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Autore: RosaRossa_99_    23/11/2019    0 recensioni
"Vado in camera mia…"
Dissi alzandomi dalla sedia
"È un invito?"
Lo guardai malamente
"Ti ringrazio per avermi fatto passare una 'splendida' mattinata"
Virgolettai 'splendida' con le dita, per poi girarmi e andarmene
"Vedrai il pranzo allora!"
Era assolutamente, estremamente odioso.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Per tutto il giorno successivo lui quasi non mi parlò, ci limitammo a stare nella grande biblioteca che stava all'ultimo piano, leggendo libri antichi e prime edizioni. Lui sapeva quanto io amassi la letteratura e come questa fosse un rifugio per me, quindi mi piaceva pensare che lo avesse fatto per me, non per avere una scusa per non parlarmi.
Pranzammo e cenammo con i suoi genitori e mio padre, parlando del più e del meno. Dave sembrava quasi comportarsi  con me quando era davanti loro, ma lo vedevo che non mi rivolgeva le stesse attenzioni… non potevo più sopportare quella situazione, anche perché la mattina dopo avremmo dovuto affrontare il viaggio di ritorno con mio padre, senza via di scampo.
Non appena finimmo di cenare, Dave si alzò per tornare in camera, così lo seguii bloccandolo prima che potesse sparire nella sua stanza
 
"Dave!"
 
Lui si girò, guardandomi con sguardo neutro
 
"Dimmi"
 
Mi portai una ciocca di capelli dietro l'orecchio, deglutendo e cercando di trovare le parole
 
"Scusa… io non volevo chiamarti Stefan…"
 
Sussurrai, abbassando lo sguardo, incapace di sostenere il suo, così freddo e distaccato.
Lui sospirò
 
"Chi è? Un tuo ex?"
 
Disse potandosi una mano sulla fronte. Io lo guardai, avvicinandomi
 
"No, Dave. Lui è un mio amico… è scomparso da più di una settimana e… nessuno sa dove sia. Per ora ho la testa a lui, sono preoccupata… Non mi risponde ai messaggi e l'ultima volta che l'ho visto…"
 
Stavo per dirgli in che condizioni era, ma poi mi ricordai che lui mi aveva pregato di non farlo sapere a nessuno
 
"L'ultima volta che l'ho visto mi sembrava molto preoccupato e triste. Ho paura che gli sia successo qualcosa di brutto"
 
Optai per una mezza verità, sperando che mi credesse, lasciando stare. Lui si accigliò
 
"Non avete chiamato la polizia?"
 
"N-no. Suo padre ha detto che non ci si deve preoccupare… ma io lo sono ugualmente"
 
Lui sembrò addolcirsi, venendomi ad abbracciare
 
"Non ti preoccupare, piccola. Sono sicuro che sta bene"
 
Io annuii, non convinta, stingendomi a lui e posando la testa sul suo petto. Sentii il suo petto vibrare
 
"Mi dispiace di essere stato freddo con te… è che… forse è presto per dirlo. Però credo che sto iniziando ad innamorarmi di te…. Quando hai sussurrato quel nome mi è caduto il mondo addosso perché pensavo di averti perso, o meglio, di non averti mai avuto, e di conseguenza mi sono chiuso in me stesso. Mi dispiace piccola, ci tengo davvero a te e a questa relazione e non voglio perderti"
 
Alzai il viso, guardando i suoi occhi azzurri erano diventati quasi cristallini, lucidi, mentre pronunciava quelle parole. Aveva appena detto che stava iniziando ad innamorarsi di me… ed io? Io non lo sapevo, quando stavo con Dave era come se niente potesse andare meglio di così, mi faceva stare bene e mi divertivo sempre a stare con lui, era sempre in grado di farmi sorridere e di sorprendermi… ma Stefan, con Stefan era diverso. Tutto con lui era un'incertezza, i suoi doppi sensi e le sue battutine sfrontate che mi procuravano un rossore sulle guance e un sussulto al cuore, quando i suoi occhi verdi si scontravano con i miei era come se lui fosse in grado di leggermi dentro, di capire cosa mi mettesse a disagio. Lui piano piano si stava aprendo con me, ne ero sicura; gli era costato molto presentarsi a casa mia combinato in quel modo, era come se stesse abbattendo il muro da cattivo ragazzo per farmi conoscere il suo vero io, un ragazzo sconfitto e spaventato.
Non sapevo cosa provavo per lui, né tanto meno per Dave. Stefan aveva deciso di sparire, senza nessun preavviso, e questo Dave non lo avrebbe mai fatto. Sarei restata con Dave, almeno fin quando non avrei fatto chiarezza sui miei sentimenti. Ero sicura che tra qualche tempo mi sarebbe passato e mi sarei potuta dedicare interamente a quel bel ragazzo che ci teneva così tanto a me, dimenticandomi di Stefan, del ragazzo pieno di problemi e menefreghista degli altri.
 
