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Autore: Meramadia94    23/11/2019    0 recensioni
Barba ha una figlia, Christina, sedici anni. L'unico affetto che gli rimane dell'amore della sua vita ed è l'unica ragione della sua vita oltre al suo lavoro.
Ma un giorno lei e una sua amica scompaiono dopo una festa. La squadra lavora di buona lena per scoprire cosa sia accaduto alle due ragazze prima che sia troppo tardi.
Genere: Angst, Avventura, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Amanda Rollins, Olivia Benson, Rafael Barba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Rafaèl.- fece Olivia versandogli da bere. Subito dopo l'udienza, si era diretto a casa di Olivia per raccontarle cosa era successo. Era l'unica persona con cui era abbastanza in confidenza e che potesse capire il suo dolore di padre. Sua madre era in ospedale con Chris. L'aveva chiamato per sapere com'era andata, e lui era stato molto vago. Non aveva ancora trovato il coraggio di dirle la verità. 
- Hai fatto quello che potevi.- 
- Dici? Non ho impedito al mio migliore amico di stuprare mia figlia.- fece Barba - e adesso non riesco nemmeno a garantirle che avrà giustizia.-
- Cerca di calmarti, ok?- fece Olivia - dimmi esattamente cosa ha detto il suo avvocato.- 
- Che Alex era convinto che fosse una escort maggiorenne e consenziente, che non poteva immaginare quanti anni avesse, e che il vero colpevole è chi l'ha rapita e vestita da prostituta.- 
- E per quanto mi secchi ammetterlo, da una parte ha ragione.- fece Olivia versandosi del vino - Alex non aveva il diritto di fare quello che ha fatto, ma è anche vero che se l'autista non avesse aggredito Abby e non avesse deciso di usare Chris come rimpiazzo, tutto questo non sarebbe mai accaduto.- 
Lo stavano ancora cercando.
Purtroppo Abby non ricordava niente della macchina che era passata a prenderla al PlayHouse se non che era nera e di grossa cilindrata, mentre Chris quando vi era salita era già fuori di sè per colpa dell'alcool quindi dubitava che ricordasse qualcosa della macchina o di chi c'era alla guida. Aveva detto che c'era un dettaglio di quella serata che però non riusciva a ricordare. Non avevano insistito sull'argomento, per darle tempo e modo di metabolizzare ciò che le era accaduto e che ormai fosse al sicuro. 
 - Poi che ha detto?- 
- Che è troppo strano che il candidato sindaco che i quartieri meno abbienti di New York e il '' popolo'' aspettava da anni sia stato coinvolto in uno scandalo simile.- fece Barba.
- Non ci credo. Ha invocato la teoria del complotto?- fece Olivia.
- Sì. E molti suoi sostenitori se la sono pure bevuta.- non sapeva infatti come aveva fatto a non strangolare il reverendo Curtis Scott. Lo aveva bloccato all'uscita dell'udienza per dirgli: '' Avvocato, vorrei che lei sapesse che sono affranto per quello che è successo a sua figlia, ma la prego di riflettere e di indagare a fondo su questa questione. Muñoz è una vittima delle circostanze tanto quanto lei''. 
Non poteva credere che quella discussione avesse avuto luogo. 
- Come fanno a difenderlo e a credere a quei discorsi da campagna elettorale?- fece Barba - Chris ha pianto, ha gridato e lo ha supplicato di lasciarla andare, e lui non si è fermato. Questi sono i fatti.- 
- Calmati.- fece Olivia - Vedrai che al processo salterà fuori la verità.- 
- E' proprio questo che mi preoccupa.- fece Barba - le ho promesso che quel bastardo l'avrebbe pagata cara, e adesso che le dovrei dire? '' Carinho, il tuo stupratore è un personaggio che sta molto simpatico ai lavoratori e probabilmente la farà franca se si dirà convinto che tu avessi diciotto anni, lo so che ti avevo promesso che sarebbe stato punito, ma così va il mondo''?
