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Autore: BALTO97    28/11/2019    2 recensioni
Uther è morto, Artù è salito al trono, Merlino e i fedeli cavalieri non potrebbero essere più felici e fieri di lui, ma siamo a Camelot e tra cattivi, creture magiche e misteri da risolvere dovrenno fare l'impossibile per proteggere la loro amata Camelot
riuscirà Artù a dimostrarsi degno del trono? e Emrys verra in soccorso del suo protetto?
NO MERTHUR
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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“sei pronto?” chiese Rubern alzando la grossa spada affilata puntandola in direzione di Artù in un chiaro segno di sfida, ma dall’altre parte il biondo non rispose alla provocazione avanzando con passo sicuro arrivando al centro della piazza, ora diventata una scena arena pronta per il duello
 
Il sole era ormai completamente calato e la luna avanzava lentamente nel cielo portando dietro di sé le stelle e lo scuro manto notturno ricoprendo il cielo, cancellando l’ultimo straccio di luce naturale lasciando solo il fuoco delle pire ad illuminare la scena
 
“sei ancora in tempo per ritirarti” affermò l’uomo scendendo gli ultimi gradini raggiungendo il biondo nello spazio
Ancora una volta Artù non rispose con le parole ma con i gesti, alzando la spada affermando
“vogliamo smettere di parlare e cominciare” affermò
 
Rubern sorriso mormorando un “molto bene”
 
Sotto lo sguardo sempre più preoccupato dei cavalieri il combattimento ebbe inizio
 
Rubern fu il primo a lanciare l’attacco, brandendo la grossa spada, subito parata da quella di Artù che, velocemente si spostò di lato provando a colpire il nemico al fianco scoperto ma come lui anche Rubern schivò il colpo
“sei bravo” disse con tono canzonatorio Rubern ridendo
 
Artù non raccolse le provocazioni e si mosse in avanti
Leon riconobbe subito la mossa che stava per fare, la trovò azzardata per via della stazza dell’avversario, ma se c’era qualcuno che poteva farcela quello era Artù, così incrociò le dita pregando che funzionasse
Anche il re sapeva che era rischioso ma vedendo l’opportunità mise in pratica una strategia che negli anni aveva perfezionato
 
Muovendosi Artù fece per colpire il fianco di Rubern, l’idea era fingere di colpire facendo in modo che l’avversario si spostasse per schiavare il colpo e, in quell’istante, colpirlo al braccio e disarmarlo
Sfortunatamente per lui e Leon la sua idea riuscì a metà perché nonostante Artù mise tutta la sua forza del colpo che diede all’altro dell’avversario questo non lasciò andare la presa sull’arma
 
“MALEDETTO” urlò Rubern allontanandosi di qualche passo stringendosi il braccio dolorante dove l’armatura di ferra aveva impedito alla pelle di tagliarsi ma non di sentire il dolore acuto che si irradi per tutto il braccio
 
“piccolo verme” digrignò a denti stretti voltandosi brandendo ancora la grande arma scagliandola contro Artù che, pronto per l’attacco schivò ancora la spada e girando su sé stesso con la spada in mano non solo impedì alla spada di Rubern di colpirlo ma con un gesto veloce ed elegante portò la sua arma sul suo viso facendo un taglio dallo zigomo fino al mento
 
A quel punto l’urlo di pura rabbia fu talmente forte che fece quasi tramare le pareti
“BASTA!” aggiunse poi lasciò cadere la spada e sotto gli occhi confusi di Artù e di tutti i cavalieri alzò la mani da cui uscì una forte luce arancione, come del fuoco che gli circondava gli arti per poi scagliarlo violentemente verso il biondo che schivò il colpo giusto in tempo cadendo di lato
 
“IMBROGLIO!” urlò Galvano estraendo la spada seguito dagli altri uomini che fecero lo stesso mettendosi in posizione di attacco
“che volete fare?” chiese con tono beffardo Ruber
 
“Non mi rovinerete il divertimento” aggiunse poi, alzando nuovamente la mano, fece alzare da terra una grossa radice che velocemente si aggrovigliò attorno alle gambe de cavaliere alzandosi da terra e scaraventandoli contro la parete alle loro spalle
 
“No!” disse Artù vedendo i suoi uomini gemere dal dolore quando furono violentemente sbattuto contro il muro
“Non far loro del male” affermò alzandosi ma non fece in tempo a rimettersi in piedi che si sentì colpito da una forte forza che lo scaraventò di nuovo a terra
“O ragazzo!” arrivò la fredda voce di Rubern
“ho appena cominciato!”


