Fumetti/Cartoni europei > Code Lyoko
Segui la storia  |       
Autore: Blue_Wander    23/11/2019    3 recensioni
"XANA aveva scoperto dalla rete che c'era solo una cosa in grado di distruggere per sempre il bene: l'amore del male. E quale migliore simbolo d'amore se non un figlio? Il problema era che lui non sapeva amare, non poteva nemmeno provare sentimenti. Questo gli ha sempre impedito di vincere[...]. Però, per ANAX, il tempo era passato e questo andava contro ogni regola del mondo virtuale."
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La pioggia aveva cominciato a scendere copiosa, ma era già un traguardo il fatto che non nevicasse.
Non era mai successo, ad Emy, di dormire con un’amica: i suoi genitori non glielo avevano mai permesso in passato. Però, quando quel lunedì mattina si svegliò, trovò il volto della sua amica dai morbidi e voluminosi capelli rosa su un letto poco distante dal suo.
Era, effettivamente, la prima notte che Emy passava nella stanza di Aelita, la quale sarebbe rimasta una fedele compagna di stanza per tutto il suo alloggio al Kadic. Tutto quello grazie al suo ragazzo. Non poté fare altro che ritenersi la ragazzina più felice di tutta la scuola.
La giovane scese dal letto, regalando un tenero bacio a Cookie, per poi infilare le pantofole bianche, avvicinandosi all’armadio, aprendolo e guardando il suo riflesso nello specchio attaccato all’interno dell’anta. Fortunatamente era riuscita, in una sola serata, con l’aiuto di Odd e di Ulrich, a trasferire tutte le sue cose nella stanza nuova ed era stata una fortuna, perché non avrebbe sopportato di sentire la voce Sissi per un altro minuto ancora. Sospirò, cercando di sistemare al meglio i capelli, legati in due trecce dopo la doccia della sera prima, togliendo gli elastici stretti e passando le mani sulla cute per creare volume, dando un effetto mosso quasi naturale. Invidiava Yumi: lei aveva i capelli così lisci e morbidi che non aveva nemmeno il bisogno di passare la piastra. “Eppure, bisogna prendersi tanta cura dei capelli corti.” Pensò la mora, scegliendo un paio di jeans dall’armadio che divideva con Aelita.
In ogni caso, una volta pronta, cercando di non svegliare l'amica, uscì dalla stanza, sapendo bene che Lukas sarebbe stato in aula prima degli studenti. Voleva andare a salutarlo e poi, dopo, avrebbe aspettato la sua migliore amica Yumi come tutti gli altri giorni.
Attraversò il corridoio e scese le scale velocemente, sistemando di continuo sulla spalla la borsa preparata la sera precedente. Aprì la porta che dava sul cortile interno, collegando l’edificio dei dormitori a quello delle aule. Pioveva.
-Ma davvero?- sussurrò, pensando all’attenzione che aveva impiegato nel curarsi dei suoi capelli
-Non hai davvero perso l’abitudine di parlare da sola.- rispose qualcuno alla sua destra.
Emy stirò le labbra nell’udire quelle parole da quella voce così calma e profonda. –Buongiorno anche a te.- arrossì, cercando di mantenere lo sguardo fisso sull’uomo che si era posizionato davanti a lei con un ombrello in mano, riparandosi dalla pioggia incessante.
-Ma come fai a non accorgerti che piove?- alzò un sopracciglio, lasciando l’imbarazzo della minore aumentare a dismisura. Il ragazzo sbuffò, sentendosi in colpa quel minimo per cambiare argomento. –Sono venuto solo per salutarti: questa mattina la classe ha una verifica e io non posso dilungarmi.
La giovane strinse nella mano piccola la manica della giacca –fin troppo leggera- dell’uomo, mantenendo lo sguardo basso. –Quindi neanche oggi puoi dedicarmi del tempo?
