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Autore: Darlene_    02/12/2019    3 recensioni
Quando Dean ritorna dal Purgatorio si aspetta di trovare Sam provato dalla sua assenza, non sa che invece il fratello ha avuto un tracollo emotivo e non ricorda nemmeno di lui.
What if post stagione 7
Storia scritta per l'advent calendar del gruppo hurt/comfort italia
Genere: Angst, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Settima stagione
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Storia scritta per
L’Advent Calendar
Gruppo fb hurt/comfort italia
Prompt 74: il tuo nome
 
 
 
 
 
Fandom: Supernatural
Coppia: nessuna
Post stagione 7
 
 
 
 
 
YOUR NAME




 
 
“Non sei reale! Sei solo un’allucinazione della mia mente malata!”
Quell’affermazione lo ferì più di un proiettile o di una lama conficcata nelle carni (e lui era un esperto).
“Vattene via!” Continuò ad urlare alzando convulsamente le braccia nel tentativo di scacciarlo.
Dean si fermò di scatto, osservando con tristezza la figura rincantucciata nell’angolo opposto della stanza. Avrebbe voluto avvicinarsi maggiormente, ma Sam tremava, gli occhi pieni di terrore e temeva di spaventarlo ulteriormente. “Non mi riconosci? Sono io, tuo fratello.” Il suo tono di voce era pacato e rilassato anche se era tutto fuorché calmo.
“No! Non è vero! Tu non esisti!” Un’altra fitta attraversò il maggiore da capo a piedi, come un fulmine. “Loro me lo dicono sempre, sono rimasto solo, non ho parenti.” Il suo modo di parlare sembrava lucido, ma qualcosa nella sua mente si era spezzato, portandolo a non riconoscere nemmeno il fratello per cui provava un amore incommensurabile.
“Ok, ok va bene.” Disse il maggiore, cercando di convincere più se stesso. Avanzò di un passo, quindi si sedette di fronte all’altro. Da quella posizione vedeva distintamente le occhiaie scure e si accorse che era dimagrito molto. La maglietta bianca, stropicciata, era larga, così come i pantaloni color crema. “Sam, non importa quello che credi, sistemeremo tutto, te lo prometto.”
“Tu non sei nessuno! Vattene!” Urlò il minore, ancora fuori di sé. “Il mio nome è Samuel Smith e tu sei un perfetto estraneo.”
Dean scosse la testa, mentre dentro di lui il senso di colpa lo dilaniava: se fosse stato attento, se non si fosse trovato così vicino, se non fosse sparito, Sam non sarebbe stato in quelle condizione. Strinse il pugno, maledicendosi per essersi allontanato così tanto e così a lungo da suo fratello.
“Lo so che ti sembra tutto molto strano, ma Smith è il cognome che usavamo al lavoro. Noi andavamo a caccia, ricordi?”
Il minore sgranò gli occhi, sebbene non ricordasse nulla una parte di lui gli diceva di fidarsi di quell’uomo dal viso stanco. “Non ho mai sparato ad un animale.” Ribatté con poca convinzione.
Il maggiore sorrise, scuotendo la testa. “Non si trattava di animali, ma di creature un po’… particolari.”
Sam annuì, non del tutto convinto. “Se tu sei davvero mio fratello, perché non sei mai venuto qui da me?” La sua espressione era supplichevole, forse avrebbe preferito non avere parenti piuttosto che averne uno che non si era curato di lui per un anno.
Il senso di colpa pervase Dean, che cercò le parole adatte per spiegare la sua assenza. “Stavamo lavorando.” Cominciò cauto, osservando attentamente ogni minimo cambio di espressione sul volto del minore. “C’è stato un incidente, un imprevisto, e sono stato allontanato da te. Però adesso sono qui, e non ti lascerò mai più, capito, Sammy?” Preso dalla foga posò le mani sul viso del fratello. Notò che aveva un accenno di barba ispida sulle guance.
“Sam-my?”
“Sì, sì, Sammy!” L’entusiasmo cominciò ad impossessarsi di lui.
“Sammy.” Degustò quel nome sulla lingua, sulle labbra, come a volerlo imprimere nella mente. “Tu mi chiamavi così, quando ero piccolo. Tu mi prendevi in braccio quando ero triste e mi dicevi che sarebbe andato tutto bene, Sammy.”
Gli occhi di Dean si illuminarono, forse non tutto era perduto. “Hai ragione, Sammy. Papà stava via per giorni e tu facevi i capricci, volevi uscire, ma non potevamo.” Partire pian piano, rispristinare i ricordi, sì, ci sarebbero riusciti, ne era convinto.
“Tu sei… Dean.” Nel momento in cui pronunciò quelle quattro lettere si rese conto che una parte della sua mente non lo aveva mai cancellato. Dean, quel nome semplice e strano che gli era familiare più di qualunque altro. Dean, colui che chiamava nel cuore della notte quando era bambino. Dean, il nome che aveva urlato quando era rinchiuso nella gabbia.
Si gettò tra le braccia del fratello ritrovato, piangendo lacrime di gioia. Affondò le narici nella giacca che sapeva di polvere e sangue, ricordando tute le volte in cui aveva sentito quell’odore. “Dean, riportami a casa.” Supplicò.
Il maggiore annuì, gli occhi lucidi per l’emozione. “Certo.”
Sam si staccò da lui, ancora piangente e si scusò. Chiese perdono per essersi dimenticato di lui, per aver cancellato i loro ricordi comuni. “Mi spiace, non so nemmeno come mai sei sparito, o perché Bobby non è mai venuto qui. Ho solo vaghi frammenti nella mia mente confusa.”
Dean gli posò un dito sulle labbra. “Non devi scusarti di nulla, è colpa mia. Adesso andiamocene da qui, poi troveremo un modo per ripristinare tutto ciò che credi di aver perso.”
“Pensi che ci riusciremo?” Domandò spaventato e titubante.
Il più grande lo aiutò ad alzarsi e gli mise la sua giacca sulle spalle. “Siamo i Winchester, abbiamo affrontato cose molto peggiori.”
“Tipo?”
Dean sorrise, sornione. “Nulla di che, solo un’Apocalisse, degli angeli incazzati, demoni figli di puttana, i leviatani, che sono le creature del purgatorio e…”
“Aspetta.” Ordinò Sam bloccandosi con una mano sulla spalla del fratello. “Angeli, demoni?”
“Oh, sì, e molto altro.”
“Se esistono loro, c’è anche Dio? Lo abbiamo incontrato?”
Il maggiore lo prese per un braccio conducendolo fuori dalla stanza. “Dio?” Ridacchiò. “Non lo abbiamo incontrato, probabilmente si sarà preso una vacanza e, mi spiace deluderti, Sammy, credo non lo vedremo mai.”
Uscirono dalla struttura inseguiti dalle urla delle infermiere, in uno stato di disapprovazione generale. Baby era parcheggiata poco distante e Sam la distinse subito, senza bisogno che Dean gliela mostrasse: forse sarebbero bastati un buon sonno e qualche confidenza per ripristinare tutto ciò che vi era stato tra i due fratelli.








Ciao a tutti! Ritorno dopo tempo immemore a pubblicare sul sito. Come avrete letto questa storia è nata grazie ad una parola chiave che ho prenotato sul gruppo hurt/comfort (che amo tantissimo). Prossimamente mi vedrete ancora con altre storie per il calendario dell'avvento... E non solo! Spero che il racconto vi sia piaciuto, è nato in pochissimo tempo e mi ha emozionato molto e mi auguro di aver trasmesso anche a voi qualcosa :) 
  
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