O che dovrà ripetere davanti a dodici sconosciuti e uno stuolo di osservatori della difesa quello che le ha fatto e di essere pronta ad essere chiamata bugiarda da uno che forse non ha mai visto?- 
- Ascolta, lo so che ora ti sembra impossibile...- fece Olivia - ma tu e Chris, insieme, riuscirete ad uscire da questo incubo.- 
- L'unico modo che conosco è vedere quel verme in prigione per il resto della sua vita.- fece Barba recuperando la giacca - Ho deciso di partire per un po'. Chris non può stare qui in attesa del processo, e non voglio che il lavoro mi porti via del tempo che posso dedicare a lei.-
Olivia sorrise - Rafaèl?-
- Sì?- 
- Sei un buon padre.- 
Barba sospirò - Un padre che non è nemmeno riuscito a salvare sua figlia.- 
...
...
...
- Lo sai tesoro?- fece Lucia Barba sistemando meglio i vasi di fiori e i cesti di pronta guarigione con i palloncini '' GET WELL SOON'' che le avevano spedito i compagni di classe, i professori e il preside. Nel pomeriggio era passata a trovarla Abby. Le due ragazze si erano abbracciate, per poi scoppiare entrambe in un mare di lacrime. La rossa aveva implorato il perdono dell'amica per averla trascinata nei suoi guai, seppur senza volerlo... ma Chris non era adirata con l'amica. Era troppo stanca e debole per avercela con chiunque.
- Il dottore ha dato a papà due buone notizie.
La prima è che non ti rimarrà nemmeno un segno.
E che tra qualche giorno puoi tornare a casa.- 
- Invece vorrei restare qui.- fece Chris - chiusa qua dentro.- 
Lucia si sedette vicino alla nipote per cercare di confortarla come poteva. 
- Tesoro, non ti dirò che so e che capisco come ti senti...- fece la donna carezzandole i capelli disdratati - ma non ti fa bene questo isolamento.- da quando si era sparsa la notizia del ritrovamento e del ricovero, erano venuti compagni di scuola e professori non solo di Manatthan ma anche di Brooklyn, colleghi ed amici di Lucia, altre persone che l'avevano vista crescere... Chris però non aveva voluto vedere o parlare con nessuno di loro dicendo che era molto stanca. Il che era vero, anche se non le sarebbe dispiaciuto passare del tempo anche con i suoi amici, ma non ci riusciva. Ogni minuto che passava da sveglia, indipendentemente da chi fosse con lei nella stanza o da cosa le stesse dicendo, non riusciva a cancellare dalla mente l'orrore che aveva appena vissuto. Non riusciva a cancellare dalla mente l'uomo che per anni aveva chiamato '' zio'' sopra di lei, quelle mani sul suo seno e le sue gambe, l'alito pesante sul collo mentre ansimava come un maiale, e la sua voce che rispondeva alle sue suppliche di smetterla dicendo che se voleva giocare a fare la verginella difficile allora l'avrebbe fatta contenta, per poi dirle appena finito di fare il suo comodo '' La migliore scopata della mia vita'', ed ogni volta non faceva che domandarsi perchè le avesse fatto una cosa simile. 
- Non ce la faccio nonna.- fece Chris - Ho ancora davanti agli occhi quell'immagine... non va via...- 
- Presto andrà via.- fece Lucia - Ci vorrà del tempo, e dovremo lavorarci su, ma presto riuscirai a riprenderti la tua vita. Io, tuo padre, non ci sarà un solo passo di questo recupero che farai da sola.- 
Chris si sforzò di sorridere.
- Ti spiace lasciarmi sola? Sono molto stanca, vorrei dormire.- fece Chris.
- Certo piccola.- fece la donna - Vado a comprare qualcosa  da mangiare. Se hai bisogno basta che tu prema il pulsante.- 
Chris annuì prima di chiudere gli occhi ed accoccolarsi.
...
...
...
- Scusi.- fece Alex Muñoz, camuffato in modo tale che nessuno potesse riconoscerlo con il pacchetto di una pasticceria sotto braccio, all'infermiera di turno alla reception - La stanza di Christina Barba, per favore.- 
- Lei è?- fece la donna. 
- Suo zio.- 
La donna controllò prima di dire - Stanza 310.- 
- Grazie.- fece Alex incamminandosi verso la stanza della ragazza. Quando arrivò, Chris era pacificamente addormentata, raggomitolata su un fianco e il braccio a cui era attaccata la flebo era fuori dal letto. Poggiò la scatola sul comodino ed iniziò ad accarezzarle la guancia.