Il moro sospirò. –Emy.- la chiamò, alzandole la testa, piano. –Devo dirti una cosa e vorrei che mi ascoltassi. Ma ora non posso farlo, ho poco tempo e non capiresti.- le accarezzò la guancia destra, coinvolgendo nel gesto anche qualche ciocca di capelli, presi dentro per goffaggine. –Il lavoro è sempre venuto dopo di te, sempre. Ma se non faccio questo genere di cose, mi butteranno fuori.
-Troveresti un altro lavoro in un batter d’occhio.- rispose lei sottovoce, venendo comunque sentita.
-Non basterebbe.- ribatté lui, sorridendo e poggiandole un dolce bacio sulla fronte. –Questo lavoro lo tengo solo per te, amore mio.

-Bene ragazzi.- cominciò la professoressa, mostrando su una lavagna luminosa il volto di un uomo. -Qualcuno sa chi è questa persona?- concluse, sorridendo.
Emy e Yumi si scambiarono un'occhiata sospetta. Chi diavolo doveva essere quel tipo? E perché centrava con il programma sui polimeri artificiali che stavano studiando?
Tutta la classe si guardò intorno, imbarazzata. Nessuno sapeva, ovviamente, la risposta.
-Classe, vi presento Charles Goodyear. L'inventore ufficiale della vulcanizzazione della gomma.- la Hertz sorrise ancora di più. -Un imbroglione.- la classe cominciò veramente a prestare attenzione. -Questo è un piccolo extra del programma. Ovviamente non lo avrei affatto aggiunto se la verifica fosse andata bene.- l'insegnante prese un respiro profondo. -Immagino che così imparerete l'importanza di prepararsi per i compiti in classe senza imbrogliare.- continuò, guardando verso alcuni alunni. -Prima di continuare la storia del protagonista di oggi, voglio rammentarvi che non importa se prendere zero oppure il massimo, l'importante è che avete imbrogliato. La scuola non vi insegna solo a preparare la vostra conoscenza per il futuro, ma anche ad essere onesti e a prendere le vostre responsabilità.- fece una piccola pausa. -In ogni caso, voglio una presentazione a coppie su Goodyear per la prossima settimana.
Emy guardò immediatamente verso Yumi, scoprendo che anche la ragazzina la stava guardando. Ovviamente avrebbero esposto il lavoro insieme.
-Goodyear rese difficile la vita a chiunque gli stesse intorno. I primi furono, certamente, i familiari. Pensate che i suoi figli, che avevano circa la vostra età o anche meno, erano costretti a lavorare per lui in pessime condizioni igieniche. In casa di quello sbruffone c'era gomma ovunque, persino nel cibo.- la Hertz fece una piccola pausa, guardando i suoi studenti pendere dalle sue labbra e abbozzando un sorriso sghembo. -Rubava persino le idee ai suoi dipendenti, promettendo pagamenti a chiunque. Indovinate quante persone ricevettero soldi da lui. Zero.- fece un bel respiro profondo, sottolineando il suo disappunto. Nel frattempo cambiò fotografia, mostrando sempre un volto, ma diverso dal precedente. -In realtà questo scialacquatore è famoso solo perché, trentotto anni dopo la sua morte, Seiberling, quest'altro signore, aprì un'azienda con il suo nome. Questa persona non conobbe mai Goodyear e fu questo il motivo della sua ammirazione, credetemi.
Quella volta fu Yumi a guardare Emy. Non capiva perché la Hertz stava spiegando loro la storia di quel tipo se lo odiava così tanto. L'amica scosse le spalle, quasi le leggesse nel pensiero.
-Durante gli anni trenta dell'ottocento, la frenesia della gomma era diventato un punto cardine: il primo in grado di modellarla sarebbe diventato milionario. Indovinate a chi toccò questa sorte.
-Goodyear?-domandò qualcuno dal fondo della classe, suscitando un brusio generale.
La professoressa rise. -Ve l'ho detto. Goodyear era un imbroglione. Gli imbroglioni non ottengono nulla, alla fine.- la classe si ammutolì nuovamente. -In ogni caso quell'uomo riuscì, in parte, ad avere ciò che voleva. Rubando progetti a destra e a sinistra ed avendo parecchi problemi legali, è finalmente riuscito ad avere il brevetto per il progetto a cui aveva dedicato la sua intera esistenza. Sapete cosa lo ha fregato? La vulcanizzazione della gomma è estremamente facile da realizzare, una volta capita.
