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Autore: Zamia    02/12/2019    3 recensioni
Ranma è un perfetto Mr Darcy, scontroso e timido ma coraggioso e capace di grandi gesti d'amore; Akane è un'Elizabeth Bennet vivace e piena di vita ma con una certa propensione a fraintendere ciò che Ranma dice. Siete pronti ad affrontare questo crossover che ci condurrà, attraverso fraintendimenti e personaggi comici, ad uno splendido lieto fine?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 17
 
Nel giro di un paio di giorni Shinnosuke e suo nonno arrivarono per incontrare Akane e cominciarono così quel viaggio che sin dall’inizio prometteva tanto bene. Difatti Akane era certa che si sarebbe divertita. La compagnia era affiatata, con un carattere adatto a sopportare gli inconvenienti, allegria per valorizzare tutte le piacevolezze, e affetto e intelligenza, che potevano scambiarsi a vicenda se il viaggio avesse riservato qualche delusione.
I luoghi da visitare erano ricchi di palestre e Shinnosuke aveva organizzato per Akane incontri con i maestri di vari dojo, solo per vederla felice. Lei era piena di gratitudine e affetto per l’amico anche se non provava per lui i sentimenti che lui si aspettava che ricambiasse né in realtà si accorgeva del fatto che lui facesse tutto solo per attirare la sua attenzione.

Le giornate trascorrevano interessanti e piene di eventi. Una bella mattina di sole, verso la fine del loro soggiorno, Shinnosuke propose ad Akane di visitare la palestra più bella di tutta la zona, quella di proprietà di Ranma Saotome e che era nei pressi della casa natale del campione, non molto lontano dall’albergo dove erano sistemati loro.

"Mia cara Akane, non ti piacerebbe vedere un posto del quale hai sentito parlare così tanto?” disse Shinnosuke. "Un posto, per di più, al quale sono legate così tante tue conoscenze? Ryoga Hibiki e Ranma Saotome hanno trascorso qui tutta la loro giovinezza, a quanto so."
Akane era turbata. Sentiva di non aver nulla a che spartire con quella palestra e fu costretta a mostrarsi riluttante ad andarci. Si giustificò dicendo di essere stanca di vedere palestre: dopo averne viste così tante, non provava più alcun piacere nel farlo.
Il nonno di Shinnosuke le giudicò sciocchezze. "Se fosse solo una palestra elegante o con i soliti attrezzi non interesserebbe nemmeno a me; ma i terreni limitrofi sono deliziosi. Ci sono intorno alcuni dei più bei boschi della regione. E in più sono praticate tecniche che altrove non si conoscono e sarebbe bello per te conoscere i maestri che le insegnano."

Akane non disse altro, ma non riusciva a convincersi. Le venne subito in mente la possibilità, mentre visitava il luogo, di incontrare Ranma Saotome. Sarebbe stato terribile! La sola idea la faceva arrossire, e alla fine decise che avrebbe accontentato Shinnosuke solo se avesse avuto la certezza dell’assenza di Ranma da quei luoghi. Chiese, dunque, informazioni al proprietario dell’albergo dove alloggiavano. Pensò che non essendo distanti dalla palestra, qualcuno dei dipendenti potesse sapere qualcosa sulla presenza di Ranma a casa propria. Non si aspettava, però, che l’uomo le mostrasse un giornale locale su cui campeggiava il titolone “Il campione di arti marziali Ranma Saotome è in Cina per acquisire altre palestre e allargare il suo impero” seguito da un dettagliato articolo sui suoi spostamenti. Da come si leggeva non sarebbe rientrato in patria prima di qualche giorno. L’albergatore le disse, inoltre, che il proprietario del dojo più importante della zona, l’uomo di cui tutti loro andavano fieri, tornava molto raramente perché aveva sempre molti affari da seguire in tutto il Giappone.
Ranma era dunque lontano e Akane non ebbe più dubbi: disse a Shinnosuke che la mattina successiva sarebbero potuti andare a visitare la palestra.

