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Autore: AlbAM    23/11/2019    6 recensioni
Non c'è pace per la nostra squadra! Avevano appena risolto il caso della "bestia" ed ecco che un killer misterioso inizia a colpire gli informatori di Dan!
E Lucifer che farà ora che ha scoperto la verità su Dromos e come affronterà questa inaspettata paternità?
Riuscirà nel difficile compito di dimostrarsi allo stesso tempo un buon compagno per Chloe e un buon padre per il diavoletto fastidioso?
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chloe Decker, Lucifer Morningstar, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3

Non so come come si fa!


"Ecco, siamo arrivati!" disse Dan indicando un bar dall'aspetto equivoco all'esterno del quale due uomini grossi e poco rassicuranti chiacchieravano e fumavano, uno dei due era completamente tatuato fino al collo, l'altro aveva una cicatrice che dalla fronte arriva all’occhio sinistro.

Al passaggio di Dan e Dromos i due uomini si scambiarono uno sguardo.

L'interno del locale era buio, fumoso e nel complesso abbastanza sporco. Un ubriaco dormiva con la testa e un braccio poggiati su un tavolo, al passaggio di Dromos si mosse leggermente ed emise un gemito.

Dan si avvicinò al banco e chiamò il barman che aveva un aspetto ancora meno rassicurante dei suoi clienti.

"Hai visto Rusty?" domandò Dan.

"No, e se non vuoi da bere smamma bello. Non ho tempo da perdere"

"Digli che l'ha cercato Dan"

"Non sono la sua baby sitter né la tua segretaria, arrangiati" rispose sgarbato il barman.

"Che vuoi da Rusty, sbirro?" domandò uno dei ceffi che poco prima chiacchieravano fuori dal locale.

"Hey, non voglio sbirri nel mio locale!"

"Temi di perdere la tua clientela d'élite?" domandò Dromos sarcastico.

"Che? Ma che lingua parli sbirro?" intervenne perplesso l'uomo tatuato.

“Non sono uno sbirro, comunque piacere mi chiamo Elyas e tu come ti chiami? Fammi indovinare...Tatuaggidimmerda?”

“Non ce ne frega niente di come ti chiami sbirro!” rispose l'amico di Tatuaggidimmerda “e stai attendo a come parli se vuoi tenerti i denti in bocca!”

“E tu invece come ti chiami? “ domandò Dromos “Scarface dei poveri? E comunque ho detto che non sono uno sbirro, capite l'inglese?” rispose Dromos.

“No, lui non è uno sbirro lui è il demonio, è sceso sulla terra per portarci tutti all'inferno!” gridò l'ubriaco improvvisamente.

Tutti si voltarono verso Dromos.

“A parte che al limite sono salito e non sceso... poi francamente je me fiche de vous tous” commentò Dromos.

“Lo sentite” continuò l'ubriaco “parla la lingua del demonio”

“Veramente sarebbe francese!” intervenne Dan divertito.

“Tu capisci la lingua del demonio, sbirro?” domandò Tatuaggidimmerda perplesso e, a dire il vero, non particolarmente preoccupato dalla presenza del demonio nel bar.

“Santo Cielo, non è la lingua del demonio è francese, ha detto che se ne frega di voi tutti!”

“Ah, lo stronzetto qui se ne frega di noi, eh? Vediamo se il demonio ha abbastanza palle!” disse Scarface indossando un tirapugni per mano e avvicinandosi a Dromos con aria minacciosa.

“Attento a quello che fai!” intervenne Dan portandosi davanti a Dromos per proteggerlo.

“Non preoccuparti per me, Dan. So difendermi!” intervenne Dromos spingendolo da parte con gentilezza.

Scarface si buttò su Dromos che si limitò a scansarsi leggermente, afferrare il polso dell'uomo e farlo volare contro la parete del bar davanti allo sguardo allibito di tutti i presenti. L'uomo crollò a terra confuso e incredulo portandosi con sé i pochi e brutti quadri appesi al muro.

“Il demonio ha la forza di cento uomini, non potete sfidarlo!”

“Ancora con questa storia del demonio, hai rotto le scatole soûlard1 esclamò contrariato Dromos dirigendosi verso l'ubriaco.

