi capire quanto sia malvagio l'intento degli arcadi. Guida il Re Prescelto alla ricerca delle armi dei Re, esse lo porteranno vicino alla Glanciale, lascia che mi preoccupi della minaccia che rappresenta il Nie"
-La piaga delle stelle sta però imperversando, devo controbilanciare i suoi danni- esitò Lunafreya, sentendosi colpeve e manchevole nel suo ruolo di guaritrice.
"Il tempo incalza, siamo costretti a prendere decisioni difficili, potrai aiutare il popolo di Eos, ma solo nel tuo percorso con il Principe, non deviare da esso o potremmo perderlo. Lui è l'unica cosa che conta in questo momento, devi far si che indossi l'anello cui è destinato, in modo che ritrovi il cristallo, a quel punto potrai volgere le tue ultime forze a combattere la piaga. Hai la benedizione dei Sei"
Scomparve senza attendere replica, la voce creò un'eco nella pioggia, poi solo silenzio. L'Oracolo chinò rispettosamente il capo, sentiva il dissidio generatosi ad Altissia che si allentava, la giustizia della nobile causa dei Sei tornava ad essere non questionabile, nuovamente pace nel suo animo.
Tuttavia, nei passi che la riportavano a Caem, affiancata da Pryna, percepiva qualcosa al di sotto della quiete donata dalla serenità per la sua missione. L'immagine di Noctis che arretrava dalla sua persona era come un ago di vetro conficcato nello sterno, nessuna rassicurazione riusciva a rimuovere lo stridere di quell'immagine, l'incertezza della sue fede e la determinazione a negare di poter uccidere il signore degli Arcadi continuavano ad essere un evento tumultuoso nel suo cuore, non più limpido come l'acqua cheta.

Gladio e Prompto aspettavano il ritorno della principessa in una radura al limitare della foresta, c'era un silenzio pesante tra loro, incertezza sulla situazione.
-L'abbiamo lasciata andare da sola- borbottò il biondo mentre guardava per l'ennesima volta verso dove era sparita la giovane donna. Nervoso.
-Quindi?-
-Bè Noct ha detto di non lasciarla mai sola..-
Lo scudo del Re aggrottò scocciatamente le sopracciglie.
-Non possiamo certo impedirle di parlare con l'alta messaggera, a prescindere dai deliri di sua maestà è e rimane colei che parla a nome degli Dei-ringhiò di contro Gladio, irritato, tono strafottente nel dire "sua maestà".
-Si... ma...-
-Niente ma, se vuole questionare la sua promessa sposa che lo faccia di persona, invece che lasciarci deliranti incombenze mentre si da alle gite fuori porta con quel dannato Arcade-
Tensione.
-Credi ancora sia sbagliato il suo punto di vista?- titubante Prompto, incerto nello scrutare il Primo Cavaliere.
-Ci ha mollato con la sua dama per andare dal Blademaster con l'Arcade, che sappiamo non ci sta raccontando tutto e che chiaramente non è che voleva davvero starsene qui con noi mentre Ignis va a spasso con il loro Re/Regina o quello che è. Secondo te come la vedo?-
-Gladio, se però non ci fidiamo diventerà ingestibile la convivenza-
-Non dobbiamo essere amici, dobbiamo solo evitare di ucciderci tra noi no?- altro ringhio.
-Ma...-
-Senti, gli sto dando il beneficio del dubbio, ma ci sono dei limiti di buonsenso- sbottò, pur trattenendosi in parte.
-Cosa pensi che stia facendo Ignis in questo momento?-
-Intendi oltre che ignorare i miei messaggi?-
-Già...-incertò il biondo a disagio, era pensieroso dopo la sua chiacchierata con il Drago, ma i suoi discorsi con il Lord non lo aiutavano ad aprirsi.
-Non ne ho idea, spero qualcosa di più produttivo di noi- frustrato, lo si notava molto chiaramente dal tono di voce.
-Quando pensi che ci siamo persi Noctis?- di getto, domanda fatta perchè sì.
-Scusami?-
-Hai capito cosa intendo-
-No invece-
-Ha passato quattro anni a fare chiacchiera con il signore di King's Knight sotto mentite spoglie e noi non ne sapevamo niente, direi che il ranking per il nostro livello di professionalità finisce sotto il livello minimo - sbuffò con nervosismo sul paragone videoludico.
-Non lo so, va bene? Non capisco più cosa gli passi per la testa- confessò Gladio con tono grave, pensieroso, niente tracce di irritazione o altro, evidentemente ci stava pensando anche lui.
-Ammetti il beneficio del dubbio, ma diffidi di Gabranth. Come si procede quindi?- insistette stranamente serio il cavaliere più giovane.
-Che vuoi dire? Sarò al fianco di Noct, mi sembra ovvio, è il mio dovere!-
-Però lui vuole di più che qualcuno al suo fianco, vuole qualcuno che condivida i suoi intenti- teso l'azzardo. La replica di Gladio fu immediata, un'occhiata torva e trapassate.
-Ha un destino da compiere-
-E se fosse diverso da quello che crediamo?-
-E se fosse proprio quello che crediamo invece?-
Prompto ricordò le parole del Drago in quel momento, ma non ci fu spazio per altro discutere, Lady Lunafreya stava entrando nella radura.

  
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