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Autore: Lady I H V E Byron    30/11/2019    0 recensioni
(Crossover con "Dragon Age Origins")
Impegnati nella ricerca e battaglia contro Master Xehanort e l'OrganizzazioneXIII, Sora, Paperino e Pippo finiscono in un nuovo mondo, in cui, con loro grande stupore, gli Heartless e i Nessuno non sono il pericolo principale...
Genere: Avventura, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Paperino, Pippo, Sora
Note: Cross-over, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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Note dell'autrice: ee.... si conclude la quest della Torre del Circolo!


 
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Lo spettacolo che si presentò di fronte a Sora, Alistair e agli altri era ripugnante: drappi di pelle viva sulle pareti, sulle colonne. Davano l’impressione di muoversi, come fossero dotati di vita propria. Su di essi erano persino presenti degli occhi.
-Per il Creatore!- si sconvolse Leliana –Non mi riprenderò mai da questa visione!-
Sora annuì, pallido.
Paperino si era nascosto dietro uno sconvolto Pippo, che ormai procedeva con lo scudo in avanti, tremando e deglutendo, come se temesse un attacco improvviso dagli abomini, demoni o maghi del sangue.
Morrigan sbuffò.
-Che mammolette…- borbottò.
-Non lasciamoci intimorire.- intimò Alistair, stranamente serio e determinato; la sua spada era già sguainata –Proseguiamo.-
-Uldred avrà portato il resto dei maghi alla Camera del Tormento.- avvertì Wynne, indicando in avanti.
Alistair, Sten, Wynne, il mabari e Morrigan erano a capo del gruppo: i più timorosi rimasero indietro, osservando ancora sconvolti le conseguenze della magia del sangue nella Torre del Circolo.
Il più spaventato era Paperino: in confronto a quello che stava vedendo, tutto ciò che avevano fatto Ansem e Xemnas con i propri Heartless e Nobodies era niente.
La magia del sangue era davvero spaventosa; e il prezzo da pagare per il suo uso, anche minimo, era alto.
Venivi posseduto da un demone, trasformarti in una creatura mostruosa.
Era bastato solo questo per rispondere ad ogni suo quesito che aveva sulla condizione dei maghi lì, nel Ferelden.
Ed approvava. Approvava l’esistenza della Torre del Circolo. I maghi dovevano essere sorvegliati. Per la sicurezza del Ferelden. E di tutto il Thedas.
Ma se quella maga del sangue aveva ragione, forse doveva solo cambiare il modus operandi dei templari, magari trovare un modo per far sentire i maghi meno in prigione.
I maghi del sangue si erano ribellati a causa del rancore, delle conseguenze della superficialità con cui veniva considerata la magia.
Nel Ferelden, forse in tutto il Thedas, pensava Paperino, i maghi venivano tutti considerati come mostri. Mostri da domare. E da rinchiudere in fredde torri.
Ma se era in gioco la sicurezza del continente, era un sacrificio accettabile. Tuttavia, non tutti la pensavano nello stesso modo.
Come Morrigan. Nonostante la sua educazione, nonostante il fatto di essere stata cresciuta da una strega, quindi non essendo stata cresciuta in un Circolo, aveva un ottimo controllo della sua magia e sembrava resistere alle tentazioni dei demoni.
Ma in quanti erano come lei? Una? Cinque? Dieci? Sempre una minoranza erano.
Paperino osservò il suo scettro: se fosse nato anche lui nel Ferelden, sarebbe stato rinchiuso in un Circolo e imparato tutto ciò che era necessario sapere sulla magia dai libri? Non avrebbe visto il mondo esterno?
Una volta tornato da Yen Sid, pensò, avrebbe riferito di quella esperienza.
Almeno, nel suo mondo, l’unica preoccupazione era conservare la luce nei propri cuori, per evitare di attrarre l’Oscurità, e con essa, gli Heartless.
-Wynne, perché la Camera del Tormento si chiama così?- domandò Sora; forse parlare avrebbe alleggerito la paura e la tensione dentro di lui.
Wynne rispose a bassavoce: potevano esserci ancora dei nemici, nei paraggi.
-E’ un rito previsto per i maghi che hanno accumulato esperienza e, soprattutto, che non hanno mostrato alcun segno che li portasse alla magia del sangue. Purtroppo, però, è un rito che va tenuto segreto. Ti basti solo sapere che devi dimostrare di resistere alle tentazioni dei demoni.-
-Come abbiamo fatto fino ad ora…- commentò il ragazzo, serio; pensò al suo viaggio nell’Oblio, a Niall, a Connor, al sogno di Paperino…
Cosa poteva essere capitato, quindi, ad Uldred, se era persino stato capace di scatenare una rivolta? Aveva forse stretto un patto con un demone? O era semplicemente impazzito? Oppure… Xigbar lo aveva manipolato nello stesso modo in cui aveva manipolato Connor? Facendo leva sul suo desiderio…
-Sst!- fece Alistair, sentendoli parlare –Dobbiamo parlare il meno possibile. O ci faremo scoprire.-
-Però stai parlando anche tu.- derise Morrigan, come suo solito.
Stavano, infatti, camminando in punta di piedi e lievemente chini in avanti, ma con le armi in mano.
Nessun rumore. Tutto tranquillo. Tutto troppo tranquillo.
Eppure erano sempre più vicini alla causa principale dell’apparizione di demoni e abomini. Dovevano trovarne di più, rispetto ai piani precedenti. O forse no.
Ma qualcosa spinse ugualmente Sora a voltarsi di scatto.
-Attenti!-
Un Neoshadow.
Aveva avanzato silenziosamente verso di loro, spuntando dal nulla per aggredirli. Ma Sora lo eliminò con il Keyblade.
Tuttavia, altri Heartless, Shadow, Neoshadow, Mastini e Soldati fecero la loro comparsa.
-Beh, almeno fanno meno paura degli abomini e dei demoni!- ammise Alistair, anche lui mettendosi in posizione di combattimento.
Non fu un combattimento arduo. Essendo tra gli Heartless più deboli, vennero sconfitti facilmente, al primo colpo.
Forse Uldred stava gradualmente perdendo il suo potere, con la sconfitta di demoni ed abomini. Quindi riusciva a far evocare solo Heartless più deboli.
Proseguirono, eliminando solo Heartless.
Niente più demoni o abomini. Questo sollevò il gruppo.
Un fendente da parte di Alistair concluse definitivamente lo scontro contro gli Heartless all’interno della Torre.
Finalmente era libera. Niente più demoni. Niente più abomini. Niente più Heartless.