Akane, durante il percorso, si dimostrava tranquilla e vivace come al solito ma il suo animo era in grande agitazione e più si avvicinavano più la sua ansia cresceva. Si inoltrarono nel parco che circondava la palestra ma quando cominciarono ad apparire la casa e il dojo, la mente di Akane si colmò di tanti pensieri che le risultava difficile affrontare qualsiasi conversazione con i suoi compagni di viaggio.

La vista delle due strutture la fece trasalire. Erano maestosi edifici in pietra con sullo sfondo una fila di alte colline boscose e, di fronte, un piccolo corso d'acqua. Akane era deliziata. Non aveva mai visto un posto a cui la natura avesse donato di più, o dove le bellezze naturali fossero state così poco intaccate dal cattivo gusto. Erano tutti pieni di ammirazione, e in quel momento si rese conto di che cosa sarebbe potuto significare essere la padrona di quei manufatti e di quelle terre.
Si diressero all'ingresso e, mentre esaminavano più da vicino l'aspetto della casa e della palestra, tutti i suoi timori sulla possibilità di incontrarne il proprietario si ripresentarono. Aveva paura che le notizie avute in albergo fossero sbagliate.

Entrarono nella palestra e alla loro richiesta di visitarla, furono condotti nell'atrio ad attendere il maestro di arti marziali più anziano che guidava quella palestra. Quando arrivò si presentò a loro un uomo molto alla mano, un certo Genma, non molto raffinato, ma cortese e simpatico. Era il capo-palestra e li portò a visitare la struttura. Lo seguirono nella sala principale. Era una stanza grande e ben proporzionata, organizzata molto bene. Giovani discenti, ordinati e tutti con divise uguali si allenavano su un tatami colorato. Le finestre filtravano la luce e lasciavano intravedere meravigliosi paesaggi. In un’altra sala molti altri giovani, seduti su candidi cuscini, erano in meditazione e in altre sale si vedeva la ricchezza del proprietario in attrezzature per gli allenamenti di pregio e costose. Akane vide che però nulla era sfarzoso, né inutilmente ricercato ma tutto dava l’impressione di grande serietà e concentrazione. Questa palestra era ben diversa da quelle di Kuno e di Kodachi e Akane si chiese come i due soci in affari facessero coincidere i propri gusti e la propria idea di arti marziali senza litigare.
"E di questo posto", pensò, "avrei potuto essere la padrona! Queste sale avrebbero potuto essermi familiari! Invece di vederle come un'estranea, avrei potuto godermele come mie, e mostrarle ai miei familiari. Ma no", riprendendosi, "non sarebbe stato così: avrei dovuto rinunciare ai miei parenti; non mi sarebbe mai stato permesso di invitarli."

Fu una riflessione fortunata; la salvò da qualcosa di molto simile al rimpianto.

Aveva un forte desiderio di chiedere al capo-palestra se il proprietario fosse davvero assente, ma non aveva il coraggio di farlo. Alla fine, comunque, la domanda fu posta da Shinnosuke, curioso di conoscere quell’uomo che la sua Akane aveva tanto criticato perché arrogante e presuntuoso. Il signor Genma rispose che lo aspettavano per domani con alcuni amici. Akane si rallegrò.