La classe, sconvolta, si scambiò sguardi sorpresi. Per una volta, il vero bene aveva vinto.
In realtà, per Yumi ed Emy non era una novità: sapevano entrambe da tempo che l'oscurità, prima o poi viene sconfitta dalla luce. Il problema era che, in quel momento, quello che per una era il bene, per l'altra era il male. A nessuna delle due era chiara la vera situazione.
Dal canto suo, la professoressa Hertz, era consapevole del fatto che una linea definita tra ciò che è buono o cattivo non c'era davvero e che sono i fatti come ci vengono raccontati che ci fanno prendere una posizione, facendoci etichettare subito le due parti; come se fosse tutto basato su una scacchiera, dove le parti nere delimitano quelle bianche e viceversa.

Lukas non avrebbe potuto vedere Emy nemmeno volendo per tutti quegli stramaledetti impegni che lo bloccavano. E la giovane lo sapeva, per questo si era rifugiata in biblioteca, così da cercare qualcosa in più su quel tipo di cui la Hertz aveva parlato, Goodyear. L'aveva subito colpita: per una volta un personaggio storico non era stato lodato come se fosse una divinità, ma, al contrario, deriso per come aveva vissuto. Voleva approfondire quel che riguardava quel bizzarro uomo che, per la sua insegnante, non era nulla di più che un sempliciotto imbroglione, che si vantava di meriti non propri e che truffava i suoi dipendenti.
Emy guardò senza attenzione tra gli scaffali della biblioteca, intenta a pensare a quanto potessero affascinarla quel genere di cose, quando, mentre camminava, rischiò di cadere, inciampando su un libro appariscente, con una copertina rossa e un'automobile disegnata sopra, che, al posto delle ruote, aveva delle strutture chimiche. “C'era una volta un polimero” diceva il titolo.
La mora, una volta raccolto dal pavimento, lo sfogliò leggermente. Quel libro parlava indubbiamente di gomme visto che erano proprio quelle che mancavano nella figura sul davanti. Quello voleva dire solo una cosa: un capitolo dedicato a Charles Goodyear.
Emy aveva ragione: ce n'era uno lunghissimo su di lui.
La giovane guardò fuori dalla finestra e notò che pioveva ancora. Si avvicinò ad uno dei piccoli tavoli nascosti dietro le librerie e si mise, un po' per volta, a leggere le pagine di quel piccolo libro, fino ad una delle ultime che, con sua grande sorpresa, parlavano di un personaggio che la professoressa Hertz non aveva nemmeno nominato: Clarissa Beecher, la moglie di Charles.
Finché Goodyear visse, la moglie Clarissa gli fece da assistente e lo accudì, sostenendolo e affrontando qualsiasi privazione a cui era costretta a sottoporsi per via delle fissazioni di Charles. Clarissa era di nobili origini e, purtroppo, morì precocemente a 49 anni, in condizioni ben differenti da quelle in cui aveva sempre imparato a vivere.” raccontava il volume, facendo trasparire la compassione adatta a quel personaggio. “A Goodyear, però, non importò. Lui voleva raggiungere uno scopo, ma di certo non poteva farlo senza nessuno al suo fianco pronto a credere in lui, così, senza indagare sulle cause di morte di Clarissa, si risposò con una ragazza molto più giovane di lui, con un corpo sano e morbido per appagarlo, in modo da poter anche contare sul fatto che non si sarebbe ammalata facilmente. Fanny Wandell, conosciuta a Londra, prese il posto di Clarissa senza che Goodyear notasse la differenza visto che gli rimase accanto anche lei fino alla morte, prendendosene cura amorevolmente. Goodyear non fu fortunato negli affari, ma lo era stato con le donne. Il perché rimane ancora un misero per tutti i biografi.” concluse il paragrafo.