Mancava solo Uldred. La radice di tutto. Estorta quella, il male non si sarebbe più manifestato nella Torre del Circolo.
-Manca poco.- avvertì Wynne, a capo del gruppo, come guida per raggiungere l’ultimo piano.
Udirono, però, dei lamenti. Dei lamenti umani. Dei pianti.
Si insospettirono tutti, preparando di nuovo le armi.
-Altri demoni? O abomini? O maghi del sangue?- fece Alistair, serio.
-Se così fosse, perché piangere?- rispose Leliana.
-Magari sarà una strategia per farci abbassare la guardia.- ipotizzò Morrigan.
Sora serrò le labbra e strinse il pugno libero.
-Ma non possiamo stare qui a perdere tempo!- esclamò, determinato; voleva vedere Uldred in faccia e rinfacciargli ciò che aveva provocato alla sua stessa casa; niente lo avrebbe fermato -Qualunque cosa sarà, noi saremo pronti, siete con me?-
Annuirono. Ed il mabari abbaiò.
-Che scelta abbiamo, in fondo?- fece notare Alistair, sarcastico.
Avevano notato una luce strana, nella stanza dove erano presenti le scale che portavano all’ultimo piano.
Procedettero cautamente, fino a scoprirne le origini.
Nessun abominio. Nessun demone. Nessun mago del sangue. Nessun Heartless.
Un templare.
Un giovane templare.
Doveva avere più o meno la stessa età di Alistair.
Era in ginocchio, in preghiera, con la testa rivolta verso il basso.
Era lui che piangeva e si lamentava.
-No… andate via!- esclamava –Perché farmi questo? Perché non mi avete ucciso?-
Era circondato da una barriera: ecco da dove proveniva la luce.
Sora si stupì.
-Cosa? Un templare? Sopravvissuto?-
-Lo conosco.- spiegò Wynne, provando pena per il templare –E’ uno dei favoriti di Greagoir. Molto dotato per la sua età. Forse è per questo che lo hanno messo in questa barriera. Devono averlo torturato e lui deve aver resistito.-
-Vi prego! Andatevene via!- continuava il templare; sembrava sfinito; esaurito; come se stesse per cedere da un momento all’altro –Smettetela di tormentarmi con queste immagini! Creatore, ti prego! Liberami da questa sofferenza!-
Alistair lo osservò, con pietà: anche lui aveva subito un addestramento templare. Forse si erano persino conosciuti, di vista. Sarebbe stato, dunque, questo il suo destino, se Duncan non lo avesse arruolato tra i Custodi Grigi? Badare a dei maghi che sarebbero impazziti da un momento all’altro e rendersi conto di non avere abbastanza potere per contrastarli?
In quel templare, Alistair rivide se stesso: sì, forse sarebbe stato al suo posto, se non fosse divenuto Custode Grigio.
Sora non sopportò la sua sofferenza.
-Non devi avere paura di noi!- cercò di rincuorare –Non vogliamo farti del male. Siamo qui per aiutare la Torre del Circolo. Stiamo cercando Uldred e il primo incantatore Irving.-
Ma il templare scosse la testa.
-No! Non stavolta! Non mi lascerò ingannare dalle tue parole, orrenda creatura!- credeva che Sora fosse un demone –Sempre le stesse immagini! Immagini di persone che dicono di volermi aiutare, ma sono solo immagini! Ti prego, ferma questo orrore!-
Sora non sapeva cosa dire: ma tentò di nuovo di convincerlo che non era come lui credeva. Wynne fece un passo in avanti, interrompendolo.
-Cullen, vi prego! Tornate in voi! Quello che vedete non è reale!- stava cercando di dissuaderlo dalle sue illusioni –Noi siamo reali e vogliamo davvero aiutare il Circolo.! Mi riconoscete? Sono l’incantatrice Wynne!-
-No, basta!- era impossibile convincerlo del contrario –Sono stanco! Vi prego! Ponete fine alla mia vita, piuttosto! Non ce la faccio più! Andatevene! Andatevene!-
Anche Leliana, Paperino e Pippo provarono pietà per quel templare. Sten, invece, si incupì, notando quanto fossero vane le parole di Sora e Wynne; Morrigan rimase indifferente, come al solito.
-Niente. Non vuole ascoltarci.- disse l’incantatrice, rassegnata –Questa barriera deve essere stata eretta con la magia del sangue. Un normale incantesimo non ha alcun effetto contro di essa e nemmeno i poteri dei templari, a quanto pare.-
Non la magia. Nemmeno il potere dei templari.
Sora osservò il suo Keyblade. Poteva essere l’unica speranza.
-Beh, io non mi arrendo così!- annunciò, puntando la spada in avanti: il raggio di luce colpì la barriera.
Divenne meno luminosa e più trasparente. Ma il templare, Cullen, era ancora prigioniero.
Sora storse la bocca.
-E’ tutto quello che posso fare.- rivelò agli amici –Evidentemente la magia del sangue è persino più potente del Keyblade.-
-Quindi la barriera potrebbe dissolversi se uccidiamo chi l’ha eretta.- ipotizzò Morrigan –E se le mie supposizioni sono esatte, potrebbe essere questo Uldred.-
-Cullen, riuscite a sentirmi, adesso?- fece Wynne, rivolta al templare.
Lui alzò la testa: non scesero più lacrime dai suoi occhi. Si osservò intorno, sorpreso.
-Cosa…? Cosa è successo…?- domandò, spaesato.
Si rese finalmente conto della realtà che lo circondava.
Anche la sua figura era più chiara.
La sua armatura era ammaccata e graffiata, con una parte probabilmente esposta al fuoco, il volto quasi insanguinato: doveva aver avuto uno scontro contro i demoni o gli abomini, prima di essere imprigionato e torturato.
Poi guardò in avanti.
-Incantatrice Wynne! Per fortuna siete ancora viva e integra!- scoprì, con un sospiro di sollievo.
Anche la donna ne fu sollevata.
-E almeno voi siete ancora vivo! Dobbiamo cercare Uldred ed Irving e salvare la Torre del Circolo.-
Il giovane sbuffò dal naso, scettico.
-Salvare la Torre? E’ impossibile ed è anche inutile.- era diretto e schietto; dal suo tono si poteva intuire l’odio e il rancore –Non c’è rimasto nessun mago. E non mi stupirebbe se anche Irving fosse divenuto un mostro, o peggio, se fosse morto. E’ dall’inizio dell’invasione che è dentro la Camera del Tormento con Uldred. Tutto ciò che esce da lì sono solo gli abomini. Abomini e demoni che hanno ucciso tutti, templari compresi. Per non parlare delle creature oscure, che strappano i cuori delle persone! La magia non può essere domata. Tanto varrebbe che i maghi venissero uccisi alla nascita!-
Parlava con odio, disprezzo, paura. Sentimenti negativi che gli stavano annebbiando la mente. Stava parlando di uccidere i maghi di fronte ad una maga.