In quel momento il nonno di Shinnosuke si soffermò a guardare tutti gli attestati attaccati sui muri e le coppe poggiate sulle mensole fissate alle pareti. Quella palestra aveva sfornato tanti campioni ma su tutti brillava Ranma. Tra le altre cose, ad una parete era attaccata una sua foto durante un incontro.
Genma notò la loro curiosità e disse:
“Quella foto è stata scattata ad un campionato mondiale circa 5 anni fa.”
“Akane, tu puoi dirci se il signor Saotome è cambiato in questi 5 anni!” disse il nonno di Shinnosuke.
Lei si avvicinò, e si soffermò sullo sguardo fiero e l’aspetto serio dell’uomo e sul keikogi* che lo rendeva affascinante. Disse che Ranma era ancora così. Quello era il suo sguardo.
"La signorina conosce Ranma Saotome?" chiese Genma interessato.
Akane arrossì, e disse, "Un po'".
"E non pensate che sia un uomo molto bello, signorina?"
"Sì, molto bello."
"Anche per me lo è! E’ come un figlio. Lo alleno sin dall’infanzia. E trovo che pochi siano in forma come lui”
"E Ranko è bella come il fratello?" chiese Akane.
"Oh! sì, la più bella signorina mai vista; e così istruita e femminile ma al contempo forte nelle arti marziali! Nella prossima sala ci sono gli attrezzi di ginnastica ritmica che il fratello ha fatto arrivare qui dall’Europa. Sono meravigliosi e quando Ranko li vedrà sarà felicissima. Si sta allenando per diventare la prossima campionessa di ginnastica ritmico-marziale.”
Shinnosuke proseguì con domande e osservazioni e a Genma, sia per orgoglio che per affetto, faceva evidentemente molto piacere parlare di Ranma e della sorella.
"Il signor Saotome sta molto qui nel corso dell'anno?"
"Non quanto vorrei, signore; ma posso dire che passa qui circa metà del tempo, e Ranko è sempre a casa nei mesi estivi."
"Se il vostro padrone si sposasse lo vedreste di più."
"Sì, signore; ma non so quando questo succederà. Non so chi potrà mai essere alla sua altezza."
Shinnosuke e suo nonno sorrisero. Akane non poté fare a meno di dire, "Gli fa molto onore che voi la pensiate così."
"Non dico nulla di più della verità, e di quello che dicono tutti quelli che lo conoscono", replicò l'altro. Akane pensò che stesse alquanto esagerando, e ascoltò con crescente stupore mentre il capo palestra aggiungeva, "a volte può essere un pò sgarbato e poco risoluto ma è sempre stato generoso e leale e lo conosco da quando era un bambino. Qui in palestra tutti lo adoriamo e i ragazzini fanno la fila per essere addestrati da lui perché non si risparmia mai per gli altri. Fa tutto ciò che è in suo potere per rendere felici le persone che ama. E i suoi allievi sono coloro che ama di più dopo Ranko e i suoi amici più intimi."
Questo era, fra tutti gli altri, l'elogio più straordinario, esattamente l'opposto di ciò che pensava lei. Che non avesse un buon carattere lo sapeva ma che fosse così amato anche dai suoi dipendenti e dai discenti non se l’aspettava. Si risvegliò tutta la sua attenzione; voleva tanto ascoltare di più, e fu grata al nonno quando continuò a parlarne:
"Ci sono molte poche persone delle quali si possa dire altrettanto. Siete fortunato ad avere con lui un rapporto del genere. In fondo siete pur sempre un suo dipendente."
"Sì, signore, so di essere fortunato e non cambierei la mia condizione per niente al mondo. Ma ho sempre notato che chi ha un'indole buona da bambino ha un'indole buona da grande, e lui è sempre stato il ragazzo con il cuore più generoso del mondo."
Akane non riusciva quasi a staccargli gli occhi di dosso.
"Come può essere questa persona, Ranma Saotome?" pensò.
Akane ascoltava, si meravigliava, dubitava, ed era impaziente di sentire di più. Genma non riusciva a suscitare il suo interesse in nessun altro modo. Descrisse invano i soggetti delle foto o i campioni che erano stati allenati da lui e da Ranma ma lei voleva solo sentir parlare del suo carattere.
"È il migliore dei proprietari di palestre, e il più forte dei campioni", disse, "Non come quei giovanotti scapestrati del giorno d'oggi, che non pensano a nient'altro che a se stessi. Non c'è nemmeno uno dei suoi dipendenti o dei suoi allievi che non parli bene di lui. Qualcuno lo definisce orgoglioso e arrogante. Per quanto ne so, è solo perché non fa tante chiacchiere come gli altri giovanotti e va direttamente al punto dei problemi!”
"In che luce piacevole lo sta mettendo!" pensò Akane.