- Disculpame, Carinho...- mormorò. 
In quel momento Chris spalancò gli occhi che per il terrore divennero vitrei.
L'uomo che l'aveva stuprata era nella sua stanza d'ospedale. 
- Che diablo ci fai qui....?- fece la ragazzina con il cuore che le scoppiava per la paura - PAPA'!!! NONNA!!!- urlò.
Alex, in preda al panico le tappò la bocca, sbattendola sul letto. 
- Ascolta, ti devo parlare....-
...
...
...
Proprio in quel momento, al Mercy General Hospital, entrava Barba il quale incontrò il detective Carisi con un fagotto in mano. 
- Che ti sei portato dietro?- 
- Gliel'ho detto.- fece Sonny - Mia madre ha preparato un dolce a Chris. Spero che le piaccia la crostata di mirtilli.- 
Barba sorrise - Che pensiero gentile. Ringrazia tua madre da parte mia.- 
- Può dirglielo lei stesso.- fece Sonny - Vorrebbe invitarvi entrambi a cena una di queste sere.- 
- Davvero?- fece Barba sorpreso. 
Sonny annuì - Può stare tranquillo. Mi assicurerò personalmente che le mie sorelle si contengano e se mio padre prova a dire qualcosa lo appendo al muro con le mie mani.-
- Penso che Chris ne sarebbe molto felice.- fece Barba - Ha bisogno di un po' di tranquillità dopo tutto quello che è successo... il tempo di organizzare la partenza, e se per tua madre va bene verremo la sera prima.- 
- Certo.- fece Sonny. 
- A proposito... volevo ringraziarti per il tuo contributo.- fece Barba - se non fosse stato per la tua testardaggine e la tua mania per i dettagli, forse non l'avremmo mai trovata.- 
- Ma si figuri.- fece Sonny - Ho fatto solo il mio dovere. Sono solo contento che sia finita bene.-
- Finirà ancora meglio quando il cattivo verrà condannato e messo in prigione.- fece Barba - I giurati adorano le tesi complottistiche, ho il terrore che se la bevano.- 
- Ma i giurati non sono stupidi.- fece Sonny. O almeno lo sperava. -  Chris è sotto l'età del consenso ed era incapace di intendere e volere quando un uomo adulto ha avuto rapporti con lei. Non si possono mica processare le intenzioni.-
Barba fece per dire qualcosa ma si fermò.
Aveva sentito qualcosa che somigliava al pianto venire proprio dalla stanza di sua figlia. Accellerò il passo, seguito dal poliziotto, pensando però che non doveva e poteva essere nulla di grave, forse Chris stava sfogando il suo dolore oppure aveva avuto un incubo...
Quando spalancò la porta si sentì gelare il sangue nelle vene, e Carisi lasciò cadere quello che aveva in mano.
Alex teneva bloccata Chris sul letto che tentava di opporsi come poteva, senza riuscire a smettere di piangere. Con un braccio cercava di tenerlo lontano, con l'altro cercava di arrivare al pulsante per richiedere aiuto.
Continuava ad agitarsi, ed Alex la prendeva a schiaffi.
E a quel punto Barba non ci vide più. Si avventò su Alex come una furia, e lo attaccò al muro, sbattendocelo contro più volte.
- COSA DIAVOLO LE VOLEVI FARE???? CHI TI HA DATO IL PERMESSO DI VENIRE QUI???-
- Chris...- fece Sonny avvicinandosi alla ragazzina che tremava come una foglia - Come va, tutto bene, non sei ferita vero...?- la ragazza fece per aprire bocca ma riuscì solo a boccheggiare come un pesce rosso. 
- TI HO FATTO UNA DOMANDA!!! RISPONDI E PER UNA VOLTA NELLA VITA Dì LA VERITA'!!!-
- Niente, ti giuro non volevo farle del male...Io ero solo venuto per chiederle perdono...- fece Alex indicando la scatola della pasticceria. Dentro c'erano i biscotti a forma di animaletti che era solito comprarle quando era bambina. La guardò con gli occhi pieni di lacrime - Chris... ti prego dimmi... mi vuoi ancora bene? Mi vuoi ancora un po' di bene....?- chiese speranzoso.
