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Autore: Lety26    02/12/2019    0 recensioni
Puntai lo sguardo in alto, verso il cielo, e le vidi nuovamente.
Movimenti, increspature, tutt’ora non so bene come definirli, ma sembrava ci fosse una qualche strana presenza esattamente sopra di me, in qualche modo quasi totalmente invisibile ai miei occhi.
Erano giorni che andavo avanti così, se non settimane.
Ma tutto cominciò ad avere senso quando un ragazzo dai capelli arancioni e il kimono nero, stringente una spada fin troppo grande per lui, mi si affiancò e i nostri occhi si incrociarono.
Era ancora trasparente, non del tutto concreto ai miei occhi, eppure riuscivo a sentire il suo sguardo penetrarmi da parte a parte.
Fu colpa sua
Fu colpa sua se cominciai a stare male.
Fu colpa sua se dei mal di testa terribili mi facevano accasciare sul banco, immobilizzandomi completamente per interi minuti.
Fu colpa sua se quel giorno mi ritrovai con un kimono nero, una spada al fianco e con la mente affollata di ricordi di una vita che una volta, mi apparteneva.
Fu colpa sua se mi ritrovai da sola.
E fu colpa sua quando dovetti dirgli addio.
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hitsugaya Toushirou, Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1.The Orange Shinigami

[Ci troviamo subito dopo la fine dell’anime e poco prima del continuo del manga, proprio in mezzo. Giusto per chiarire.
Buona lettura!]


Rimasi a guardarlo incantata.
La sua immagine non sembrava concreta ai miei occhi, riuscivo a vedergli attraverso, ma era abbastanza per distinguere tutti i suoi tratti.
La cosa che mi colpì per prima fu il colore arancione sgargiante dei suoi capelli sbarazzini che si accostava perfettamente con il kimono nero che portava. Il mio sguardo si spostò velocemente ovunque sul suo corpo per cercare di comporre una immagine concreta nella mia testa.
Sul petto, scoperto leggermente dalla veste, si potevano intravedere dei tatuaggi neri, presenti anche sul dorso delle mani; sulla schiena invece portava una spada lontana dall’essere di una dimensione normale. Percorreva quasi interamente la sua figura.
Quella vista mi provocò un forte senso di angoscia. Non capii subito il perché.
I suoi occhi castani non smisero di guardarmi fino a quando quella specie di mostro deforme non emise un urlo che fece tremare il mio intero corpo e il ragazzo spostò la sua attenzione verso di lui, portando la sua mano dietro la schiena per stringere l’impugnatura nera.
-Stai qui, non ti muovere. –mi rivolse un ultimo sguardo e poi, in pochi secondi, raggiunse la bestia che stava sopra di noi, fluttuava in cielo come se ci fosse qualcosa a reggerlo e lui fece lo stesso.
Per un momento mi vennero le vertigini per lui.
No.
Non era per quello che mi vennero le vertigini.
Sentii un’enorme forza premermi verso il basso, come se la forza di gravità si fosse raddoppiata, e faticai a rimanere ritta in piedi.
Quest’ultima quadruplicò quando dall’elsa della spada del ragazzo fuoriuscì una specie di scintilla bluastra che lo avvolse interamente. Sembrò bruciare.
Il mostro urlò nuovamente, caricando improvvisamente verso di lui. In cambio, liberò quella scintilla verso di lui e l’impatto fu talmente tanto potente da provocare un’onda d’urto così forte da farmi indietreggiare di qualche passo.
Non seppi esattamente come restai cosciente e su due piedi.
Quando tornai a guardare il cielo, il mostro era sparito ma la forza pressante non faceva che aumentare.
La mia testa cominciò a girare vorticosamente e cominciai a vedere doppio quando il ragazzo comparve nuovamente davanti a me.
-Ehi! –sentii dire quando le mie gambe cedettero e il nero mi circondò.