"Questa ottima descrizione di lui", sussurrò Shinnosuke, mentre si incamminavano per le sale, "non è affatto coerente con quanto mi hai raccontato e su quanto ha fatto a Ryoga."
"Forse potremmo essere stati ingannati."
"Non è molto probabile; credo che quest’uomo parli per orgoglio o riconoscenza o magari è stato costretto da Ranma…"

In quel momento c'era sicuramente, nella mente di Akane, una sensazione verso Ranma più benevola di quella che aveva mai provato durante tutta la loro frequentazione. Gli encomi elargiti dal signor Genma non erano da sottovalutare. Quale elogio è più prezioso di quello di quello di un dipendente?
Come fratello, proprietario, maestro si rese conto di quanti fossero quelli la cui felicità dipendeva da lui! Quanto piacere o dolore era in suo potere dispensare! Quanto bene o male poteva fare! Tutti i giudizi espressi da Genma deponevano a favore del suo carattere, e mentre era davanti ad altre sue foto e alle sue medaglie, e fissava gli occhi di lui che la guardavano, pensò alla sua stima con un sentimento di gratitudine più profonda di quanta ne avesse mai provata prima; rammentò il suo ardore, e minimizzò l'improprietà del linguaggio.

Quando ebbero visto tutto quello che della palestra era aperto al pubblico, tornarono all’esterno, e, preso congedo dal maestro Genma, furono affidati al giardiniere che si occupava delle aree verdi esterne.

Mentre camminavano sul prato verso il fiume, Akane si voltò per dare un altro sguardo; anche Shinnosuke e il nonno si fermarono, e mentre il primo faceva ipotesi sulla data di costruzione, il proprietario in persona apparve all'improvviso, venendo verso di loro. La sua comparsa era stata così repentina che sarebbe stato impossibile per Akane non sentire il cuore in subbuglio e le gambe venire meno. I loro occhi si incontrarono all'istante, e sulle guance di entrambi si diffuse un violento rossore. Lui sobbalzò di scatto, e per un attimo sembrò paralizzato dalla sorpresa, ma si riprese subito, avanzò verso di loro, e si rivolse ad Akane, se non con un tono perfettamente composto, almeno con assoluta cortesia.
Lei si era girata d'istinto per andarsene, ma, bloccata dall'avvicinarsi di lui, accolse i suoi ossequi con un imbarazzo impossibile da vincere. Shinnosuke e il nonno rimasero un po' discosti mentre Ranma stava parlando con Akane, che, stupita e confusa, a malapena alzava lo sguardo sul suo volto, e non sapeva che risposte dare alle cortesi domande circa la sua famiglia. Sbalordita dal cambiamento nei suoi modi rispetto a quando si erano separati l'ultima volta, ogni frase che lui pronunciava accresceva il suo imbarazzo, e tutte le sensazioni che le si affacciarono alla mente sulla sconvenienza di essersi fatta trovare là, nei pochi minuti in cui stettero insieme, furono le più sgradevoli che avesse mai provato in vita sua. Ma neanche lui sembrava molto a suo agio; mentre parlava, il tono della voce non aveva nulla della sua usuale compostezza, e ripeté talmente spesso e in fretta le domande sui suoi familiari da far capire chiaramente quanto fossero confusi i suoi pensieri.
Alla fine, sembrò aver esaurito gli argomenti, e, dopo essere rimasto qualche istante senza dire una parola, di colpo si ricompose e prese congedo.

