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Autore: fulmineo    02/12/2019    1 recensioni
L'improvviso desiderio di cambiare vita porterà Dinah a lasciare Star City e andare a National City.
Lì verrà arruolata al DEO e combatterà al fianco di Supergirl, senza sapere che la sua vita cambierà parecchio. Supergirl/Arrow.
Genere: Azione, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Kara Danvers, Lena Luthor
Note: Cross-over, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Dinah trovò alloggio nel loft accanto a quello di Kara, che le aveva rivelato la sua vera identità e che era felice di averla come vicina.

"C'è una vista bellissima..."

"Si. Anch'io me ne sono innamorata subito, appena sono venuta ad abitare qui." Disse Kara.

Dinah sorrise un poco "Conoscevo... Conosco, una persona che ama guardare il paesaggio dalla finestra."

"Davvero?"

"Si... Se fosse qui, è la prima cosa che farebbe." Rivelò, andando poi a portare i bagagli in camera.

"Per qualsiasi cosa, sono qui accanto."

"Ti ringrazio!"

"E... Stasera c'è la serata giochi. Sei invitata!" Se ne uscì Kara.

Dinah la guardò perplessa "Serata giochi?" Ripeté.

"Esatto! Ci saranno Alex, J'onn, Brainy, Winn e gli altri amici."

"Ehm... Non è il mio genere di cose, ma non sembri essere una che accetta un no come risposta."

Kara sorrise divertita "Infatti."

Prima che potessero dire altro, il telefono di Dinah squillò e accettò la videochiamata "Felicity!"

La bionda sullo schermo sorrise "Ehi! Mi mancavi e ho chiamato... Tutto bene?"

"Benone! E... C'è qualcuno che vorrebbe salutarti."

Dinah spostò il telefono e Felicity liberò un grido acutissimo nel vedere Kara "Kara! Che bello vederti."

"Ti trovo bene!"

"Si si, la vita coniugale mi fa bene... E tu quando ti decidi?"

Kara cambiò colore "Ehm... La mia situazione è difficile..."

"Nulla è difficile! Forza e coraggio."

"Lena mi odia..."

Felicity inarcò un sopracciglio e si sistemò l'occhiale "Lena? Io ero rimasta a Mon-El."

"Uscivi con lui?" Chiese Dinah "Scusa se te lo dico, ma non sembra affatto degno di te!"

"Da quando è ritornato siamo solo amici. Lui sta con Imra... E poi sa che non lo amo."

"Adesso devo andare, ma tienimi aggiornata su questo fronte! E... Ci sentiamo domani. Ciao ciao!"

Dinah riattaccò e Kara fece per andarsene "Senti, a che ora è questa serata giochi?"

"Alle nove! E vieni a stomaco vuoto."

"Va bene... A dopo, allora."

La castana congedò Kara e decise di fare una bella doccia e poi sarebbe uscita a fare una corsetta, approfittandone per dare una rapida occhiata a National City.

Si rilassò completamente sotto il caldo getto d'acqua, poi andò in camera a mettere maglietta, pantaloni da ginnastica, felpa e scarpe comode, infine uscì di casa dopo aver chiuso l'appartamento.

Scese in ascensore e poi, una volta in strada, si diresse verso Est, guardandosi anche intorno, passando davanti agli imponenti edifici della CatCo e della L-Corp, finché dei rumori non attirarono la sua attenzione.

Entrò in un vicolo e vide quattro ragazzi mentre picchiavano un coetaneo, così prese il telefono e chiamò Kara, che le aveva dato il suo numero, spiegandole ciò che stava vedendo, ma uno dei tizi la vide "Ehi, tu! Chi sei? Che vuoi?"

"Allontanatevi da lui! Sparite."

"Sei da sola contro di noi... Pensi di avere possibilità?"

"Ne ho molte, sinceramente!"

I quattro le andarono contro e Dinah li mise KO senza problemi, senza essere intimorita dal coltello che uno di loro tirò fuori.

Lo disarmò e gli tirò un pugno in faccia "Scappiamo, ragazzi!"

La castana si avvicinò allora al ragazzo a terra "Stai bene?"

"S-Si... Grazie..."

"Fatti dare un'occhiata in ospedale oppure vai dritto a casa tua."

"Grazie..."

Il ragazzo, nell'andare via, inciampò in uno scatolone logoro, dal quale si sentirono dei vagiti.

Dinah si avvicinò, guardò dentro e rimase a bocca aperta "Eccomi!" Disse Kara, arrivando come Supergirl, avvicinandosi alla castana.

Anche la Kryptoniana era a bocca aperta "Dovresti chiamare tua sorella..."

"Si... E anche Maggie. È la sua ragazza ed è una poliziotta!"

Dinah annuì e tolse la felpa, mettendola sui due neonati abbandonati, che piangevano disperati e cercò di calmarli come meglio poteva.

  
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