Paperino abbassò lo sguardo, con una strana morsa nel cuore. Morrigan, invece, non lo guardò indifferente: aveva cambiato espressione. Divenne seria e cupa.
Wynne cercò di farlo tornare alla ragione.
-Non dite così, Cullen. Sono certa che una soluzione ci sarà.-
-Voi non eravate qui, Wynne.- negò Cullen, quasi riprendendo a piangere; era scosso e tremava -Non avete visto cosa hanno fatto… come hanno sterminato i miei amici… di quali orrori quelle creature siano capaci…- tirò su con il naso ed aggrottò le sopracciglia –Se entrerete lì dentro, ammazzate chiunque ci sia, dovesse esserci anche l’incantatore Irving. Non possiamo permettere che la Torre, magari l’intero Ferelden, venga invaso da quei mostri.-
Wynne era sconvolta dalle sue parole.
-Uccidere l’incantatore Irving…?!- esclamò -Siete impazzito, Cullen?! Avete idea di quello che avete detto?! Potrebbero esserci ancora dei maghi innocenti là dentro! Persone che abbiamo il dovere di salvare!-
Ma il templare aveva ormai indurito il suo cuore.
Scosse la testa.
-E’ tardi, Wynne. Non c’è più nessuno da salvare. E i maghi che troverete saranno ormai Maleficarum o abomini. E’ finita.-
Era impossibile convincerlo del contrario. Rimasero tutti in silenzio per qualche secondo.
Cullen, da furioso, divenne premuroso.
-Vi prego, lo dico per tutti voi.- disse, calmo –Per il vostro bene. Salvatevi almeno voi, che ne avete l’occasione. Per me non c’è più niente da fare.-
Era forse finita? Erano forse arrivati troppo tardi? Non c’era davvero più niente da fare per il Circolo? Il demone della pigrizia li aveva trattenuti a lungo nell’Oblio, forse...
No, Sora si rifiutò di crederlo: aveva ancora speranza.
Alistair aveva ancora speranza.
Entrambi i Custodi avevano ancora speranza.
-Preferirei piuttosto risparmiare qualche Maleficarum, che uccidere degli innocenti.- disse Sora, determinato, sicuro, tranquillo.
Il templare, Cullen, fu sconvolto da tale frase.
Wynne osservò il ragazzo sollevata.
Alistair era indeciso se stare dalla sua parte o da quella di Cullen; ma di una cosa era certo: non potevano andarsene dalla Torre del Circolo senza essere sicuri di aver eliminato la radice dell’invasione.
Cullen aveva loro proposto di scappare, ma così Uldred l’avrebbe fatta franca e avrebbe creato altri abomini. E non era questo quello che avevano promesso a Greagoir.
Avevano promesso di liberare la Torre dagli abomini, demoni ed Heartless. E sarebbe stato ciò che avrebbero fatto, ad ogni costo.
-E’ una grossa frase, Sora…- notò Morrigan, anche lei sorpresa da tale rivelazione –Sei consapevole delle conseguenze delle tue azioni? Potrebbero esserci davvero dei Maleficarum all’interno. Lo sai cosa potrebbe accadere, se venissero risparmiati…-
-Non ne saremo mai sicuri, se non entriamo.- era impossibile convincere Sora; quando si metteva in testa qualcosa, non esistevano ragioni o giustificazioni: doveva farla e basta. Niente ripensamenti.
Wynne gli mise una mano sulla spalla.
-Saggio pensiero, Sora. Io sono con te.-
Anche gli altri erano d’accordo: Paperino era ancora riluttante, ma sapeva che, anche se contro la sua volontà, lo avrebbero trascinato dentro, esattamente come avevano fatto nella hall.
Cullen era come offeso: soffiò di nuovo dal naso, serrando le labbra.
-Bene, fate come volete!- lamentò –Se quei maghi dovessero entrarvi nelle teste o vi dovessero trasformare in demoni, non dite che non vi avevo avvertito!-
-Ma almeno lo sapremo.- concluse Sora, prima di salire le scale verso l’ultimo piano.
-E’ per il bene del Circolo, Cullen.- aggiunse Wynne, seguendolo -Il nostro vero obiettivo è Uldred. Voi sarete libero, alla sua morte.-
Uno ad uno, salirono verso il piano superiore.
Alistair rimase per ultimo: appena mise piede sul primo gradino, tornò ad osservare Cullen, con compassione.
Immaginò di nuovo se stesso al suo posto: avrebbe cambiato anche lui la sua opinione sui maghi, se avesse subito quello che aveva subito Cullen?
Lo pensava, mentre Cullen tornò a sedersi sul pavimento: in un modo o nell’altro, si rese conto di essere osservato. Infatti, si voltò verso il Custode Grigio, arrabbiato.
-E voi cosa avete da guardare?- disse, maleducatamente.
Alistair sobbalzò a quella domanda. Ma non si scompose.
-Niente.- disse, prima di salire.
C’erano troppe cose da dirgli, in realtà, ma troppo poco tempo per parlare. Ma, non sapeva come, aveva l’impressione che nemmeno dopo aver eliminato Uldred e ripristinato l’ordine nel Circolo avrebbe avuto modo di parlargli, informarsi sulla vita da templare. E Cullen sembrava tutto fuorché interessato a condividere le sue esperienze con uno sconosciuto. Specie da uno sconosciuto intenzionato a risparmiare dei possibili pericolosi maghi del sangue.
E forse Cullen non aveva del tutto torto, quando parlava dei maghi del sangue presenti alla Camera del Tormento.
Finalmente videro la realtà; Paperino vide finalmente come venivano creati gli abomini. Ed era orrendo.
Notò un mago bloccato a mezz’aria: i suoi piedi distanziavano solo mezzo metro da terra ed i polsi erano bloccati, per impedirgli di lanciare un incantesimo.
Tre abomini erano intorno a lui: loro gli avevano inibito i movimenti. E lo stavano torturando psicologicamente.
Tutto di fronte ad un esiguo gruppo di maghi, probabilmente l’ultimo gruppo di maghi ancora innocenti, che non avevano ceduto alla magia del sangue. Non ancora.
In mezzo agli abomini, procedendo lentamente verso il mago torturato, c’era un mago di circa mezza età, pelato, e dal sorriso malefico.