«Calmati Elyas!» cercò di fermarlo Dan, ma non riuscì nel suo intento perché fu aggredito da Tatuaggidimmerda.

“Stammi lontano de..!” l'ubriaco non riuscì a finire la frase perché Dromos gli assestò un cazzotto in faccia che lo fece riaddormentare di colpo.

“Oh, finalmente un po' di silenzio!” commentò il demone soddisfatto, poi si girò verso Dan e notò che era in difficoltà in quanto a Tatuaggidimmerda si era unito anche Scarface che dopo essere stato sbattuto contro il muro aveva pensato bene di lasciar perdere Dromos e aggredire qualcuno già impegnato a difendersi.

“Questo non è molto sportivo da parte vostra!” dichiarò Dromos indignato.

“Stà lontano stronzo!” Tatuaggidimmerda tirò fuori un pugnale così grosso da far sembrare quello di Rambo un coltello per la frutta.

“Uff" sbuffò Dromos ”voialtri avete sempre problemi con le dimensioni” commentò osservando divertito il pugnale.

“Elyas attento, non fare l'eroe!” urlò Dan distraendosi e ricevendo così in piena faccia un pugno da Scarface.

Tatuaggidimmerda si lanciò contro Dromos che senza scomporsi gli afferrò il polso stritolandoglielo con una sola mano.

“Aaargh!” si lamentò l'uomo lasciando andare il pugnale e finendo in ginocchio davanti al demone che ne approfittò per tirargli un calcio nelle parti basse.

Tatuaggidimmerda stramazzò a terra lamentandosi, Dromos ne approfittò per andare in aiuto a Dan ma constatò con sollievo che quest'ultimo si era appena liberato dal suo aggressore.

“Tutto bene?” domandò.

“Abbastanza!” rispose Dan pulendosi il sangue dalla faccia con una mano, poi rivolgendosi al barman domandò “Allora, hai intenzione di dirci dove possiamo trovare Rusty o dobbiamo insegnare l'educazione anche a te?”

Il barman li guardò indeciso, poi concluse che non erano fatti suoi e rispose “Era qua una mezz'ora fa, ha bevuto e poi ha detto che sarebbe tornato a casa sua”

“E dove abita?”

“Sulla River Street, a due isolati da qua. Di più non so dirvi, arrangiatevi!”


#


Chloe fermò la macchina nel parcheggio sotterraneo della Centrale.

Lucifer era rimasto tutto il tempo silenzioso a guardare fuori dal finestrino e lei cominciava ad essere preoccupata. Non era mai capitato che stesse in silenzio così a lungo.

"Lucifer, che succede?"

Lucifer emise un sospiro "Penso che dovremo cercare il padre di quell'uomo, avvertirlo che il figlio è morto"

"Lucifer, siamo nel pieno di un'indagine..."

"E allora?"

"Per favore, cerca di capire, ora è più importante dedicare le nostre energie a scoprire chi ha cercato di far credere che fosse un omicidio”

"Te l'ho già detto chi è stato, uno dei miei fratelli! E penso che non abbia scelto a caso la vittima, voleva mandarmi un messaggio!"

"Lucifer ti prego, ti ho detto che prima di seguire questa pista dobbiamo cercare di…"

"Perché Chloe, perché non mi credi mai?" domandò sconvolto Lucifer.

"Lucifer non ho detto che non ti credo, ma anche se uno dei tuoi fratelli stesse cercando di sviarci facendoci credere che Jaime sia stato assassinato, che c'entra il problema tra Jaime e suo padre?"

Lucifer era troppo sconvolto per continuare la conversazione, scese dalla macchina sbattendo la porta e si diresse verso l'uscita del parcheggio.

"Perché è lo stesso che ho io, Chloe, e loro evidentemente lo sanno!" urlò entrando nell'ascensore e chiudendosi dietro le porte.

Chloe lo guardò andar via sconvolta e confusa.

"Lucifer, non capisco tu sai chi è tuo padre e tuo padre sa che sei suo figlio" disse ormai a se stessa.