"Neanch'io voglio perderti"
 
Sussurrai, per poi portare le mie mani al suo collo, avvicinandolo e baciandolo. Il mio cuore martellava nel petto, ma la mia testa aveva solo delle labbra nella sua mente, e non erano quelle di Dave.
Lui mi spinse con dolcezza contro la porta della sua stanza, al contrario di come avrebbe fatto Stefan, portando le sue mani sui miei fianchi e carezzandoli dolcemente. Una mano corse alla maniglia, aprendo la porta e permettendoci di entrare. Il bacio stava diventando sempre più esigente, desideroso, le sue mani ora erano sopra il mio sedere, sotto la camicetta.
Non era la mia prima volta, avevo già fatto sesso con un ragazzo che mi aveva fatto sentire così importante per poi, dopo aver preso la mia verginità, era sparito, facendo finta di non conoscermi neanche. Ecco perché ero stata così cauta con Stefan, o almeno all'inizio: sembrava interessato solo ad una casa, ma dopo l'ultima volta che lo avevo visto avevo capito che lui nascondeva qualcos'altra cosa. Il cattivo ragazzo puttaniere era solo una facciata, solo un suo piccolo aspetto.
Si chiamava Mark, era stato un mio compagno di scuola a Tokyo, e mi aveva conquistata fin dal primo istante. Era il più popolare della scuola e aveva puntato alla nuova arrivata, io. Mi era venuto dietro per molto tempo e quando finalmente avevo ceduto, convinta del fatto che i suoi 'ti amo' e i suoi 'ci tengo davvero a te' fossero veri, lui mi aveva buttato come se fossi stata rotta. Ero stata male per i primi tempi, ma Anita e Martha mi erano state vicine aiutandomi a superarlo e a dimenticarlo, e così era stato. Me ne ero pentita, avrei dovuto capirlo che voleva solo usarmi, ma ormai quello che era fatto era fatto, non potevo tornare indietro ma solo guardare avanti.
Ero sicura di Dave, lui ci teneva davvero a me, lo dimostrava il fatto che avesse conosciuto mio padre e che mi avesse presentato i suoi, cosa che con Mark non era mai successa. Ogni volta che gli proponevo di andare a casa sua o di venire lui da me si inventava sempre qualche scusa, né tanto meno eravamo mai usciti in pubblico insieme o scambiati effusioni a scuola.
Sentii il suo respiro farsi più veloce e le sue mani ora scendere, poggiandosi sul mio sedere ma senza stringerlo. Ogni cosa che faceva era così delicata…
Si staccò da me, poggiando la sua fronte contro la mia, interrompendo quel bacio che piano piano si stava riscaldando. Il suo petto che si alzava e abbassava velocemente e il suo respiro pesante
 
"Ancora forse è troppo presto… mi dispiace"
 
Disse tirandosi indietro e lasciandomi spiazzata. Però aveva ragione… io non avevo neanche la certezza dei miei sentimenti e non volevo prenderlo in giro… sospirai, sedendomi sul brodo del suo letto dalle coperte blu. Venne a sedersi accanto a me, poggiando la sua mano sul mio ginocchio, coperto dal jeans blu
 
"Vorrei che la prima volta con te fosse speciale, davvero speciale. Non voglio che tu pensi che per me sei solo una ragazza da una botta e via, sei importante e voglio che tu lo capisca"
 
Disse alzando lo sguardo e guardandomi negli occhi
 
"Sono… sono stato con qualche ragazza ma per me non avevano mai significato niente, erano solo da una botta e via. Con te voglio aspettare, non voglio correre. Voglio che sia importante"
 
Io sorrisi debolmente, poggiando la mia mano sopra la sua
 
"Anch'io sono stata con un ragazzo, ma…"
 
Il suo sguardo si fece interrogativo, spingendomi a continuare, così mi schiarii la voce
 
"Si chiamava Mark, l'ho conosciuto a Tokyo, era un mio compagno di scuola. Lui era il più popolare in effetti"
 
Dissi ridacchiando, per smorzare la situazione
 
"Uhm… lui mi ha fatto sentire importante, facendomi credere che gli importasse qualcosa di me, e quando io ho… ceduto, bhe lui è scomparso. Non gli interessava niente di me, fin dal primo momento lui aveva puntato solo a quello"
 
Mi portai una ciocca di capelli dietro l'orecchio, abbassando lo sguardo, non volendo vedere il suo. Chissà cosa pensava di me… invece sentii due braccia avvolgermi. Alzai lo sguardo, incontrando il suo
 
"Lo sai che non ti farei mai una cosa del genere, vero?"
 