Prese il mago per le guance, stringendole con forza.
-Accetti ora il dono che ti viene offerto?- sibilò.
Il mago annuì. Dovevano essere ore che veniva torturato. Non riusciva più a resistere. Dovette cedere.
Venne circondato da una luce azzurra, emanando un urlo da oltretomba, contorcendosi sul pavimento: le sue braccia cominciarono ad ingrandirsi, come il suo torace, e divenne sempre più alto. Le sue vesti si stracciarono. Uno strato di pelle ricoprì persino il suo volto.
Si rialzò, in silenzio: era divenuto un abominio.
-Come ti senti, adesso?- domandò il mago pelato, senza smettere di sorridere.
-Libero.- rispose il nuovo abominio.
Fu una scena orribile: Sora, Paperino e Pippo impallidirono. Era persino peggio di come venivano creati gli Heartless.
Anche Alistair e Leliana rimasero sconvolti. Nemmeno Sten nascose il suo disgusto.
Lo sguardo del mago converse sul gruppo.
-Ah. Visitatori…- la sua voce era sibilante; e calma; non si sentiva in pericolo –Siete venuti qui per ammirare il mio creato?-
Wynne si fece seria. Strinse il suo bastone.
-Uldred…- mormorò, a denti stretti –Che cosa hai fatto?-
Quindi era lui Uldred. Il mago che aveva dato inizio alla rivolta.
Sora ebbe una strana sensazione, mentre lo guardava. C’era qualcosa che non andava in lui. E non era solo l’Oscurità nel suo cuore…
Uldred allargò lievemente le braccia, come per indicare gli abomini.
-Wynne, mia cara…- iniziò –Non siete anche voi stanca di questa prigione? Di essere consapevole che, nonostante l’enorme e bellissimo potere che avete, non avete modo di sfruttarlo? Io ho solo offerto una possibilità, ai maghi, di essere liberi. Liberi dalle leggi dei templari e della Chiesa. E quale modo migliore, se non liberarsi di questa odiosa forma umana che ci costringe a reprimere ciò che siamo?-
-Non li stai liberando, Uldred.- tagliò corto la maga, terrorizzata e delusa nello stesso momento -Li stai dannando! Li hai resi dei mostri! Così facendo non fai che peggiorare la nostra condizione! Per colpa tua, la gente avrà sempre più paura di noi! Ci vorranno morti o adepti della Calma!-
Uldred la osservò come se avesse il vuoto di fronte a lui.
-Sottigliezze.- commentò -Ciò che conta è il risultato, non mi importa delle conseguenze. E presto, anche il Primo Incantatore avrà modo di provare questa libertà, se solo smettesse di essere così cocciuto.-
Tra i maghi ancora intatti, infatti, c’era un uomo di settant’anni, che tremava. Doveva essere stato anche lui sottoposto a tortura. Sora lo riconobbe dal sogno di Wynne. Era dunque lui Irving.
-Io…- biascicò –Non… cederò… mai…-
Era al limite. Ma era ammirevole che avesse resistito a lungo, nonostante l’età.
Uldred ne fu disgustato.
-Ingrato…- mormorò, offeso.
Notò la spada di Sora. Alzò le sopracciglia, interessato.
-Davvero una bella spada, ragazzino…- sibilò –Il mio amico mi aveva avvertito che saresti arrivato insieme al Custode Grigio per rovinare i miei piani…-
Un amico.
Un amico che era a conoscenza del suo arrivo per affrontarlo.
Era esattamente come Sora sospettava: Niall aveva riferito di una probabile persona che avrebbe aiutato Uldred a distruggere il Circolo.
-Un amico?- domandò, comunque.
-Sì, l’uomo che mi ha mostrato come evocare e controllare le creature oscure.- spiegò Uldred, con orgoglio -I demoni e gli abomini non erano abbastanza per mettere il Circolo in ginocchio di fronte a me. Avevo bisogno di tutto l’aiuto possibile. E ora guardatemi!-
Allargò le braccia, urlando: -Miei Heartless! Venite a me!-
Gli Shadows tornarono. Con loro i Mastini Oscuri, i Neoshadows, persino i Notturni, le Opere, le Rapsodia, i Waltz, i Requiem e le Ballate.
-Ho un intero esercito per rivendicare i diritti dei maghi, per liberarli dalle oppressioni e dall’ignoranza della Chiesa! Ora, ditemi, chi avrà mai il coraggio di fermarmi?-
Sora si incupì, allarmato.
Solo una persona poteva averglielo insegnato: Xigbar. Esattamente come aveva fatto con il demone del desiderio che si era impossessato di Connor.
Gli Heartless circondarono i visitatori, che sguainarono le proprie armi, pronti all’attacco.
Nessun attacco. Nessuna avanzata.
Gli Heartless rimanevano fermi, ma davano comunque l’impressione di voler attaccare da un momento all’altro. Sarebbe bastato un ordine di Uldred.
Questi non sorrideva più: si avvicinò a loro, cupo in volto. Quasi minaccioso.
-Voi avete eliminato tutti gli abomini e tutti i demoni nella Torre…- sibilò, deluso –Mi avete privato del mio esercito personale. Avete osato ribellarvi al demone della pigrizia, rifiutando ogni suo dono che vi proponeva… Dovrei uccidervi per quello che avete fatto. Ciononostante, anche io, come voi, sono stufo del sangue e della violenza, e voglio porre fine a questo pandemonio. Sono sicuro che possiamo trovare una soluzione pacifica a tutto questo…-
Uno spettacolo simile faceva innervosire persino Morrigan: per colpa di maghi come Uldred, anche lei veniva vista come un’eretica, una maga del sangue, un abominio. Ma lei conosceva i limiti della magia, pur non avendo vissuto nel Circolo, e sapeva come resistere alle tentazioni dei demoni. Era l’eccezione. Se solo la Chiesa avesse aperto gli occhi…
Per non parlare di Paperino: vedere cosa riservava la magia proibita, la magia del sangue, lo fece inorridire più di quanto non lo fosse stato a Redcliffe, quando aveva affrontato il demone del desiderio.
Per la prima volta, aveva paura di se stesso. Per la prima volta, ebbe dei dubbi. Sulla sua magia.
Uldred lo notò, sorridendo lievemente.
-Vedo che avete dei maghi, nel vostro gruppo.- commentò, senza stupirsi dell’aspetto di Paperino; gli allungò una mano –Non sei anche tu stufo delle ingiustizie che subiamo ogni giorno, a causa dell’ignoranza e superficialità della Chiesa? Vieni con me, e sarai libero. E anche tu, giovane e attraente maga. Venite con me e farò finire tutto questo.-
Stava parlando anche con Morrigan.