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“MERLINO!” urlò lancilotto entrando nelle stanze di Gaius
 
“Lancilotto che sta succedendo?” chiese il vecchio andando incontro al cavaliere con il respiro affannoso e l’espressione stravolta
“è come temevamo, Ruber sta usando la magia” rispose il cavaliere il solo che, dopo aver visto Rubern sfoderare i suoi poteri, era corso via


“Artù non ha speranza” aggiunse guardando quasi spaventato il vecchio guaritore che dopo aver sospirato disse “Merlino è la sua unica speranza”
 
“dov’è andato? Se tardi Artù morirà!” affermò duro il cavaliere sbattendo le mani lungo i fianchi
Ancora una volta il vecchio guaritore sospirò lanciando un fugace sguardo verso la finestra sussurrando un
“dobbiamo avere fede, in entrambi”
 
Nel frattempo sul campo di battagli Rubern non si stava risparmiando
“tutto qui quello che sai fare?” disse scagliando lampo di luce che Artù provò a schivare ma un uomo con solo una spada può fare veramente poco contro la magia nera
Era inevitabile che venisse colpito e scagliato a terra
 
Gemendo portandosi una mano sul fianco dolorante il biondo provò a rimettersi in piedi ma si sentì afferrare per la spalla, anch’essa dolorante, mentre Rubern gli sussurrava all’orecchio
“sei patetico!” prima di scagliarlo con la forza di possiede la magia contro la parete
 
“VIGLIACCO” urlò Elyan vedendo come stava usando la magia per scaraventarlo contro il muro
“ARTU’!” urlò Parsifal assistendo impotente vedendo il sovrano accasciarsi contro il muro mentre dalla ferita sulla testa inizia a uscire del sangue
 
Ma nonostante questo, Artù, stringendo forte i denti facendo perno sulla spada si rimise in piedi mentre, vedendolo, Rubern rise
“è inutile che tenti di resistere!” affermò tornando ad avvicinarsi scagliando un altro colpo dalle sue mani che il biondo schivò saltando di lato
“di combattere” aggiunse prima di scagliarne un altro
 
Artù, zoppicando cercando disperatamente di restare lucido, sbattendo gli occhi per impedire alla vista di offuscarsi troppo, ingoiando il profondo dolore che percepiva in ogni singola parte del corpo, alzò la spada mettendosi in posizione di guardia poi, facendo ricorso a tutte le sue forze, si avventò contro l’avversario che però, sotto gli occhi del re, fermò la spada con una mano e stringendola mentre sul suo volto si formava un ghigno malvagio la frantumava in mille pezzi
“No” mormorò Lyon vedendo l’arma del re cadere distrutta
 
Ormai senza difese Artù provò ad allontanarsi ma, ancora una volta, Rubern fu più veloce e lo prese per braccio
“si destinato a perdere” sibilò a denti stretti per poi con una veloce mossa girare il braccio del biondo
Il rumore dell’osso che si spezzava risuonò nelle orecchie dei cavalieri e a nulla servirono le loro urla e gli insulti a fermare Rubern che, dopo aver lasciato il braccio, con un calcio brutale colpì Artù nelle costole
 
Tremando per l’immenso dolore al braccio Artù cercò disperatamente di respirare ma il dolore al petto erta così forte che ogni respiro era peggio di una pugnalata
Alzando lo sguardo incontrò gli occhi di Rubern trovandoli inquietanti e il suo sorriso angosciante 
“non… puoi distruggere gli ideali di Camelot” sibilò mentre un rivolo di sangue gli sgorgava dalla bocca
L’altro rise “bè! Devo pur cominciare da qualche parte!” disse allargando le braccia con fare teatrale
“tu…” sibilò ancora Artù mentre con fatica cercava di rimettersi in piedi su gambe tremanti
“non sarai…  mai… un… re”
 
Ruber ringhiò come un animale offeso poi allungò la mano prendendolo per la gola sollevandolo  “le tue ultime parole?!” disse stringendo facendo gemere il biondo a cui iniziava a mancare l’aria mentre tutto intorno a lui diventava nero
 
Proprio in quel momento si udì un boato e un attimo dopo Rubern era a terra con un dolore lancinante alla schiena
“che diavo…” chiese voltandosi per poi bloccarsi quando vide, a pochi passi da lui uno stregone con lunghi capelli bianchi, una barba ancora più lunga vestito con una toga rossa che lo fissava con gli occhi che brillava di oro
 