Emy chiuse il libro, allontanandolo leggermene, alzandosi dalla sua postazione e, come ipnotizzata, si incamminò verso la scrivania dove, solitamente, la bibliotecaria, in quel momento assente, stava seduta con quella sua fastidiosa gomma da masticare. Prese la lista con i titoli dei libri dal cassettino posto sotto al tavolo, portandoselo davanti agli occhi, cercando tra i libri autobiografici che iniziassero con la lettera C e, poco più sotto uno di Goodyear, ne trovò proprio uno che raccontava di Clarissa. “Perfetto” pensò, affrettandosi a mettere via quel foglio e a prendere quel libro. Dopo aver dato una rapida occhiata a tutti i volumi dello scaffale della categoria “Autobiografie” trovò quello su Clarissa e, senza perdere altro tempo si diresse nuovamente al suo tavolino nascosto parzialmente dai libri e si mise a leggere, saltando però tutta la parte che raccontava della sua relazione con Charles. Emy voleva sapere quello che l'aveva spinta tra le braccia di quell'uomo che, in realtà non sembrava nemmeno calcolarla più di tanto.
Clarissa era sempre stata brava a nascondersi e rendersi trasparente. Ecco perché Goodyear non la trovava un peso o un fastidio.” diceva il libro. “Questa era una delle cose che aveva imparato a fare da piccola, quando aveva paura di qualcosa ed era costretta a fingere di non esistere. La sua vita non era mica come quella di un normale ragazzino di oggi. Chi non risolve i propri problemi adesso ha paura, ma prima, chi scappava, voleva solo sopravvivere. Ed era quello che Clarissa aveva imparato a fare.” Emy fece una piccola pausa dalla lettura, alzando leggermente gli occhi per guardare se stesse ancora piovendo. Pioveva ancora. “La vita della giovane di casa Beecher, inizialmente, era minacciata da una serie di uomini apparentemente nobili, visti gli abiti costosi che solo le persone altolocate potevano permettersi. Questi signori venivano chiamati Faragok da chi li conosceva, ma, il loro nome, appunto, non prometteva nulla di buono. Infatti, tradotto, vuol dire 'Colui che intaglia' e, questo, perché, prelevavano i bambini nobili e li sottoponevano a torture con l'utilizzo di piccoli pugnali, tagliandogli dei pezzi di pelle ogni volta che non gli davano le risposte che pretendevano.” Emy si ritrasse, quasi scottata, e il libro si richiuse da solo. Quella faccenda le ricordava quello che stava vivendo lei stessa.
Prese il cellulare per guardare l'ora, quando, in un momento, lo schermo divenne morbido e umido, facendo tornare la mora a sorridere. -Lukas...- sussurrò. Si alzò di scatto e cercò un posto appartato dove nascondere il cellulare così da andare a riprenderlo subito dopo essere uscita da Lyoko, sapendo bene che sarebbe comunque tornata sulla terra passando dagli scanner della fabbrica abbandonata.
Dopo aver posizionato il cellulare su uno scaffale ricolmo di libri sulla matematica e sulla fisica -impolverato e sporco visto che nessuno li consultava mai- mise un dito sullo schermo ancora fluido, per poi immetterne altre due e, infine, tutta la mano, venendo tirata dentro da una forza che, ormai aveva iniziato a conoscere.
Chiuse gli occhi per la sensazione nauseante che aveva sempre provato quando passava tra i due mondi, ritrovandosi stretta tra le braccia del ragazzo che l'aveva richiamata lì, ormai, senza la maschera a coprirgli il viso che, però, a differenza del mondo reale, mostrava una piccola cicatrice sulla guancia sinistra. “Strano” pensò la ragazzina “Jeremy ha detto chiaramente che ogni segno di Lyoko scompare per sempre appena devirtualizzati.
-Emy, tutto bene?- chiese il ragazzo, destandola dai suoi pensieri, osservandola stranito. -Cosa stai guardando?
La ragazzina ci pensò un attimo: non voleva dirglielo e magari poi farlo rimanere male. In realtà, quel piccolo sfregio le piaceva, conferiva all'uomo un senso di umanità nel volto che Emy aveva sempre reputato senza macchia, senza imperfezioni. Con quel segno si sentiva più simile a lui. Alla fine optò per raccontargli la verità. -Quella.- rispose solo, sfiorandola, non sentendo un vero e proprio solco, ma solo una piccola irregolarità.