Lei assunse uno sguardo disgustato, con apposito verso: a suo modo, aveva rifiutato l’offerta.
-E’ per colpa di maghi deboli come te se le persone hanno paura degli eretici come me…- ringhiò, delusa –Non siete abbastanza forti da resistere alla tentazione dei demoni! Non vi serve un Circolo, per dominarvi! Deve essere la vostra forza di volontà a proteggervi dai demoni! Se siete tutti così deboli da cedere alla prima offerta, allora non meritate nemmeno di essere chiamati maghi!-
Anche Paperino stava per dare la sua risposta, ma Sora gli fece da scudo, per proteggerlo. Pippo fece la stessa cosa, con lo scudo puntato in avanti.
-Osi chiedergli una cosa simile dopo aver visto il prezzo del tuo cosiddetto “dono”?- disse il ragazzo, al suo posto, serio in volto –Credimi, non è affatto interessato. Anzi, penso proprio che ti vorrà incenerire, dopo quello che hai fatto.-
-E così facendo…- aggiunse Alistair, anche lui pronto a sguainare la sua spada –E’ come ha appena detto Wynne. Non stai aiutando i maghi, li stai condannando. Condannando ad essere dei mostri. Condannando a farli seminare terrore tra gente innocente. Condannando ad essere la causa per l’odio della gente verso i maghi, come se non fossero già abbastanza odiati. Se il tuo obiettivo è integrare i maghi nella società, credo proprio che dovrai rivedere la tua strategia.-
-E io non sono certo interessato a diventare un mostro!- tagliò corto Paperino, superando Sora e mettendosi in capo al gruppo, con lo scettro puntato in avanti. Era davvero arrabbiato. E determinato ad eliminare quel mostro con le fattezze di un uomo.
Lo odiava.
Con tutto il suo cuore.
Era per colpa di maghi come Uldred, se le persone avevano paura della magia.
Questi era sempre più offeso e disgustato.
-Razza di ingrati…- sibilò, osservando Irving, Wynne, Morrigan e Paperino –Vi offro la possibilità di essere liberi e voi la gettate come fosse spazzatura! Fate pure, diventate schiavi e leccate le mani della Chiesa! Non vi ricompenseranno mai. Anzi, vi reprimeranno sempre di più!-
-Preferisco essere sorvegliata al fine di prevenire ogni pericolo causato dalla mia magia, che superare il limite della magia per semplice vanità, Uldred!- ribatté Wynne, anche lei pronta a combattere.
Uldred si mise a ridere.
-Oh… ma io non sono più Uldred…- rivelò –Non da quando il mio caro amico lo ha convinto ad evocarmi. Inizialmente, Uldred era riluttante a farlo. Era perfettamente cosciente delle conseguenze di questa azione. E’ bastato solo dirgli che così facendo i maghi avrebbero finalmente avuto la giustizia e la libertà che meritavano, e che finalmente avrebbe realizzato il suo sogno. Ed è così che ho preso possesso del suo corpo e sono diventato manifestazione del suo desiderio.-
Il suo corpo si illuminò, divenendo una mera sagoma luminosa.

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Mutò forma: diventava sempre più grande, dalla testa spuntarono delle corna enormi, come sui gomiti, e lunghi artigli crebbero sulle sue mani.
Morrigan si allarmò.
-E’ un demone della superbia!- avvertì –Il demone più potente!-
Sora, Paperino e Pippo impallidirono: “Uldred” aveva rivelato il suo vero aspetto.
-E farò il possibile per eliminare ogni ostacolo che si presenta sul mio cammino!- esclamò il demone.
Aveva tre occhi per lato, e una grande bocca zannuta. Ed era alto più di cinque metri.
Il suo aspetto era davvero spaventoso: i tre forestieri non avevano mai affrontato un nemico del genere. Neppure il Guardiano di Ansem incuteva tale timore.
Ma non potevano farsi intimidire: Sora strinse con forza il Keyblade, con aria agguerrita.
-E ringrazio il Creatore di questo mondo per non essere da solo, questa volta…- mormorò.
Non sarebbe stato un avversario facile come il demone della pigrizia, ma almeno era in compagnia dei suoi amici.
L’unione fa la forza.
“I miei amici sono il mio potere.” pensò, per darsi forza.
Anche i suoi amici erano pronti, con le armi puntate verso “Uldred”.
Persino gli abomini e gli Heartless poco prima evocati presero parte alla battaglia, per difendere il loro “signore”.
Gli ultimi abomini. Gli ultimi Heartless. Ed il nucleo della distruzione della Torre del Circolo.
Erano lì.
Una volta eliminati, tutto sarebbe tornato alla normalità.
Se avessero avuto successo, non solo i maghi, ma anche i templari si sarebbero uniti ad Alistair contro la Prole Oscura.
Non potevano fallire. Per il Circolo. E per l’intero Ferelden.
Alistair, Sora, Pippo, Sten e il mabari si concentrarono sul demone. Paperino, Morrigan, Wynne e Leliana decisero di affrontare gli abomini e gli Heartless, ponendosi in un punto strategico per attaccare da lontano.
I movimenti del demone, essendo enorme, erano lenti, ma potenti. Bastava solo spostarsi, per schivare i suoi attacchi.
Sten provò ad attaccarlo, puntando alle caviglie. Ma lo spadone non scalfì la sua pelle. Fece un curioso rumore metallico.
-La pelle è corazzata!- avvertì agli amici.
-Cosa?!- si stupì Sora.
Non si accorse che il demone aveva messo una mano ad artiglio, puntata verso di lui: il suo palmo si stava illuminando di una luce viola. Alistair si allarmò, correndo dal ragazzo, per fargli da scudo.
-Sora, attento!- esclamò.
Infatti, dalla mano del demone partì una saetta viola, che puntava al ragazzo; ma il giovane allungò una mano in avanti, evocando una barriera che eluse ed assorbì la magia.
Non era come un Thunder di Paperino: la barriera cominciò a cedere, e anche Alistair.
Il suo braccio tremava e la barriera cominciò a dissolversi.
-Non… resisto!- esclamò, sotto sforzo.
La barriera si disintegrò: la saetta era svanita, ma l’incantesimo templare non era sufficiente per contenerla. Un’onda d’urto scaraventò i due giovani vicino alle scale.
Per fortuna, non riportarono danni.
-Grazie, Alistair.- ringraziò Sora, rialzandosi.
-Non c’è di che.- fece Alistair; mentre cercava anche lui di rialzarsi, il suo braccio destro cedette, facendolo quasi cadere.