“TOCCALO ANCORA E SEI MORTO”  urlò il vecchio
 
“tu chi diavolo sei vecchio?” chiese Rubern alzandosi
 
Ma l’uomo sorrise “o credimi sono molto più di un semplice vecchio!” poi i suoi occhi brillarono ancora e Rubern non ebbe neppure il tempo di muovere un muscolo che fu scaraventato contro la parete
 
Lo stregone si affrettò a raggiungere il fianco di Artù che, a terra respirava faticosamente “tutto bene?” chiese toccando il braccio ferito con una smorfia
 
Il biondo aprì appena gli occhi per poi domandare un appena udibile “tu?”
 
L’altro annuì “lo so quello che pensate e credetemi non ci sono parole per dirvi quando mi dispiace, ma voglio aiutarvi Artù” affermò
 
Artù lo fissò profondamente per qualche secondo “Io…” mormorò poi cercò di alzarsi, aiutato immediatamente dallo stregone che lo aiutò a stare in equilibrio
“come puoi aiutarmi?” chiese con un filo di voce
 
L’altro sorrise poi scostando leggermente la tonica rossa estrasse una spada di un metallo lucente “la riconoscete?” chiese mostrandogliela
 
“la spada nella roccia” affermò il biondo ammirandola in tutta la sua lucente bellezza


Lo stregone annuì “il suo nome è Excalibur, forgiata dal fuoco di un drago” spiegò
“solo l’unico re di Camelot può brandirla, solo nelle sue mani diventa l’arma più potente mai creata, in grado di sconfiggere anche la magia più potente”
 
“perché la dai a me” domandò Artù confuso
“Perché siete l'unico degno di brandirla” affermò lo stregone con sicurezza
Poi, vedendo lo sguardo titubante del re, gli afferrò la mano porgendogli l’impugnatura della grossa spada, poi lo guardo fisso negli occhi sussurrandogli “coraggio, potete farcela” stringendogli la spalla
 
“Siete il legittimo re di Camelot! dovete credere in voi stesso! solo così la spada riconoscerà il vostro valore e vi permetterà di vincere”
 
Artù lesse in quegli occhi, quasi familiari, tutta la determinazione e sicurezza nei tuoi confronti
 
aveva disprezzato quell'uomo augurandogli di morire fin dal giorno in cui aveva lasciato le stanze di suo padre dopo averlo ucciso ma in quel momento il re non provò rabbia, ne disprezzo ma anzi
Si sentì quasi onorato che quello stregone credesse così tanto in lui
 
“Incoraggialo pure quanto vuoi vecchio ma sarà tutto inutile”
Alle loro spalle Ruben si prese gioco di loro
 
Ancora una volta Artù non rispose alle provocazioni con le parole ma tornando rigido, come si addice a un vero cavaliere si rimise in posizione d'attacco
Con passo veloce Ruben si avvicinò scagliando un altro colpo magico uscitogli dalle mani che il biondo provo a parare con la spada, ma come se nulla fosse cambiato quando il fascio di magia lo tocco fu così potente che non riuscì a mantenere l'equilibrio ritrovandosi ancora una volta a terra
 
“Aiutalo” gridò Galvano mentre disperatamente si dimenava cercando di liberarsi da quella grossa Liana che lo teneva attaccato al muro insieme agli altri
 
“No” rispose serio il mago senza distogliere lo sguardo dal biondo che gemendo e tremando ancora vistosamente si stava rimettendo in piedi
“Deve farcela da solo” aggiunse senza distogliere lo sguardo
 
Ruben intanto si stava avvicinando al corpo di Artù e quando provo di nuovo ad allungare la mano per afferrarlo questo fu più veloce e brandendo veloce la spada la usò per colpire il braccio del nemico
 
“Miserabile moscerino” affermò sibilando rubern portando la mano sullo squarcio nel braccio che sanguina vistosamente
Me la pagherai urlo poi con la mano grondante di sangue chiusa a pugno un destro micidiale proprio sulla spalla di Artù facendolo ricadere al suolo con un grosso tonfo
 
ormai intorno a lui i suoni erano tutti ovattati e a stento riusciva a percepire il suo corpo
Tra i mormorii dei Cavalieri suoni confusi, profondi e opachi arrivo una voce Chiara
“Coraggio Artù! Alzatevi”
 
alzando gli occhi vide il vecchio mago che lo osservava stringendo i pugni per infondergli coraggio
 
“È troppo forte… non posso batterlo” biascico con occhi lucidi traboccanti di colpa e impotenza
 
“Voi potete” esclamò l'altro
“smettete di combattere come un re o come un cavaliere! combatte per difendere quegli ideali in cui avete sempre creduto" continuò facendo un passo nella sua direzione
 
“Voi credete in cose giuste!”
 