Il moro abbassò lo sguardo, sospirando appena e facendosi sfuggire un verso sorpreso. -Non farci troppo caso, è la punizione di ANAX per essermi fatto scoprire.
-Lukas, ma è terribile! Non è nemmeno stata colpa tua, sono stata io a...
Il ragazzo la interruppe. -Ethan. Devi chiamarmi Ethan qui, ricordi?- le sorrise, guardandola fare un'espressione incredula. -Vieni.- continuò, prendendole la mano. -Troviamo un posto dove sederci; devo parlarti di una cosa importante.
Emy lo seguì in silenzio. Il Settore Deserto cominciava a infastidirla, soprattutto per tutta quella sabbia che veniva alzata dalle mante che, tranquille, sorvolavano la torre a cui Lukas la stava portando. Era così strano che non la stessero combattendo: era come se il giovane uomo la stesse proteggendo solo con la sua stessa presenza. Però Emy notò che, in realtà, il moro non stava affatto prestando attenzione ai mostri sopra le loro teste e, di conseguenza, non era lui a proteggerla. Per un attimo le sembrò come se fossero le mante stesse a volerli proteggere entrambi.
Lukas si fermò poco prima della torre, su un piccolo cumulo di sabbia che la ragazza, in realtà, non aveva mai notato. -Emy, c'è una cosa che penso tu debba sapere ed è da un bel po' che cerco di dirtela senza mai riuscirci.- prese un bel respiro, ma, durante la sua pausa, fu la ragazza a prendere parola.
-Per caso ha a che fare con ANAX e con la misteriosa chiamata dell'ultima volta?
Il ragazzo sgranò gli occhi. -N-no. Perché questa domanda?
-Questo mi basta.- rispose lei, lasciandogli un veloce bacio sulla guancia. -Almeno per ora, credo. Quindi, cosa volevi dirmi?
Lukas si passò una mano tra i capelli. -Riguarda il mio passato.- rispose, guardando la pensante costrizione legata alla sua caviglia, come se fosse uno schiavo costretto ai lavori forzati.
Emy posò una mano su quella più grossa di lui. -Lyoko non è un buon posto per parlarne, vero?
-Ma che dici?- le chiese, guardandola leggermente irritato.
-Te lo leggo negli occhi: per te è difficile spiegare che legame hai con questo mondo.- la giovane fece una piccola pausa in cui non ottenne risposta. -Non preoccuparti, lo capisco. Me lo dirai quando lo vorrai davvero.
L'uomo guardò la giovane al suo fianco, così innocente e buona. Si era deciso, doveva dirglielo. Aprì la bocca per parlare con lei, ma ne uscì solo un respiro strozzato. Le mante che prima sorvolavano tranquille l'eterno tramonto fittizio, avevano emesso degli stridii fastidiosi e, contemporaneamente, avevano cominciato a puntare la giovane seduta al suo fianco che, d'impulso, aveva stretto in modo più forte e spaventato la mano del moro.
Lukas si alzò in piedi, copiato da Emy. Le prese entrambe le mani, chiedendole di chiudere gli occhi e di fidarsi di lui, ottenendo un semplice gesto del capo come approvazione. -Ana tablur lak- sussurrò, facendo subito alzare la sabbia attorno alla ragazza, che formò una specie di gabbia invisibile, mentre delle pareti di cristallo uscivano dal pavimento, imprigionando la mora all'interno.
Lukas proprio non capiva: non c'era nessuna torre attiva, quindi come poteva ANAX attaccare gli umani? Anche se, effettivamente, non poteva avere la certezza che sulla terra stesse succedendo qualcosa. Lui aveva portato Emy su Lyoko e ANAX ne aveva il controllo. Ma qualcosa non quadrava: perché proprio in quel momento? Perché ANAX non voleva che Emy sapesse? Di certo non era intervenuta quando lo aveva saputo Aelita.