#


Ella canticchiava di buon umore immersa dentro il suo microscopio "Guarda un po' che abbiamo qui!" commentò allegra.

"Ella!" la chiamò Chloe entrando nel laboratorio "Hai trovato qualcosa di interessante?"

"Piume!"

"Cosa?" domandò Chloe perplessa.

"Guarda qua!" disse Ella invitando Chloe a guardare nel microscopio con un cenno della testa.

Chloe incuriosita si avvicinò alle lenti del microscopio, ai suoi occhi apparve uno spettacolo di colori fluorescenti. Chloe non capiva, sembravano delle foglie molto strette e lunghe. "Non capisco, come fai a dire che sono frammenti di piume? Sembrano più foglioline microscopiche”

"No sono piume, quelle che vedi sono le tipiche barbule delle piume"

“Ma dove le hai trovate?"

"Si tratta di alcuni frammenti che erano rimasti sotto le unghie della vittima…"

"Cosa?" esclamò Chloe sconvolta.

"Ho pensato che potrebbero essere piume di cuscino, sai non sono più tante le aziende che realizzano cuscini in piuma d'oca e ancora meno in piume d'anatra e neanche gli alberghi che li utilizzano, questo forse ci potrebbe aiutare a capire dove è morto Jaime, a casa sua aveva dei cuscini di gommapiuma o di piume?"

"Gomma piuma direi" rispose pensosa Chloe "Ella, tu puoi stabilire con esattezza se si tratta di piume d'oca, anatra o... altre piume giusto?"

"Certo"

"Ok, ti prego appena hai i risultati delle analisi chiamami, a qualunque ora"

"Certo… Chloe, va tutto bene? Mi sembri un po' agitata e... a proposito dov'è Lucifer?" Domandò Ella rendendosi di colpo conto che Lucifer non era con Chloe.

"Che è successo? Non avrete litigato?"

"Ecco, non proprio, però abbiamo avuto... una discussione…"

"Niente di serio spero, mi sembrate così felici da quando è tornato!"

"Già!" Rispose la detective sorridendo un po' preoccupata. Poi cambiò argomento "Ella, volevo chiederti… Non che voglia farmi gli affari tuoi…"

Ella guardò Chloe con un mezzo sorriso d'intesa e arrossendo leggermente.

"Si, dimmi Chloe!"

"Ecco..." Chloe si strinse le mani imbarazzata "forse non è il caso... Io non vorrei essere invadente"

"È stato molto bello!" la interruppe Ella con un sorriso felice.

"Oh" Chloe tirò un sospiro di sollievo "lui è stato… insomma… non ti ha costretta a fare cose che tu non…"

"Chloe, sono una donna adulta!" rise Ella "e poi Elyas è molto dolce e premuroso" aggiunse arrossendo.

"Oh, mi fa piacere, sai ero un po'... preoccupata, non lo conosciamo bene!”

“Tranquilla è tutto a posto” concluse Ella con un sorriso radioso che rassicurò completamente Chloe.

In quel momento squillò il cellulare di Chloe.

“Che succede?” domandò Ella.

“E' Dan, c'è stato un altro omicidio, andiamo!” rispose la detective uscendo dal laboratorio in tutta fretta.


#


"Lucifer" esclamò Linda sulla porta dello studio "ma non avevi detto che non avevi più bisogno della terapia?"

"Si tratta di un'emergenza e sinceramente trovo che sia molto immaturo da parte tua rifiutarti di ascoltarmi solo perché ti ho liquidato come terapeuta!"

"Lucifer io non mi rifiuto affatto, tanto sarebbe inutile" commentò Linda alzando gli occhi al cielo “avanti, entra!”

Lucifer si sistemò sul divano e guardò Linda incerto “Linda... tu... voglio dire, immagino che Amenadiel ti abbia parlato di ... del legame...”

“Del fatto che pensi che Dromos sia tuo figlio?”

“Linda non è che lo penso, è che lui è mio figlio!”

“Lucifer come fai ad esserne così sicuro?”

“Linda... l'hai guardato bene da quando gli abbiamo dovuto tagliare i capelli e la barba? Insomma è praticamente me con venti centimetri in meno! Non riesco nemmeno a capire come gli altri non se ne siano accorti!”