Sora si allarmò.
-Cosa succede?-
-L’incantesimo templare. Non è sufficiente contro la magia di un demone. E’ troppo forte. Un solo templare non è sufficiente a vanificare la sua magia…-
-E la sua pelle è corazzata…- ricordò Sora, aiutando l’amico ad alzarsi -Allora, come facciamo…?-
Nel frattempo, Pippo, il mabari e Sten stavano cercando di trovare un punto debole dove attaccare il demone. Ma il demone non faceva altro che attaccare con gli artigli o con la sua magia. Non lasciava loro molto tempo di pensare ad una strategia.
Leliana ed i maghi, invece, facevano del loro meglio per tenere lontani gli abomini e gli Heartless dagli amici.
-Miei cari…- fece notare Morrigan, dopo aver scagliato una saetta contro uno Shadow –Servirà a poco, se i nostri ragazzi non si decidono ad eliminare il pezzo grosso.-
Non tanto per gli abomini. Morrigan si stava riferendo soprattutto agli Heartless.
Leliana scagliò un’ultima freccia contro un Requiem verde. Ascoltò il discorso di Morrigan. Poi osservò i guerrieri che combattevano contro il demone.
Non riuscivano a colpirlo. I loro colpi sembravano quasi rimbalzare a contatto con la sua pelle. Sembrava fatta di metallo. Era impossibile da scalfire. Era persino impossibile farlo cadere: Sten non era abbastanza forte da spingerlo.
Ma doveva pur avere un punto debole.
“Tutti hanno un punto debole…” pensò Leliana, guardando vari punti del corpo del demone.
Le sue frecce non erano nulla in confronto alle spade degli amici. Si sarebbero spezzate.
Osservò più in alto: il demone non faceva altro che ridere, con le zanne in mostra.
Forse la gola? No, era impossibile verificare quando avrebbe aperto la bocca.
Doveva pur esserci un altro punto sensibile, non corazzato…
Le bastò guardare un poco più in alto, per ottenere la risposta: gli occhi.
Certo.
Quelli non potevano essere certo corazzati.
Ne sarebbe bastato uno. Forse due.
Una strategia azzardata, ma almeno doveva provarci.
Strinse il suo arco e si avvicinò di qualche passo al demone.
-Leliana! Cosa fai?!- esclamò Paperino, preoccupato, mentre scagliava dei Thunder a dei Mastini Oscuri –Potrebbe farti male!-
-Aiuto i nostri amici!- rispose lei, decisa, incoccando la freccia.
“Creatore, guida la mia freccia e che colpisca la creatura empia.” pregò.
Dovette attendere il momento giusto, per scoccare: il demone non stava fermo. I guerrieri non facevano altro che corrergli intorno, attaccando soprattutto i tendini, per farlo cadere, invano.
Poi scoccò: la freccia si conficcò nell’occhio destro più grande.
Il demone arretrò, urlando di dolore, mettendo la mano sulla parte offesa.
Alistair e Sora si guardarono indietro: notarono Leliana, con aria soddisfatta, con l’arco in mano e in procinto di incoccare un’altra freccia.
Si conficcò nell’occhio più grande a sinistra. Il demone, continuando ad urlare, si coprì tutti gli occhi, con entrambe le mani.
Entrambi i giovani ne furono orgogliosi.
-Brava, sorella Leliana!- complimentò Alistair.
-E’ la nostra occasione!- esclamò Sten –Dobbiamo farlo cadere!-
-Giusto!- aggiunse Sora; si voltò verso Pippo –Pronto?-
Il cane antropomorfo annuì: si erano intesi con un solo sguardo.
Sora saltò sullo scudo di Pippo, che spinse con forza sulle gambe per saltare in alto, persino più del demone della pigrizia; dopodiché, Sora fece girare Pippo più volte, prima di lanciarlo verso la testa del demone.
Pippo colpì la testa del demone con il suo scudo, che teneva ben fermo sopra la sua testa.
L’impatto fu così violento che il demone barcollò e finalmente cadde.
Alistair ridacchiò.
-Dico, sul serio…?- commentò, divertito, ma non per la caduta del demone; quanto, piuttosto, per l’attacco dei due forestieri.
Anche Sten ne fu stupito, ma non potevano distrarsi proprio in quel momento.
-Il suo punto debole è la testa!- fece notare –Dobbiamo attaccare lì!-
Il demone della superbia, ormai accecato dai suoi occhi più grandi, cercò di focalizzare la situazione con gli occhi rimanenti: i suoi avversari in procinto di attaccare, i suoi Heartless sempre in minoranza, e gli abomini uccisi. Era rimasto senza abomini. Così si sarebbe persino trovato i maghi contro.
Doveva crearne altri. Doveva essere protetto.
Si voltò verso i maghi del Circolo rimanenti: erano la sua unica speranza.
Allungò una mano, verso Irving, mentre con l’altra cercava di proteggere la testa dagli attacchi dei guerrieri.
Questi venne circondato da una curiosa aura azzurra.
-Accetti il dono che ti propongo?- domandò il demone, con voce umana, quella, appunto, di Uldred.
Irving vacillò: era al limite delle sue forze. Non resisteva più. Ormai le possibilità che divenisse abominio erano alte.
Wynne se ne accorse ed impallidì.
-Irving! No!- urlò, dopo aver eliminato un Rapsodia blu con una palla di fuoco; aprì la sua scarsella, cercando qualcosa; estrasse la Litania di Andralla.
La puntò in avanti.
-Non vincerai, Uld…!- non finì la frase che un Opera gialla colpì la sua mano con un fulmine; la Litania cadde per terra, lontana da lei. Degli Shadow si stavano avvicinando ad esso, probabilmente per distruggerla.
Per Irving era finita. Era solo questione di secondi, ormai.
Wynne non poteva fare niente, ormai. Era troppo lontana dalla Litania e anche se fosse riuscita ad eliminare gli Heartless che ne avevano preso il possesso, sarebbe stato troppo tardi per salvare Irving.
Paperino assistette al fatto, preoccupandosi. Gli Heartless avrebbero strappato il foglio. Così facendo, Uldred avrebbe reso abomini non solo Irving, ma anche il resto dei maghi, lui compreso, con Wynne e Morrigan.
Non poteva permetterlo.
Gli Heartless erano troppo lontani da loro ed i guerrieri erano impegnati con il demone.
Una magia. Una magia elementale era sufficiente. Una che non danneggiasse la Litania.
Sapeva cosa fare: puntò lo scettro contro gli Heartless, evocando un vento potente. Gli Heartless caddero e la Litania volò dalla mano di uno di loro. Il foglio stava cadendo in direzione dei guerrieri.