Il giovane salì su uno dei mostri volanti con un balzo, toccandogli l'occhio di XANA nel terzo anello, quello più centrale, facendolo dissolvere come se non fosse mai esistito. Nel mentre, altre due Mante cercarono di colpire la gabbia di cristallo che proteggeva la loro preda, ma vennero polverizzate istantaneamente allo stesso modo della loro gemella precedente.
Lukas si guardò le spalle, sentendo i colpi di almeno tre Crab puntati addosso. -Ci mancavano solo questi qui.- sussurrò, quando constatò che i vari mostri erano molti più di tre. Materializzò una lama incantata con il potere di riuscire dove aveva precedentemente fallito, impugnandola con la mano destra, facendola roteare per parare i colpi dei quattro Block che si erano palesati insieme ai tre Crab. Le catene attaccate ai pesanti gioielli tintinnarono, ormai era abituato a quel rumore fastidioso. Eppure, se c'era qualcosa in cui Lukas era bravo quando vestiva i panni di Ethan, era dimostrare di essere il più forte di Lyoko.
Si avvicinò con uno scatto al primo dei mostri quadrati e ci saltò sopra, saltando nuovamente più in alto per atterrare sul guscio di uno dei Crab. Schioccò le dita, sperando che funzionasse, ma, con suo disappunto, ANAX lo aveva privato anche di quel potere. Ora non aveva più il controllo di Lyoko.
Infilzò il mostro su cui era appoggiato, raggiungendo gli altri due con un balzo, devirtualizzandoli rispettivamente con una delle formule che aveva imparato e un fendente della lama evocata poco prima. Il Block su cui era saltato all'inizio era ancora stordito e non capiva bene dove colpire, finendo per colpire uno dei suoi compagni che, a sua volta, lo eliminò. Erano rimasti solo gli ultimi due mostri.
Ed Emy guardava tutto dalle pareti cristalline, talmente sottili da sembrare ghiaccio.
Ethan era così agile, in confronto lei si sentiva una nullità. Non sarebbe mai riuscita ad affrontare da sola sette mostri di Lyoko controllati da ANAX. Lei era così potente e sotto questo aspetto la spaventava. Come poteva punire il suo unico alleato senza alcuno scrupolo? Lukas aveva scelto il male perché gli stava a cuore la causa di quell'arpia digitale. Causa che la giovane non aveva ancora capito. Eppure, chi aveva stabilito che i Lyoko Warriors fossero effettivamente il bene? Da quando credeva nella linea netta tra luce e oscurità? Sapeva meglio di chiunque che anche chi sbaglia, a modo suo, è nel giusto.
Dopo aver eliminato gli ultimi due mostri rimasti, Lukas, si incamminò verso la gabbia della mora, dissolvendola subito dopo averla toccata leggermente. Le quattro pareti sparirono, lasciando Emy tra le braccia del suo demone con le ali piumate. -L'importante è che sono riuscito a proteggerti.- le sussurrò all'orecchio, stringendola a se. Emy non rispose anche se aveva davvero troppe cose da dire. Forse, però, fu proprio per quello.
In ogni caso, Ethan, guardò il cielo. Ancora non capiva.

Emy entrò in camera sua e di Aelita subito dopo essere passata a prendere il suo cellulare in biblioteca. La prima cosa che fece fu buttarsi sul letto, sospirando leggermente. Era così stanca, sentiva le palpebre chiudersi e cercò di assecondare quel desiderio. Il cuscino era morbidissimo e le coperte fin troppo calde per resistere alla necessità di dormire. Appena chiuse gli occhi l'immagine della bambina, Clarissa Beecher, le tornò in testa. Si alzò di scatto, prendendo il cellulare e cercando tra i contatti recenti il numero di Teo. Emy pregò che rispondesse in fretta. In realtà il ragazzo non rispose affatto.
La ragazza sbuffò e si infilò nuovamente sotto alle coperte, per poi venire disturbata da una voce che chiedeva di entrare. -Entra.- rispose lei.

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Code Lyoko / Vai alla pagina dell'autore: Blue_Wander