“Magari non ti somiglia così tanto!”

Lucifer le lanciò uno sguardo eloquente.

“Ok, è vero, è la prima cosa che ho notato quando l'ho visto alla festa, anche se nel viso ha qualcosa di mediorientale!”

“Si, perché ovviamente somiglia anche a Lilith e lei è effettivamente mediorientale, infatti Dromos è più scuro di me... Comunque il punto non è questo, il punto è… il punto è...”

“Che non sai come gestire la cosa” concluse Linda.

“Ecco, appunto!” ammise Lucifer “e quindi tu devi spiegarmi cosa devo fare... non ho idea di come affrontare la questione”

“Lucifer, io non posso dirti cosa devi fare!”

“Linda, per la miseria sei la persona più intelligente che conosco, dopo di me ovviamente... e dopo Chloe...”

“Sei sicuro che non ci sia ancora qualcun altro più intelligente di me?” commentò ironica Linda.

“Cosa? No, no direi di no... anche se Dromos è piuttosto intelligente in effetti!” Linda alzò gli occhi al cielo per la centesima volta.

“Insomma che devo fare?”

“Prima di tutto non credi che dovresti parlare con lui?”

“No, io... non sono pronto ad affrontare il discorso con lui. E se mi dice che sa benissimo che sono suo padre e che mi odia perché non ci sono mai stato per lui?”

“Lucifer, non credo che ti odi, al contrario credo che abbia dei sentimenti molto forti per te!”

“Che ne sai?”

“Beh, una sera abbiamo parlato un po' e lui ha ammesso di essere legato a te e poi mi ha detto che forse dipendeva dal fatto che era “diverso” dagli altri demoni. Allora non ho capito cosa intendesse e non ho avuto il tempo di chiederglielo perché Lonzarot ha sfondato la finestra...”

“Lui ti ha detto che era diverso dagli altri demoni?”

“Si, Lucifer, probabilmente si riferiva proprio a te!”

“Allora lo sa! Linda ti prego, io ho avuto un padre pessimo e non ho alcuna esperienza di figli!”

“Lucifer io posso solo aiutarti a gestire le tue emozioni a riguardo, non posso dirti come fare o come non fare il padre!”

“Linda, è ovvio che non devi dirmi come non si fa il padre! Sarebbe totalmente inutile, non credi?”

“Lucifer forse non mi hai capito...!”

Lucifer la guardò come se improvvisamente avesse colto qualcosa di importante “Ma certo! Invece è esattamente quello che devo fare!”

“Fare cosa?”

“Trovare il padre di Jaime!”

“Cosa? Ma di chi parli?”

“Il padre della vittima dell'ultimo caso di cui ci stiamo occupando io e Chloe!”

“Lucifer cosa c'entra il padre della vittima del caso di cui vi state occupando?”

“Quell'uomo non sapeva di avere un figlio, esattamente come me. E quando il figlio lo ha trovato non ha voluto incontrarlo. Non ha voluto fare il padre! Capisci, se lo trovo capirò come non comportarmi e farò l'esatto contrario!”

“Lucifer, non funziona così...!”

Ma Lucifer ormai non l'ascoltava più “Grazie! Sei sempre la migliore!” si alzò dal divano e uscì entusiasta dallo studio di Linda.

“Non c'è di che, Lucifer!” rispose Linda sospirando frustrata.


#


"Aspetta Dan" esclamò Dromos con una tensione nella voce che colpì il detective.

Erano davanti alla porta dell'abitazione di Rusty, avevano bussato più volte senza ricevere risposta cosi Dan, pistola in pugno, si stava apprestando a sfondare la porta con un calcio ma si era fermato perché non era abituato a sentire Elyas nervoso.

“Che succede Elyas?"

"Non so, ho percepito una strana tensione nell'aria e ho anche avuto l'impressione che qualcuno ci stesse osservando e non in modo amichevole"

"Elyas se c'è qualcuno là dentro dobbiamo entrare e..."

"No, ormai non c'è più nessuno e temo che sia successo qualcosa di brutto…"

Dan lo osservò perplesso poi diede un calcio alla porta ed entrò con la pistola spianata seguito da Dromos.