-Sei completamente impazzito?! Utilizzare la tua Reiatsu per sconfiggere un Hollow, volevi rischiare di distruggere la città?! - sentii delle urla ovattate in lontananza.
-Non era un Hollow normale, Rukia. –una voce più calma, maschile, cercò di calmare quella femminile. –L’ho tenuto d’occhio per giorni, la sua Reiatsu non era quella di un Hollow normale. -
Aprii pian piano gli occhi, svegliata da quelle voci che sembravano così vicine quanto lontane. Smisi di ascoltarle quando notai di essere in un luogo completamente estraneo.
Mi sedetti e scivolarono dal mio corpo delle coperte, facendomi rendere conto di essere su un letto.
La lampadina sulla scrivania illuminava la stanza, rendendomi non poco difficile il riuscire a distinguere gli oggetti che mi circondavano.
All’improvviso la porta si aprì e le voci che prima sentivo ovattate, si fecero più forti e chiare.
-Oh, ti sei svegliata. –alzai lo sguardo e vidi il ragazzo dai capelli arancioni, seguito da una ragazza bassina dai capelli corvini. Mi soffermai su quest’ultima e ci fu un lungo scambio di sguardi.
Mi sembrò di averla già incontrata, ma allo stesso tempo di vederla per la prima volta.
Di nuovo quel senso di angoscia si fece spazio nel mio petto, questa volta unito anche dalla confusione.
-Vi conoscete? –chiese il ragazzo, spezzando quell’atmosfera strana che si era creata.
-No, perché? –rispose la ragazza, incrociando le braccia al petto e rivolgendo uno sguardo verso di lui, che scrollò le spalle subito dopo.
-Oh. –mugugnai, rendendomi conto di essere ancora sul letto del ragazzo. –Sto abusando del tuo letto. –mi alzai di scatto ma ebbi un calo di pressione improvviso e il ragazzo mi tenne in piedi per miracolo.
Non appena però toccai le sue braccia, sentii il mio corpo pulsare interamente e spalancai gli occhi.
Cosa era quella forza che mi toglieva il fiato?
-Ehi, tutto bene? –chiese.
Mi allontanai dalle sue braccia e sentii improvvisamente il peso sul petto farsi meno pesante.
-Ichigo, lasciala stare. –disse la ragazza. Il ragazzo la guardò confuso e lei si avvicinò a me.
-Io sono Kuchiki Rukia, te come ti chiami? –un altro brivido mi attraversò il corpo.
-Ogawa Hitomi. –tentennai.
Vidi la ragazza asserirsi all’udire il mio nome ma cercò di mascherarlo. –Hitomi-san, piacere di conoscerti, lui è Kurosaki Ichigo. -
Guardai il ragazzo e mi fece un cenno con il capo.
-Tu sei il ragazzo di prima. –dissi.
Annuì. Col piede, avvicinò la sedia della sua scrivania a lui e si sedette, appoggiando il gomito sullo schienale, lasciando a penzoloni la mano.
-Volevamo farti qualche domanda. –disse la corvina. –Se non ti dispiace. -
Scossi la testa e incrociai le gambe, per semplice comodità.
-Da quando riesci a vedere gli Hollow? -
Arricciai il naso. –Gli Holl- che? –chiesi, non capendo di cosa stesse realmente parlando.
-Come al solito sei fin troppo diretta. –brontolò il ragazzo. –Hitomi, da quanto tempo riesci a vedere quei mostri? Come quello che ho abbattuto prima. -
Ci pensai per bene, cercando una data di riferimento nella mia testa ma non riuscii bene a collocarlo nel tempo.
-Solo ultimamente riesco a vederli più o meno bene, direi da qualche settimana. –risposi. –Ma è da più di un mese che sento delle presenze. -
Rukia e Ichigo si guardarono e vidi una sottospecie di scambio di pensieri senza l’uso delle parole.
-N-Non… -cercai di iniziare un nuovo discorso, ricevendo immediatamente la loro piena attenzione. –Non sono pazza, vero? –quella era la domanda che mi premeva maggiormente. Quel pensiero mi stava assillando da fin troppo tempo e avevo cercato in tutti i modi possibili di negarlo.
-No, non lo sei. –Ichigo si alzò e si diresse verso la porta. –Rukia, potresti venire un secondo? -
-Scusami, Hitomi. –la ragazza si congedò velocemente e tutti e due scomparirono dietro la porta.
Rimasi nuovamente sola, mentre dell’aria smosse nuovamente i miei capelli. Sentii il calore del sole pungermi la schiena.
Rivolsi il volto verso la finestra, trovandola aperta.
Guardai la strada e calcolai più o meno l’altezza dal terreno alla finestra.
Non era poi così alta.

POV ZERO

-Che te ne pare? –chiese Ichigo, assicurandosi di chiudere bene la porta dietro di loro.
-Non è un Quincy, non è neanche un umano con poteri speciali come Inoue o Sado e il suo Reiatsu è troppo diverso da quello di uno Shinigami. –rispose Rukia, tenendosi il mento col pollice e coprendosi la bocca col resto delle dita, con fare pensieroso.
-E sta crescendo. –aggiunse il ragazzo, guardando verso la porta. –Fin troppo velocemente. -
La ragazza tirò fuori il suo cellulare e comincio a comporre una serie di numeri che sembrò infinita.
-Provo a contattare Urahara, magari sa dirci qualcosa. –disse, avvicinando il telefono all’orecchio. –Te tienila d’occhio, potrebbe essere pericolosa. -
Il ragazzo annuì e, mentre la ragazza si allontanò scendendo al piano di sotto, il ragazzo aprì nuovamente la stanza, trovando il letto rifatto e le finestre sventolanti.
Nessuna traccia della ragazza.
Sospirò pesantemente e si grattò il capo con una mano. –Che seccatura. -



 

   
 
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