Wynne congratulò il papero per l’idea, intuendo le sue intenzioni.
-Sora!- urlò, infatti, lei –La Litania! Usala per salvare il Primo Incantatore!-
Il ragazzo si voltò: notò il foglio che ondeggiava per aria, in sua direzione. Poi osservò il Primo Incantatore: stava cedendo, gemendo dal dolore.
Doveva fare presto.
Osservò il suo Keyblade, pensando intensamente a Niall.
“Prendi la Litania di Andralla dal mio corpo. Ti aiuterà contro Uldred e la magia del sangue.” gli aveva detto, prima di affrontare il demone della pigrizia. Ed era ciò che intendeva fare.
-Non renderò vano il suo sacrificio!- esclamò, con ira, puntando il Keyblade contro la Litania in volo: il raggio di luce colpì il foglio. Un’onda di fumo azzurro annullò l’aura cui era circondato il Primo Incantatore. E non solo, aveva come vanificato tutti gli effetti della manipolazione della mente del demone.
Infatti, questi provò a trasformare in abominio un altro mago, ma non ci riuscì. La Litania aveva vanificato i suoi poteri di persuasione.
Non avrebbe più trasformato nessuno in abominio.
Era ormai solo: anche gli Heartless erano quasi eliminati.
Il demone della superbia era colmo di rabbia.
-Maledetti!- ringhiò, rialzandosi –La pagherete cara!-
Con un violento movimento del suo braccio, colpì tutti e cinque i guerrieri: Alistair, Sora, Sten, Pippo e il mabari vennero scaraventati con forza sul muro, battendo con violenza le proprie schiene. Caddero da un’altezza pari a tre metri, per poi perdere i sensi.
I maghi e Leliana assistettero con orrore a tale spettacolo.
-Oh, no!- esclamò la sorella, correndo verso di loro, iniziando da Sora. Respirava ancora. E il cuore batteva ancora. Era ancora vivo, come il resto dei compagni, ma non riusciva a riaprire gli occhi.
Il colpo era stato troppo forte.
Paperino, allarmato da quanto appena accaduto a Sora ed a Pippo, venne preso da un’improvvisa onda d’ira.
-Pagherai per quello che hai fatto ai miei amici…!- ringhiò, rivolto al demone, stringendo un pugno.
Anche Morrigan, stranamente, provava lo stesso sentimento.
Il demone, ridendo, rimosse le frecce dagli occhi. Ancora non vedeva molto bene. Questo era già un vantaggio.
-Ah, sì?- schernì ugualmente “Uldred”, avvicinandosi a loro –E cosa mi farete, adesso? I vostri guerrieri sono a terra. Cosa potrete mai farmi?-
Le spade non lo avevano nemmeno scalfito.
Il demone aveva ragione: che possibilità avevano loro, come maghi?
Ma non potevano arretrare: valeva la pena fare un tentativo.
Con tutta l’ira che provava, Paperino scagliò una magia contro “Uldred”.
-Blizzaga!- urlò.
Una stalattite di ghiaccio colpì il petto del demone: questi, stranamente, indietreggiò.
Si guardò, sorpreso: non se lo aspettava.
Anche la maga e la strega si stupirono: fino ad allora, non aveva subito danni; non dalle spade, almeno.
Dove le armi avevano fallito… forse poteva eccellere la magia?
-Ma certo…- realizzò Wynne, annuendo –L’unica cosa in grado di tenere testa alla magia… è la magia stessa.-
-E noi che avevamo affidato il compito più divertente ai nostri guerrieri…- aggiunse Morrigan, sorridendo, perfettamente d’accordo con Wynne –E poi non può nemmeno più usare i suoi poteri per controllarci, quindi è già debole!-
Tutti e tre si misero in posizione di combattimento.
-Allora facciamogliela vedere!-
In quel momento, le loro armi si illuminarono, di una luce propria. Inoltre, sentivano una strana vibrazione provenire dai propri cuori. Una vibrazione che li stava attraendo l’un l’altra.
-Che sta succedendo…?- domandò Wynne, sorpresa.
Morrigan, per una volta, non conosceva la risposta.
Paperino, invece, conosceva quella sensazione: era la stessa che provava prima di sferrare un attacco insieme a Sora e Pippo. Un attacco Trio.
Ma stavolta non c’erano Sora e Pippo, ma Morrigan e Wynne.
Un attacco Trio con altri due maghi…
Magari era la chiave per sconfiggere il demone.
-Morrigan! Wynne! Uniamo le nostre armi!- propose Paperino, determinato.
La maga e la strega erano ancora confuse, ma eseguirono; sembrava così sicuro. E, soprattutto, non aveva più paura.
Unirono i loro bastoni allo scettro di Paperino.
Una specie di scossa elettrica partì dalle loro braccia e si concentrò sui loro bastoni, fino ad arrivare alle punte.
Sul bastone di Morrigan apparvero delle scariche elettriche, su quello di Wynne un vento gelido e lo scettro di Paperino fu circondato da fiamme. Anche i loro corpi si illuminarono dei medesimi colori, come auree.
In quel momento, sembrava che fossero le proprie armi a comandare i loro corpi, non la loro volontà: scagliarono i loro incantesimi elementali, correndo in vari punti della stanza. Ogni incantesimo era uno più potente dell’altro.
I cinque guerrieri, in quel momento, riaprirono gli occhi. Assistettero allo spettacolo, basiti.
Il demone subiva fiammate, venti gelidi e violente saette in ogni parte del suo corpo. Non riusciva a contrattaccare. Si girava intorno, cercando almeno di focalizzare chi lo stava attaccando e dove; ma i tre maghi erano troppo veloci per lui.
-Adesso!- esclamò Paperino.
Lui, Wynne e Morrigan tornarono insieme, unendo nuovamente i bastoni e lo scettro, ponendosi a pochi passi dal demone. Stavolta, però, una strana forza li spise a levitare a mezzo metro da terra e girare in tondo: dalle loro armi si levò un turbine di fiamme, gelo e saette, che circondò il demone.
Lui arretrò, cercando di difendersi solo con le braccia dal turbine. Ma venne ugualmente bruciato dalle fiamme, folgorato dalle saette e, infine, congelato. Era ormai sconfitto.
L’attacco finale riuscì a farlo sbilanciare e spezzare la sua difesa: divenne una statua di ghiaccio, infatti, mentre era curvato indietro, con le braccia alzate, esponendo il petto.
-Sora!- esclamò Paperino.