E mentre Ruben rideva allargando le braccia beandosi degli applausi dei suoi uomini che sulle mura circostanti lo acclamandolo credendolo già vincitore
Ma la sua espressione di gioia e fierezza duro poco quando gli occhi ricaddero su Artù che stringendo i denti toccandosi la spalla dolorante si stava ancora una volta rimettendo in piedi
 
“Proprio non vuoi mollare vero”
domandò scuotendo la testa con il solito ghigno beffardo “sei proprio testardo”
 
“tu” mormorò il re alzando il viso per incontrare il suo sguardo
“Non puoi vincere””
 
“scommetti” urlo Ruben prima di alzare entrambe le braccia scagliando un altro colpo
Ma questa volta sotto lo sguardo scioccato di tutti Artù alzo la spada pronto per parare il colpo mantenendo una posizione ferma e lo sguardo più determinato che chiunque avesse mai visto quando la potente sfera di fuoco creata dalla magia di Ruben entro in contatto con le excalibur si frantumò
 
“non è possibile” esalo Ruben quando si accorse che il colpo era stato parato e non solo, la spada brillava di una luce quasi Celestiale
 
“non puoi vincere!” esclamò serio Artù
“tu vuoi costruire un regno basato sulla crudeltà” aggiunse poi fu il suo turno di scagliarsi verso Ruben
muovendo la spada con leggiadria come fosse proprio un prolungamento del suo braccio colpi il nemico che nonostante cercasse di difendersi quando fu colpito dalla grossa spada venne scaraventato a terra
 
“Ma un regno basato su quei valori non può vivere”
aggiunse senza neanche dagli il tempo di rialzarsi prima di scagliare un altro colpo
 
“Non è possibile tu non hai la magia”
biascico voltandosi indietro per guardare il biondo con occhi di ghiaccio stracolmi di odio
 
“Forse no” si intromise lo stregone
“ma qualcosa di molto più importante” continuò per poi voltarsi e guardare Artù
“fede nel coraggio, nell’uguaglianza e nella giustizia, Con questi valori un vero re non può perdere”
 
“Me ne infischio dei vostri valori” esclamò Ruben rimettendosi in piedi
“se credi davvero in queste stupidaggine come bontà e coraggio il tuo sarà sempre un regno debole e tu non sarai mai un re Potente”
 
Artù annui poi con disinvoltura si avvicinò al suo nemico e questa volta fu lui ad esibire un leggero sorriso sul viso
“Ti sbagli” disse
“Un vero re non è colui che incute timore nel suo popolo, un vero re è il servitore del suo popolo !
Un vero re deve battersi per la gente che ha giurato di proteggere, un vero Re deve sapere che l'arma più potente non è la guerra ma la pace”
 
Ruben guardava scioccato Artù e lo stesso facevano i cavalieri che anche se non l'avrebbero mai ammesso avevano gli occhi lucidi nell'ascoltare quel magnifico discorso
 
“È finita” Ruben affermò il vecchio avvicinandosi
“arrenditi”
 
“no…” borbottò Rubern stringendo il pugno
“NO!” urlò alzandosi in piedi
“MAI!”
Prima che potesse avere il tempo di muoversi Artù scagliò la spada che troncò di netto la catenella che teneva il sigillo magica al collo cadde al suolo frantumandosi
“NOOOOO!” urlò l’uomo vendendo la fonte della sua magia andare in pezzi
 
 “vattene e non tornare mai più” esclamò serio Artù putandogli contro la spada
 
Rubern, con la fronte corrucciata, i denti stretti e l’aria che usciva dal naso come fosse un animale feroce si alzò di scattò e colpendo la spada spostandola di lato si avventò sul biondo e i suoi finirono contro il muro alla loro spalle che, già precario dopo i tanti colpi subiti, sotto gli occhi di Rubern, Artù, lo stregone, e i cavalieri ormai liberi dalla magia, tremò
 
“ARTU’” urlò lyon, ma ormai era troppo tardi e il muro crollò
Il frastuono delle pietre che cadevano al suono face tramare la terra tanto che gli uomini fecero fatica a mantenere l’equilibrio mentre, con terrore, osservavano impotenti mentre la facciata laterale del castello crollava
 