Sussurrò, non staccando i suoi occhi dai miei
 
"Si, lo so…"
 
Sussurrai, ripensando a quanto mi aveva fatto sentire un oggetto, di cui non appena ti stancavi buttavi via. Non ero arrabbiata o triste, mi sentivo quasi apatica nei suoi confronti e riguardo quell'esperienza; anche con le ragazze, Anita e Martha, non avevo mai pianto su questa cosa.
Notando il mio sguardo perso nel vuoto e la mia mente nei pensieri, richiamò la mia attenzione con voce triste
 
"Ei… stai tranquilla, piccola. Purtroppo capita di farsi un'idea sbagliata delle persone, ma dagli errori si impara"
 
Io annuii, rifugiandomi nel suo petto e nascondendo il mio viso nell'incavo del suo collo e aspirandone il profumo amarognolo. In risposta lui mi avvolse con le sue braccia, stringendomi più forte a lui
 
"Tranquilla, ci sono io qui con te"
 
Sussurrò, accarezzandomi la testa.
Restammo per tutta la notte abbracciati, lui con le braccia avvolte a me e il mio viso sul suo petto, ascoltando il suo battito tranquillo e regolare. Si era addormento dopo poco, tenendomi stretto vicino a lui, chiedendomi di restare con lui, e io avevo accettato. Stare vicino a lui mi faceva stare bene ma ogni cosa sua mi ricordava Stefan, era un continuo paragone con lui. Non capivo perché non riuscivo a smettere di pensarci… forse perché era scappato, senza dire niente, o forse perché mi aveva mostrato il suo lato debole e impaurito…
Avevo pensato e ripensato quella notte cercando di chiarire i miei sentimenti, ma senza riuscirci, o meglio, senza portarli dove volevo io. Sapevo che nel profondo io volevo Stefan, ma sapevo anche che non avrei mai potuto averlo come avrei voluto io, invece con Dave era tutto una certezza. Con il passare del tempo ero convinta che i sentimenti per Stef sarebbero scemati, lasciando crescere quelli per Dave. Mi addormentai dopo quello che mi era sembrata un'eternità, cullata dal respiro e dal battito di Dave.
 
Un movimento sotto di me mi strappò lentamente dalle braccia di Morfeo. Mi accigliai, girando la testa, e cercando di riaddormentarmi, ma una risatina soffocata me lo impedì. Aprii un solo occhio, alzando lo sguardo e incontrando due occhi dal colore del mare
 
"Buongiorno dormigliona"
 
Dave sussurrò, sorridendo. Io ricambiai, imbarazzata
 
"'Giorno"
 
Mugolai. Sentii il suo petto vibrare, facendomi realizzare che ero letteralmente coricata su di lui, come se fossi un koala, seduta sul suo stomaco e con le gambe ai lati dei suoi fianchi. Arrossii di colpo, facendolo ridere ancora di più e cercando di rotolare nel lato libero del suo letto, ma prima che potessi spostarmi le sue braccia mi avvolsero
 
"Dove pensi di andare?"
 
"Uhm… ti sto schiacciando"
 
Lui sorrise, alzando la testa dal cuscino e baciandomi la punta del naso
 
"Effettivamente sta notte ho avuto qualche difficoltà a respirare…"
 
Arrossii fino alla punta del naso, divincolandomi dalla sua presa e rotolando alla sua sinistra
 
"Però è stato bello averti così vicina"
 
Sussurrò, mettendosi su un fianco e fissandomi negli occhi. Portò un mano sul mio fianco, avvicinandosi e baciandomi le labbra. Chiusi gli occhi a quel gesto, posando una mano sulla sua guancia e avvicinandomi
 
"Non sono così pesante"
 
Sussurrai sulle sue labbra. Lo sentii sorridere
 
"Un piccolo elefantino"
 
Gli diedi uno schiaffetto sul braccio
 
"Ei!"
 
Procurandogli una risata che contagiò anche me
 
"Dave, che ore sono?"
 
Lui si girò, prendendo il suo cellulare dal comodino accanto al letto
 
"Le dieci e venti"
 
"Merda!"
 
Balzai in piedi, scendendo dal letto di corsa e osservando Dave che mi guardava con un sopracciglio alzato
 
"Cosa stai facendo?"
 
"Dave!! Tra poco abbiamo appuntamento con mio padre!!"
 
Lui sembrò realizzare, alzandosi di conseguenza e iniziando ad afferrare vestiti da terra e buttarli nella valigia
 
"Merda! Abbiamo dieci minuti! Ci vediamo di sotto"
 
Disse venendomi incontro e accompagnandomi alla porta, baciandomi la guancia prima di aprirla, lasciandomi uscire. Corsi in stanza e non appena vi entrai, chiudendomi la porta alle spalle, sentii bussare
 
"Gemma? A che punto siete?"
 