Il ragazzo, nel frattempo, era riuscito, seppur a fatica, a rialzarsi. Ma aveva abbastanza forze per sferrare l’attacco finale.
Puntò di nuovo il Keyblade verso il petto del demone: il raggio di luce colpì il punto dove si trovava il cuore. Da quel punto comparvero delle crepe, che si estesero per tutto il corpo. Esattamente come era successo con il demone del desiderio e con l’illusione di Riku, nel sogno di Sora.
Sarebbe bastato poco, per eliminarlo del tutto. Ma da solo non poteva farlo.
Notò, con la coda dell’occhio, che anche Alistair, assistendo agli ultimi attacchi, si era rialzato, ansimando. Il dolore alla schiena causato dal colpo del demone lo aveva quasi bloccato. Ma non poteva mollare.
Doveva mantenere la promessa fatta al comandante Greagoir.
E anche Sora doveva mantenere la promessa fatta a Niall.
Si osservarono: stavano pensando la medesima cosa.
-Pronto, Sora?- fece il giovane.
Il ragazzo annuì, sorridendo, determinato.
Anche Pippo, Sten ed il mabari erano in piedi, prendendo posto accanto ai due Custodi.
-Sten, Pippo, ci serve una spinta.- ordinò Sora.
-Sì, Sora!- rispose il cane.
-Ricevuto.- approvò il qunari.
Corsero tutti verso la statua di ghiaccio del demone: Sora saltò di nuovo sopra lo scudo di Pippo, mentre Sten si pose tra i compagni ed il demone, incrociando le mani con i palmi rivolti verso l’alto.
Pippo spinse sullo scudo, mentre Alistair saltò sulle mani di Sten.
Entrambi i Custodi erano stati lanciati in alto, caricando le proprie spade, puntando alla testa del demone.
-Questo è per Niall!- esclamò Sora, furioso.
Un attacco combinato.
Un attacco combinato frantumò la statua di ghiaccio del demone.
Cadde di nuovo. Il ghiaccio non cadde per terra: si tramutò in un’insolita nebbia.
Nel frattempo, al piano inferiore, la barriera eretta intorno a Cullen, il templare, svanì. Lui era ancora in preghiera.
Fu sorpreso di vedere finalmente ciò che aveva di fronte: nulla.
La barriera era svanita: era libero.
Osservò le scale.
-Ce l’hanno fatta, allora…- mormorò, stupito.
I due Custodi, appena atterrati, si voltarono indietro, ansimando: il demone della superbia era svanito.
Al suo posto, il corpo esanime di Uldred giaceva sul pavimento.
“Niall… ho mantenuto la mia promessa.” pensò Sora, pensando all’amico dell’Oblio.
-Il Creatore forse ti perdonerà per i tuoi atti, ma io no.- disse Leliana, avvicinandosi al cadavere, guardandolo con disprezzo.
Sentimento condiviso con Sten. Ma lui non mostrava disprezzo, quanto, piuttosto, delusione ed indifferenza insieme.
-Ecco perché noi qunari mettiamo un collare ai nostri maghi…- mormorò.
-Un collare? Stai scherzando?- commentò Morrigan, sorpresa.
-I maghi hanno un potere troppo pericoloso: devono essere controllati.-
Osservarono con attenzione Uldred: la bocca era semi aperta e gli occhi guardavano il vuoto.
Morto.
Alistair, per la prima volta in quasi tutto il giorno, sorrise.
-E’ finita…- mormorò, esausto; ma trovò ugualmente la forza per esultare –CE L’ABBIAMO FATTA!-
Anche Sora saltò, entusiasta.
-SÌ! LO ABBIAMO SCONFITTO!-
Entrambi i Custodi si scambiarono un cinque e fecero scontrare i propri petti.
Anche Pippo fece scontrare il suo petto con un poco convinto Sten: l’impatto fece cadere il cane. Di conseguenza, il mabari leccò il suo muso.
Morrigan, sorridendo anche lei, sollevò da terra Paperino e lo abbracciò, che ricambiò. Erano troppo felici da badare ad imbarazzi o occhiate stranite degli amici.
Anche Leliana mostrò il suo sollievo, ponendo premurosamente una mano sulla spalla e su un braccio di Wynne. Anche la maga sorrise, sollevata.
Il Circolo era salvo.
Avevano eliminato Uldred.
Anche i maghi sopravvissuti ne furono lieti.
Wynne corse immediatamente da loro.
-Irving!- esclamò.
Il Primo Incantatore cercò di rialzarsi: la maga lo aiutò.
-Oh, sono troppo vecchio per queste cose…- lamentò, sarcastico.
-Irving, sono lieta di vedere che state bene…- notò Wynne, continuando a sorridere.
-Lo stesso posso dire io di voi.-
Gli altri si unirono alla maga.
-Beh, suppongo di dovervi dei grandi ringraziamenti.- continuò il Primo Incantatore, osservandoli uno per uno, esprimendo orgoglio nei suoi occhi marroni -Sono spiacente di non fare la vostra conoscenza in un momento migliore. Sono Irving, il Primo Incantatore. O meglio, a giudicare da come si è ridotto il Circolo, lo ero.-
Alistair si fece avanti, inchinandosi con la mano stretta a pugno sul cuore.
-Io sono Alistair, dei Custodi Grigi del Ferelden.- si presentò.
Wynne tagliò corto: -Deve arruolare un esercito contro la Prole Oscura, e per questo ha bisogno dell’aiuto dei maghi. Per farlo, lui e i suoi compagi hanno acconsentito ad aiutarci, combattendo contro gli abomini e i demoni.-
-E gli Heartless.- aggiunse Sora; anche lui si inchinò al Primo Incantatore –Io sono Sora. Molto piacere.-
-Lui, invece, è in grado di eliminare le creature oscure.-
Irving interruppe la maga, ridacchiando.
-Ho capito.- disse –Avete molte cose da riferirmi. Ma questo non è il posto adatto per parlare. Ed è meglio che mi faccia vedere da Greagoir, prima che rada al suolo l’intero Circolo. Ora, qualcuno sarebbe così gentile da aiutarmi a scendere le scale? Vorrei sapere chi ha avuto la brillante idea di costruire una torre come Circolo…-
In alto, osservando tutto a testa in giù, Xigbar, incappucciato, fece una smorfia di disapprovazione.
-Tsk! Una delusione dietro l’altra!- imprecò –I demoni sono davvero inaffidabili. Sono più deboli di quanto pensassi. O magari è il ragazzino sta diventando sempre più forte... Come no! Spero solo che le altre pedine siano all’altezza delle mie aspettative o dovrò inventarmi qualcosa…-
 
 
   
 
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