Merlino era poco distante ma nonostante questo un grosso manco per poco non lo colpì, ma al contrario di lui Artù si trovava sotto
 
Il re prima lanciò uno sguardo veloce alle sue spalle e alla sua destra cercando una via d’uscita ma mentre la parete crollava la terra sotto i suoi piedi tremava si rese conto che non vi era alcun modo per scappare al suo destino
Voltandosi il giovane re incontrò lo sguardo del mago, per un attimo i loro occhi si incrociarono e se Artù negli occhi di quell’uomo che per chissà quale ragione gli aveva salvato la vita vide disperazione, negazione, mentre lo stregone osservando profondamente quegli occhi azzurri che nel corso degli anni aveva visto in mille modi, fieri, determinata, arrabbiati e lucidi di non lacrime non versate, in quel momento mentre le rocce parevano cadere a rallentatore lasciando il tempo ai due uomini di salutarsi con uno sguardo vi lesse paura
 
Dopodiché i massi tornarono a precipitare velocemente e altre grosse pietre crollarono, un grosso polverone si alzò
 
“NOOOO!” i cavalieri fecero un passo avanti ma fu inutile
 
“o mio Dio” esalò Unith portandosi una mano sulla bocca scioccata mentre Gaius scuoteva la testa scioccato come i cavalieri che scuotendo a loro volta la testa parevano tramare
Lyon crollò in ginocchio portandosi una mano tra i capelli sentendo la forte mano di Parsifal appoggiarsi sulla sua spalla
 
“non è possibile” mormorò Lancillotto
 
 La polvere che fino a quel momento aveva riempito la piazza iniziò ad abbassarsi e le torce tornarono a fare luce
“guardate” sussurrò meravigliato Elyan indicando davanti a sé
Gli altri seguirono il suo dito e posando gli occhi su quelli che il compagno stava osservando e restarono altrettanto sbalorditi quando dalla fitta nude di polvere emerse quella che pareva una luce
“che cos’è?” chiese Lyon rimettendosi in piedi
 
“Magia” mormorò Lancillotto osservando con un leggero che gli increspava la labbra la scena che si trovava davanti a loro
Uno scudo brillante fatto di pura essenza magica si librava sopra la figura di Artù, sdraiato a terra con le braccia alzate per proteggersi la testa dai grossi massi
 
Confuso come gli altri il re, riaprì gli occhi osservando a sua volta quella barriera che lo aveva protetto salvandolo dall’essere schiacciato da una di quelle pesanti rocce
 
Alzandosi con non poca fatica a causa dalle tante ferite sanguinanti e ossa rotte il biondo si rimise in piedi poi zoppicando vistosamente fece un passo verso il vecchio mago
 
“grazie” mormorò con un rivolo di sangue che gli cadeva dal labbro spaccato
 
Lo stregone annuì con un leggero sorriso ad increspagli le labbra annuendo leggermente
 
Ma se credeva che fosse tutto finito si sbagliava e mentre lo osservava, con orrore, vide i suoi occhi chiudersi e il suo corpo svuotarsi di ogni energia mentre si piegava
 
I cavalieri corse verso di lui e Lancilotto fu il primo a raggiungerlo e afferrarlo per impedirgli di colpire il suo guidandolo gentilmente facendolo sdraiare mentre anche gli altri lo raggiungevano circondandolo
 
Gaius si inginocchio accanto ad Artù mettendogli due dita sul collo trovando subito, con le sue dita esperte il battito
“è svenuto” affermò controllando anche i vari tagli sulla fronte e tra i capelli biondi madidi di sudore cercando possibili traumi
 
“portiamolo nelle sue stanza” aggiunse per poi guardare Parsifal che velocemente lo sollevò stendo attento a non muoverlo troppo temendo di aggravare le tante ferite si affrettò a dirigersi verso l’entrata dal castello seguito a ruota dagli altri
 
“Gaius” lo chiamò Lancilotto
“lo stregone…” sussurrò guardando la piazza ma, del vecchio, non vi era più nemmeno l’ombra
Il guaritore annuì poi mise una mano sulla spalla del cavaliere
“andiamo, Artù ha bisogno di noi”
 



( PERDONATE IL RITARDO, purtroppo questo non è l’ultimo capitolo, ho preferito dividere perché mi sembrava troppo lungo e quindi noioso da leggere, spero che vi sia piaciuto)
   
 
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