"Papà! Un attimo!"
 
Mi guardai intorno, afferrando la vestaglia e buttandomela addosso, per coprire i vestiti, e correndo alla porta. Mio padre si sarebbe arrabbiato molto se avesse scoperto che avevo dormito con Dave, anche se avevamo veramente solo dormito
 
"Uhm, scusa, mi sono appena alzata"
 
Dissi aprendo la porta e vedendo mio padre con già la valigia pronta in mano. Lui mi squadrò con un sopracciglio alzato
 
"Vestiti in fretta, ho un appuntamento di lavoro nel primo pomeriggio e non posso fare tardi"
 
Disse uscendo dalla stanza e facendomi tirare un respiro di sollievo, ma prima di andarsene si girò
 
"La prossima volta che vuoi nascondere qualcosa, fallo meglio. Posso vedere che indossi i vestiti di ieri"
 
Merda. Ero nei casini fino al collo
 
 
Il viaggio di ritorno fu silenzioso, mio padre si sedette davanti accanto a Dave, e io rimasi nel posto del passeggero al centro, guardando gli sguardi silenziosi di Dave, preoccupato della tensione in macchina.
Dopo qualche ora finalmente arrivammo nel nostro residence dove Dave posteggiò la macchina di fronte casa per poi venirmi ad aprire lo sportello. Mio padre scese velocemente, aprendo casa e girandosi a guardarci
 
"Dave è stato un piacere. Ringrazia ancora i tuoi. Una buona giornata"
 
Per poi girarsi e scomparire dietro la porta di casa, senza aspettare una risposta da parte sua. Sospirai, guardando Dave che aveva uno sguardo perplesso
 
"Non preoccuparti… gli passerà. Ha capito che non ho dormito in camera sta notte…."
 
I suoi occhi si spalancarono per lo stupore e si portò le mani davanti, scuotendole
 
"Non abbiamo fatto niente!! Oddio cosa penserà di me… "
 
Si portò le mani tra i capelli, cominciando a mormorare disperatamente
 
"Ei, ei! Calmati! Non preoccuparti, gli parlerò e si risolverà tutto. Non cambierà opinione su di te"
 
Gli misi le mani sulle spalle, cercando di calmarlo. Lui annuì abbassando lo sguardo
 
"Ok… ora vado a parlargli, ci sentiamo dopo"
 
Sussurrai, alzandomi sulla punta dei piedi e baciandolo a stampo, per poi prendere il mio bagaglio e rientrare in casa. Mi fermai sulla porta d'ingresso, salutandolo ancora una volta con la mano e aspettando che mettesse al macchina in moto per poi partire ed io entrare in casa, pronta ad affrontare il mio destino.
Non appena chiusi la porta di casa, subito sentii la voce severa di mio padre
 
"Sofia! In studio. ORA"
 
Posai il bagaglio all'ingresso, prendendo un profondo respiro e dirigendomi a passi lenti verso il suo ufficio. Non appena entrai, lo vidi seduto sulla sua poltrona con gli occhiali sul naso e un giornale sulle gambe. Appena alzò lo sguardo, si tolse gli occhiali e posò il giornale sul tavolino alzandosi e poggiandosi alla scrivania, tirando un sospiro
 
"Sophie…"
 
Lo interruppi, prima che potesse continuare
 
"Abbiamo solo dormito papà!! Stavamo parlando del più e del meno e ci siamo addormentati! Te lo giuro!"
 
Venne verso di me, abbracciandomi
 
"Lo sai che quello che faccio è solo per il tuo bene, vero?"
 
Io annuii sul suo petto
 
"Sei agli arresti domiciliari per una settimana, va bene?"
 
"Papà non sono più una bambina"
 
Lui ridacchiò, interrompendo l'abbraccio e guardandomi negli occhi
 
"Ai miei occhi sarai sempre la mia bambina, piccola gemma"
 
Per poi toccarmi il naso con fare giocoso, e a quel gesto gli sorrisi, roteando gli occhi
 
"Devo andare al mio appuntamento, Mela ti ha lasciato da mangiare. Ci vediamo sta sera, cercherò di tornare per cena"
 
Annuii, lasciandolo andare, per poi prendere la valigia e dirigermi in camera, iniziando a sistemare i vestiti e andando a fare una doccia. Non appena uscii dal bagno andai al balcone, con la speranza di vedere un movimento… di Stefan ancora nessuna traccia. Sospirai, richiudendola e andandomi a cambiare per poi pranzare.
   
 
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