Chris rispose con rabbia e gli occhi che le bruciavano per le lacrime - Io ti volevo bene!!! Io mi fidavo di te, e ti ho chiesto di smettere e tu ti ricordi cosa mi hai detto? Che se ci tenevo tanto a fare la difficile saresti stato al gioco!!!- 
- Io ti ammazzo...- fece Barba - Io stavolta ti ammazzo davvero...- 
Sonny dovette intervenire per toglierglielo dalle mani. Intanto, la confusione aveva attirato qualche infermiera, un paio di pazienti e gli addetti alla sicurezza. Fu a questi ultimi che il detective italo-americano affidò il cubano, chiedendo loro di trattenerlo per un po', finchè non fosse passato a prenderlo per portarlo in centrale. 
Barba cercò di seguirlo, e Sonny gli si parò davanti per bloccarlo. 
- Per favore, lasciami da solo per cinque minuti con quel figlio di puttana. Solo cinque minuti.- 
- Avvocato, non è in sè, per l'amor di Dio, non faccia qualcosa di cui potrebbe pentirsi presto...- 
- Lasciami. Solo cinque minuti con quel bastardo, voglio che sappia come ci si sente nelle mani di qualcuno che non ha pietà...- 
SCIAFF!!!
L'avvocato guardò il poliziotto di sottecchi, mentre si massaggiava con una mano la guacia offesa.
Sonny lo guardava con aria di rimprovero. 
- E dopo?- fece Sonny - Lo sa quanto le costerebbero quei cinque minuti? Un'intera carriera e la libertà.- 
- Credi forse che me ne importi qualcosa?- fece Barba - credici o meno, non ho paura per me.- 
- Lo so. E se ora lo massacra di botte forse si sentirà meglio per un giorno, forse due, o magari per una settimana, ma poi verrà chiamato a rispondere delle sue azioni... non potrà stare vicino a Christina se gli avvocati di quel figlio di puttana sporgono denuncia, e sua figlia oltre a dover convivere con il ricordo di quello che le è stato fatto, dovrà fare i conti con il senso di colpa di averle distrutto la vita.
Non la costringa ad affrontare anche questo. Ha già sofferto abbastanza.- 
A quel punto Barba si calmò. 
- Che cosa devo fare...?- 
- Le stia vicino. A quel bastardo ci pensiamo noi.- fece Sonny per poi allontanarsi. Barba rientrò nella camera della figlia.
Chris continuava a piangere, abbracciata al cuscino.
Le si avvicinò con cautela, temendo che iniziasse a strillare anche contro di lui, che gli rinfacciasse di non averla protetta nemmeno stavolta o che semplicemente, come molte vittime di abusi, avesse paura di qualunque persona appartenente alla categoria del proprio stupratore.
Christina invece tese le braccia verso di lui e lui la strinse forte tra le sue braccia - Carinho.... stai tranquilla... è tutto a posto... papà è qui con te.- 
Christina singhiozzò prima di dire - Voglio tornare a casa.-
- Certo. Appena i medici dicono che puoi uscire...- 
- No, subito. Per favore.- fece Chris con gli occhi spauriti e la voce supplichevole. Era terrorizzata. E suo padre non poteva certo biasimarla. Una volta fuori da quel pozzo e l'averle assicurato che sapevano tutto quello che le era capitano pensava che finalmente avrebbe potuto godersi un po' di meritata pace e invece appena si ritrovava da sola in ospedale, nel posto in cui era entrata per uscire con le sue gambe e in cui non avrebbe dovuto succederle altro, l'uomo che l'aveva violentata veniva a farle visita per traumatizzarla ancora.
- D'accordo...- fece Barba carezzandole la testa - mi faccio preparare i documenti per l'assunzione di responsabilità e poi andiamo via. Nel frattempo cerca di riposare.- 
Chris annuì, ma non lasciò il braccio del padre, ancora troppo spaventata per lasciarlo andare. Barba decise così di rimanere con lei almeno fino a quando non si fosse addormentata e la accompagnò tra le braccia di Morfeo cantandole '' Hallelujha''.
  
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