 Akane era sopraffatta dalla vergogna e dall'irritazione. Essere andata lì era stata la cosa più infelice, la più sconsiderata al mondo! Come doveva essergli sembrato strano! Come avrebbe potuto non restarne colpito un uomo così presuntuoso! Poteva sembrare come se lei si fosse di proposito rimessa sulla sua strada! Oh! perché era venuta? o anche, perché lui era arrivato in questo modo, un giorno prima del previsto? Se avessero finito solo con dieci minuti di anticipo sarebbero stati al sicuro dai suoi giudizi. Continuava ad avvampare ripensando a quell'incontro così disgraziato. E il comportamento di lui, così incredibilmente cambiato, che poteva significare? Il solo fatto che le avesse rivolto la parola era sorprendente! ma parlare con un tale garbo, informarsi della sua famiglia! In vita sua non l'aveva mai visto comportarsi in modo così poco solenne, mai le aveva parlato con tanta gentilezza come in quell'incontro inaspettato. Che contrasto con l'ultima volta che si erano visti quando le aveva messo la lettera in mano! Non sapeva che cosa pensare, o come spiegarselo.

Akane così presa dai suoi pensieri non si accorgeva più di nulla. Meccanicamente rispondeva ai ripetuti richiami di Shinnosuke. Lui era curioso di farsi dire dalla ragazza perché fosse così turbata e sentiva il desiderio di consolarla. Era certo che la vista di quell’uomo per lei odioso l’aveva infastidita e per questo più volte le aveva preso un braccio o le aveva cinto le spalle col desiderio di farla riprendere. Ma i pensieri di Akane erano fissi in quel punto di fronte la palestra dove aveva incontrato Ranma. Voleva tanto sapere che cosa gli stesse passando per la mente in quel momento, che cosa stesse pensando di lei, e se, a dispetto di tutto, lei gli fosse ancora cara. Forse era stato cortese solo perché si sentiva a suo agio; eppure c'era stato qualcosa nella sua voce che non somigliava alla calma. Se avesse provato più pena o piacere nel vederla, non avrebbe potuto dirlo; ma di certo non l'aveva incontrata restando padrone di sé.

Alla fine, però, i commenti dei suoi compagni sul fatto che fosse con la testa tra le nuvole la fecero tornare in sé, e capì che era necessario mostrarsi com'era suo solito.
Continuarono la loro passeggiata nei dintorni e ad ogni passo Akane contava solo i minuti che mancavano per terminare il giro e tornarsene in albergo. Mentre procedevano furono di nuovo sorpresi, e lo stupore di Akane fu pari a quello precedente, nel vedere che Ranma si stava di nuovo avvicinando. Akane, per quanto stupita, era comunque più preparata di prima a un colloquio, e decise dimostrarsi calma e di parlare tranquillamente, se davvero lui avesse avuto intenzione di raggiungerli.

Ranma si avvicinò e le chiese cosa pensasse di quei luoghi e della sua palestra. Akane educatamente rispose ma non era andata più in là delle parole "delizioso" e "incantevole" quando fu bloccata da ricordi spiacevoli, e immaginò che un elogio di quei luoghi da parte sua avrebbe potuto essere interpretato in modo malizioso. Cambiò colore, e non disse più nulla.
Shinnosuke, vedendola arrossire, pensò che fosse il caso di andarle in soccorso e di farsi presentare a quel damerino. Si strinsero la mano. Ranma non aveva il coraggio di chiedere chi fosse ma fu preso da una forte gelosia nel pensare che Akane potesse essersi fidanzata con quel giovane e questo, unito al batticuore che aveva provato nel rivederla, lo portò a convincersi che nel tempo trascorso i suoi sentimenti non erano cambiati e che fosse ancora profondamente innamorato di lei.

