Iniziativa: Questa storia partecipa
al The Weekend Run a
cura di Piume d'Ottone - la Cittadella degli Scrittori
Numero Parole: 607
Prompt: 5. Localizzatore GPS
Cap.8 L’arrivo di Bruce
Banner
“Abbiamo visite. Vedi di
preparati in fretta”. La voce di
Fury risuonò per la camera di Natasha, rimbalzando sulle
pareti di metallo.
La vedova nera posò un
sandwich al tonno nel piatto sul
tavolino e sospirò. “Paparino è gentile
come sempre” borbottò, scherzando.
Guardò la cartina stesa sul tavolo, accanto al piatto,
segnata da alcune
puntine. Era illuminata dalla luce elettrica della lampada, che dava a
tutto
dei riflessi giallastri.
“Siamo nell’epoca
moderna. Oggigiorno tutti hanno un
computer dove segnare le proprie basi, ed io so come hackerarli e
passare tutto
su una chiavetta.
Invece no, quelli
dell’Hydra utilizzano ancora il segnare su
delle cartine le altre basi. In ognuna di esse ce ne sono segnate
sempre altre
cinque e così sembrano moltiplicarsi
all’infinito” si lamentò.
Aprì la zip
della tuta nera aderente che indossava, rimanendo in intimo.
Aprì il proprio
armadio e ne trasse una minigonna rossa ed una camicetta bianca. Si
piegò a
novanta, aprendo il cassettone inferiore e recuperò delle
calze a rete nere,
decorate sulla sommità con un fiocchetto color pece ed una
perlina bianca.
<
Spero non siano in
arrivo altri vampiri o mostri di ogni sorta. Non ne posso
più!
Se solo Clint non si fosse ritirato
per passare più tempo in
famiglia. Ora che è arrivato il terzo figlio non vuole
più rischiare la vita.
Mi chiedo quando si
stancherà di fare il contadino con la
famigliola felice. Conosco il mio migliore amico. Non può
rimanere troppo a
lungo lontano dall’azione e dalle sue frecce >
rifletté.
Finì di vestirsi e si
ravvivò i boccoli rosso fuoco. La
porta si era aperta silenziosamente alle sue spalle.
“Sono stanca di andare a
zonzo avanti e indietro per
cacciare nazisti”. Proseguì a lamentarsi.
“Cosa ti aspettavi? Un
localizzatore gps?” si sentì domandare.
Si voltò di scatto e sgranò gli occhi, trovandosi
davanti Bruce.
“Hai cambiato idea? Vuoi
unirti finalmente a noi?” domandò.
< Non mi aspettavo visite
direttamente nella mia stanza.
Questa il generale me la pagherà! >.
Banner si sfilò gli
occhiali e scrollò le spalle. “Non ho
deciso di venire qui per Fury. Continuo a pensare che Hulks sia una
minaccia”.
Espirò rumorosamente dalle narici.
“Però non mi andava che fossi da sola con un
altro mostro verde. Mi ha parlato del goblin”.
Natasha piegò le labbra
piene e sode in un sorriso,
andandogli incontro. “Geloso, mio caro scienziato?”.
Banner ridacchiò,
inforcando nuovamente gli occhiali.
“Ci conosciamo troppo poco
per poter avanzare diritti”.
Strofinò il piede per terra, stringendosi un braccio con la
mano. “Inoltre temo
di essere davvero troppo arrugginito per sapere ancora come si flirta
con una
ragazza”. Scrollò le spalle, sospirando.
“In realtà non sono mai stato troppo
bravo. O sono troppo sfacciato o rassomiglio ad un terrorizzato topo di
biblioteca”.
Natasha fece un sorriso furbetto.
“A me sembri adorabilmente
impacciato”. Gli ticchettò con le unghie aguzze
laccate sul naso. “Inoltre io
non sono molto brava a corteggiare chi mi piace davvero. Dico sempre la
cosa
sbagliata al momento sbagliato”.
“A me non dispiacerebbe
sentire una di queste frasi
sbagliate” sussurrò Banner.
Indietreggiò di un passo. “Non volevo disturbarti.
Fury mi ha detto che mi aspettavi qui, ma è ovvio abbia
mentito come suo solito”.
< L’ultima volta
sembrava avere decisamente più paura di
Hulk. Forse si sta abituando un po’ troppo ai mostri come me
> pensò.
“Tranquillo, dottore.
Spero, però, che lei riesca davvero a
creare un localizzatore gps per trovare le basi Hydra” ammise
Romanoff.