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Autore: LadyLigeia07    25/11/2019    0 recensioni
Una lettera d'amore.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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Castelli in aria
 
A Lily:

Forse un giorno sarai capace di ricordarmi senza amarezza come anch’io dopo tanti anni sono in grado di ricordarmi di te. Gli anni sono stati praticamente spazzati via dal vento di nuove esperienze. Non ho più rancori da serbare verso nessuno. Gli anni hanno ripulito quel grumo di risentimento e dolore che il mio cuore albergava dopo che ci siamo separate. Mi ricordo tutto come se fosse ieri e non trent’anni fa, e tutto sembra incredibile. Il mondo non è più lo stesso ma io ancora conservo ogni pezzo di memoria come un caro tesoro, e le memorie della mia giovinezza sono quelle per me più intense. Ricordandoti in ogni cosa come faccio adesso posso spiegarmi meglio i sentimenti che avevo verso di te. Ancora posso vedere la tua giovane figura mentre percorri le vie della città che tanto amavamo. Avrei sempre voluto riscoprire quegli angoli dopo tanti anni ma non riesco più ad andare di là, e solo con la mia mente rivedo i percorsi e le strade. Luoghi splendenti sotto la luce della luna e ora illuminati di nuove riflessioni, qualsiasi sentimento oscuro o non conforme scacciato via per sempre. Solo così posso visualizzare qualsiasi angolo di mistero finalmente rischiarato, e solo dopo posso scorgerti dietro quell’amato albero in quel parco dal sapore esotico che amavamo così visceralmente. Le alte torri di edifici barocchi, il tuo vestito verde con le maniche corte, i capelli rossi al vento. Con un po’ di sforzo posso scorgere il tuo viso dai lineamenti così delicati, quasi infantili, così femminei nella loro dolcezza da commuovermi e rapirmi il cuore. Un tuo sguardo mi trapassava l’anima da parte a parte come una freccia infuocata di puro amore e fatale desiderio.

Quanto mi sei mancata lungo tutti questi anni. Adesso che mi ritrovo di fronte ai miei ricordi più vividi e ai quali non voglio più rinunciare, posso finalmente parlare di tutto quello che per me tu significavi. La vita e la giovinezza, anima e speranza. Eri tu la mia vita adorata, eri tu il mio raggio di sole nel tardo autunno, il mio scorcio di solitarie spiagge alla luce della luna. Tutto in te è un ricordo di vita, amore mio. Mi guardo indietro nel tempo, ricordando gli avvenimenti ai quali abbiamo assistito e la stranezza di alcuni ricordi ancora mi sconvolge ma so che non troverò mai una risposta a quel mistero. Adesso, di fronte al camino di questo salotto in questa vecchia casa di campagna, posso rivedere quegli eventi, mescolati alla nostalgia, forse terrore e nostalgia che vanno mano nella mano in queste incerte rimembranze.

Ricordo il fiume in città, la sua solitaria musica a mezzanotte, i nostri incontri furtivi. Eravamo due studentesse che giocavano a nascondiglio nei recessi dei parchi, lontane dallo sguardo critico e spudorato dei benpensanti e adesso tutto ciò mi manca terribilmente. Una di quelle notti rischiarate dalla gialla luna calante, abbiamo visto qualcosa galleggiare nell’acqua del fiume, una sagoma incerta come quella di un lenzuolo bianco nell’ombra. Ci siamo spaventate e abbiamo distolto il nostro sguardo per poi sentirci tremendamente in colpa il giorno seguente… perché si trattava di un suicidio. Una persona si era annegata quella notte e noi non avevamo avuto il coraggio di affrontare gli altri e la loro curiosità, anche solo per svegliare il custode nel campus universitario e raccontargli quello che avevamo visto o avevamo creduto di vedere. So che con gli anni né io né te siamo state in grado di perdonarci quell’atto di omissione. L’idea che quando abbiamo scorto quel qualcuno, costui fosse ancora in vita ci ha tormentate per parecchio tempo e ha fatto precipitare le avvisaglie di crisi che c’erano già tra te e me. Ancora peggio, perché quella persona non è mai stata identificata.

Immagino che ovunque ti trovi tu ancora pensi a questo, anche se il ricordo deve essersi sbiadito con gli anni, come tutto il resto. Chiudo gli occhi per ricordare quello che voglio rimanga ancora nella mia memoria fino a quando vivrò. Non voglio perdere nemmeno una singola immagine delle cose che ci tengo di più a ricordare. Se c’è qualcosa per la quale non incolpo il destino è l’avermi permesso di conservare un’immagine vivida di te come eri allora. Posso quasi sentire la fragranza del tuo corpo e il contatto setoso della tua pelle, le tue lunghe ciglia che mi accarezzano la guancia. In quest’intensa visione i tuoi occhi si aprono e sembrano pieni di sentimento, e il tuo sguardo è sempre radioso quando ti volgi a guardare ciò che ci stava intorno. Ed è allora che il ricordo si fa esperienza vissuta in pieno e poesia.

Il fuoco accesso del camino non mi permette dare requie ai miei pensieri. Oggi più che mai vorrei ricordarti. Questa sera più che mai vorrei abbandonarmi al ricordo di ciò che provavo per te. Eravamo forse troppo giovani per capire la profondità dei nostri sentimenti. Tu eri così giovane, una piccola musa ispiratrice, una sognatrice. Io ero più razionale, forse più fredda anche se adesso deploro quella finta maturità che non mi si addiceva, quell’imposizione di razionalità che non si confà alle emozioni crude e giovanili, così pure nella loro selvaggia espressione.

Ti ricordi ancora? Quell’albero nel parco, dove tante volte ci incontravamo in segreto. A volte mi domando se un albero può avere una memoria, così come la natura stessa che ci circonda. Possono essi ricordare le parole e i sospiri, i pianti e le confessioni? Quanto è curioso l’animo dei più giovani. Quanta sete di vita avevamo, quanti sogni fuori e dentro i cassetti, quanta ingenuità e quanta purezza. Negli anni tutto tende a scindersi e sciogliersi, a volte quasi senza lasciar traccia. Alla fine è questa ciò che chiamiamo maturità anche se dal fondo del mio cuore sento che questa fa rima con mancanza di sogni e quindi di speranze. Mi capita d’immaginare spesso la tua figura contra il tronco di quell’albero, il tuo abbandono, l’autenticità del tuo affetto e non posso evitare che una lacrima scenda lungo la mia guancia. Alla fine sono solo i ricordi che ci tengono insieme e che ci separano allo stesso tempo. Tu non credi? C’è ancora un giorno in cui pensi davvero a quel piccolo e tenero amore che condividevamo un giorno?

È già quasi mezzanotte e mi sento stanca, tanto stanca. Una vaga ombra nel mio animo si dipana e credo che dopotutto riuscirò a conciliare il sonno questa notte. Vorrei che tu mi facessi compagnia, anche solo come un fantasma del ricordo. Senza vergogna alcuna potrei ammettere che mi piacerebbe rivederti in sogno come ho fatto tante notti in questi anni. Apparirai come un caro spirito ad avvolgermi nel tuo ricordo e nelle tue carezze questa notte? Quanto lo vorrei, amore mio. Da quando sei scomparsa dalla mia vita tutto è diventato grigiore e disincanto. Solo in sogno ritrovo la vita che un giorno mi animava. Il sogno è forse la vera vita per me. Un universo parallelo pieno di senso, un mondo dove il nulla del quotidiano non è mai penetrato.
 
Sempre tua,
Ada.
   
 
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