Provò comunque a non dar a vedere i suoi tumulti interiori e si mise a chiacchierare con l’uomo anziano che nel frattempo si era avvicinato. Parlava con calma e gentilezza. Lo stupore di Akane era grandissimo, e si andava continuamente ripetendo, "Perché è così cambiato? A che cosa è dovuto? Non può essere per me, non può essere per amor mio che i suoi modi si sono così addolciti. I miei rimproveri non possono aver causato un cambiamento come questo. È impossibile che sia ancora innamorato di me. Anzi sicuramente non lo è perché avrebbe avuto motivo di fraintendere la situazione e avrebbe dovuto essere geloso ma invece è così dolce. Se si comporta così è perché non è turbato dalla mia presenza."
Passeggiarono per un po', Ranma e il nonno davanti, Akane e Shinnosuke dietro. Ad un certo punto il restringimento del sentiero e la stanchezza del vecchio che chiese a suo nipote di sostenerlo per un tratto più irto, impose un cambiamento nei gruppetti e Ranma e Akane si ritrovarono l’uno accanto all’altro.
Dopo un breve silenzio, Ranma disse:
“Il nonno del tuo amico mi ha spiegato l’origine di questo viaggio, che conosce tuo padre da anni e che tra te e Shinnosuke non c’è nulla. Per un momento avevo pensato che qualcuno, oltre me, fosse stato così pazzo da pensare di fare una proposta di matrimonio ad una ragazza così poco carina e poco aggraziata come te!”
Disse queste parole con una tale dolcezza e una tale benevolenza che Akane non riuscì a provare rabbia ma gli sorrise. Sentì però di doversi giustificare per la sua presenza lì. Aveva paura di essere stata inopportuna ed era tremendamente imbarazzata per i modi accondiscendenti di Ranma. Erano rarissimi e specie dopo quello che era successo tra loro, completamente inaspettati. Voleva fargli sapere che prima di venire si era accertata della sua assenza, "perché il maestro Genma", disse, "ci aveva informati che di sicuro non saresti stato a casa fino a domani. Non volevo infastidirti."

Lui disse che il suo arrivo qualche ora prima delle persone con le quali aveva viaggiato era dovuto a una faccenda da sistemare coll’amministratore finanziario della palestra. "Mi raggiungeranno nelle prime ore di domattina", proseguì, "e tra loro ce ne sono alcuni che possono vantarsi di conoscerti... il dottor Tofu, Ukjo e Shampoo."
I pensieri di Akane furono istantaneamente ricondotti al momento in cui il nome del dottor Tofu era stato pronunciato l'ultima volta tra di loro, e, a giudicare dal colorito di lui, la sua mente non era impegnata in modo molto diverso.

"C'è anche un'altra persona nel gruppo", proseguì lui dopo una pausa, "che desidera particolarmente conoscerti; mi permetterai, o chiedo troppo, di presentarti mia sorella durante il tuo soggiorno?"
La sorpresa per una richiesta del genere fu davvero grande; era troppo grande per capire in che modo accettarla. Si rese immediatamente conto che qualunque desiderio avesse Ranko di conoscerla, doveva essere frutto del fratello, e, senza andare oltre, era una soddisfazione; era gratificante sapere che il suo risentimento non aveva fatto sì che lui pensasse veramente male di lei.
 
Angolo dell’autrice: Ranma ha preso una bella batosta quando è stato rifiutato da Akane e ha capito che certi atteggiamenti di orgoglio e arroganza non sempre pagano. A questo è dovuto il suo cambiamento e anche all’essersi accorto che il tempo non ha fatto cambiare i suoi sentimenti. Credo in fondo che questo Ranma non sia tanto diverso da quello reale se consideriamo che è più adulto e quindi più maturo. A chi si aspettava uno scontro con Shinnosuke dico che non è previsto. Nel prossimo capitolo si capirà meglio perché ma in ogni caso anche nell’anime i due si mostrano sempre rispetto.

Ecco Ranko impegnata nelle arti ritmico- marziali:
https://ranmaitaliablog.files.wordpress.com/2017/11/ranma_ginnastica_ritmica_marziale.gif?w=760

*keikogi = spero di aver usato il termine giusto per l’abito da arti marziali in senso generico. Dalle mie parti usiamo dire banalmente kimono….
   
 
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