"Merda" esclamò Dan scorgendo il corpo di Rusty per terra.

Si precipitò a controllare se fosse ancora vivo ma la gola dell'uomo mostrava un profondo taglio e per terra c'era una piccola pozza di sangue.

"Avevi ragione Elyas" mormorò Dan "è il secondo dei miei informatori che viene assassinato, sarà anche un caso ma la cosa comincia a preoccuparmi"

"Voi due che ci fate qui?"

La voce di Maze fece voltare entrambi.

"Maze?" esclamò Dan "potremo fare noi la stessa domanda a te!"

"Io sto lavorando ovviamente. E lui da quando fa coppia con te?" rispose Maze indicando il fratello con aria disgustata "farai meglio a stare attento, è un piccolo bugiardo"

"Piantala Maze, non ho voglia di litigare" rispose Dromos senza scomporsi più di tanto.

Maze si avvicinò con aria di sfida al fratello "Io invece si" disse fermandosi a pochi centimetri dal viso di Elyas e puntandogli un pugnale alla gola.

"Sai, mi sembra davvero un'idea intelligente puntarmi un pugnale alla gola proprio sulla scena di un delitto in cui la vittima è stata sgozzata come un agnello" commentò serafico Dromos "non ti rende sospetta neanche un pò!"

"Cosa?" domandò Maze rivolta a Dan “Che significa che è stato sgozzato?"

"Perché non ce lo spieghi tu sorella? Sei tu quella a cui piacciono tanto i pugnali!"

"Non dire cretinate, sai benissimo che non sono stata io" rispose Maze furiosa spingendo il fratello contro il muro.

"Ora basta!" intervenne Dan “i vostri problemi familiari risolveteli da un'altra parte, questa è la scena di un delitto e facendo questo casino rischiate solo di inquinare le prove! Io chiamo Chloe e voi cercate di comportarvi come due fratelli normali, se ci riuscite!"

Dromos e Maze si scambiarono uno sguardo poco convinto ma smisero di litigare.

"In ogni modo io non ho più nulla da fare qui, ero venuta per avere notizie della mia taglia, ma a quanto pare dovrò arrangiarmi diversamente" si lamentò Maze sbuffando, poi si avviò verso la porta.

"Dove diavolo vai, Maze? Non puoi abbandonare la scena del delitto!"

"Piantala Dan, ho da fare… Ho una taglia che aspetta di essere catturata e non ho tempo da perdere!" rispose Maze senza neanche voltarsi.

Dromos la inseguì fuori "Aspetta Maze… Ho bisogno di parlarti"

Maze indossò il casco lanciandogli uno sguardo disgustato, saltò sulla moto e cercò le chiavi dell'accensione nella tasca della giacca di pelle.

"Cerchi queste?" domandò suo fratello facendo saltellare le chiavi sul palmo della mano con un sorriso di scherno “sai quando ti innervosisci tendi ad essere piuttosto distratta" ridacchiò.

Maze lo guardò con odio poi scese dalla moto con aria minacciosa

"È meglio che me le ridia immediatamente, stronzetto"

"Maze, stai calma, ho davvero bisogno di parlarti!"

Qualcosa nel tono del fratello convinse Maze "Hai trenta secondi!"

Dromos emise un sospiro di sollievo, per una volta la sorella maggiore era disposta ad ascoltarlo anziché aggredirlo.

"Temo che uno o più fratelli di Lucifer stiano osservando le nostre mosse Maze"

"Cosa te lo fa pensare? "

"Poco fa, prima di entrare nella casa di quel poveretto, ho percepito la presenza di un angelo e non era la prima volta. Li ho sentiti anche un attimo prima che Lonzarot sfondasse la finestra della casa di Linda, poi è successo tutto quel casino e non ci ho più pensato, tu non hai percepito nulla?"

"No, io non riesco a percepire la loro presenza!"

"Com'è possibile, Maze?"

"Magari è perché io non sono imparentata con loro da parte di papino!" rispose sarcastica Maze facendo impallidire Dromos.


Nota 1: soûlard “ubriacone”

   
 
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